“Un abbonamento per salvare il basket a Trieste”, stop alle sottoscrizioni: più di 1200 le prelazioni staccate. E ora l’attesa
1.233 tessere prelazionate. Più di 123 mila Euro raccolti al “buio”, tramite il supporto di tanti fedelissimi che hanno creduto in un progetto tanto semplice quanto alla portata di molti: “Un abbonamento per salvare il basket a Trieste” chiude i battenti dopo una trentina di giorni dal battesimo dell’iniziativa e ora, con un tesoretto cospicuo, attende che il cielo sopra l’AcegasAps si schiarisca definitivamente a livello societario per poter alzare o meno la braccia al cielo, in segno di vittoria.
Anche se è ancora prematuro fare le considerazioni finali (e i promotori sono stati sufficientemente chiari nelle ultime ore, affermando che solo nei prossimi giorni, e con una situazione globale ben chiara, si potrà fare il punto riassuntivo definitivo), con la diffusione dei primi dati ufficiali è possibile però spendere un paio di parole su alcuni degli aspetti che hanno contraddistinto la raccolta promossa dai tifosi biancorossi. Innanzitutto, va sottolineato come molti appassionati abbiano abbracciato con entusiasmo il voler (e poter) far quel qualcosa tanto sponsorizzato dagli ideatori dell’iniziativa: sin dal primo giorno disponibile, il quintetto Biloslavo-Tamaro-Asta-Lupo-Gutty ha voluto infatti sensibilizzare l’opinione pubblica sportiva sulla possibilità di effettuare una sorta di “scelta col cuore”. E tale scelta è stata fatta da chi realmente e fortemente ha creduto da subito nel progetto presentato a fine maggio, sia sottoscrivendo prelazioni che aiutando gli organizzatori a distribuire volantini o semplicemente a spargere la voce: è questa l’immagine di una parte della Trieste sportiva che non si è adagiata nel dolce far nulla, come il lassismo della città ci aveva abituato e quasi imposto in passato, sapendo invece cavalcare con la giusta dinamica una piccola nobilissima causa, quella di poter salvare con le proprie mani una società che pericolosamente (e inopinatamente) si era avvicinata alla vendita del diritto sportivo.
In seconda battuta, va ricordata la vitalità di alcune realtà economiche piccole e grandi a supporto dell’iniziativa: saremmo estremamente impopolari nel parlare solo di Generali e del loro importante contributo a livello di prelazioni staccate (ben 350), perchè l’anima pulsante è fatta anche da distributori di benzina, organizzatori di tornei sportivi e associazioni varie. Anche su questo punto, il capoluogo giuliano ha dato un paio di segnali incoraggianti, senza trincerarsi dietro a stranni e ingiustificati deterrenti: ognuno di questi soggetti, nel proprio piccolo, hanno avuto la consapevolezza che valeva la pena provare a mettere un piccolo mattoncino, l’averlo fatto a scatola chiusa per essi è certamente un motivo di orgoglio.
E chi invece ha girato i tacchi e non ha voluto essere tra quei 1200? Di sicuro ha perduto una possibilità importante, punto e stop. Per il momento non ci fermeremo a ribadirne i motivi e le cause, poichè di fatto tali variabili non aggiungono valore aggiunto al risultato finale. Ma è anche vero come più di qualcuno non abbia voluto guardare oltre al proprio naso, forse osteggiando senza riflettere l’opportunità fornita loro. Per fortuna, la divina Provvidenza ha voluto che molti degli “scettici” abbiano visto una piccola luce in fondo al tunnel, specialmente nel periodo finale delle sottoscrizioni: i numeri che crescevano, seppure con una costante ma dinamica lentezza, hanno convinto una piccolaparte degli iniziali detrattori a rivedere la propria posizione, dando così una sferzata all’insù delle cifre finali. L’aver convinto chi non lo era affatto è di per sè già un piccolo successo che i promotori potranno orgogliosamente mettere in un angolino del proprio cuore.
Ciò che conta, alla fine della fiera, sono i dati numerici: certamente chi ha ideato l’iniziativa ora non vuole nascondere la testa sotto la sabbia, nel constatare che degli auspicati 2.500 abbonamenti anticipati se ne siano staccati pressappoco la metà. Se tutto ciò in prima battuta porterebbe meramente a considerare fallito l’obiettivo principale dell’iniziativa stessa, sull’altro fronte è un risultato che fa della propria importanza uno dei tasselli quasi imprescindibili per poter vedere la Legadue il prossimo autunno: tutte le decisioni del caso, ovvero se restituire tutti i soldini ai legittimi proprietari o mantenerli perchè sufficienti per l’iscrizione alla futura stagione, verranno prese nei prossimi giorni nel momento in cui tutto sarà definitivamente più chiaro sul lato societario.
La palla ora passa a tutti gli altri (e “alti”) interlocutori, rappresentati dai vertici della Pallacanestro Trieste 2004 (con eventuali nuovi soci pronti a entrare?) e dal sindaco Roberto Cosolini, con quest’ultimo che nel corso dell’ultimo mese ha messo molto del suo per evitare che la saracinesca fosse irreversibilmente calata in casa AcegasAps: poche ore ci separano da un “Fail” oppure da un “Epic Win” per il futuro della palla a spicchi biancorossa. Di certo, per l’impegno profuso da chi in una tiepida serata di maggio ha deciso di rimboccarsi le maniche per salvare il basket che conta, il lieto fine è un elemento che in molti meriterebbero di poter assaporare.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!