Trieste stecca gara-1, la Virtus giganteggia al Paladozza
Prendiamo il bicchiere mezzo pieno: l’Alma formato gara-1 avrà capito una cosa, dopo la bastonata sui denti rimediata nel primo capitolo contro la Virtus. Ovverosia, come non va giocato un match di una serie di finale. Trieste parte col piede sbagliato in casa della Segafredo, in un Paladozza che vede una gara equilibrata solo per dieci minuti. È in pratica questo il lasso di tempo nel quale la banda di Dalmasson tiene testa a una Virtus con troppi cavalli in più e – almeno per la prima partita della serie – con una tonnellata di fosforo e di intensità in più rispetto ai giuliani: finisce 85-62, risultato che racconta solo in parte lo strapotere dei padroni di casa, in totale controllo per tre quarti interi di partita.
Clima torrido fuori dal Paladozza, con la colonnina di mercurio che supera abbondantemente i trenta gradi, all’interno dell’impianto le cose non sono certo migliori dal punto di vista della temperatura. Calienti sono anche le mani di Green e Umeh dalla lunga distanza, per il 3-3 del primo minuto: si segna praticamente solo dalla lunga distanza per altri sessanta secondi (Rosselli, poi Baldasso sul lato opposto), con la Virtus che dà un primo sussulto alla gara col 5-0 firmato Umeh e Lawson. L’Alma inizia a inseguire la Segafredo, producendo un provvisorio contro-break di 4-0, rimanendo comunque attaccata a Bologna (18-14, poi 22-22 con due triple di Prandin) nonostante si ancora Lawson su sponda virtussina a essere un rebus difficile da risolvere per la difesa biancorossa. Trieste ha comunque il merito di tenere alto il rombo del motore (alley-oop con schiacciata di Parks), subendo la “bomba” di Gentile in prossimità della prima sirena per il +3 interno al 10′ (27-24).
Alma leziosa in avvio di secondo quarto: Parks e Green sbagliano un contropiede due contro uno, Umeh punisce i giuliani ancora da lontanissimo (32-26). Gli ospiti hanno mani freddissime dal campo, tutto ciò che invece la Virtus non dimostra minimamente di avere: in un amen la Segafredo va in doppia cifra di gap sul +11, fallendo però qualche occasione preziosa per rimpolpare ulteriormente il proprio score. Trieste ha poche idee, l’unica delle quali è cercare il contatto fisico per guadagnarsi almeno qualche gita in lunetta: Cavaliero fa 3/3, Green solo 1/2, riportando però l’Alma temporaneamente sul -6 al 16′ (40-34). L’idillio biancorosso dura però molto poco, visto che l’antisportivo sanzionato a Cavaliero spariglia nuovamente le carte in tavola in favore di Bologna: quattro liberi virtussini imbucati lanciano lo sprint al massimo vantaggio proprio allo scadere di metà gara, quando Spissu fa il “Superman” in area mettendo il 52°punto della Segafredo, contro i 38 di una Trieste troppo a corrente alternata.
I biancorossi si sciolgono definitivamente in avvio di terzo periodo: Umeh fa ancora il diavolo a quattro da lontano, il 60-38 del 22′ assomiglia molto a una pietra tombale sulle speranze dell’Alma di poter tenere aperto un match che la Virtus ha già virtualmente chiuso molto in fretta. Il tutto con un attacco giuliano che costruisce poco o niente, subendo poi una schiacciata fragorosa da Lawson che manda al bar tutta la difesa ospite. Il punteggio diventa impietoso man mano con lo scorrere dei secondi, su un -31 (70-39) dove Trieste trova il primo canestro dal campo con Baldasso appena dopo 6 (sei) minuti di penultimo quarto. Va così in scena un abbondante garbage-time al Paladozza, dove la Segafredo molla fisiologicamente nel ritmo, permettendo all’Alma di rientrare sul -20 alla penultima sirena. Troppo poco, almeno per stasera, almeno per gara-1.
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