Trieste sarà davvero la squadra da battere in A2?
Con il mercato estivo che finalmente si è concluso ieri con la firma di Justin Reyes, la Pallacanestro Trieste è dunque pronta ad affrontare il prossimo campionato di serie A2. Ma la squadra plasmata dal GM Michael Arcieri sarà davvero in grado di sbaragliare la folta concorrenza e arrivare alla fine della prossima primavera alla promozione in A?
Premettendo che – come sempre – sarà il parquet a definire il successo o meno del gruppo allenato da Jamion Christian, un primo banalissimo bilancio di quanto operato dalla società giuliana in questi mesi post-retrocessione può già essere fatto. E la sensazione più tangibile è che da una parte si sia voluto operare in un ambito di “usato garantito”, riconfermando buona parte del roster italiano dello scorso anno e puntando su cavalli di battaglia come Ferrero e Filloy che al… piano di sotto possono fare tanto male alle difese avversarie, nonostante una carta di identità non più così verde.
Quello che è certo è che, in tutto e per tutto, è per ampi versi la squadra che proprio Arcieri aveva in mente. Con tantissimi tiratori da tre (e a occhio nudo, sarà proprio la percentuale dai 6 e 75 a diventare una delle variabili di successo o meno di questa squadra), probabilmente “leggerina” in pitturato (tenendo conto della propensione di Candussi a prendersi responsabilità importanti anche dalla media e lunga distanza, è il solo Vildera a essere centro indiscusso nello scacchiere biancorosso) e con due grandi scommesse che – se verranno vinte – faranno tutta la differenza del mondo.
La prima è indubbiamente rappresentata dal coach: Christian arriva a Trieste carico a pallettoni per questa nuova avventura oltreoceano, ma dovrà saper gestire alla perfezione un gruppo costituito in gran parte da giocatori italiani. In un ambito a lui “sconosciuto” come quello del campionato di serie A2, dove potrà comunque sicuramente portare innovazioni e un pizzico di imprevedibilità nelle scelte tecniche anche grazie a tutti gli anni passati in NCAA tra Washington Colonials, Siena College e Mount St. Mary University. La seconda è anch’essa a stelle e strisce e porta il nome di Eli Brooks: dando per scontato che la “fragilità fisica” di Reyes – dopo l’operazione al menisco dello scorso dicembre e i successivi problemi trascinati sino a fine stagione – sia cosa definitivamente superata per il giocatore di passaporto portoricano, molte delle fortune biancorosse del prossimo campionato passano inevitabilmente dalle mani del nativo della South Carolina. In un reparto pieno zeppo di alternative, da un lato Brooks potrà crescere senza l’assillo di avere subito troppa responsabilità sulle spalle. Come rovescio della medaglia, la combo guard ex Fort Wayne Mad Ants dovrà comunque metterci subito del suo per diventare quell’eccellente difensore e solidissimo tiratore che li hanno valso la chiamata in Pallacanestro Trieste.
Alla fine della fiera, è una squadra sulla carta molto solida per la categoria quella che si appresta a iniziare le proprie fatiche, con qualche piccolo interrogativo ma al tempo stesso con la consapevolezza che si può diventare la squadra da battere, specie se si riuscirà a trovare la chimica giusta sin dai primi impegni ufficiali (leggi, Supercoppa di inizio settembre). In un campionato lunghissimo tra regular season, fasi ad orologio e play-off, conterà sbagliare poco. E questo potrà essere sia motivo di sprone che la più classica delle spade di Damocle: adesso la parola passa al campo.
(da Citysport.news)
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