Con buona approssimazione, la più bella versione dell’Alma di tutta la stagione: poteva essere una gara-2 particolarmente scorbutica contro Treviglio, ne esce una partita praticamente a senso unico dove tutti i “violini biancorossi” suonano meglio della Filarmonica di Vienna durante il concerto del primo gennaio. L’Alma si veste da rullo compressore e doma, con grande convinzione, una Remer lontana anni-luce con il piano partita che sperava di poter mettere sul parquet: finisce 97-82, il punto del 2-0 è messo in saccoccia e con esso (ma lo diciamo sottovoce) un piccolo pezzetto di qualificazione per i quarti di finale. E ciò che colpisce di più è la grande fame di Trieste, capace di azzerare abbastanza velocemente le armi della squadra di Vertemati e di non lasciare spazio ad alcun tipo di contromisura.
Si rimescolano abilmente le carte su ambo i fronti: Trieste rinuncia a Fernandez e ributta nella mischia Baldasso, la Remer tiene invece in tribuna Voskuil e alza il peso specifico in pitturato con Easley. L’Alma rompe il ghiaccio con l’appoggio al vetro di Mussini e i cinque punti consecutivi messi a segno di Cavaliero (7-4 al 3′), mentre Treviglio pesca e trova in attacco proprio Easley per mantenersi in scia con i biancorossi. I padroni di casa giocano però maggiormente di fisico, e quando Green – sia spalle a canestro che in transizione veloce – decide di attaccare il ferro son dolori per gli ospiti: a metà quarto il punteggio sorride a Trieste sul 18-8, allietata dal fatto che anche Bowers sia perfettamente a fuoco nei primi minuti di gioco con canestri preziosi e assist pregiati. La Remer, in grande difficoltà difensiva, ha nel folletto Frazier (7 punti in altrettanti giri d’orologio) l’arma in più per togliersi dalle secche abbastanza rapidamente e riportando i suoi provvisoriamente a -3, sull’altro lato l’Alma riprende subito in mano l’inerzia e, grazie alla tabellata di Da Ros allo scadere, confeziona otto punti di margine sulla prima sirena (26-18).
A mantenere bello caldo il motore giuliano nel secondo periodo ci pensa Prandin: con cinque punti di fila e una difesa al bacio “Bobo” fa partire la 4×100 biancorossa, che cavalca a velocità supersonica verso il canestro ospite. Se ci mettiamo dentro anche Loschi e Baldasso che segnano da lontano, il momentaneo +19 casalingo sul 49-30 al 16′ ha già tutta la parvenza di una quadratura totale del cerchio per l’Alma: Treviglio è nervosa, si aggrappa a qualche tiro libero per prendere un po’ di fiato ma la sensazione è che alla squadra di Vertemati serva qualcosa di diverso della semplice fisicità. Per la Remer volano anti-sportivi e tecnici, ma anche un mini-break di 10-5 (56-42, con Frazier in grandissimo spolvero ma l’unico a predicare nel deserto) per dare un senso a una gara che rischia di scappare via già dopo nemmeno venti minuti.
Per mettere qualche sassolino nei sin lì eccellenti ingranaggi in attacco di Trieste, Treviglio punta sulla difesa “2-3”: il fatto che Green continui a salire con l’ascensore verso il ferro, con “2+1” mortiferi che tramortiscono il pitturato ospite, e con la consapevolezza che Mussini ha un bel mirino tra le mani per imbucare con costanza dal perimetro, la Remer si ritrova con poche frecce al proprio arco e con un -26 sul groppone a quindici minuti dal termine (78-52) che in pratica mette una pietra tombale sulle sorti di gara-2. Si vede praticamente di tutto (anche Baldasso che stoppa!) e sull’85-59 della penultima sirena c’è ben poco altro da raccontare, se non che questa Alma in modalità “cannibale” (seppure l’ultimo quarto sia in modalità “risparmio”) ha già voglia di chiudere venerdì a Treviglio la serie. Che, detto fuori dai denti, sarebbe un gran bel affare.
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Alma Trieste – Remer Treviglio 97-82 (26-18, 56-42, 29-17, 85-59)
Alma Trieste: Bowers 17 (5/9, 1/1), Green 16 (6/9, 0/1), Mussini 14 (4/8, 2/2), Cavaliero 12 (2/3, 2/3), Prandin 10 (1/2, 2/2), Loschi 9 (1/2, 2/5), Baldasso 9 (3/3, 1/5), Cittadini 6 (2/3), Da ros 4 (2/7, 0/1), Janelidze (0/4, 0/1), Schina. N.e. Deangeli.