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Ci sono partite particolari che restano nella mente dei tifosi. Ce n’è una, tra le tante viste in (quasi) 38 anni di età, che mi permetto di fare mia per tutto quello che seppe regalarmi, a livello di intensità emotiva e di adrenalina: il derby del “lontano” 8 aprile 2001  tra Udine e Trieste rappresentò – per chi scrive queste righe – un’esplosione di sensazioni, che colmarono con la gioia biancorossa di sbancare il “Carnera” forse nella maniera più bella possibile.

Quella del 2000/01 fu una stagione diametralmente opposta per quelle due squadre: una Snaidero col vento in poppa, che arrivava dalla promozione ottenuta nel precedente campionato di A2, nel girone di andata sorprese al PalaTrieste una Telit in difficoltà, tenuta a galla dai 36 punti di Scoonie Penn. Dopo quella sconfitta non si respirava una grandissima aria dalle parti di Via Locchi: per certi versi, fu forse proprio quel rovescio a dare un’ulteriore spinta alla serie di cambiamenti di carattere tecnico che si sarebbero succeduti qualche settimana più tardi.

La brillante Trieste, che riuscì solo qualche mese prima a conquistare i quarti di finale play-off scudetto, era divenuta  pressoché un lontano ricordo per i supporters biancorossi, costretti a soffrire per buona parte del campionato a causa di una situazione difficoltosa sul lato della classifica. L’avventura di Luca Banchi sulla panchina giuliana era ormai agli sgoccioli, si optò – con risultati poi fortunatamente confortanti – alla “cura Pancotto”, affidando al tecnico di Porto S.Giorgio un team in balìa della sua stessa sfiducia. Quella Telit riuscì alla fine della stagione a salvarsi in carrozza, vincendo addirittura a marzo in casa della Kinder Bologna dei vari Ginobili, Jaric e Griffith: ma per certi versi, con un mese di anticipo, più di qualcuno pensava già al “retour match” in Friuli. L’immagine degli arancioni trionfanti sul parquet di Valmaura (e con Teo Alibegovic, ex di turno, a fare il gesto del silenzio alla curva giuliana a fine partita) fungeva – a distanza di un girone – quasi come un blocco di cemento armato sul gozzo: restituire la pariglia alla Snaidero, proprio sul suo campo, era il desiderio che a Trieste si cullava con grande vigorìa. 

Grazie a una amica di Udine, riuscimmo a ottenere dei biglietti-omaggio per il settore centrale del “Carnera”. Eravamo lontani dai tifosi “amici”, tant’è che per quaranta minuti interi diventammo dei veri e propri spettatori…stitici, allo scopo di evitare inutili fastidi con chi ci stava accanto. Ricordo ancora adesso quanta tensione avevo in corpo: in fondo, ci tenevo pure io a uscire da quell’impianto con il sorriso stampato sulle labbra. Non fu una partita bellissima sotto il piano della spettacolarità, con le squadre stesse a fare i conti con pochissima tranquillità interiore (e con percentuali quantomai rivedibili dalla lunga distanza). L’allora Telit trovò grandi soluzioni sotto canestro, con Podestà e Shaw (con quest’ultimo che, dalle nostre parti, viene ricordato solamente per il tiro libero sbagliato senza prendere nemmeno il ferro, proprio nella gara di andata contro Udine…) a ergersi grandi protagonisti in pitturato: Trieste accelerò nel terzo quarto, con la “mano armata” di Gurovic a regalarle il +10 a dieci dal termine. Ma nel cuore di tutti i giuliani presenti quel giorno era grande la consapevolezza di non averlo già chiuso in anticipo, quel match. E l’“aracnofobia” della difesa biancorossa contro il “ragno” Charles Smith, indigesto in entrambe le sfide di quel campionato, portò la Snaidero avanti di un punticino a sette minuti dalla fine.

Stavo per diventare arancione pure io, alla stessa stregua delle tante sciarpette indossate dal pubblico di casa: un piccolo “incubo sportivo” si stava per materializzare nuovamente dopo quell’80-83 di inizio gennaio. Ma in quella Trieste targata 2000/01, con tanto talento individuale nel roster (Dante Calabria e lo “zar” Sergej Bazarevitch vi dicono niente?), proprio nel momento più opportuno strabordò l’incredibile leggerezza d’animo di Peter Sauer, sfortunatissimo atleta che una decina d’anni dopo lasciò questo mondo a causa del suo cuore ballerino. Ad eccezione della gara interna contro Rimini, risolta anch’essa allo scadere, “Pete” fu uno di quelli che sin lì aveva lasciato pochi segni in quella stagione, recitando più il ruolo di gregario che non quello di prima donna all’interno della squadra. Ebbene, quella palla rubata a Lasa a 35” dalla fine per il sorpasso definitivo della partita, rimane per il sottoscritto (e credo per tutti coloro che ebbero la fortuna di assistere dal vivo) un istante indelebile, che di fatto scrisse una piccola ma brillante pagina di storia giuliana prima del doloroso fallimento di qualche anno dopo. Alla sirena finale staccai provvisoriamente il cervello, feci una lunga corsa verso l’esterno e – lontano da occhi indiscreti – esultai come un pazzo in mezzo a una parte semi-deserta del parcheggio. Sì, la Telit ce l’aveva fatta. Ce l’avevamo fatta tutti noi triestini. E il viaggio di ritorno non poteva essere più dolce di quello che subito dopo intraprendemmo, alla volta di casa.

Perché scrivere questa filippica, oltre al puro ricordo e al semplice amarcord? C’è un motivo: la sfida tra Udine e Trieste, nelle gioie e nei dolori delle rispettive tifoserie, ha sempre regalato emozioni intensissime. E viverle nella maniera giusta, a partire da quello di domenica a Cividale tra Gsa e Alma, rappresenta potenzialmente un’altra, deliziosa pagina di basket delle nostre zone.  Vivetela tutti voi, friulani e giuliani, come una festa dello sport. E di questo fidatevi non del sottoscritto, ma delle parole sulle colonne del quotidiano locale pronunciate dal “Pec” che – in fatto di serenità – ha fatto ormai da anni un bellissimo “voto”…

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I 4350 spettatori odierni (record assoluto stagionale) spingono la Pallacanestro Trieste 2004 verso un’importante e prestigiosa vittoria contro la Manital Torino, terza forza del campionato. Nell’anticipo del mezzogiorno, i biancorossi si impongono col punteggio di 73-66, comandando la sfida contro i piemontesi per larghi tratti di gara e riuscendo a dare l’accelerata più importante nell’ultimo quarto, nel momento in cui la formazione di coach Bechi non è poi più riuscita a riavvicinarsi ai padroni di casa.

Buona partenza degli ospiti nei primi minuti del match, con lo 0-4 firmato Miller e Fantoni: la risposta triestina non tarda ad arrivare, con Holloway e Carra che pareggiano la contesa al 4′ e il sorpasso qualche istante più tardi grazie a due tiri liberi di Tonut. Nonostante i due falli repentini commessi, è poi Grayson a innescare l’attacco giuliano con due triple di fila, a cui si accoda anche Holloway con una “bomba” dall’angolo: il 15-6 e il conseguente -9 spinge la Manital a tentare diversi cambi di difesa, con lo scopo di frenare la circolazione di palla triestina: è però un altro tiro pesante – stavolta di Marini – a far male a Torino, costretta a chiudere i primi dieci minuti sul 22-13. 

Con percentuali realizzative mediocri da ambo le parti, il secondo quarto non si apre decisamente sotto il profilo dello spettacolo: Trieste recupera diversi rimbalzi in attacco che però non si tramutano in canestro, per contro Torino spara con poca precisione dal perimetro. E’ Tonut l’uomo migliore in casa giuliana in questo frangente di partita: con due realizzazioni consecutive, i biancorossi si mantengono in doppia cifra di vantaggio (28-16). La Manital trova però un buon parziale tra metà frazione e seconda sirena: con un positivo Fantoni in pitturato e soprattutto con i 6 di fila firmati dal redivivo Lewis, gli ospiti chiudono con l’inerzia in mano il primo tempo, sul 32-29 di metà gara.

La Pallacanestro Trieste 2004, dopo la pausa lunga, torna sul parquet estremamente propositiva: con un Holloway grande protagonista e padrone dell’area, i giuliani tornano velocemente a +10 sul 42-32. La Manital sembra poter trovare giovamento nel tiro pesante, con Giachetti prima e Gergati poi a rintuzzare lo svantaggio, guadagnandosi successivamente molte gite in lunetta con Mancinelli, Rosselli e Fantoni. I piemontesi arrivano sino a -6 (53-47 del 28′) , ma è ancora una volta Holloway (25 punti realizzati dopo tre quarti di gara) a ergersi quale pericolo numero uno per Torino, ricacciata a -8 sulla terza sirena (57-49). C’è molto equilibrio a inizio di ultimo quarto, con i piemontesi che restano in scia sino al 62-57 del 35′ in una situazione dove nuovamente Trieste deve fare i conti a livello di falli (bonus superato ancora una volta in pochi minuti e tanti liberi concessi agli avversari): sul +5 biancorosso, sarà poi la tripla di Coronica a spezzare definitivamente l’empasse in campo, con ulteriori due “bombe” firmate da Tonut prima e Holloway poi ad allontanare la Manital sul 71-59 al 36′. Per gli ospiti non basterà un buon Giachetti nel finale per poter ritornare in gara: Trieste conduce la gara in porto senza ulteriori patemi d’animo.

Pallacanestro Trieste 2004-Manital Torino 73-66 (22-13, 32-29, 57-49)

Pallacanestro Trieste 2004: Coronica 4, Fossati, Norbedo, Tonut 16, Boniciolli, Mastrangelo, Grayson 6, Candussi 7, Carra 7, Marini 5, Holloway 28, Prandin. All. Dalmasson

Manital Torino: Giachetti 14, Mancinelli 7, Fantoni 12, Fiore ne, Lewis 9, Viglianisi 2, Bruttini 1, Rosselli 3, Gergati 10, Miller 8. All. Bechi

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Ultima gara di girone d’andata a cinque stelle per la Pallamano Trieste, che nel “trasloco forzato” al PalaTrieste inanella una vittoria roboante contro il Metelli Cologne: 40-19 il risultato finale all’interno di un match senza storie, che i ragazzi di Giorgio Oveglia hanno saputo mettere in ghiaccio già a metà del primo tempo.

Nonostante la defezione di Kevin Anici, i giuliani hanno interpretato alla grande l’impegno che segnava il giro di boa della regular season: seppure il gap con gli avversari si allargasse sempre più nel corso dei minuti, Trieste ha mantenuto altissima l’intensità sul parquet, tanto da permettere nel finale anche l’utilizzo di tutti gli effettivi a disposizione in panchina.

Con i tre punti conquistati contro il Metelli, i biancorossi chiudono il girone d’andata confermando il proprio terzo posto, a -1 dal Pressano.

Trieste – Metelli Cologne 40-19 (p.t. 22-7)

Trieste: Zaro, Giolo 2, Radojkovic 7, Oveglia 2, Dapiran 9, Pernic 5, Cunjac 6, Bellomo 6, Campagnolo, Di Nardo 1, Carpanese, Dovgan 1, Leone, Visintin 1. All: Giorgio Oveglia

Metelli Cologne: Bonassi 1, Mercandelli 1, Cavalleri 1, Bertolez 7, Monciardini, Barbariga 1, Piantoni 5, Sirani, Alessandrini 1, Barucco, Parisini, Ghilardi, Manenti 2. All: Riccardo Riccardi

Arbitri: Limido – Donnini

La classifica: Bozen 24 pti, Pressano 18, Trieste 17, Meran 12, Forst Brixen 10, Cassano Magnago 9, Eppan 9, Metelli Cologne 6, Metallsider Mezzocorona 3

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Stop al PalaTrieste per l’SGT Calligaris, battuta dalla Lavezzini Parma per 57-62 nella quarta giornata d’andata di serie A1 Femminile. E’ una sconfitta che brucia per le giuliane, reduci dalla scoppola di Schio e arrivate a un passo dall’aggiudicarsi i due punti in palio in questo turno infrasettimanale: fatali – in tal senso – le battute finali della sfida, quando la benzina si è progressivamente esaurita nel motore del team allenato da Nevio Giuliani e il pallone è risultato essere sempre più pesante nelle mani della Ginnastica Triestina.

Inizio gara con pochi attacchi vincenti da parte di entrambe le squadre: il 2+1 di Crudo e il canestro da lontano di Cosby sono le uniche occasioni che rispettivamente Parma e Trieste riescono a mettere a segno nei primi quattro minuti di gara. La Calligaris trova il primo vantaggio con un libero di Trimboli (4-3), col punteggio che rimane praticamente sempre in equilibrio durante il primo quarto: le ospiti tentano di allungare leggermente nel finale di frazione col 4-0 firmato da Maznichenko e Giorgi, l’SGT a sua volta trova un buon gioco da tre punti con Harry per il -3 al 10′ (13-16).

Con grande mordente difensivo, le emiliane bloccano gran parte dei tentativi di realizzazione delle giuliane durante la prima metà del secondo quarto, spingendosi sul 18-27 del 15′ con il break ospite rotto dalla conclusione vincente di Vida dall’angolo: le buoni percentuali della Lavezzini, che dal perimetro riesce a fare il bello e il cattivo tempo, spalancano però le porte a un più consistente parziale in favore delle gialloblu (24-37 al 18′). In tale ambito, Trieste sembra trovare maggior giovamento col tiro dalla lunga distanza (“bomba” di Trimboli) piuttosto che in pitturato, dove sono parecchi gli errori anche gratuiti delle giuliane: Parma chiude a +10 a metà gara, con Franchini e Maznichenko abbondantemente sugli scudi, ma è la stessa Lavezzini a dimostrare più di qualche difficoltà alla ripresa dalla pausa lunga, quando la Calligaris si affida all’estro delle proprie straniere per ritornare rapidamente in partita. Vida, Cosby ed Harry piazzano infatti il break di 9-2 in favore dell’SGT, con le ospiti che si sbloccano nel terzo quarto grazie a Clark ma che, segnando col contagocce, finiscono col ritrovarsi ben presto le avversarie alle calcagna.

E’ Cosby, dopo un tecnico fischiatole per qualche parolina di troppo, a impattare a quota 43 al 28′: le emiliane rimettono la testa avanti alla penultima sirena (48-50, con canestro dalla media di Maznichenko) ma la gara si gioca successivamente punto a punto. Il sorpasso triestino si concretizza a quattro dalla fine, grazie alla tripla di Vida (55-54): con gli ultimi minuti di autentico thrilling, dove i falli in attacco e le infrazioni di passi vanno per la maggiore, è la freddezza in lunetta di Clark (4/4 dalla linea della carità negli ultimi 13”) a decretare il successo ospite, con qualche rammarico di troppo per una Calligaris scioltasi sul più bello e poco concreta offensivamente nel momento topico del match, con la sola Nicolodi a imbucare negli ultimi 120” della contesa.

SGT Calligaris-Lavezzini Parma 57-62 (13-16, 27-37, 48-50)

SGT Calligaris: Nicolodi 6, Zecchin, Trimboli 4, Vida 10, Cosby 15, M.Miccoli 7, Bianco, Cerigioni n.e, C.Miccoli n.e., Gombac 3, Romano, Harry 12. All.Giuliani

Lavezzini Parma: Battisodo 2, Franchini 11, Corbani 8, Giorgi 7, Crudo 5, Maznichenko 15, Clark 8, Fatadey n.e., Kritscher 2. All.Olivieri

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Pallacanestro Trieste 2004 informa che, in sostituzione dell’amichevole interna contro il Grosuplje, giovedì 4 settembre 2014 al PalaTrieste si svolgerà uno scrimmage contro la compagine del KK Portoroz, già affrontata la scorsa settimana sul parquet sloveno di Lucija.

La gara, che verrà disputata a porte chiuse, si giocherà alle ore 19.00: eventuali cambiamenti di orario verranno comunicati in seguito da parte della società.

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Non si è ancora spento l’entusiasmo per il Torneo Internazionale di Trieste, che negli scorsi giorni ha visto la Nazionale Italiana di basket imporsi in tutte e tre le sfide disputate contro Canada, Bosnia e Serbia.

Elsitodesandro.it, in collaborazione con la fotografa Linda Cravagna, propone una galleria dei migliori scatti effettuati durante l’evento del PalaTrieste.

La photogallery è disponibile sulla pagina Facebook del sito (click qui) e sul profilo ufficiale Flickr dell’SDS (click qui).

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Una Nazionale da incorniciare chiude nel migliore dei modi il trittico di partite del Torneo Internazionale di Trieste: davanti a quasi 5.000 spettatori, a lasciarci le penne è stavolta la Serbia di Sasha Djordjevic, al termine di una partita maschia nella quale gli Azzurri hanno avuto il grande merito di non scomporsi nelle difficilissime fasi intermedie del match. L’Italia vince e convince, imponendosi per 80-71 e preparandosi col vento in poppa alle partite di qualificazione per gli Europei 2015.

A inizio della sfida, i padroni di casa cercano di tenersi il più possibile lontani dal ferro serbo, innestando le conclusioni dalla media distanza di Alessandro Gentile e Datome. E’ poi un buon blocco di Cusin a permettere il comodo appoggio al tabellone di Cinciarini, per il 6-2 al 2′: l’Italia continua a dimostrare buone trame offensive, cercando di non dare mai punti di riferimento ai rossi e trovando un paio di ottime zingarate ancora con Gentile e Datome (+8 a metà frazione). Facciamo giocare male i nostri avversari, costringendoli a chiamare time-out a 3’40” dalla prima sirena: gli ospiti provano a svegliarsi subito dopo, innestando Stimac in pitturato, ma gli Azzurri si dimostrano una macchina da guerra in attacco. Nuovamente Datome (13 per lui dopo dieci minuti) e una “bomba” di contorno da parte di Luca Vitali regalano infatti il 22-9 per i padroni di casa, gap solo in parte limato dalla Serbia nel finale di frazione (+11 al 10′).

Con gli slavi che, soprattutto grazie a Radulijca (bruttissimo cliente per buona parte del secondo quarto) iniziano ad alzare in area il volume della radio, l’Italia ha la buona lena di farsi trovare discretamente pronta dal perimetro: 6 punti dalla distanza – firmati Vitali e Polonara – mantengono la Nazionale in doppia cifra di vantaggio al 14′ (28-18). Ma la Serbia, non appena inizia a percuotere anche da lontanissimo con Micov e Bircevic, torna in un amen a stretto contatto (-2 sul 35-33). Gli azzurri, anche a causa di una gragnuola di tiri liberi sbagliati (un mediocre 4 su 9 dalla linea della carità nei secondi dieci minuti), si fa riacciuffare a 60” dalla pausa lunga sull’ennesima pennellata al ferro di Radulijca: il team di Pianigiani riesce però a riprendere fiato proprio negli istanti finali del quarto, con un provvidenziale 2/2 di Magro per il +2 al 20′ (37-35).

La Serbia mette immediatamente la freccia a inizio terzo quarto: Teodosic e Micov regalano il primo vantaggio di partita ai balcanici, che gradualmente sembrano prendere l’inerzia in mano, con la fisicità ad essere la loro arma in più di questa fase. Uno schiaccione di Alessandro Gentile ridà coraggio all’Italia, anche se sono tante le “preghiere” che gli Azzurri lanciano verso il canestro avversario, con esiti molto spesso nefasti: al 27′ gli slavi conducono di quattro (45-49), imbucando poi una tripla con Markovic. E’ l’altro Gentile, Stefano, a rintuzzare il gap sino al -3 del 30′.

La svolta arriva negli ultimi dieci minuti regolamentari: l’Italia riesce a scardinare la muraglia cinese della Serbia con due bimani di Cusin. In 120” gli Azzurri ribaltano completamente la frittata, colpendo proprio al cuore gli avversari che oltretutto perdono rapidamente Radulijca per cinque falli. Il punteggio sorride alla Nazionale, abile a piazzare un repentino break in proprio favore (63-54) e tenendo lontani i balcanici con la realizzazione in sottomano di Aradori e con le triple vincenti dei fratelli Gentile: è +11 tricolore a quattro minuti dal termine. Micov tenta di prendersi in mano l’intera squadra, segnandone 4 di fila, ma la Serbia deve fare anche i conti con la scavigliata di Teodosic e con la verve dei nostri che percuotono la retìna dalla distanza. A due minuti dal termine il tabellone recita 77-65 sul triplone di Aradori, al quale fa eco la “bomba” di Stefano Gentile: è fatta per gli Azzurri, che chiudono alla grandissima il Torneo Internazionale del PalaTrieste.

Italia-Serbia 80-71 (22-11, 37-35, 49-52)

Italia: Gentile A. 20, Vitali L. 6, Poeta n.e., Cusin 4, Datome 17, Cervi, Magro 3, Cinciarini 8, Gentile S. 12, Moraschini n.e., Pascolo n.e., Vitali M. n.e., Della Valle n.e., Aradori 7, Polonara 3. All. Simone Pianigiani

Serbia: Teodosic 8, Micov 14, Micic n.e., Bogdanovic 2, Bjelica 4, Markovic 4, Kalinic 7, Radulijca 11, Katic 6, Stimac 8, Simonovic n.e., Mitrovic n.e., Bircevic 7, Jovic n.e.. All. Aleksandar Djordjevic

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Nazionale da urlo nella seconda uscita al Torneo Internazionale di Trieste: l’Italia annichilisce una fumosa Bosnia-Erzegovina per 99-71, con una gara al limite della perfezione. In poco più di 25 minuti il team di Simone Pianigiani fa pentole e coperchi degli avversari, trovando grande ispirazione anche dagli effettivi usciti dalla panchina: decisamente un passo in avanti dopo la difficile vittoria di 24 ore prima contro il Canada, con una squadra azzurra che ora ha nel mirino la Serbia di Sasha Djordjevic (domani sera alle 20.30, sempre al PalaTrieste) per la conquista del primo posto nella competizione. 

Partenza lanciata di Alessandro Gentile in apertura, per il 7-0 Italia al 2′: la Bosnia è sonnecchiosa in attacco, limitandosi al compitino e finendo con l’andare troppe volte a sbattere contro il muro italiano. Dopo il time-out chiamato da Ivanovic, è Stipanovic a rompere il ghiaccio per i bosniaci, seppure i balcanici continuino a non essere precisi in pitturato; le fortune della Nazionale arrivano invece proprio dove gli avversari fanno più fatica, con un Cervi imbeccato splendidamente sotto il canestro e autore di 6 punti consecutivi (15-8 al 7′). A spalancare ulteriormente la porta in attacco è quindi il capitano Datome, mentre sull’altro del campo Teletovic prima e Mitrovic poi tentano di ricucire lo strappo dalla lunghissima distanza: il risultato è però favorevole all’Italia sulla prima sirena, avanti di cinque lunghezze.

Il secondo quarto si apre in maniera splendida per gli Azzurri: +11 fulmineo al 12′, grazie alle seconde linee che portano parecchi punti in cascina. Tripla di Polonara, “bomba” di Della Valle, altra deflagrazione pesante per Stefano Gentile: l’Italia ha tanta birra e fiducia in corpo, poi parzialmente limata dal ritorno bosniaco firmato da Teletovic (sia con la specialità della casa, ovvero il tiro da lontano, che prendendosi una linea di fondo spaventosa per un affondo fragoroso al ferro) e Kikanovic. Il -5 ospite accende però “Iron Man” Datome (13 punti solamente in questa frazione), a splendido agio nell’uno contro uno: la Nazionale si prende l’inerzia in mano nel finale di quarto, chiuso sul 48-37.

Eccesso di nervosismo per la Bosnia alla ripresa del match: antisportivo a Stipanovic e quattro liberi di fila imbucati da Alessandro Gentile sono la chiave di Volta per il tentativo – poi concretizzato – di fuga azzurra (54-39 al 22′). La Nazionale è un mastino anche in difesa, con Cusin e Datome a fare la voce grossa sul fronte delle stoppate: doppia cifra di vantaggio praticamente costante per gli uomini di Pianigiani, con punte di +19 (gap col quale si chiude il penultimo parziale) rintuzzate solo parzialmente dalla manina fatata di Gordic. C’è solo garbage-time negli ultimi dieci minuti, con qualche contatto proibito sul parquet tenuto a bada dal trio di fischietti Cerebuch-Bartoli-Jovicic: è la coppia Aradori-Pascolo a calare definitivamente il sipario per l’Italia, che tracima nel finale e chiude con 13 giocatori a referto su 15. Mica male, no?

Italia-Bosnia 99-71 (21-16, 48-37, 74-55)

Italia: Gentile A. 15, Vitali L. 4, Poeta n.e., Cusin 4, Datome 19, Cervi 6, Magro, Cinciarini 9, Gentile S. 3, Moraschini 2, Pascolo 6, Vitali M. 3, Della Valle 3, Aradori 17, Polonara 8. All. Simone Pianigiani

Bosnia: Pasalic, Buza 2, Stipanovic 10, Sutalo 5, Glogavac n.e., Gordic 8, Kikanovic 10, Teletovic 20, Halilovic 2, Mitrovic 9, Milosevic n.e., Vrabac, Albijanic 5. All. Dusko Ivanovic

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Vittoria con altissima dose di thrilling per la Nazionale italiana nella prima gara del Torneo Internazionale di Trieste: 74-71 il punteggio finale per gli Azzurri di Pianigiani contro il Canada, all’interno di un match non giocato al meglio nei primi venti munti, raddrizzato in corso d’opera nella seconda parte del match ma portato a casa praticamente solo nelle battute finali di sfida.

Si sbaglia moltissimo in apertura di partita, con la palla che fatica a entrare in ambo i canestri: la Nazionale trova ottime cose da Cusin in difesa (subito due rimbalzi e una stoppata), pur segnando col contagocce e col solo Aradori a bruciare la retina in quattro minuti (2-5). 120 secondi più tardi sale in cattedra Alessandro Gentile, con il gioco da tre punti che regala un micro vantaggio agli azzurri al 6′ (9-7): il capitano dell’Armani Jeans – alternandosi al capitano Datome – diventa progressivamente la prima scelta negli schemi offensivi tricolori, anche se il Canada ha un un Ejim in pitturato da 9 punti nel quarto iniziale, estremamente chirurgico nel punire la Nazionale sotto canestro. Gli ospiti conducono di un punticino alla prima sirena, continuando a stringere il guinzaglio che tiene a bada l’Italia: -6 azzurro sul 20-26 del 13′, con Pianigiani costretto a chiamare time-out sulla tripla imbucata da English. E’ Aradori a rompere poi l’empasse con 7 punti consecutivi, anche se dall’altra parte Olynyk apre nuovamente la scatola difensiva tricolore: l’Italia precipita sino a -10, colpita dalle triple canadesi, rintuzzando parte del gap nell’ultimo minuto di secondo quarto con Poeta e Aradori (33-39 all’intervallo).

Tutt’altra Nazionale dopo la pausa lunga: break di 9-0 con Datome e Gentile, ma soprattutto una verve ritrovata nel mordere le caviglie degli avversari. Gli Azzurri mettono le cose a posto in tre minuti netti, andando sul 42-39 ma soprattutto accendendo per la prima volta il pubblico triestino: la compagine di coach Triano non segna per cinque minuti di fila, perdendo di fatto tutta l’inerzia sin lì accumulata. E’ poi ancora il “Gigi” Nazionale a spingere un po’ più in là i suoi sino a +7, vantaggio parzialmente limato dal Canada sul 52-48 del 30′; un slam-dunk di Olynyk, accompagnato da un tiro libero segnato qualche istante più tardi, riapre ulteriormente i conti al PalaTrieste. E’ poi Cinciarini a diventare l’uomo in più negli ultimi cinque minuti di gara, con una “bomba” e un appoggio a canestro che sembrano fungere da apripista per l’allungo decisivo degli Azzurri (65-56): ma sul fronte opposto è Cory Joseph, con 7 punti di fila, a scoperchiare completamente la pentola: la guardia dei San Antonio Spurs riporta i suoi sino a -2 a 60” dalla fine, rovesciando nuovamente l’inerzia. L’ultimo minuto è da pelle d’oca: Cusin fa il proprio dovere dalla lunetta, Sacre si inventa una palombella dalla media distanza per un nuovo svantaggio minimo, Aradori rimedia un inopinato 0/2 dalla linea dalla carità ma è poi Datome a imbucare una tripla siderale a 30” dalla fine. Due possessi di vantaggio sono poi sufficienti per gli Azzurri nel chiudere la pratica, anche se negli istanti finali Thomas Scrubb prova la tripla della disperazione per il potenziale pareggio, trovando solo il tabellone.

Italia-Canada 74-71 (18-19, 33-39, 52-48)

Italia: Gentile A. 12, Vitali L. 6, Poeta 2, Cusin 4, Datome 22, Cervi 2, Magro n.e., Cinciarini 10, Gentile S., Moraschini, Pascolo, Vitali M. n.e., Della Valle n.e., Aradori 16, Polonara. All. Simone Pianigiani

Canada: Ejim 10, Joseph 16, Baker, Nicholson n.e., English 8, Shephard 2, Scrubb P. n.e., Heslip 9, Olynyk 13, Powell, Sacre 7, Cadougan 4, Klasse n.e., Scrubb T 2. All. Jay Triano

 

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Parte, nel pomeriggio di oggi, il Torneo Internazionale di basket che al PalaTrieste vedrà protagonista la Nazionale di Simone Pianigiani, assieme a Canada, Bosnia Erzegovina e Serbia.

E’ un appuntamento molto importante per gli Azzurri, reduci dalle ultime buone prestazioni in Macedonia: in vista dell’avvicinamento alle qualificazioni per i prossimi Europei, Datome e compagni sono chiamati a confermare l’ottimo trend di risultati positivi conseguiti nelle settimane precedenti (un ruolino di marcia fatto da cinque vittorie di fila negli ultimi sei incontri disputati).

La prima partita del torneo di Trieste vedrà l’Italia affrontare il Canada alle ore 20.30; un’ora e mezza prima sarà derby balcanico tra Bosnia Erzegovina e Serbia.

Questo, nel dettaglio, il programma completo della tre-giorni al PalaTrieste:

Domenica 3 agosto

Bosnia Erzegovina-Serbia (18.00, differita Raisport 2, 22.30)
Italia-Canada (20.30, diretta Raisport 2)

Lunedì 4 agosto

Serbia-Canada (18.00, diretta Raisport 2)
Italia-Bosnia Erzegovina (20.30, diretta Raisport 2)

Martedì 5 agosto

Canada-Bosnia Erzegovina (18.00, diretta Raisport 2)
Italia-Serbia (20.30, diretta Raisport 2)

Questi invece gli effettivi che scenderanno sul parquet giuliano: 

ITALIA

33 Pietro Aradori (1988, 195, A/G, Libero da contratto)
14 Riccardo Cervi (1991, 214, C, Grissin Bon Reggio Emilia)
20 Andrea Cinciarini (1986, 193, P, Grissin Bon Reggio Emilia)
12 Marco Cusin (1985, 211, C, Libero da contratto)
13 Luigi Datome (1987, 203, A, Detroit Pistons)
32 Amedeo Della Valle (1993, 194, G, Grissin Bon Reggio Emilia)
5 Alessandro Gentile (1992, 201, G, EA7 Armani Milano)
22 Stefano Gentile (1989, 191, P, Acqua Vitasnella Cantù)
18 Daniele Magro (1987, 208, C, Giorgio Tesi Group Pistoia)
24 Riccardo Moraschini (1991, 192, P/G, Libero da contratto)
27 Davide Pascolo (1990, 201, A, Aquila Basket Trento)
8 Giuseppe Poeta (1985, 190, P, Libero da contratto)
34 Achille Polonara (1991, 203, A, Grissin Bon Reggio Emilia)
7 Luca Vitali (1986, 201, P/G, Vanoli Cremona)
31 Michele Vitali (1991, 196, G, Pasta Reggia Caserta)

All: Simone Pianigiani

CANADA

4 Melvin Ejim (1991, 198, A, Virtus Roma)
5 Cory Joseph (1991, 190, G, San Antonio Spurs – Usa)
6 Jordan Baker (1991, 201, G, Alberta – Can)
7 Andrew Nicholson (1989, 206, A, Orlando Magic – Usa)
8 Carl English (1981, 192, G, Iberostar Tenerife – Spa)
9 Jevohn Shepherd (1986, 196, A, Omegna)
10 Jordan Bachynski (1989, 218, C, Arizona St. – Usa)
11 Phil Scrubb (1992, 190, G, Carleton – Can)
12 Brady Heslip (1990, 188, G, Baylor – Usa)
13 Kelly Olynyk (1991, 213, A, Boston Celtic – Usa)
14 Dwight Powell (1991, 208, A, Cleveland Cavaliers – Usa)
15 Robert Sacre (1989, 213, C, Los Angeles Lakers – Usa)
16 Junior Cadougan (1990, 187, G, Batumi – Geo)
17 Owen Klassen (1991, 208, A, Acadia – Can)
18 Thomas Scrubb (1991, 198, A, Carleton – Can)

All: Jay Triano

 

BOSNIA-ERZEGOVINA

Muhamed Pasalic (1987, 185, G, Chalons-Reims – Fra)
Andrija Stipanovic (1986, 209, C, Trabzonspor – Tur)
Marko Josilo (1992, 201, G, Metalac – Srb)
Nemanja Gordic (1988, 185, P/G, Cedevita – Cro)
Mirza Teletovic (1985, 206, A, Brooklyn Nets – Usa)
Elmedin Kikanovic (1988, 210, C, Enisey – Rus)
Miralem Halilovic (1991, 205, A, KK Zagreb – Cro)
Nemanja Mitrovic (1990, 197, G, Sutor Montegranaro)
Marko Milosevic (1992,193, A, Manitoba – Can)
Drasko Kijezevic (1993, 185, G, Igokea – BiH)
Nikola Gajic (1991, 196, A, SF Austin – Usa)
Drasko Albijanic (1986, 211, C, Borac – Srb)

All: Dusko Ivanovic

 

SERBIA

Nemanja Bjelica (1988, 209, A, Fenerbahce – Tur)
Bogdan Bogdanovic (1992, 197, G, Fenerbahce – Tur)
Nemanja Dangubic (1993, 196, G, Mega Vizura – Srb)
Nikola Kalinic (1991, 202, A, Radnicki – Srb)
Dejan Kravic (1990, 213, C, Texas Tech University – Usa)
Nenad Krstic (1983, 214, C, Cska Mosca – Rus)
Ognjen Kuzmic (1990, 213, C, Golden State Warriors – Usa)
Vladimir Lucic (1989, 202, A, Valencia – Spa)
Stefan Markovic (1988, 199, G, Unicaja Malaga – Spa)
Vasilje Micic (1994, 195, G, Mega Vizura – Srb)
Vladimir Micov (1985, 201, A, Galatasaray – Tur)
Nemanja Nedovic (1991, 190, G, Golden State Warriors – Usa)
Miroslav Radujica (1988, 202, C, Milwaukee Bucks – Usa)
Vladimir Stimac (1987, 211, C, Unicaja Malaga – Spa)
Milos Teodosic (1987, 195, G, Olympiacos – Gre)

All: Sasha Djordjevic

 

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