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Qualcuno lo ha definito, usando forse il miglior termine possibile, una sorta di “perfetto ri-organizzatore”. E tale epiteto calza a pennello per Matija Jogan che, nella stagione che sta per chiudersi, ha avuto la possibilità di ritornare a tempo pieno nella gestione di un suo personale vecchio amore: il settore giovanile.

Si è vociferato in passato di una mera “auto-retrocessione” per chi era stato capace, per due anni di fila, di far raggiungere all’Interclub il miglior risultato della propria storia (ovvero, le semifinali play-off per la promozione in A1). La realtà era però diametralmente opposta: c’era bisogno di una ventata di freschezza anche ai livelli più bassi, quelli che però un domani potranno fare la differenza per la conquista di nuovi e floridi obiettivi. Col senno di poi, coach Jogan è più che mai convinto della scelta fatta la scorsa estate: “Ho preso in mano un giocattolo rotto”, esordisce senza mezzi termini, “quasi ogni gruppo del settore giovanile femminile lavorava per conto proprio, senza collaborare con gli altri. Vedendo quali erano queste divisioni, oltretutto con un importante potenziale a disposizione, ho presentato al direttivo un programma specifico subito dopo aver rassegnato le dimissioni da capo allenatore della 1° squadra. Eliminare i dissapori e riportare la serenità era uno degli obiettivi su cui lavorare in prima battuta: per fortuna il nostro intento è riuscito”.

Aldilà del progetto di “riordino”, contano anche i risultati sul campo. Variabili che non sono tardate ad arrivare in breve tempo per i gruppi guidati proprio dall’ allenatore rivierasco e dal suo staff, quest’ultimo composto da Giorgio Krecic, Emiliano Milocco, Giulia Fragiacomo e Stefania Lucia. La squadra U15 ha infatti vinto il titolo regionale, raggiungendo il conseguente accesso all’Interzona (che si terrà nelle Marche dal 31/5 al 2/6), oltre a essersi aggiudicata il Torneo di Pesaro che rappresenta il più importante appuntamento stagionale in Italia a livello giovanile. Anche le U14 sono fresche vincitrici del titolo regionale, con quattro componenti di questo gruppo che parteciperanno in questo fine settimana a Fano alla finale Nazionale del “3 contro 3” : tutto questo a dimostrare come la “cura-Jogan” abbia già prodotto un discreto successo. “Non sapevo quanto tempo ci sarebbe voluto per tornare a vincere, tuttavia la base iniziale era quella di aumentare la mole di lavoro a 4 allenamenti settimanali, con la presenza di almeno 3 allenatori per ogni singola seduta. Oltre a questo, una volta alla settimana le ragazze hanno lavorato con il prof. Paoli sul profilo della preparazione fisica: in questo modo la qualità in palestra non è mai venuta a mancare, permettendo loro di fare grandi progressi e, come naturale conseguenza, quella di gettare basi importanti sul futuro”.

Già, perché in un’ottica di portare molte di queste giocatrici in 1° squadra, il vero punto di arrivo per qualsiasi settore giovanile che si rispetti, la sfida che si para davanti è inevitabilmente tarata a lungo termine. “Personalmente, queste tipo di scommesse mi danno grosse motivazioni”, continua “Mat”, “specialmente in un ambito dove credo in quello che faccio e dove soprattutto non mi tiro mai indietro. Credo sia fondamentale capire, e far capire, che ci potranno essere tanti piccoli problemi in itinere: spero che la maggior parte di queste ragazze abbia la possibilità o le caratteristiche per arrivare a vestire la maglia più importante dell’Interclub. La nostra volontà è quella di premere sull’acceleratore, lavorando assieme a loro e  creando in queste giocatrici una mentalità vincente; tutte hanno subito dimostrato di voler migliorare e si allenano con grande abnegazione, senza mai risparmiarsi. In fin dei conti, è questa attualmente la nostra più grande vittoria, aldilà dei buoni risultati già ottenuti”.

E’ impossibile non fare una piccola deviazione in ambito 1° squadra, sodalizio che il coach ha seguito a distanza e di cui sente inevitabilmente un po’ la mancanza: “Tornando a ripetere che non mi pento minimamente del cammino scelto la scorsa estate, con grande sincerità posso affermare che il clima-partita di una serie A2 mi manca tanto. Guardando anche il grande risultato conseguito solo una decina di giorni fa dalla Ginnastica Triestina, alla quale faccio i miei complimenti, e paragonandolo a quanto siamo stati capaci di fare noi in passato, non nascondo che riprendere in mano anche questo discorso è un qualcosa che desidero parecchio. Non mi tirerò certo indietro se ce ne sarà bisogno e se arriverà una chiamata da parte della società“, conclude Jogan, “a patto che sussistano le giuste condizioni per lavorare con costrutto e senza che tutto questo possa influire col mio lavoro in ambito giovanile. E’ quest’ultimo ambito quello che in questo momento rappresenta la mia priorità”.

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Passare dai riflettori puntati addosso all’allontanamento volontario dal “red carpet” della serie A2, non è cosa che si vede spesso: il cammino intrapreso da Matija Jogan è come quello di un attore protagonista di kolossal che, dopo aver vinto il premio Oscar, torna in maniera inaspettata dietro le quinte, resettando quasi tutto quello che si è fatto finora per dedicarsi al quel vecchio amore che lo ha in pratica “svezzato” professionalmente.

L’allenatore che ha fatto grande la piccola Muggia, facendole ottenere il miglior risultato sportivo di sempre con la semifinale play-off conquistata due stagioni fa, si è ormai tolto di dosso i panni di head coach della 1° squadra e si è rituffto a con entusiasmo un gradino più sotto, all’interno della fucina dove poter creare i futuri talenti rivieraschi.
Il fatto di guidare con mano non solo le Under 15 e le Under 17 ma tutto il settore tecnico giovanile in qualità di responsabile, lascia presagire che il lavoro non mancherà di certo a “Mat”, ben consapevole che servirà tanto olio di gomito per arrivare ai risultati sperati, dentro e fuori dalla palestra.

Matija, la scelta di non far più parte della prima squadra corrisponde a una sorta di tuo “ritorno di fiamma” a quanto fatto più di qualche stagione fa: quali sono le sensazioni che hai provato in questi primi giorni del tuo nuovo ruolo all’interno dell’Interclub?

“Le sensazioni sono molto positive:  all’inizio pensavo che, dopo tre anni di assenza, tornare in questo ambito fosse una cosa davvero difficile. Sin dall’inizio ho chiesto alle ragazze che alleno molto impegno, intensità durante gli allenamenti, tanto sacrificio e voglia di fare: in pratica, quello di mettere sul parquet un comportamento da vere e proprie atlete. Non sapevo come sarebbe stata la loro reazione a questo cambio di rotta che ho voluto apportare al settore giovanile rivierasco: per ora, e lo dico senza esagerare,  sono state impeccabili e mi ritengo molto orgoglioso di quanto fin qui hanno saputo dimostrare. I momenti più duri e difficili dovranno ancora arrivare, proprio in quelle situazioni vedremo chi coverà dentro di sé il desiderio di fare il vero salto di qualità che tutti noi ci aspettiamo.”

Si è spesso parlato di come un settore giovanile sia parte fondamentale, e non solo semplicemente integrante, di una società. Come avviene la crescita di un potenziale talento? Che tipo di lavoro c’è dietro?

“La crescita avviene in maniera graduale, non bisogna avere fretta:  in particolare, il talento innato di un’atleta può aiutare, ma non è elemento basilare per diventare una brava giocatrice. Per quanto mi riguarda, ritengo molto più importante la voglia di allenarsi bene, la concentrazione in quello che si fa sul campo, il sacrificarsi in ogni singola situazione e, non ultima, l’educazione-base di un’atleta. Da sempre ho predicato un concetto-chiave alle mie atlete: non si deve venire all’allenamento solo perché ci si trova bene con le amiche, né per ridere in fila mentre l’allenatore spiega un esercizio o in panchina mentre le altre giocano. Chi ha solo questi pensieri nella testa, deve avere la consapevolezza che avrà sempre pochissimo spazio per dimostrare il proprio valore.”

Muggia ha sfornato giocatrici importanti nella sua storia recente, uscite dal settore giovanile rivierasco: non è un caso che una grossa fetta dell’attuale 1° squadra sia fatta da ragazze cresciute ad Aquilinia. In proiezione futura, quanto tempo ci vorrà per un ricambio generazionale? Guardando attualmente in casa muggesana, ci sono possibilità concrete di avere nel medio periodo almeno un paio di atlete da inserire nella prima squadra degli anni a venire?

“Non è facile, perché abbiamo un gap di qualche anno tra il gruppo che alleno e le juniores: tra le singole, vedo molto bene Valentina Rosin, anche se deve ancora lavorare molto in proiezione futura. Per i gruppi invece che mi competono, ci sono senz’ altro ragazze molto interessanti da far crescere. Assieme al resto dello staff, di cui fanno parte Giorgio Krecic, Emiliano Milocco, Stefania Lucia e Giulia Fragiacomo, ho iniziato un percorso che per dare i frutti sperati avrà bisogno di almeno 2 anni per il primo gruppo e di 3 anni per il secondo (quest’ultimo composto dalle ragazze del 2000, NdA). Noi siamo qui per dar loro una mano, poi come sempre molto dipenderà dalla volontà delle ragazze stesse: come già sottolineato, alla base di tutto ci deve essere tanto allenamento e la volontà di migliorare e di arrivare a un determinato obiettivo. C’è una serie A potenziale che le aspetta e non tutte le società possono dare alle giovanissime questo tipo di privilegio. Detta in parole povere, non devono perdere questa occasione. Tutti assieme possiamo farcela, noi e loro.”

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Lo si vedeva ad occhio nudo, nell’immediato post-partita di quella gara-2 di play-off persa contro S.Martino di Lupari, di come la fine di un ciclo fosse ormai dietro l’angolo: a partire già dalla panchina. Troppe emozioni non si riescono a nascondere facilmente e il ritrovarsi davanti a qualcuno con i lucciconi pronti a scorrere lungo le guance, consapevole di aver dato tutto per la causa rivierasca, è l’immagine inequivocabile che il corso della vita, e più in particolare della carriera sportiva, porta a fare delle scelte.

Non è dunque una “Carrambata” la decisione presa da Matija Jogan (nella foto), il condottiero che ha saputo fare grande la piccola Muggia: l’head-coach che ha riportato l’Interclub in A2 lascia la prima squadra, restando comunque in società per allenare le squadre giovanili. Una scelta già presa nell’immediato finale di stagione, ma messa “nero su bianco” solo negli ultimi giorni: “Abbiamo deciso, assieme alla società, di aspettare lo sviluppo delle trattative per il prossimo anno”, spiega Jogan, “ma visto che ora  l’iscrizione in serie A2 sembra cosa certa, è giunto il momento di ufficializzare la cosa. Penso sia meglio lasciare nel momento più alto, piuttosto che voler rimanere ancorato alla panchina a tutti i costi: sono convinto che nella vita, come nello sport, bisogna seguire le proprie sensazioni. Ho avuto il sentore che il ciclo con questo gruppo fosse finito, per questo motivo ho voluto farmi da parte e non rimanere forzatamente, con il rischio di tirare troppo la corda per vederla poi spezzata.”

L’allenatore, che ha oltretutto vinto il premio di miglior allenatore dell’anno nel 2011 e nel 2012, fa capire che certi momenti passati con un gruppo solido e generoso rimarranno indelebili nella sua mente: “Sono stati anni indimenticabili e a dir poco incredibili: tutti assieme abbiamo raggiunto il risultato migliore dei 40 anni di storia della società, conquistando lo scorso anno la semifinale promozione. I traguardi conquistati sono il frutto di tanto lavoro, anche psicologico: abbiamo saputo competere con formazioni professioniste”, specifica Jogan, “nonostante la grande differenza di budget che avevamo con molte squadre avversarie. Voglio ringraziare la società per avermi dato la possibilità di allenare questo team, tutto lo staff e le giocatrici che mi hanno sopportato e seguito con tanta dedizione in questi anni“.

Per un ciclo che si chiude, c’è un altro che si apre. O meglio, che si ri-apre: Matija torna al “vecchio amore”, occupandosi di giovani e giovanissime. “Non reputo questa mia scelta un passo indietro, anzi: abbiamo la possibilità di lavorare bene con molti prospetti interessanti che vanno dai 13 ai 15 anni. Non ho accettato di andare ad allenare fuori Trieste per motivi lavorativi e familiari: ho preferito invece raccogliere una nuova sfida. Se lavoreremo bene in questo ambito, sono certo che tutti assieme potremo avere tante soddisfazioni”.

In bocca al lupo, coach. E ancora grazie.

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Il confronto tra le migliori giocatrici triestine della passata stagione non delude le attese: davanti a un buon pubblico, al centro sportivo “Klabjan” di Dolina è la squadra “Blu” di coach Nevio Giuliani a imporsi nel finale di match ai danni delle “Bianche” di Matija Jogan. La contesa si conclude sul 73-72 (9-22, 30-42, 54-58 i parziali degli altri quarti), dopo quaranta minuti intensi da ambo le parti dove le “zingarate” hanno decisamente prevalso nei confronti delle azioni offensive ragionate.

La prima parte del match è a vantaggio della squadra bianca, dotata sulla carta di un po’ meno talento rispetto alle avversarie ma in grado di mettere l’altro team in seria difficoltà per gran parte della sfida: grazie al prezioso contributo di Federica Pozzecco (top-scorer dell’All-Star Game, con 14 punti segnati in tutto), le ragazze di Jogan riescono a spingersi anche sul +13 (20-7), vantaggio che rimane tale sino alla fine del primo quarto. La musica sembra non cambiare nella seconda frazione, quando Abrami e Palliotto mantengono su di giri il motore della propria compagine: il +12 a metà gara viene condito da una stoppata a fil di sirena di Pozzecco, che così facendo riesce a mostrare i muscoli anche in ambito difensivo.

Tutto, o quasi, muta dal 3°quarto in poi: dai larghi vantaggi dei primi venti minuti regolamentari si passa a un equilibrio più marcato in termine di punteggio. La formazione di Giuliani riesce a ricucire lo strappo in prima battuta grazie alla panchina, con Filippas e Lella a menare le danze in campo: più precise si rivelano poi le punte di diamante della squadra “Blu”, con Borroni (nella foto), Cergol, Richter e Favento che cominciano a essere fattori importanti sotto il profilo dei canestri segnati.

Il 58-54 al 30′ rimanda tutti i discorsi di vittoria finale a un’ultima frazione palpitante, dove i botta e risposta si “sprecano” specialmente nelle battute conclusive del match. Sorpassi e controsorpassi tengono infatti incollati alle panche gli spettatori accorsi a Dolina: sul fronte delle “Blu”, Costanza Miccoli piazza il gioco da tre punti che, a un minuto e mezzo dalla sirena finale, riporta avanti il team di Giuliani; sul lato delle “Bianche”, prova a ergersi protagonista Irene Cigliani con il canestro del +1, ma dall’altra parte è Alice Richter a rispondere “presente” e a mette la freccia per la propria squadra. Le ragazze di Jogan provano a piazzare il colpo gobbo con la realizzazione dall’angolo di Barbara Bossi, ma è la solita, scaltra faina denominata Annalisa Borroni a chiudere il match con il fallo subito e il 2/2 ai liberi: sono i punti della capitana dell’Interclub Muggia a risultare quelli della staffa, per il 73-72 finale.

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E’ fissato per questa sera a Dolina (palla a due alle ore 19.30), presso il centro sportivo comunale “Silvano Klabjan”, l’appuntamento con l’ “All-Star Game” femminile: sarà questa l’occasione per vedere all’opera le migliori giocatrici triestine (e non) che si sono distinte sul parquet durante la passata stagione.

Tanti i volti noti da ambo le parti, agli ordini dei coach Nevio Giuliani e Matija Jogan, con i seguenti effettivi che si daranno battaglia in campo (tra parentesi, la squadra dove le singole giocatrici hanno militato nello scorso campionato):

SQUADRA BLU (coach: N. Giuliani)

Alice Richter (POZZUOLI – A1)

Silvia Favento (LA SPEZIA – A2)

Annalisa Borroni (MUGGIA – A2)

Jessica Cergol (MUGGIA – A2, nella foto di Sergio Verzier)

Marta Meola (MUGGIA – A2)

Stefania Trimboli (SGT – A3)

Barbara Bossi (SGT – A3)

Costanza Miccoli (SGT – A3)

Stefania Filippas (OMA – B)

Francesca Manin (OMA – B)

Ottavia Umani (CUS – C)

Michela Lella (CUS – C)

Valentina Cattaruzza (Basket Ts – C)

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SQUADRA BIANCA (coach: M. Jogan)

Irene Cigliani (BOLOGNA – A2)

Federica Pozzecco (UDINE – A2)

Lara Cumbat (MUGGIA – A2)

Alice Palliotto (MUGGIA – A2)

Alice Policastro (SGT – A3)

Maria Miccoli (SGT – A3)

Roberta Castelletto (SGT – A3)

Caterina Bianco (SGT – A3)

Chiara Croce (OMA – B)

Veronica Abrami (OMA – B)

Francesca Policastro (CUS – C)

Annalisa Milan (CUS – C)

Veronica Trimboli (Basket Ts – C)

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Il 28° appuntamento con Aperitivo Sotto Canestro, ospitato dall’ Hop Store Pub di via Costalunga a Trieste, è in compagnia di Jessica Cergol, guardia dell’Interclub Muggia.

Le impressioni sul finale di stagione, coinciso con la sconfitta in gara-2 di quarti di finale play-off, e su quello che sarà il futuro rivierasco sono le tematiche al centro della puntata condotta da Alessandro Asta e Raffaele Baldini. Il consueto riepilogo di AcegasAps Trieste, DNC e A3 Femminile chiudono il cerchio.

Buona visione!

httpvh://www.youtube.com/watch?v=dM4H71_HMYA

 

 

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Fumate bianche a profusione e folla in giubilo: il PalAquilinia per una sera diventa una sorta di Città del Vaticano in miniatura in tempi di conclave, potendo gridare a pieni polmoni la propria gioia. Muggia, alla quale nessuno avrebbe dato un soldo bucato solo una manciata di settimane fa, si prende salvezza e play-off promozione in un sol colpo: l’Interclub trova infatti la terza vittoria di fila, sconfigge Cagliari per 67-56 e blinda matematicamente la 9° posizione, ultimo posto valido per garantirsi una post-season a cinque stelle.

C’è tanto cuore rivierasco anche in una partita bruttina come quella contro la Virtus: si è visto davvero poco bel basket sul parquet, difficilmente ci si ricorderà di un match del genere negli anni a venire. Eppure il retrogusto che rimane, alla fine dei quaranta minuti regolamentari, è quello di una gioia trattenuta in gola dopo mesi in cui tanto è girato storto, in un momento in cui francamente molto c’è ancora da fare per garantire che il futuro prossimo non cancelli pagine storiche che Matija Jogan, il suo staff e le sue ragazze continuano a scrivere senza sosta. Per ciò che sarà c’è ancora tempo, ma tutto ciò che invece racconta la realtà attuale è che Muggia ha dimostrato ancora una volta come certi obiettivi possono essere conquistati anche con semplici briciole, senza discorsi altisonanti. Alla fine, il vero segreto dell’Interclub in termine di basket giocato è tutto qui.

La partita è equilibrata già all’inizio di contesa: seppure l’Interclub tenti subito di dare qualche piccola scossetta alla gara (6-0 al 2′) c’è sempre qualche palla persa di troppo a non permettere alle padrone di casa di mettere in cassaforte un vantaggio più grande. La Virtus si riprende così subito, merito di una Carta “bombarola” dai 6 e 75 che permette alle sarde di chiudere a -2 il primo quarto: il buon momento ospite continua nei primi istanti della seconda frazione, sino al 18-22 che sveglia una Muggia brava a conquistarsi tante gite in lunetta e, con Primossi ispirata dalla distanza, a rimettersi col muso avanti (24-22). Da lì, sino alla pausa grande, i gap saranno risicatissimi da ambo le parti: è un’ispirata Cergol a contrastare il duo Rulli-Nicolini, con le rivierasche che arrivano a metà gara avanti di un punticino (29-28).

Qualcosa cambia nella ripresa: l’Interclub decide di accelerare i ritmi e, così facendo, si ritrova sul +7 in un batter d’ali. Cumbat si inventa 5 punti di fila, Borroni la segue in scia: il 37-30 dà fiducia alle padrone di casa, che vedranno mantenere l’inerzia in mano grazie a Ljubenovic schiaccia-sassi in pitturato e ancora a Cergol, dotata di mano fatata da lontano. Il 44-38 del 30′ non dà però le garanzie di vittorie che invece arrivano qualche minuto più tardi: Cagliari, falcidiata dai falli (perderà Rulli negli ultimi cinque minuti) crolla a 180 secondi dal termine. La tripla della capitana rivierasca mette 12 punti di vantaggio (60-48), l’anti-sportivo sanzionato nel finale a Saba chiude poi la porta a un eventuale ritorno di fiamma da parte delle sarde. E’ fatta per Muggia, lo champagne può essere stappato, senza timidezza alcuna.

Interclub Muggia-Virtus Cagliari 67-56 (18-16, 29-28, 44-38)

Interclub Muggia: Meola, Borroni 16, Primossi 13, Cumbat 5, Cergol 19, Ljubenovic 13, Palliotto, Moratto 1, Rosin n.e., Mezgec. All. Jogan.

Virtus Cagliari: Nicolini 13, Vargiu, Carta 19, Rulli 16, Mastio, Saba 2, De Gianni, Costa 6, Cavalieri n.e., Loi n.e.. All. Tola

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Un pensiero unico, quasi un chiodo fisso, corre attraverso i neuroni rivieraschi: il numero 10. Perchè la decima posizione in classifica, attualmente riservata all’Interclub, vuol dire salvezza anticipata e il conseguente “lancio” anticipato di materiale cestistico ben lontano dal parquet di piazzale Menguzzato. Ma per arrivare a questo, che a pieno diritto diventa l’obiettivo conclamato di fine stagione, Muggia ha 6 battaglie davanti a sè per tramutare in realtà una speranza importante, il giusto premio per la generosità nell’affrontare situazioni problematiche e sfortunate, dopo tanti mesi turbolenti.

Sarà comunque una salvezza tutta da conquistare, con sfide da disputare ad alto coefficiente di difficoltà: tutte le formazioni lottano per qualcosa, è logico ipotizzare che nessuna regalerà niente. Tantomeno la Manzi Cremona, penultima in classifica e alla ricerca quantomeno di trovare una posizione di play-out la più favorevole possibile: le ragazze di Matija Jogan dovrebbero aver imparato dal dopo-Biassono (gara vinta contro il fanalino di coda qualche settimana fa, ma con troppe difficoltà accessorie) come possa diventare deleterio non affrontare un’avversaria più debole, almeno sulla carta, senza la giusta intensità. Da qui anche i tanti canestri subìti nei secondi quarti contro San Salvatore e Milano, che hanno scavato un solco che l’Interclub ha solo potuto “ammorbidire” nel finale di gara, finiscono con l’essere un bagaglio di esperienza in più per sapere…cosa non fare durante i quaranta minuti effettivi.

Tanti fattori da aggiustare in corsa, in una situazione dove diventa fondamentale smussare ogni imperfezione per poter portare in cascina il maggior quantitativo dei 12 punti totali in palio da qui sino all’ultima giornata di regular season: contro una Cremona constraddistinta da un roster giovanissimo, da cui spunta il talento di Giulia Maffenini (quasi 18 punti di media ad allacciata di scarpe), cominciare bene e finire meglio sarà l’imperativo di serata. Anche nell’amichevole di giovedì contro le slovene dell’Ilirija, vinta dalle rivierasche, si son viste tante cose buone intermezzate da altre azioni al di sotto delle aspettative di coach Jogan: conoscendo l’allenatore muggesano, con ottima probabilità queste ultime avranno un cartello “Vietato entrare in campo”  affisso sulla porta dello spogliatoio…

Si gioca ad Aquilinia sabato 16 febbraio, palla a due alle 20.30 alzata dai signori Semenzato di Venezia e Chiodi di Padova.

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