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Cala il sipario sull’“American Bowl Camp 2014” di Trieste: un’ultima giornata intensa e particolarmente soleggiata chiude la quinta edizione dell’evento della Pro Loco Muggia, con applausi finali a dir poco scroscianti che hanno salutato il commiato del coaching staff e di tutti gli allievi che hanno partecipato a quattro giorni di assoluta festa.

Non c’è imbarazzo, né esagerazione alcuna, nel dire che la data del 2 agosto 2014 verrà ricordata da molti dei giovanissimi presenti (la metà di loro non supera i 18 anni) come una delle più importanti della loro tenera età. L’aver lavorato a fianco di grandi e importanti personaggi, che negli Stati Uniti hanno reso lustro a questo sport, è di per sé il miglior regalo che potessero ricevere per crescere con un pallone di football tra le mani. Ma anche le nuove amicizie, coltivate lungo tutto il corso della settimana con compagni di squadra provenienti da mezza Europa, è una delle variabili che da sola dà la soddisfazione nell’aver “timbrato il cartellino” allo stadio Grezar. In molti, trovandosi così bene a Trieste, alla fine sono quasi rammaricati per non essere stati qui già nelle precedenti edizioni; qualcun’altro fa già il conto alla rovescia per il 2015, con un po’ di amaro in bocca per un Camp che sembra essere scivolato via forse troppo velocemente. Tutti, però, tornano a casa portando con sé un bagaglio pieno zeppo d’esperienza di vita, prima che di sport.

Con le ultime sessioni tecniche e lo scrimmage finale 7 contro 7, l’evento triestino di metà estate con i giganti della NFL è una scommessa vinta per la quinta volta di fila da parte dell’organizzazione. Ne è convinto Riccardo Lonzar, tra gli ideatori dell’ “American Bowl Camp”, uno di quelli che in questi quattro giorni è sembrato essere una pallina impazzita all’interno di un flipper. Il lavoro e l’impegno però premia sempre e “Ricky”, vedendo i sorrisi di chiunque lo circondi, dimentica alla svelta la fatica fatta nell’orchestrare un ingranaggio così dannatamente ben oliato.

“In questa edizione è andata forse ancora meglio di quanto ci potessimo immaginare”, spiega Lonzar: “Alla vigilia, senza un mostro sacro come Joe Montana e con paesi come Austria e Germania impossibilitati a partecipare per impegni agonistici concomitanti, c’era il timore di non riuscire a bissare il successo della passata stagione. L’aver riunito invece lo stesso numero di iscritti, aprendo le porte anche di una High School come quella di Aviano, è motivo di grande orgoglio da parte nostra. E’ proprio la presenza di tantissimi ragazzini non ancora maggiorenni a diventare il punto di forza per il futuro: abbiamo già in mente una suddivisione del Camp tra “Senior” e “Junior”, unendo due eventi in uno. Siamo attrezzati per farlo e ci presentiamo con un buon biglietto da visita, contraddistinto da 5 anni d’esperienza: di fatto, l’ organizzazione del Camp 2015 parte già da oggi”.

Il pensiero di Riccardo Lonzar è rivolto anche a tutte le istituzioni e ai piccoli sponsor che hanno creduto in questo progetto. “Non siamo purtroppo ancora solidi sulla parte economica, con il contributo di Turismo FVG e dei Comuni di Trieste e Muggia che si è rivelato molto importante: lo stesso va detto anche per la FIDAF, capace di darci un grande apporto in ambito logistico. E’ evidente che, con tanti piccoli passi fatti tutti assieme, siamo stati in grado di crescere esponenzialmente nel corso del tempo: è altrettanto innegabile che ci auspicheremmo di trovare un grande marchio, da poter utilizzare come sponsor futuro. Al momento però godiamoci il successo di quest’anno e il fatto che, per il 2015, abbiamo già una ventina di presenze confermate dalla Germania: la sfida per migliorarci ulteriormente è già iniziata”.

 

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Guai a pensare che staff e giocatori della Pallamano Trieste, all’indomani del termine della regular season e della conseguente esclusione ai play-off, siano già a… poltrire fuori dal parquet. Niente di più sbagliato: i biancorossi continuano ad allenarsi ugualmente e, contemporaneamente, a pensare già a a 360° a quello che sarà il futuro. Con la pianificazione a medio-lungo termine già intrapresa da tempo, la società del professor Lo Duca sta costruendo e immaginando la squadra del futuro, partendo sempre dalle fondamenta costituite da quel manipolo di giovani che, anche quest’anno, ha potuto ulteriormente crescere ulteriormente in mezzo a tanti colossi avversari.

Giorgio Oveglia (nella foto), uno che  la maglia triestina l’ha vestita per anni e anni con qualche “piccola” soddisfazione annessa,  chiamato in corso d’opera a sostituire Marco Bozzola sulla panchina giuliana, ha già ben in testa come continuare il lavoro iniziato: “Per far capire come qui non si molli mai, nemmeno a campionato finito, dalla prossima settimana sarà assieme a noi un preparatore atletico sloveno di grande esperienza che una volta a settimana sarà assieme ai ragazzi: è fondamentale partire già con un lavoro fisico importante, in previsione futura”.

D’altra parte, non si può non parlare del campionato appena trascorso, e di quanto poco sarebbe bastato per conquistare la post-season: “Alla fine non è mancato nulla, forse solo un pò di buona sorte: siamo arrivati a partite-chiave in situazioni sfavorevoli, con settimane travagliate in fatto di infortuni che poi ci hanno portato a un certo numero di sconfitte. Non va oltretutto dimenticato che siamo stati senza Di Nardo per tutto il campionato per l’infortunio,  e che siamo stati costretti poi a fare a meno anche di Martellini a causa della sua disgraziata positività all’antidoping. Nonostante questo” continua Oveglia, ” la società ha voluto rischiare ugualmente, mettendo in campo tutta la flotta dei nostri “ragazzini” classe ’93 che è l’asse portante del nostro futuro: pochi possono e potranno permettersi un lusso del genere, proveniente esclusivamente dal proprio settore giovanile. Possiamo dire senza indugio che la nostra è stata una scommessa vincente, che ci potrà portare lontano nelle prossime annate”.

Spazio anche a quella che è stata la formula della massima serie 2012/13 dell’handball italico, con la divisione geografica per gironi che ha portato a trasferte più agevoli ma con raggruppamenti che hanno poi finito per avvantaggiare le squadre più forti: “A livello tecnico, a questo punto della stagione sarebbe forse stato meglio far giocare gli scontri diretti tra le terze di ogni singolo girone, per poi definire le due ultime caselle nel tabellone play-off. Credo senza sbagliarmi che, in tal caso, Trieste sarebbe stata tra le favorite per giocare la post-season”, afferma Oveglia senza indugio, “tuttavia conoscevamo la formula sin dall’inizio ed è andata così. Bello sarebbe, in proiezione futura, tornare a un girone unico a 16 squadre, anche per far crescere ulteriormente i nostri ragazzini e per farli giocare maggiormente”, aggiunge il coach, “ma come dirigente devo riconoscere che la Federazione ha preso una decisione giusta relativamente a questa suddivisione geografica: una scelta dovuta, per il momento di crisi che attanaglia il nostro movimento e per contenere i costi.”

E per quanto riguarda invece la Pallamano Trieste del futuro, aldilà di un gruppo portante giovane e già ben definito? Si potrà tornare a parlare di scudetto? “Attendiamo gli sviluppi dal punto di vista della disponibilità economica dei prossimi mesi: i sentori di un ritorno importante di Mario Dukcevich al nostro fianco ci sono già stati, per quanto ci riguarda pensiamo innanzitutto a continuare a sviluppare la nostra “Cantera” stile Barcellona, il resto si vedrà”.

Tra i singoli che potrebbero vestire la maglia giuliana, una domanda è d’obbligo per quanto riguarda Andrea Basic, il pivot di Pola che poi Trieste non ha stato potuto schierare già in questa stagione per problemi burocratici. Lo vedremo arruolato alla truppa biancorossa? “L’unica cosa certa è che, rispetto a tutte le altre squadre, abbiamo una prelazione per metterlo sotto contratto a partire dal prossimo campionato.  E’ chiaro però che se dovessero arrivare chiamate da parte di team di una certa caratura, la cosa potrebbe complicarsi”, afferma schiettamente l’allenatore, “ma contiamo di poterlo inserire prossimamente nel nostro roster”.

Dilemma conclusivo: Giorgio Oveglia sarà ancora seduto sulla panchina biancorossa, nella stagione 2013/14? “Non sono stato ancora riconfermato, ho un entusiasmo incredibile per continuare il lavoro intrapreso, se  poi la società vuole qualche altro allenatore…”. E lo dice con una risata fragorosa a termine di quanto appena detto, un segnale di come la sua avventura da head-coach della Pallamano Trieste sia destinata a continuare a lungo. Molto a lungo.

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