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Il più delle volte, il mondo della palla a spicchi a tinte rosa viene visto come una costola ben meno “nobile” di quello maschile, storicamente maggior catalizzatore di popolarità e audience, anche sul fronte degli investimenti ad esso riservato. Denari, appunto:  tutto ciò che attualmente manca alla stragrande maggioranza di chi costruisce squadre e manda avanti le società, con un occhio perennemente fisso sui bilanci e sui libri contabili.

La ristrettezza economica che sta attanagliando tutto il movimento sportivo non ha risparmiato nessuno: è proprio il basket, a Trieste e provincia, a essere diventato una sorta di cartina tornasole di quanto sia importante pianificare bene, al fine di costruire un futuro privo di burrasche. Non si può più scherzare col fuoco, essere virtuosi diventa un obbligo più che un’alternativa.

In questo scenario sono immerse anche l’Interclub Muggia e l’SGT Trieste: due realtà estremamente vicine geograficamente, ma spesso agli antipodi in fatto di comunione di intenti. La società rivierasca, negli ultimi anni, ha saputo mantenere una serie A2 con la forza del proprio gruppo, conquistando anche l’accesso ai play-off per la A1 nonostante tutti i campanelli d’allarme rumorosamente risuonati a livello economico. Sul fronte opposto, la Ginnastica Triestina ha scelto una linea verdissima per il proprio roster, con diverse atlete convocate nelle Nazionali juniores e con la possibilità (poi sfumata, non con poca amarezza) di approdare alla finale per  la scalata alla 2° serie nazionale.  

Muggia e Trieste, a bocce ferme, ora disegnano ciò che sarà il futuro:  ma, in momenti come questi, una riflessione più ad ampio respiro andrebbe condotta di pari passo. Senza mugugni di sottofondo, senza il rischio di pestarsi i calli a vicenda:  nel corso degli ultimi anni si è ipotizzato di creare un’entità unica, allo scopo di diventare il punto di riferimento assoluto per il movimento cestistico femminile della zona. Sono tanti i motivi per cui non se n’è più fatto nulla, tuttavia se l’obiettivo principale di entrambe è puntare in alto e (soprattutto) tenere lontani  gli “spettri” che potrebbero palesarsi in un prossimo futuro, unire le forze diventa la strada obbligata da seguire.  

Coltivare esclusivamente il proprio orticello, per poi ritrovarsi con un pugno di mosche in mano, è uno sbaglio da evitare: è questo l’ambito giusto per sedersi attorno a un tavolo, allo scopo di fare un grande passo tutti assieme.

Temporeggiare ancora  potrebbe pericolosamente non portare da nessuna parte.

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