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E’ nel DNA dei supporters alabardati possedere una capacità quasi infinita nel soffrire per la propria squadra – anche per annate consecutive – senza quasi mai batter ciglio. Ma la speranza, dopo un altro fallimento come quello del 2012, era quella di ritrovare un minimo di serenità sportiva, seppure una serie D o un’Eccellenza possano provocare principi di nausea ai più.

Passino due o tre sconfitte di fila sul campo: fa parte del gioco. Ma c’è un orgoglio da difendere, quello che l’attuale proprietà sembra dimenticare o clamorosamente far finta di niente: c’è chi ha ancora tanta voglia di tifare per una maglia importante come quella della Triestina. E quella maglia, in questo momento, qualcuno l’ha scambiata per uno straccio da utilizzare per lavare i pavimenti. Non c’è dignità in questo: tantomeno una logica appropriata che possa spiegare i motivi di una gestione assurda, fatta da roboanti silenzi e dai “pagherò” che ormai tutti considerano come i più classici specchietti per le allodole.

#SosUnione: è, più che un semplice hashtag, un grido di allarme che squarcia le tenebre nel tentativo di risparmiarsi un’ancora più pesante caduta verso gli inferi. Dall’incredulità post-conferenza stampa di venerdì scorso nella sede alabardata dello stadio “Rocco” – quando un Presidente convoca i giornalisti e non permette loro di fare domande perché non c’è nessuno a poter fare da interprete simultaneo – si è passati alle lacrime versate fuori da più di qualcuno. Lacrime amare di chi, in qualsiasi categoria e in qualsiasi situazione, non ha mai smesso di tifare, incitare e stare accanto alla squadra. Nemmeno in momenti di buio pesto.

I social network ribollono di rabbia, così come i forum di discussione: l’inizio della mobilitazione è ormai avvenuto, con la creazione di un gruppo spontaneo su Facebook che delinea non solo la volontà di smarcarsi da una proprietà che continua a temporeggiare e far parlare di sé unicamente per goffagine di gestione, ma di urlare il proprio dissenso contro chi sta distruggendo gli ultimi brandelli dell’Unione. Già più di 3.600 iscrizioni – un numero destinato a crescere esponenzialmente – in un profilo dove davvero tutti (anche ex-giocatori ed allenatori dell’Alabarda) provano a scuotere l’ambiente circostante. Un primo piccolo passo, al quale sicuramente ne seguiranno altri.

I tifosi hanno fatto e stanno facendo la propria parte. E’ giunto il momento che anche dalla rabberciata stanza dei bottoni della Triestina giungano segnali tangibili. Delle favole non ce ne facciamo più niente, cari signori: è ora che ve lo mettiate in testa.

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Unione Triestina 2012 comunica in data odierna l’avvenuta definizione dei vertici societari e dei principali quadri tecnici. La stagione sportiva 2013/2014 vedrà al timone Andrea Puglia e Gianfranco Cergol. E’ altresì ufficiale la prosecuzione dell’affiancamento tecnico ed economico con la società U.S. Città di Palermo, progetto appoggiato ed avvalorato dal presidente rosanero Maurizio Zamparini.

Per quanto riguarda l’organigramma tecnico, Unione Triestina 2012 comunica che la guida della squadra sarà affidata nuovamente a Maurizio Costantini (nella foto), mentre la carica di Direttore Sportivo è stata assegnata a Roberto Gradella.

Nei prossimi giorni inoltre, verrà presentato un progetto ad ampio raggio riguardante il settore giovanile, progetto in fase di definizione in vista del successivo concreto sviluppo.

Nel frattempo martedì alle ore 11.00 presso la Sala Stampa ‘Ota-Luchetta-D’angelo’ dello Stadio ‘Rocco’, avrà luogo la presentazione dello staff tecnico-societario agli organi di stampa, a prescindere dalla categoria che la Triestina sarà chiamata ad affrontare, coltivando come sempre la speranza che tale categoria sia la Serie D.

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Alla luce di quanto comunicato nelle ultime ore da parte di alcuni organi di stampa e sulla base dei “rumours” apparsi su alcuni forum di discussione, il Dott. Luciano Crupi (che in prima persona ha voluto contattare “Elsitodesandro.it”), direttore sportivo in rappresentanza della cordata presentata da Fabio Baldas in procinto di entrare a far parte della compagine societaria dell’Unione Triestina 2012, ha seccamente stigmatizzato tutto quanto è stato sinora affermato relativamente ad alcuni aspetti poco “nobili” della cordata stessa e a eventuali legami con determinate persone o realtà.

Il Dott. Crupi ha altresì dichiarato che nel corso delle prossime ore è prevista la diffusione di un comunicato stampa, in risposta a quanto apparso su alcuni quotidiani e siti sportivi locali di riferimento.

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Non si è ancora spento l’eco di delusione rosso-alabardata: la Triestina (nella foto di Matteo Nedok, uno dei momenti di scoramento in campo a fine partita) , col 3-3 rimediato in casa contro la Pro Dronero, ha dovuto dire addio alla promozione in serie D, conquistata invece dai piemontesi.

Pubblichiamo una bella ed emozionante testimonianza da parte dell’utente forest, assiduo frequentatore del Forum dell’SDS, che come tanti altri tifosi ed appassionati ha vissuto in prima persona gli ultimi 90 minuti di una stagione conclusasi malissimo per l’Unione:

“L’appuntamento sotto casa è anticipato di un quarto d’ora rispetto al solito, perchè oltre duemila biglietti venduti in prevendita fanno ben sperare.
Esco, guardo mio figlio e provo molta tenerezza: si è messo la maglia della Triestina, ha preso la bandiera della partita col Monfalcone e ha una sciarpa della Furlan quasi più grande di lui.
Arriviamo al parcheggio, e la quantità di gente che si avvia allo stadio è da big-match di serie B.
La biglietteria ha una coda chilometrica, ma il biglietto ce l’ho in tasca da giorni e non è un problema.
Entriamo, manca più di mezz’ora e faccio in tempo a salutare un sacco di amici e scambiare due chiacchiere.
Ci saranno già almeno quattromila persone, e un pò mi fa piacere un pò mi dà fastidio.
Perchè ce n’erano seimila per la finale di pallavolo e settemila per quella di basket, ma tutto l’anno questi perchè non vengono?
Comunque sia, continua ad arrivare gente e la Furlan si riempie come non accadeva da anni.
Daniel è emozionatissimo, perchè c’è il clima delle grandi occasioni.
A dieci minuti dal via, parte un coro con sventolio di centinaia di bandiere e discesa di uno striscione gigante dall’alto.
Roba da brividi.
Buona parte della cinquantina di tifosi ospiti, in tribuna, filma col telefonino, incredula che la loro squadra giochi in un contesto simile.
Squadre in campo, è ora.
Attacchiamo dall’altra parte, e per la prima volta un pò mi dispiace: spero in una partenza aggressiva, che sfrutti l’ambiente e il fatto che loro non potranno non esserne condizionati.
Attaccare sotto la Furlan aiuterebbe.
Invece la partita è una me**a, per usare un francesismo.
Nel senso che paiono cagarsi sotto in ventidue.
Noi giriamo palla a zero all’ora, loro guardano e lasciano fare.
Io penso che il loro piano sia far passare la buriana, arrivare vivi e vegeti a mezz’ora dalla fine e lì tentare il colpaccio.
Del resto, sanno di dover fare un gol, e che possono permettersi pure di prenderne uno senza essere fuori.
Ma non c’è nessuna buriana.
Non c’è niente di niente.
Solo una girata alta di Araboni, sulla quale la mia sensazione è che la palla gli arrivi troppo dietro al corpo per poter pensare di far gol.
A un certo punto loro sparacchiano un cross dalla trequarti, e per ragioni a me sconosciute Del Mestre anzichè arrivarci in comoda presa la smanaccia in corner.
Prima che lo battano, io e un amico contiamo nove alabardati (portiere compreso) nella nostra area piccola, e lui mi chiede: “Ma lasciare almeno Franciosi a centrocampo per non portarceli tutti in area, e magari ipotizzare un nostro contropiede, pare brutto?”
Io ridendo gli rispondo che se non altro possono farci gol solo da fuori, perchè in area piccola noi siamo in nove e loro in due o tre.
Infatti fanno gol.
Da dentro l’area piccola.
Come, me lo sto ancora chiedendo.
Iniziano a balenarmi orrendi pensieri sulla nostra tradizione negli spareggi con l’andata fuori: mai vinto uno che sia uno.
Ma c’è tempo.
Punizione per noi, un pò ci spero.
Sangiovanni manda via tutti, e automaticamente io smetto di sperare.
La sua milionesima punizione vale puntualmente le novecentonovantanovemilanovecentonovantanove che l’hanno preceduta.
Perchè continui a batterle è un mistero, perchè per il calcolo delle probabilità (ne tira cinque o sei a partita) sono certo che anche il custode del campo almeno un gol, prima o dopo, l’avrebbe fatto.
Continuiamo a giocare malissimo, becchiamo un contropiede sulla destra e l’arbitro grazia Vianello che meriterebbe il giallo.
Punizione per loro, sacrosanta.
Uno spiritoso vicino a me chiede se può batterla Sangiovanni, invece batte il loro 5 e la mette nel sette.
Vista da dietro la porta Del Mestre non pare impeccabile, ma è comunque una punizione della Madonna.
0-2.
Daniel è disperato: “Papà, possiamo ancora farcela?”
Ci servono tre gol, e non due come pensa qualcuno in curva convinto che col 2-2 si vada ai supplementari.
Sembra di vivere un incubo, non può essere vero.
Invece lo è.
Molti invocano rimedi dalla panchina (“Metti Da Ros, metti chi ti pare, insomma fai qualcosa!”).
Guadagnamo l’ennesima punizione, tanto lo sanno tutti com’è che funziona.
Sulla palla va Paolucci, prima che Sangiovanni lo redarguisca per averci provato: la tira lui.
E la tira come sempre.
Stavolta però la palla gli ricapita fra i piedi, o almeno così mi sembra, e lui mette in mezzo un rasoterra sbilenco che serve un avversario lanciando il contropiede.
L’impressione dal vivo, quindi non so quanto attendibile, è che Lapaine abbia almeno venti metri di tempo per fare quel che dovrebbe: abbattere l’avversario e prendersi il giusto giallo.
Ma non lo fa.
Il tipo arriva davanti a Del Mestre, ma forse per stanchezza o forse per emozione tira fuori una ciabattata improbabile.
Come la palla passi sotto la pancia di quello che io considero il miglior portiere del campionato è un mistero.
Ma succede.
E adesso incubo e realtà si mescolano.
Molta gente in tribuna si alza per andarsene (ma andatevene affanculo, non venite mai e ve ne andate dopo mezz’ora?), la curva è stordita, il clima è surreale.
Daniel si siede, con la sua sciarpa e la sua bandiera: “Papà, è finita.”
Dalla parte superiore della curva  parte qualche coro di contestazione, ma a prevalere è lo stato di choc collettivo.
Intanto entra Da Ros per Cardin.
Sotto sotto io ci spero ancora, di partite ne ho viste a migliaia, spero che arrivi al più presto l’episodio che forse può ancora cambiare le carte in tavola.
Arriva, con un bel gol di Araboni.
La curva riprende coraggio, e l’ottimismo è quello dei pazzi: “se facciamo il 2-3 prima del 45′, nel secondo tempo ce li mangiamo”.
E sì, perchè una cosa è chiara e fa incazzare non poco: appena la Triestina, sotto 0-3 e senza più nulla da perdere o da difendere, ha fatto quel che doveva fare dall’inizio, loro si sono letteralmente cagati in mano.
Non segniamo, ma nell’intervallo la sensazione è che non tutto sia ancora perduto: “Se segniamo subito…”
Inizia il secondo tempo, ed è con chiarezza un’altra partita.
Si gioca a una porta, e la Pro Dronero mostra limiti difensivi talmente evidenti che girano le balle a elica per essersi consapevolmente rifiutati di evidenziarli da subito.
La Furlan è una bolgia, e quando un loro giocatore la tocca con la mano, non so quanto volontariamente, nemmeno Nucini sotto contratto con Moggi avrebbe le palle di non fischiare il rigore.
Araboni fa doppietta, e adesso la curva è un girone dantesco.
Dominiamo in lungo e in largo, Da Ros salta l’uomo sempre e comunque e spesso ne salta due o tre in sequenza.
Loro sono palesemente cotti e nel pallone, si mandano a quel paese a vicenda.
Possiamo farcela.
Entra Zetto, e in venti minuti dimostrerà quanto ci sia mancato.
Da un suo capolavoro difensivo nasce l’azione che poi si sviluppa sulla sinistra e ala fine smarca Franciosi dalla parte opposta.
Diagonale di precisione e 3-3.
Delirio.
L’ex assessore Edera coi suoi cento chili rotola addosso a Daniel, che è troppo felice per scomporsi.
Mancano venti minuti più il recupero, e penso che adesso i favoriti siamo noi.
Sarà Eccellenza, sarà quel che si vuole, ma se facciamo il 4-3 questa partita entra nella storia.
Ci crediamo tutti, adesso.
Monti di testa manda alto di un soffio, e sembra il preludio a quello che ormai pare inevitabile.
E che invece non succede.
Perchè noi siamo la Triestina.
E il lieto fine, per noi, non c’è mai.
Però ci spero fino alla fine.
Anzi, prima, ci credo, poi solo ci spero.
Quattro di recupero.
Non può finire così, adesso segniamo.
Come il Milan col Siena, come il Man City all’ultima di campionato, non può finire così.
Invece finisce.
Ed è tutta una roba molto triste, col loro portiere che ci prende pure per il c**o, coi giocatori sdraiati per terra, con Zetto che piange, con Daniel che quando sente parlare del Bire mi supplica: “Papà, ti prego, oggi no. Andiamo a casa.”
Invece ci andiamo, per fortuna.
Ed è meglio così, perchè alla fine fra disperati ci tiriamo su il morale a vicenda.
Andandoci ascoltiamo la radio, con Puglia che professa ottimismo.
Beato lui che ci riesce.
Quando Costantini dice testualmente “rispetto a Dronero siamo andati in difficoltà, perchè il campo così grande all’inizio ci ha creato dei problemi” il conducente perde il controllo dei nervi e tenta di spaccare la radio.
Ma poi passa.
Al Bire, fra amici, qualche risata riusciamo pure a farcela.
Siamo una dozzina, e sappiamo bene che qualsiasi cosa accada ci saremo anche l’anno prossimo.
Se Dio esiste, prima o poi ci ricompenserà”

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L’Unione Triestina 2012 ha comunicato le modalità di prevendita (presso il Centro Coordinamento Triestina Club allo stadio “Rocco” o al TicketPoint di Corso Italia 6) per la gara di ritorno di finale play-off che domenica prossima, 16 giugno 2013, vedrà gli alabardati affrontare i piemontesi della Pro Dronero.

Questi i prezzi dei tagliandi per l’ultima gara della stagione:

– CURVA € 8,00;
– TRIBUNA € 12,00;
– AREA VIP € 20,00 (compreso permesso parcheggio e buffet tra primo e secondo tempo nella sala Vip).

I RAGAZZI FINO A 12 ANNI NON PAGANO, mentre quelli dai 12 a 18 anni pagano € 5 in curva e € 8 in tribuna.

 

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Tanta acqua, ma anche parecchia soddisfazione per i tifosi alabardati accorsi in Piemonte: a Dronero, la Triestina guadagna un prezioso pari nella finale di andata per la promozione in serie D. Finisce 1-1 sotto un’acquazzone incredibile, che ha disturbato gran parte dei 90 minuti: per l’Unione è un risultato sicuramente positivo, perchè permetterà di preparare con maggior tranquillità la gara di domenica prossima al “Rocco”, ultima tappa del campionato di Eccellenza (alla squadra di Costantini basterà anche lo 0-0 per essere promossa).

Non è stato comunque facile per l’Alabarda, andata pericolosamente sotto nel punteggio dopo 13 minuti dall’inizio del match: il gol dell’1-0 della Pro da parte di Isoardi avrebbe potuto tagliare le gambe ai giuliani che invece hanno subito pareggiato i conti quattro minuti dopo con la rete siglata dal “Toro” Araboni (1-1 al 17′). Poche poi le emozioni vere sul manto verde di Dronero, come già detto pesantemente inzuppato d’acqua per il temporale che si è abbattuto lungo il corso della sfida.

Appuntamento tra 7 giorni per la contesa di ritorno, nella quale ci si aspetta un buona cornice di pubblico rosso-alabardato a popolare gli spalti dell’impianto di Valmaura.

 

 

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L’Unione conquista il primo round playoff contro gli altoatesini del St.Martin Passeier, successo per 2-1 che tuttavia mantiene per entrambe ancora aperto il discorso qualificazione alla finale.

Costantini deve purtroppo far fronte a un folto numero di assenti, spicca la tribuna di Franciosi, costretto ai box da un fastidio ad un ginocchio. In campo Hasler viene preferito ad un Lapaine non al meglio, mentre Di Carlo viene recuperato in extremis, esterno alto insieme a Da Ros per innescare Araboni. Il tecnico ospite Gasser parte, come da copione, con atteggiamento assai coperto, difesa a cinque guidata dall’esperto Brugger con il guizzante classe ’91 Lanthaler chiamato a far reparto da solo in attacco.

Colpo d’occhio d’altra categoria, il St.Martin non patisce l’emozione del palco di lusso e sembra partire più spigliato, anche se le palle inattive ruotano ben presto l’inerzia della partita dalla parte dell’Unione. Due corner di Sangiovanni in rapida successione mandano in tilt gli ospiti, prima Da Ros impegna Schwarz dal limite, poi lo stesso portiere si supera su Cipracca da due passi, dopo essere andato a vuoto in presa alta. L’atteggiamento coperto del St.Martin si interrompe con un’innocua incornata di Brugger al quarto d’ora, mentre dall’altra parte prima Sangiovanni cicca dal dischetto un mancino in corsa a botta sicura, poi imbecca Di Carlo che spedisce in curva il piatto destro al volo a tu-per-tu con Schwarz. Primo squillo serio del St.Martin al 20′ con il giocatore più in palla, vale a dire Daniel Lanthaler, rapidissimo nel destro secco incrociato dal limite, Del Mestre è vigile e respinge a mani aperte verso l’out. La replica alabardata è affidata a Sangiovanni due minuti più tardi, punizione potente ma bloccata in sicurezza da Schwarz. Bel momento di partita, anche perchè gli ospiti non si limitano a contenere provando anche ad offendere in zona-gol. Al 23′ bel duetto sulla destra tra Saltuari e Dominik Lanthaler, cross a mezza altezza dal fondo con Del Mestre costretto a smanacciare fuori con affanno, la respinta fortunatamente trova i piedi di Paolucci che riparte. Scampato il doppio mini-break, l’Unione serra le fila e non concede più nulla almeno fino all’intervallo, il ritmo aumenta ulteriormente e prima della mezz’ora la difesa ospite cede. Da un’azione elaborata sulla sinistra Di Carlo-Cardin, nasce un cross con Schwarz ed Araboni a contendere la sfera, la palla sfugge al portiere e Cipracca è lesto a calciare sulla respinta, Ennemoser ‘para’ il tap-in causando il rigore, trasformato col piattone da Araboni.

L’ultimo quarto d’ora di gara non regala spunti di cronaca significativi, le squadre vanno negli spogliatoi con la Triestina avanti 1-0, con la netta sensazione di un punteggio estremamente risicato per quanto prodotto in attacco dagli alabardati.

La ripresa si apre con un doppio cambio negli ospiti (dentro Kofler e Pichler per Fischer e Dominik Lanthaler), la sostanza però almeno all’inizio non sembra cambiare; i primi 10′ infatti sono completamente dei ragazzi di Costantini, vicini al gol in più di una circostanza. Appena 70″ per un mancino a rientrare di Da Ros dalla trequarti, Araboni taglia ma non arriva di un soffio sulla traiettoria. Altri trenta secondi e di nuovo ‘il toro’ ha sulla testa la palla (non facile) del 2-0, Schwarz fa buona guardia. Al 4′ ripartenza alabardata con Sangiovanni proiettato in coast-to-coast sulla fascia destra, finta a mandare fuori giri Brugger chiusa da un destro teso ma sull’esterno della rete. Al 7′ ancora Dino si costruisce stavolta il mancino dai trenta metri dopo una serie di finte, pallone però in curva. Due minuti dopo altro tentativo di Sangiovanni più o meno dalla stessa mattonella, questo però è un autentico missile che sibila ad una spanna dall’incrocio con Schwarz proteso invano.

L’Unione cala un po’ d’intensità, il St.Martin mette fuori il naso dal guscio ed al primo cross trova l’episodio che rimette tutto in discussione: al 16′ cross dalla trequarti destra, Piscopo non si accorge di Saltuari alle sue spalle e lascia rimbalzare, ne nasce uno scontro con Del Mestre con la palla che termina sui piedi di Hasler vicino alla linea, il terzino si attarda nel rinvio e frana su Saltuari con conseguente rigore ed ammonizione. Daniel Lanthaler dal dischetto chiude il destro potente ed angolato, Del Mestre intuisce ma non può nulla, 1-1 ed inerzia clamorosamente capovolta. Lo schiaffo si rivela una mazzata solo per pochi minuti, la Triestina spinta da una Furlan da brividi torna ben presto all’arrembaggio, sfiorando il nuovo vantaggio al 22′: cross basso di Da Ros dal fondo, Haller scivola liberando il neo-entrato Monti sul dischetto, Fischnaller con un grande recupero sventa all’ultimo la minaccia. La pressione aumenta ancora, gli ospiti sono alle corde e capitolano al 27′: geniale verticalizzazione di Da Ros sull’uscita in blocco della difesa, Cardin si trova defilato a tu-per-tu con Schwarz, il mancino incrociato del laterale alabardato è perfetto e finisce nell’angolino. Vantaggio meritatissimo, sacrosanto almeno quanto la gioia per lo sfortunato Michael, da poco recuperato dopo un tremendo infortunio al ginocchio. La risposta altoatesina non arriva, la Triestina non rischia più, sfiorando due volte il 3-1 nel recupero. Prima Monti non riesce a correggere in spaccata un corridoio di Sangiovanni sull’uscita bassa di Schwarz; ne nasce un corner deviato in torsione aerea da Piscopo da pochi passi, con la sfera che si perde a lato.

E’ l’ultima emozione di una partita che dice vittoria alabardata ma giochi ancora aperti. La qualificazione passerà dalla gara di ritorno in Val Passiria, con la consapevolezza di avere margini di miglioramento (auspicabili anche sotto il profilo numerico), con una maggior conoscenza dell’avversario e quindi con più attenzione riguardo gli errori commessi oggi.

Con la spinta di questo meraviglioso pubblico e un po’ più di cinismo in zona-gol, quest’Unione non deve temere nessun avversario. Con rispetto sì, con concentrazione. Soprattutto, con la fame di tornare grandi.

UNIONE TRIESTINA 2012 – ST. MARTIN PASSEIER    2-1  (I°t. 1-0)

MARCATORI: Araboni 29′ Rig., Lanthaler Da. 61′ Rig., Cardin 72′

UNIONE TRIESTINA 2012 (4-3-3): Del Mestre; Hasler, Piscopo, Vianello (79′ Sessi), Cardin; Paolucci, Cipracca, Sangiovanni; Di Carlo (65′ Marcuz), Da Ros, Araboni (65′ Monti); A disp: Furlan, Lapaine, Kalin, Muiesan. All. Costantini

ST. MARTIN PASSEIER (5-4-1): Scwarz; Pixner, Tscholl, Brugger, Haller, Ennemoser; Fischer (46′ Kofler), Fischnaller, Lanthaler Do. (46′ Pichler Pe.), Saltuari (89′ Lanthaler Ma.); Lanthaler Da.; A disp: Reinstadler, Hofer, Pichler Fl., Knoll. All. Gasser

ARBITRO: Capelli (Sez. Bergamo). ASSISTENTI: Benedetti e Sarsano.

NOTE: Spett. 3000 circa. Rec. 1′ e 3′. Ammoniti: Hasler (Ts), Tscholl, Lanthaler Do., Ennemoser (St.M.).

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Con il cuore. Con la grinta. All’ultimo respiro dopo l’atroce beffa del pari subìto nel finale. La Triestina conquista tre punti sofferti ma meritati contro una Virtus Corno a caccia dell’ultimo sforzo per raggiungere una storica quanto legittima salvezza. Costantini deve far fronte a numerose assenze e decide di confermare in blocco l’undici vittorioso sul terreno del Cjarlins, un 4-3-3 che esalta gli ispiratissimi Da Ros e Di Carlo, mentre il rientrante Sangiovanni siede in panchina.  Mister ‘mille panchine’ Gianni Tortolo deve fare a meno degli squalificati Battistin e Missio ed inizia col 4-4-2, salvo poi affidare a Tomada il peso dell’attacco con Mosanghini, Filippo e De Blasi chiamati all’inserimento a turno negli spazi.
 
In avvio sono forse gli ospiti a farsi preferire per spigliatezza, con un Mosanghini in giornata e per nulla intimorito nonostante la giovanissima età (classe ’96) al cospetto del “Rocco”. Pericoli dalle parti di Del Mestre comunque non ne arrivano, così la prima chance giunge al 10′ sulla testa dell’alabardato Di Carlo, ben smarcato sul secondo palo da un morbido spiovente di Da Ros, l’incornata è però debole e Simonelli controlla. La Virtus risponde poco dopo con una doppia situazione: prima è Filippo a sparare alto col mancino da posizione defilata, poi è Mosanghini a seminare in dribbling tre difensori per poi appoggiare debolissimo su Del Mestre da ottima posizione. L’Unione capisce che l’avversaria nn sarà semplice vittima sacrificale e prova ad accelerare. Al 19′ Kalin arriva di un soffio in ritardo sulla torre di Araboni, al termine di uno schema identico al vantaggio di Carlino. Un minuto dopo è Araboni a concludere di testa da sottomisura, la palla però s’impenna dopo un grande movimento ad anticipare i centrali sul primo palo. Gli ospiti provano a rispondere con un mancino ciccato da Filippo da posizione ghiotta, ma la Triestina c’è e risponde subito alla grandissima pescando il jolly del vantaggio. Spettacolo puro al 23′ quando Da Ros riceve sulla trequarti destra, accentratosi leggermente siede un avversario spostandosi la palla sul mancino, missile dai 25 metri che pesca il ‘sette’ con Simonelli proteso inutilmente. Rete fantastica, da top ten, la seconda gemma consecutiva per l’esterno alabardato dopo la perla sul campo del Cjarlins. La Virtus accusa il colpo e sparisce dall’area dell’Unione, che dal canto suo non forza nell’immediato più di tanto. In campo si viaggia sui binari di una discreta correttezza, anche se qualche colpo proibito degli ospiti non sanzionato col giallo da Marinescu fa sbuffare più di una volta Mister Costantini, sempre e comunque civilissimo nei confronti della terna. Alla mezz’ora torna a farsi vivo Da Ros con un’azione personale, l’attaccante viene però costretto dal pressing ad affrettare il mancino dai 20 metri concludendo alto. Al 36′ Di Carlo-Show sulla sinistra: raddoppiato ad un passo dalla bandierina se ne va con un doppio numero straordinario guadagnando il fondo, cross corto per l’accorrente Kalin che in spaccata corregge a lato di un soffio un’azione da applausi a scena aperta. Non succede più nulla fino all’intervallo, a parte un cross di De Blasi smanacciato da Del Mestre. Triestina avanti dopo una prima frazione in crescendo, al cospetto di un’avversaria comunque in partita per larghi tratti.
 
La ripresa vede una partenza a razzo dei ragazzi di Costantini, appena 30″ per sfiorare il raddoppio al termine di una grande giocata: Da Ros salta un uomo sulla corsia destra e cambia campo pescando Di Carlo, controllo dell’under e fulminante uno contro uno sul diretto avversario, Kalin riceve il tocco dentro superando con un rasoterra Simonelli, sulla linea arriva però la deviazione alla disperata di Bolzicco. Al 6′ è Piscopo ad andare ad un passo dal 2-0, incornando alto da distanza ravvicinatissima un corner di Kalin. Al 10′ momento di gelo al “Rocco”: tremendo impatto testa contro testa tra i virtussini Basaldella e Bolzicco, quest’ultimo ha la peggio e perde copiosamente sangue. Dopo sette interminabili minuti la ferita viene tamponata ed il capo bloccato da un’apposito collare. Lo sfortunatissimo ragazzo, attualmente a Cattinara dove rimarrà in osservazione, viene accompagnato in barella fuori dal campo  tra gli applausi di tutto il pubblico. Momento di grande civiltà, al quale si aggiunge spontaneamente un grandissimo in bocca al lupo a Bolzicco per rimettersi al più presto in sesto.
La lunghissima pausa forzata e lo shock conseguente narcotizzano per una decina di minuti la partita, riaccesa al 26′ da un’azione insistita della Virtus con il neo-entrato Pizzutti, subentrato proprio a Bolzicco, l’Unione si salva con qualche affanno. Costantini cambia a stretto giro di posta Araboni con Muiesan e Paolucci con Sangiovanni, la Triestina dispone da lì in poi di diverse ripartenze; alcune vengono vanificate da errori nell’assist, altre da interventi passibili di giallo, cartellino mostrato da Marinescu una sola volta nel primo tempo a Cerne e Piscopo. Il fischietto pordenonese è nella ripresa molto puntuale nell’ammonire, sono però solo i ragazzi di Costantini a finire sul taccuino, così all’ennesimo episodio valutato in modo impari il mister allarga le braccia e l’arbitro, con severità a dir poco eccessiva, lo espelle.
L’episodio scuote la Triestina , pericolosa tre volte nei successivi 5′ con Muiesan, Da Ros e lo scatenato Di Carlo, fermato all’ultimo dall’uscita di Simonelli. Al 40′ tocca agli ospiti spaventare il “Rocco”, Pizzutti intercetta un errato disimpegno sulla trequarti e cerca il diagonale rasoterra dai 18 metri, Del Mestre è in controtempo ma la tiene con un tuffo efficacissimo. La Virtus cerca il forcing finale, nell’Unione esce Kalin ed entra Sessi, Mosanghini torna a farsi vivo dalle parti di Del Mestre con Pizzutti impreciso sulla respinta che ne segue. Arriva la segnalazione del recupero record (nove minuti), gli alabardati provano a gestire fallendo anche il match-point con Muiesan al volo al 48′, pescato sul secondo palo da un pregevole cross di Cardin. La Virtus risponde lanciando palloni lunghi verso l’area, premendo pur senza concludere, trovando l’insperato e beffardo pareggio al 52′: azione insistita con due traversoni consecutivi, Tomada sul secondo palo fa sponda di testa e Cantarutti con una zampata in mischia beffa Del Mestre proteso di pugno in area piccola. Il “Rocco” viene gelato, ma non la Triestina. Palla al centro e alabardati subito avanti, batti e ribatti al limite, Sessi pensa per un attimo al tiro poi apre a destra per Cipracca, pennellata tagliata di prima intenzione con Sangiovanni abile a schiacciare di testa sul palo lungo la rete della vittoria. Mancano venti secondi al termine del recupero, gli increduli ospiti hanno appena il tempo di rinviare il pallone in avanti prima del fischio finale del discusso Marinescu. 
 
Vittoria soffertissima ma meritata, discorso primo posto ancora matematicamente aperto, anche se l’Ufm non stecca a Gradisca e ora è a due punti dalla Serie D. Per l’Unione il percorso potrebbe essere più lungo, ma con un pubblico così e con il carattere dimostrato oggi, anche il cammino più tortuoso non potrà e non dovrà far paura alla Triestina.
 
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UNIONE TRIESTINA 2012 – VIRTUS CORNO   2-1 (I°t. 1-0)
 
MARCATORI: Da Ros 23’pt, Cantarutti 52’st, Sangiovanni 53’st
 
UNIONE TRIESTINA 2012 (4-3-3): Del Mestre; Lapaine, Piscopo, Vianello, Cardin; Paolucci (75′ Sangiovanni), Kalin (86′ Sessi), Cipracca; Da Ros, Di Carlo, Araboni (71′ Muiesan). A disp: Furlan, Franciosi, Hasler, Marcuz. All. Costantini
 
VIRTUS CORNO (4-5-1): Simonelli; Capuano (55′ Bergamasco), Cerne, Cantarutti, Bolzicco (62′ Pizzutti); Mosanghini, Basaldella, De Blasi, Marangone, Filippo; Tomada. A disp: Belligoi, Passalenti, Libri, Leonardi. All. Tortolo
 
ARBITRO: Marinescu (Sez. Pordenone) ASSISTENTI: Vaccher e Cigana (Pordenone)
 
NOTE: Spett. 2000 circa. Rec. 1′ e 9′. Ammoniti: Lapaine, Piscopo, Paolucci (Ts), Cerne (V.C.). Espulsi: Mister Costantini al 34’st per proteste.
 
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A prescindere dai calcoli e dalle residue possibilità di finire il campionato davanti a tutti, la Triestina voleva e doveva dare un segnale concreto, una prova di carattere per voltare subito pagina e ripartire, dimostrando di essere prima di tutto un gruppo unito. La risposta fornita oggi dai ragazzi di Costantini è stata eccezionale per grinta e voglia di cercare il risultato, giunto alla fine con pieno merito. Successo ‘all’inglese’ per l’Unione, un gol per tempo sul campo del Cjarlins quinta forza del torneo e discorso primo posto al momento ancora aperto, con certezza ora matematica di arrivare male che vada secondi.

Costantini deve far fronte alle assenze tra gli altri di Federico Zetto, Venturini, Monti oltre allo squalificato Sangiovanni; l’undici di partenza vede diverse novità con Cipracca e Kalin in mezzo al campo a protezione di Paolucci, in attacco Di Carlo e Da Ros spalleggiano Araboni (con Muiesan e Franciosi in panchina), mentre la nota più lieta è il ritorno da titolare per Cardin dopo diversi mesi d’assenza per infortunio. I padroni di casa rispondono con il temibile tandem offensivo Paolucci-Grop supportato dall’esperienza di Maccagnan, mentre Tardivo e Buonocunto hanno compiti di frangiflutti davanti alla difesa.

Grande caldo e partenza quindi cauta per entrambe le squadre, una decina di minuti di studio poi la contesa si anima. Arrivano in area Cjarlins due spioventi pericolosi dalla fascia destra, prima Piscopo e poi Di Carlo si esibiscono in pregevoli sponde aeree all’indietro, ma sul dischetto a rimorchio arrivano primi i difensori avversari. La risposta dei ragazzi di Peressoni non si fa attendere, al 12′ Grop si esibisce in una sforbiciata dal dischetto tanto improvvisa quanto spettacolare, la sfera però si alza di un metro e Del Mestre si salva. Le fasce vengono battute con costanza da entrambe le squadre, la gara è gradevole e ricca di capovolgimenti di fronte. All’iniziativa Maccagnan-Tardivo sulla destra risponde un fulmineo contropiede orchestrato da Di Carlo, accelerazione straripante con superiorità numerica in area avversaria vanificata da un cross impreciso. L’under arrivato dal Palermo asfalta la sinistra, l’Unione ci prova comunque anche con Da Ros sulla corsia opposta, il suo movimento a rientrare manda spesso in tilt Cecotti, alla ricerca della mira giusta per l’assist o la battuta a rete. Al 23′ il botta e risposta che cambia la partita: azione insistita del Cjarlins sulla destra, cross arretrato di Politti raccolto da Buonocunto che calcia male su Del Mestre in uscita, tiro che diventa un assist d’oro per Mattia Paolucci, tap-in a colpo sicuro con Piscopo a salvare provvidenzialmente sulla linea. L’azione si sposta dalla parte opposta con una rimessa in zona d’attacco per l’Unione, Lapaine sfrutta la lunga gittata trovando la ‘pizzicata’ sapiente di Araboni sul primo palo, Kalin arriva con tempi perfetti a rimorchio e scaraventa di giustezza in rete la palla del vantaggio. I padroni di casa accusano il colpo divenendo più macchinosi e meno intraprendenti, la Triestina trova viceversa ulteriore spinta, concedendo soltanto un timido tiro-cross di Grop ed un tentativo alto da fuori di Tardivo. Più tribolata la fase finale di frazione per la difesa avversaria. Al 31′ un cross di Di Carlo viene sbrogliato con affanno mentre al 36′ Clemente rischia col fuoco, attardandosi nel rinvio e ‘sparando’ su Da Ros in grande pressing, l’azione poi sfuma per un ‘mani’ ravvisato dall’arbitro. Al 38′ altro episodio potenzialmente pesante; Kalin riceve una splendida imbucata rasoterra dalla trequarti, arriva in anticipo sul pallone controllando all’altezza del dischetto a tu-per-tu con Clemente, viene vistosamente caricato da tergo da un avversario finendo a terra ma Capovilla, pur discretamente vicino, alza le spalle e lascia correre tra le proteste. Prima dell’intervallo c’è ancora tempo per un numero a rientrare di Da Ros con mancino che si alza di poco sopra la traversa. Unione al riposo in crescendo e soprattutto in vantaggio, grande pressing ed applicazione da parte di tutti con un solo grande brivido scampato.

Nella ripresa ci si attende la prevedibile reazione dei padroni di casa ma, eccezion fatta per un assolo di Di Carlo controllato in avvio da un’uscita bassa di Clemente, la contesa fluttua tutto sommato tranquilla, la Triestina attende limitando il dispendio di energie, in attesa degli spazi che inevitabilmente possono aprirsi in contropiede. Al minuto undici Da Ros fa le prove generali del raddoppio al termine di una giocata ubriacante sulla destra, chiusa da un rasoterra mancino che incoccia il palo a Clemente battuto. Il Cjarlins ci prova con volontà ma poche idee, le sponde di Grop alla lunga perdono efficacia, Paolucci e Politti (poi Nassiz) vengono contenuti senza eccessivi affanni dal grande pressing di tutti, Tardivo opta allora per la soluzione da fuori al 24′ con mira di poco alta. Costantini toglie a stretto giro di posta Cardin e Di Carlo (accompagnati da meritatissimi applausi) inserendo la freschezza di Potenza e Marcuz, cambiano i fattori sul binario di sinistra ma non cambia il risultato. Subito Marcuz semina il panico con una fuga palla al piede, il rasoterra dal fondo all’indietro non trova però compagni per la battuta decisiva. L’ultimo squillo dei padroni di casa lo regala una punizione di Maccagnan al 33′, centro teso e tagliato dalla trequarti smanacciato abilmente da Del Mestre lontano dai guai. Peressoni vede Cecotti in difficoltà e lo rimpiazza con Caldato, trenta secondi e Da Ros arriva dalle sue parti, pescato da una spettacolare apertura di almeno 40 metri di Paolucci: finta e controfinta per rientrare, Da Ros entra in area mentre Caldato cerca senza successo di trattenerlo per la maglia, Clemente ha giusto il tempo per accennare l’uscita, il mancino rasoterra dell’avanti alabardato trova l’angolo basso sul primo palo. Raddoppio ed esultanza rabbiosa di tutti, in un momento di grande emozione a un passo dai ragazzi della Curva Furlan, anche oggi rumorosi e festanti come sempre.

E’ l’epilogo più bello per chiudere vittoriosamente una trasferta delicata ed affrontata con uno spirito più che mai battagliero; a tarpare parzialmente le ali all’entusiasmo arriva la notizia del successo sul filo di lana dell’Ufm, ma a prescindere dalle ipotesi e dai calcoli, oggi occorreva una risposta che andasse al di là del duello con la capolista.

Ebbene la risposta è arrivata e l’Unione è pronta a giocarsela, facendo tesoro degli errori di domenica e della cattiveria agonistica messa in campo oggi. In attesa di poter varcare la fatidica soglia, porta principale o porta di servizio che sia.

CJARLINS MUZANE – UNIONE TRIESTINA 2012 0-2 (I°t. 0-1)

MARCATORI: Kalin 24′ pt, Da Ros 38′ st

CJARLINS MUZANE (4-2-3-1): Clemente; Zanutta, Skrbina, Corso, Cecotti (82′ Caldato); Tardivo, Buonocunto; Politti (60′ Nassiz), Maccagnan, Paolucci; Grop. A disp: Akik, Uanetto, Cocetta, Piasentier, Corucci. All. Peressoni

UNIONE TRIESTINA 2012 (4-3-3): Del Mestre; Lapaine, Piscopo, Vianello, Cardin (66′ Potenza); Paolucci, Cipracca, Kalin; Da Ros, Di Carlo (70′ Marcuz), Araboni (85′ Muiesan). A disp: Furlan, Sessi, Franciosi, Hasler. All. Costantini

ARBITRO: Capovilla (Sez. Verona). ASSISTENTI: Gerometta e Beltrame (Sez. Udine)

NOTE: Spett. 500 circa, con maggioranza proveniente da Trieste. Rec. 1′ e 4′. Ammoniti: Vianello, Di Carlo, Kalin (Ts).

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Una settimana or sono commentavamo, con un certo tipo di ottimismo misto a fiducia, come l’Alabarda potesse e dovesse fare più di un pensierino alla vetta della classifica del proprio girone di Eccellenza. E invece, in maniera abbastanza inaspettata, è arrivata forse la doccia più gelata di tutta la stagione: l’Unione, con la brutta sconfitta interna contro il San Daniele, resta a -2 dall’UFM e con una gara in meno da giocare, ma soprattuto perde l’ultimo treno buono per dar battaglia ai monfalconesi sino alla fine.

E’ mancato proprio tutto, al team di Maurizio Costantini, in una gara dove i presupposti iniziali erano ben altri: un rinnovato ottimismo dopo aver mangiucchiato un paio di punticini nel turno precedente alla diretta rivale di campionato per la vetta, prezzi assolutamente popolari per far tornare un buon pubblico allo stadio (nonostante la categoria tenga lontani i “tifosi occasionali”…) e una situazione-meteo che avrebbe fatto desistire i triestini dal popolare Barcola e dintorni. Tante variabili per fare del “Rocco” un terreno ostile al punto giusto. E invece la Triestina, con tanti buoni ingredienti a disposizione per preparare una pietanza succulenta riservata ai propri sostenitori, ha sbagliato incredibilmente le dosi, producendo troppo fumo e zero arrosto: in molti diranno a fine partita “le cose vanno sempre così, quando conta vincere”. In una frase come questa si riassume lo scoramento non solo per l’occasione gettata al vento, quanto per il modo con cui è avvenuta: è innegabile che il rovescio interno sia il frutto di tanti fattori, primo tra tutti quello di un peccato originale che la squadra di Costantini ha fatto fatica a cancellare. Tradotto, quello della continuità di rendimento.

Per vincere un campionato del genere, serve la costante brillantezza di prestazione: lo si era già visto con la Gemonese qualche settimana or sono e lo si è notato anche contro il San Daniele. Non è bastata una discreta prima parte di gara per aver ragione dei friulani, che con la rete segnata del provvisorio 0-1 si sono poi comportati davvero egregiamente in campo, chiudendo tutte le vie di fuga a un’Alabarda che si è innervosita troppo in corso d’opera, non riuscendo mai a sfondare il fortino eretto da mister Bortolussi e subendo il raddoppio al quarto d’ora della ripresa.

Aldilà della sconfitta, che di fatto pregiudica la rincorsa finale per la promozione diretta, sono gli aspetti di contorno a far riflettere: l’Unione in un colpo solo si è incredibilmente smarrita sul piano del gioco, alcuni singoli hanno dimostrato di non esserci con la testa e il mister in panchina non è riuscito a cambiare il trend al match in corso d’opera. Ma forse ciò che preoccupa di più è la mancanza di comunicazione in campo, intravista nell’ultimo turno: è possibile che questa Triestina non sia stata in grado di contenere la pressione psicologica che la gara si portava dietro? E’ questo un dilemma che, con preoccupazione, va spostato al futuro immediato: per tentare di salire in serie D, i play-off ormai sempre più certi (anche perchè l’Azzanese, terza in classifica a -10, sembra ormai non in grado di agganciare gli alabardati) diventano un appuntamento obbligato. Conterà arrivarci con spirito rinnovato, ma soprattutto giocando da grande squadra: cosa che, purtroppo, col San Daniele non si è vista minimamente.

 

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