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Non ci si inventa niente, parlando dei possibili scenari di un derby: ovverosia, una partita che sfugge a qualsiasi tipo di schema, scritto o non scritto. La Trieste-Udine che farà il pienone domenica all’Alma Arena crea poche eccezioni alla regola, soprattutto perché arriva in un momento di campionato in cui – a 80 minuti secchi dalla fine della regular season – i giochi non sono fatti né per i giuliani, tantomeno per i bianconeri friulani.

Ecco quali sono, da ambo le parti,  gli elementi che potrebbero spostare l’ago della bilancia da una parte o dall’altra:

ALMA TRIESTE

  1. L’IMBATTIBILITÀ CASALINGA BIANCOROSSA -> 558 (cinquecentocinquantotto, per esteso): è il numero di giorni consecutivi in cui il palasport di Valmaura, all’interno della stagione regolare, non viene violato da una formazione diversa da quella triestina.Sono cambiate le squadre, così come gli obiettivi prefissati a inizio di ogni campionato, ma il trend in via Flavia non è mutato minimamente: la poco rilassante sensazione di cadere in una vasca piena zeppa di piranha è una sorta di abitudine che nell’ultimo anno e mezzo ha accompagnato tante malcapitate avversarie dell’Alma. E anche qui scopriamo l’acqua calda nell’affermare che – di quei attuali 42 punti in classifica a Est – 28 sono il fatturato del “14-0” di record interno: ben più di una semplice polizza assicurativa per Trieste. In barba anche al numero esponenziale di infortuni stagionali.
  2. IL PUBBLICO -> altra “cosina” più ovvia del fatto che ogni giorno, sul colle di San Giusto, sorga il sole. Il muro biancorosso fa sempre la differenza, in ogni ambito. E sicuramente lo farà anche domenica prossima contro la Gsa, poiché è ormai scientificamente provato che il “sesto uomo” all’Alma Arena è da molto tempo l’elemento che si unisce in maniera indissolubile con la squadra di Eugenio Dalmasson. Alla stessa stregua di un atomo di ossigeno che si lega a due di idrogeno…16300227_1302130379845553_4601289315268426440_o
  3. QUEL PRIMO POSTO ASSOLUTO A PORTATA DI MANO -> Domenica nella Venezia Giulia si potrebbe festeggiare ben più di una semplice vittoria in un derby. Perché combinazioni astrali favorevoli (unite al ben più serio quoziente canestri che sorride a Trieste, volgendo lo sguardo verso le prime della classe a Ovest) metterebbero il sigillo notarile sulla casella numero 1 della griglia play-off. Che, per un Alma che tanto ha faticato (e anche perso punti) in trasferta nel girone di ritorno, è indiscutibilmente un valore aggiunto non indifferente per tutto quello che vedremo dal 29 aprile prossimo in poi.Ecco allora che i due punti contro Udine fanno davvero venire maggiormente l’appetito, confidando che nelle migliori delle situazioni Trieste potrà andare poi a Montegranaro quasi in…ciabatte. E tirare un pochino il fiato, prima del rush finale di post-season, diventa sì un bel valore aggiunto.

GSA UDINE

  1. L’IMBATTIBILITÀ CASALINGA BIANCOROSSA -> No, non è un errore di copia/incolla di quanto già scritto sopra. È che a Udine ci sperano eccome, che si possa far saltare il banco dell’Alma Arena proprio in occasione del derby, nonostante il filotto aperto giuliano sembra non concludersi mai. E, come disse un po’ di tempo fa Ethelda Bleibtrey, nuotatrice statunitense che vinse 3 medaglie d’oro alle olimpiadi di Anversa 1920:


    I record sono come le bolle. Scompaiono velocemente.

     

    Le bamboline voodoo con annessa canotta giuliana sono già in vendita in Friuli e dintorni, ne siamo certi. Ma alla Gsa servirà anche qualcosa in più per vincere a Trieste, e qui ci colleghiamo al punto successivo…

  2. TROY CAUPAIN -> Buona parte degli occhi saranno su di lui. Primo, perché a parte i video su YouTube, del prodotto cresciuto ai Cincinnati Bearcats si sa pochino (se non che tira discretamente, sa prendersi anche un buon numero di rimbalzi e possiede una spiccata abilità nel passare bene la palla in transizione). Secondo, perché il play di stanza sin poco tempo fa ai Lakeland Magic potrebbe essere la pescata giusta in un contesto che ha perso per strada la fiducia dei mesi migliori.

    Saprà un newyorkese classe 1995 ridare a Udine la leadership che Rain Veideman – prossimo nel contesto Gsa a essere…”rottamato” –  non è stato in grado di fornire ai bianconeri nell’ultimo periodo? Di certo, il rischio che il nuovo play americano diventi domenica per l’Alma il pericolo pubblico numero uno è tangibile.os-pictures-orlando-magic-player-troy-caupain--014

  3. L’ORGOGLIO FRIULANO NELLE SFIDE CONTRO TRIESTE -> Tre sconfitte di fila e un coltello tra i denti: Udine è in piena corsa per i play-off, ma la brusca frenata intercorsa proprio prima del prossimo derby ha raffreddato gli entusiasmi. E arrivare a giocarsi (quasi) tutto all’ultima di campionato per staccare il biglietto per la post season è roba che dalle parti del “Carnera” nessuno vuole correre il rischio.

    Anche il magazziniere dell’Apu sa bene che uscire domenica sera dall’Alma Arena con i due punti in tasca sarà impresa titanica: ma c’è sempre quello smisurato orgoglio su lato bianconero – nelle partite contro i rivali biancorossi – che può diventare il propano per incendiare sportivamente una sfida come quella di Valmaura. Lo è sempre stato storicamente, lo sarà sicuramente anche in questo appuntamento. Perché il pensiero di potenziali caroselli friulani strombazzanti, da Via Miani sino al casello di Udine Sud, fa venire l’acquolina in bocca a tutti quelli con sciarpe Gsa… 

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Importante per l’Alma, quasi fondamentale per Udine: il derby di per sé non è mai una sorta di sfida “scapoli contro ammogliati”, tantomeno lo sarà la partita che domenica prossima riempirà le tribune dell’astronave di Valmaura. Su sponda friulana si respira sin da adesso l’aria dell’attesa, poco mitigata da un finale di stagione in cui la Gsa si sta complicando la vita da sola: ne è consapevole Davide Micalich, general manager e a.d. dell’Apu.

Micalich, arrivate dunque allo scontro più atteso del campionato con qualche difficoltà di troppo: ve lo aspettavate? «Decisamente no. Siamo un po’ col fiatone dopo un girone di andata più che positivo: nelle ultime settimane pensavamo che il peggio fosse ormai alle spalle, obiettivamente però ci stiamo trascinando troppo nel cercare di blindare una posizione per i play-off. Certamente paghiamo a caro prezzo sconfitte sanguinose come quella casalinga contro Bergamo: ora continuiamo a lavorare, le somme le tireremo solamente alla fine».

È evidente che, nel momento-no, abbiate cercato costantemente di cambiare rotta. E qualcosa è arrivato ultimamente dal mercato. «L’arrivo di un giocatore come Troy Caupain è da considerarsi propedeutico dopo un’analisi attenta che è stata fatta nell’ultimo periodo. Per qualche settimana abbiamo preferito rimanere con questi effettivi finché la situazione ce lo permetteva, poi ci siamo resi conto che dovevamo fare qualcosa. Abbiamo rinnovato la fiducia a coach Lino Lardo, sapendo che un cambio in panchina a poche giornate dal termine non avrebbe portato alla scossa desiderata. E dopo aver constatato che Veideman sta facendo molta fatica rispetto alla scorsa annata, la scelta è ricaduta su un atleta che ha fatto molto bene in G League e che saprà ritagliarsi un ruolo da protagonista anche da noi. Chissà, magari già contro l’Alma…».

A proposito di derby: è anche una sfida tra diverse tifoserie. La vostra, dopo alcune partite infelici, ha raffreddato un po’ il proprio entusiasmo…«A Udine stiamo vivendo di euforia, dopo essere ripartiti dalla C sino alla A2. Io credo che, al di là dei risultati non brillantissimi dell’ultimo periodo, i nostri supporters non faranno mancare il proprio apporto domenica prossima. Un derby è sempre memorabile, per coreografia e per il calore che entrambe le tifoserie sanno sprigionare. L’importante è fermarci agli sfottò, per poi andare tutti insieme a bere una birra a fine partita: è questo ciò che conta».

E Trieste, come la vede? «Ho grande rispetto per l’Alma e per quello che ha saputo costruire in questi mesi: conosco Mario Ghiacci per averci lavorato molto bene assieme in passato, c’è l’entusiasmo di Gianluca Mauro e la forza di una proprietà che sta investendo forte. Si vede ad occhio nudo che le cose sono cambiate rispetto a solo qualche stagione fa. E anzi: nel momento in cui saremo fuori dai giochi, farò il tifo proprio per Trieste».

Come si affronta una squadra che, in casa durante la regular season, non perde un colpo all’Alma Arena da un anno e mezzo? «Con la consapevolezza che sul proprio parquet Trieste è quasi imbattibile, per organico e per la forza dei tifosi: il pronostico pende dalla loro parte, ma è anche vero che abbiamo bisogno di riaccenderci. E non esiste un’occasione migliore per tentare di fare uno sgambetto all’Alma proprio a Valmaura: sono convinto che, indipendentemente dalla difficoltà del match, una bella fetta di play-off passa per noi proprio da un risultato positivo nel derby. Giocando senza pressioni, possiamo fare il colpaccio».

Chi vede come favorita per il salto di categoria? «Senza mezzi termini, la squadra che arriva prima in assoluto in regular season. E se a farlo sarà Trieste, far saltare il fattore-campo sarà difficile per tutti».

(da City Sport, lunedì 9 aprile 2018)

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Ci sono partite particolari che restano nella mente dei tifosi. Ce n’è una, tra le tante viste in (quasi) 38 anni di età, che mi permetto di fare mia per tutto quello che seppe regalarmi, a livello di intensità emotiva e di adrenalina: il derby del “lontano” 8 aprile 2001  tra Udine e Trieste rappresentò – per chi scrive queste righe – un’esplosione di sensazioni, che colmarono con la gioia biancorossa di sbancare il “Carnera” forse nella maniera più bella possibile.

Quella del 2000/01 fu una stagione diametralmente opposta per quelle due squadre: una Snaidero col vento in poppa, che arrivava dalla promozione ottenuta nel precedente campionato di A2, nel girone di andata sorprese al PalaTrieste una Telit in difficoltà, tenuta a galla dai 36 punti di Scoonie Penn. Dopo quella sconfitta non si respirava una grandissima aria dalle parti di Via Locchi: per certi versi, fu forse proprio quel rovescio a dare un’ulteriore spinta alla serie di cambiamenti di carattere tecnico che si sarebbero succeduti qualche settimana più tardi.

La brillante Trieste, che riuscì solo qualche mese prima a conquistare i quarti di finale play-off scudetto, era divenuta  pressoché un lontano ricordo per i supporters biancorossi, costretti a soffrire per buona parte del campionato a causa di una situazione difficoltosa sul lato della classifica. L’avventura di Luca Banchi sulla panchina giuliana era ormai agli sgoccioli, si optò – con risultati poi fortunatamente confortanti – alla “cura Pancotto”, affidando al tecnico di Porto S.Giorgio un team in balìa della sua stessa sfiducia. Quella Telit riuscì alla fine della stagione a salvarsi in carrozza, vincendo addirittura a marzo in casa della Kinder Bologna dei vari Ginobili, Jaric e Griffith: ma per certi versi, con un mese di anticipo, più di qualcuno pensava già al “retour match” in Friuli. L’immagine degli arancioni trionfanti sul parquet di Valmaura (e con Teo Alibegovic, ex di turno, a fare il gesto del silenzio alla curva giuliana a fine partita) fungeva – a distanza di un girone – quasi come un blocco di cemento armato sul gozzo: restituire la pariglia alla Snaidero, proprio sul suo campo, era il desiderio che a Trieste si cullava con grande vigorìa. 

Grazie a una amica di Udine, riuscimmo a ottenere dei biglietti-omaggio per il settore centrale del “Carnera”. Eravamo lontani dai tifosi “amici”, tant’è che per quaranta minuti interi diventammo dei veri e propri spettatori…stitici, allo scopo di evitare inutili fastidi con chi ci stava accanto. Ricordo ancora adesso quanta tensione avevo in corpo: in fondo, ci tenevo pure io a uscire da quell’impianto con il sorriso stampato sulle labbra. Non fu una partita bellissima sotto il piano della spettacolarità, con le squadre stesse a fare i conti con pochissima tranquillità interiore (e con percentuali quantomai rivedibili dalla lunga distanza). L’allora Telit trovò grandi soluzioni sotto canestro, con Podestà e Shaw (con quest’ultimo che, dalle nostre parti, viene ricordato solamente per il tiro libero sbagliato senza prendere nemmeno il ferro, proprio nella gara di andata contro Udine…) a ergersi grandi protagonisti in pitturato: Trieste accelerò nel terzo quarto, con la “mano armata” di Gurovic a regalarle il +10 a dieci dal termine. Ma nel cuore di tutti i giuliani presenti quel giorno era grande la consapevolezza di non averlo già chiuso in anticipo, quel match. E l’“aracnofobia” della difesa biancorossa contro il “ragno” Charles Smith, indigesto in entrambe le sfide di quel campionato, portò la Snaidero avanti di un punticino a sette minuti dalla fine.

Stavo per diventare arancione pure io, alla stessa stregua delle tante sciarpette indossate dal pubblico di casa: un piccolo “incubo sportivo” si stava per materializzare nuovamente dopo quell’80-83 di inizio gennaio. Ma in quella Trieste targata 2000/01, con tanto talento individuale nel roster (Dante Calabria e lo “zar” Sergej Bazarevitch vi dicono niente?), proprio nel momento più opportuno strabordò l’incredibile leggerezza d’animo di Peter Sauer, sfortunatissimo atleta che una decina d’anni dopo lasciò questo mondo a causa del suo cuore ballerino. Ad eccezione della gara interna contro Rimini, risolta anch’essa allo scadere, “Pete” fu uno di quelli che sin lì aveva lasciato pochi segni in quella stagione, recitando più il ruolo di gregario che non quello di prima donna all’interno della squadra. Ebbene, quella palla rubata a Lasa a 35” dalla fine per il sorpasso definitivo della partita, rimane per il sottoscritto (e credo per tutti coloro che ebbero la fortuna di assistere dal vivo) un istante indelebile, che di fatto scrisse una piccola ma brillante pagina di storia giuliana prima del doloroso fallimento di qualche anno dopo. Alla sirena finale staccai provvisoriamente il cervello, feci una lunga corsa verso l’esterno e – lontano da occhi indiscreti – esultai come un pazzo in mezzo a una parte semi-deserta del parcheggio. Sì, la Telit ce l’aveva fatta. Ce l’avevamo fatta tutti noi triestini. E il viaggio di ritorno non poteva essere più dolce di quello che subito dopo intraprendemmo, alla volta di casa.

Perché scrivere questa filippica, oltre al puro ricordo e al semplice amarcord? C’è un motivo: la sfida tra Udine e Trieste, nelle gioie e nei dolori delle rispettive tifoserie, ha sempre regalato emozioni intensissime. E viverle nella maniera giusta, a partire da quello di domenica a Cividale tra Gsa e Alma, rappresenta potenzialmente un’altra, deliziosa pagina di basket delle nostre zone.  Vivetela tutti voi, friulani e giuliani, come una festa dello sport. E di questo fidatevi non del sottoscritto, ma delle parole sulle colonne del quotidiano locale pronunciate dal “Pec” che – in fatto di serenità – ha fatto ormai da anni un bellissimo “voto”…

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Il Breg San Dorligo della Valle vince il derby con l’Eppinger Don Bosco Trieste: 70 – 65 il finale a Lignano Sabbiadoro, in un match combattuto fino alla sirena conclusiva.

Il Breg di coach Krasovec si presenta all’esordio senza poter contare su Gori, Strle e Slavec, oltre ad un Pigato in panchina per onor di firma: dall’altra parte, l’Eppinger Don Bosco si presenta al completo. L’inizio è piuttosto traumatico per i salesiani, che subiscono un veemente inizio da parte del Breg: Spigaglia e i fratelli Grimaldi sono micidiali, mentre l’Eppinger non incide per nulla in attacco e si “becca” un 12-0 che stenderebbe un toro. Un toro, abbiamo detto…non i salesiani di coach Daris: il primo periodo è comunque dominato dal team del presidente Salvi, che chiude a +12 (22-10) e sembra avere in mano il match.

Quando il Don Bosco inizia a passarsi di più la palla, ecco che arrivano le cose migliori: attenzione nella metà campo difensiva e tiri ben distribuiti riducono il gap sotto la doppia cifra. Il Breg ha un piccolo calo, nonostante a rimbalzo sia pronto specialmente con Marco Grimaldi: il tuttofare classe 1986 è preziosissimo per la formazione di Krasovec, che comunque all’intervallo conduce 37-28 sui salesiani. L’Eppinger, però, ha ancora birra in corpo e lo dimostra con capitan Panarella: il ’96 di Daris si attacca alle costole di Alberto Grimaldi con una difesa stile “Bostik” e mette anche un piazzato sulla sirena di fine secondo periodo.

Abbiamo una partita: le iniziative di Schina e Spangaro, oltre ad una difesa che si fa sempre più intensa portano il Don Bosco sempre più vicino ad un Breg che ha però un Alberto Grimaldi lucido fino all’ultimo. I suoi tiri dalla media distanza ed i “floater” con cui buca la zona salesiana sono fondamentali per un attacco che soffre più del previsto: il clima da derby fa salire la tensione agonistica, con il punteggio che recita 53-50 alla fine del terzo quarto. 

Nessuna delle due formazioni cede di un centimetro, ma l’Eppinger sembra poter arrivare vicina al colpaccio: minuti di pura tensione, con i salesiani che continuano a zona mentre il Breg tiene duro con i suoi sei moschettieri. Anche il giovane Mattiassich offre un contributo concreto (2/2 dal campo), mentre la difesa di Krasovec punta a limitare i vari Schina, Carlin e Spangaro. Il Don Bosco si porta avanti sul 59-61 e c’è nell’aria un profumo di ribaltone clamoroso, ma Marco Grimaldi riporta ancora una volta sulla terra i salesiani: determinante il suo contributo nelle fasi oscure di gioco, al pari di un Semec che trova punti fondamentali dentro l’area. Il Don Bosco forza un paio di conclusioni e pecca di lucidità negli ultimi minuti, non riuscendo a sfruttare il 2/6 ai liberi del Breg nel minuto conclusivo: sul 68-65 Spangaro e soci hanno il rimbalzo difensivo del pareggio a sette secondi dalla fine, ma Alberto Grimaldi corona la sua prestazione “over 20” con un recupero fondamentale per la vittoria.

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BREG SAN DORLIGO – DON BOSCO TRIESTE 70 – 65

Breg San Dorligo della Valle: Grimaldi M. 13 (4/11 da due, 1/6 da tre, 2/6 ai liberi), Pigato ne, Coretti ne, Sternad ne, Semec 11 (4/7, 3/4), Spigaglia 5 (1/2, 1/3), Cigliani 14 (3/11, 2/6, 2/4), Mattiassich 5 (1/1, 1/1), Grimaldi A. 22 (10/15, 0/3, 2/4). All. Krasovec

Eppinger Don Bosco Trieste: Carlin 6 (0/1, 2/7), Gilleri ne, Spangaro 15 (1/1, 1/5, 4/15), Dalle Vedove ne, Schina 17 (4/10, 2/8, 3/4), Zanini 14 (5/6, 0/1, 4/4), Gordini 4 (0/4, 1/1, 1/2), Catenacci 6 (3/4, 0/2), Tropea 1 (0/1 da tre 1/2), Panarella 2 (1/2), Giuliani ne, Pecchi ne. All. Daris

Parziali: 22-10; 37-28; 53-50

Arbitri: Calabrese di Trieste e Carbonera di Cervignano

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L’ultima giornata della prima fase di campionato sarà tutto, fuorchè una tranquilla (e inutile) gara tra squadre già qualificate in Poule Promozione. Ad Aquilinia, sabato sera la Querciambiente Muggia affronterà la Delser Udine nel match che sancirà la conclusione della Conference Nord-Est di serie A2. E sono tanti i motivi di riflessione che accompagnano la vigilia di una sfida particolarmente sentita da entrambe le formazioni.

Innanzitutto, la conquista della posta in palio potrebbe portare a un duplice risultato: non solo quello di mettere ulteriore fieno in cascina per la fase successiva (trattandosi infatti di scontro diretto  tra squadre già qualificate nel successivo gironcino, chi vince domani sera guadagnerebbe 2 ulteriori punti utili per la Poule che porta ai play-off…), ma anche di ottenere un posto nella Final Four di Coppa Italia di categoria, qualora l’SGT Calligaris fallisse l’appuntamento con la vittoria contro Valmadrera nella gara interna in programma qualche ora prima, alle 18.30.

Su questo frangente, considerato l’eccellente periodo di forma delle triestine allenate da Nevio Giuliani (e della contemporanea crisi di risultati che invece attanaglia la Sea Logistic, nettamente battuta proprio dall’Interclub domenica scorsa), per Muggia e Udine le possibilità di acciuffare in extremis le finali di Coppa sono oggettivamente ridotte al lumicino. Maggior importanza racchiude invece  la possibilità di un “test finale” per entrambe le compagini, prima di gettarsi a capofitto nella 2° fase di stagione: sapendo delle difficoltà che inevitabilmente entreranno in gioco nell’affrontare avversarie particolarmente competitive (Sesto San Giovanni in primis, ancora imbattuta con 11 vittorie di fila), Interclub e Delser potranno ulteriormente affilare le proprie armi e limare ulteriormente i piccoli “lati oscuri” visti in precedenza.

Sul fronte rivierasco, c’è la consapevolezza che la conquista della salvezza stagionale sia un obiettivo oramai sorpassato, su cui non basare più le sfide future che attendono la Querciambiente. Borroni e compagne sanno altresì che d’ora in avanti sarà sempre più dura e, di riflesso, c’è la necessità di accrescere ulteriormente il livello del proprio gioco: il derby contro lo Sporting Club è un buon banco di prova per un ripasso generale della propria condizione, davanti a una compagine friulana che ha dimostrato sin qui compattezza nel proprio organico e che non verrà al PalAquilinia in gita di piacere.

La palla a due, in programma sabato alle ore 20.30 nell’impianto di Piazzale Menguzzato, verrà alzata dai signori Brotto e Zangrando.

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E’ online il 9° appuntamento con la Pallacanestro Interclub Muggia su RadioAttività: l’ultima ospite del 2013 è Nicoletta Borroni, ex-capitana rivierasca e ora a fianco del duo Trani-Ianco sulla panchina della Querciambiente.

Buon ascolto!

PUNTATA #9 INTERCLUB MUGGIA SU RADIOATTIVITA’

NICOLETTA BORRONI

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E’ online la telecronaca completa del derby di sabato 14 dicembre tra Querciambiente Muggia ed SGT Calligaris: le riprese sono, come di consueto, realizzate da Antonio Giacomin di Fluido.it, la telecronaca è affidata ad Alessandro Asta con il contributo di Elisa Gherbaz

1°quarto

httpvh://www.youtube.com/watch?v=Eqq9i38e3Tw

2°quarto

httpvh://www.youtube.com/watch?v=Ieh8KOOTrNs

3°quarto

httpvh://www.youtube.com/watch?v=_gihmbclWY0

4°quarto

httpvh://www.youtube.com/watch?v=5MtXuowmLbI

Tempo supplementare

httpvh://www.youtube.com/watch?v=tPCzB0-GVZQ

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Muggia perde la tramontana nell’ultimo quarto, consegnando la vittoria a una più convincente Calligaris: è questo l’esito del PalaTrieste e del derby stracittadino che premia la Ginnastica Triestina, vittoriosa sulla Querciambiente per 59-52. Una partita di quasi assoluto equilibrio nel corso dei primi trenta minuti di gara, con tanti errori in attacco da ambo le parti, viene risolta nella frazione finale dal maggior “fuoco sacro” messo in campo dalle ragazze di Nevio Giuliani, più propositive nel catturare palloni importanti nei momenti decisivi rispetto a quanto fatto vedere dalle rivierasche.

Parte meglio la compagine di casa, ispirata da Stefania Trimboli (tra le migliori in campo) e Rosellini: il vantaggio di cinque lunghezze viene però rintuzzato immediatamente dalle ospiti, che mostrano i muscoli con Capolicchio (4 punti di fila) e Borroni. Alla prima sirena l’SGT conduce di una lunghezza (17-16), con i micro-vantaggi da ambo le parti che continuano a farla da padrona anche nei secondi dieci minuti: la Querciambiente prova ad attivarsi sull’asse Palliotto-Romagnoli, trovando un gap di cinque lunghezze (23-28), è poi Vida a togliere le castagne dal fuoco per le bianche di casa, con il -1 a metà contesa.

Si procede quasi di pari passo anche nel corso del terzo quarto, quando la Calligaris trova diverse gite in lunetta (con fortune alterne) ma soprattutto due giochi da tre punti nel finale di quarto con Romano e Rosellini: è poi Borroni sul lato opposto a ridare la parità proprio alla penultima sirena (39-39), momento in cui Muggia stacca la spina e permette alla Ginnastica l’allungo decisivo. L’SGT è più viva a rimbalzo d’attacco, con la difesa asfissiante imposta dalle giocatrici di coach Giuliani che manda letteralmente in tilt l’Interclub, sotto di sette punti a quattro minuti dal termine (49-42). Il fallo tecnico, subito dopo fischiato alla panchina rivierasca, rompe ancora di più l’equilibrio tra le due squadre: la tripla di Vida mette la doppia cifra di vantaggio alle giuliane e il conseguente mal di testa alla Querciambiente, che non riesce poi a tornare in gara nonostante la salita sugli scudi della capitana Borroni.

Calligaris SGT – Querciambiente Muggia 59-52 (17-16, 27-28, 39-39)

Calligaris SGT: V. Trimboli, Rosellini 13, Zecchin 2, S. Trimboli 8, Vida 14, M. Miccoli 7, Policastro 6, Bianco, Cerigioni, Romano 9. All. Giuliani

Querciambiente Muggia: Meola 2, Borroni 17, Castelletto, Cumbat 4, Romagnoli 13, Fragiacomo, Capolicchio 6, Richter n.e., Palliotto 10, Rosin n.e. All. Trani

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La Venezia Giulia, almeno a livello di gare ufficiali, torna a riabbracciare un derby colorato interamente di rosa: la Querciambiente Muggia affronta l’SGT Calligaris a distanza di tre anni, quando entrambe le formazioni si diedero battaglia nella B D’Eccellenza di allora per sfide d’alta classifica.

In teoria, dopo un triennio, è cambiata la categoria (decisamente più consona per il blasone di entrambe) ma in fondo non è mutata la sostanza: sarà uno scontro tra compagini imbattute, quello che sabato 26 ottobre alle 18.30 nell’“astronave” del PalaTrieste vedrà di fronte due squadre che puntano decisamente a conquistare la Poule Promozione.

La compagine rivierasca arriva alla stra-cittadina col vento in poppa, da sola in vetta alla conference Nord-Est dopo le due vittorie contro Alghero e San Salvatore; sull’altro fronte, la Ginnastica Triestina ha iniziato brillantemente il proprio campionato con la vittoria casalinga contro Vicenza all’esordio stagionale, osservando poi un turno di riposo nella scorsa giornata.

Gli ingredienti per una sfida stellare ci sono tutti, specialmente per la storica rivalità sportiva che associa Muggia e Trieste: in attesa che il futuro possa eventualmente riservare più di una semplice (e per certi versi, ampiamente auspicabile) collaborazione tra le due parti, è la contesa sul parquet a concentrare attorno a sé tutto il naturale interesse tra supporters di diversa fede cestistica. Sul fronte rivierasco, la Querciambiente è ancora alle prese con un’infermeria semi-piena: ferma ancora Samantha Cergol per le noie al ginocchio non ancora risolte, si valuteranno a poche ore dalla palla a due le condizioni di Lara Cumbat, dopo l’infortunio al sopracciglio della scorsa settimana. La guardia rivierasca toglierà i punti di sutura nella mattinata di venerdì e cercherà di stringere i denti, magari con l’ausilio di una maschera protettiva, per essere a disposizione di coach Mauro Trani: ci si aspetta una bella cornice di pubblico sulle tribune del PalaTrieste, per un derby che saprà sicuramente regalare emozioni e per una SGT allenata da Nevio Giuliani che vorrà sicuramente dire la sua in un match così importante.

Saranno infine due fischietti padovani gli arbitri della sfida, i signori Cristiano Giusto e Andrea Chiodi.

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Il primo derby cittadino della stagione 2013/14 porta le effigie rivierasche: dopo la partita in chiaroscuro contro Udine di sette giorni or sono, la Querciambiente si riscatta battendo sul proprio terreno la Ginnastica Triestina per 60-50, in una gara amichevole dove la formazione allenata da Mauro Trani è uscita alla distanza nella seconda parte del match, sospinta dai neo-acquisti Capolicchio e Romagnoli.

Molte note liete per Muggia, dimostratasi meno arruffona rispetto allo scrimmage con lo Sporting Club della passata settimana e cinica quanto basta nel chiudere anzitempo la contesa; per l’SGT di Nevio Giuliani, con una Anna Vida a mezzo servizio a causa di problemi fisici occorsi proprio durante la sfida di Aquilinia, c’è comunque la consapevolezza di essere un organico in crescita, che potrà dar fastidio a molte in campionato.

Trieste parte decisamente meglio rispetto alle padrone di casa: due realizzazioni di fila di Rosellini, dopo il canestro in avvio di Maria Miccoli, costringono coach Trani a un time-out repentino dopo due minuti e mezzo (2-6). Muggia pareggia i conti 180 secondi dopo, col mini break di 5-0 targato Capolicchio e Borroni (9-9): la Querciambiente è più attenta in difesa rispetto al prologo del match, riuscendo a rubare qualche pallone prezioso per poi riversarsi in contropiede.

Cumbat regala il primo vantaggio rivierasco (13-11 al 6′), l’Interclub resta avanti sino alla prima sirena quando un solo punticino distanzia le due compagini in campo: in seguito si segna poco da ambo le parti, con attacchi sterili che si tramutano in pochi canestri segnati. L’Interclub prova a giocare in maniera più profonda sotto canestro, sfruttando il duo Palliotto-Romagnoli per presidiare l’area pitturata: il risultato è la conquista di diverse gite in lunetta, pur con realizzazioni mediocri dalla linea della carità (3/8 nel secondo quarto). Sul fronte avverso Trieste riesce a non imbarcare troppa acqua, nonostante il parziale a favore delle padrone di casa che manda l’SGT sul -9 al 16′ (29-20): il team di Giuliani si ridesta con Romano e Veronica Trimboli, chiudendo metà gara con uno svantaggio minimo di tre punti.

Alcune triple non dichiarate di tabella (prima Borroni, poi Rosellini sul lato opposto) spostano poca inerzia sia da una parte che dall’altra a inizio ripresa: almeno per i primi quattro minuti del terzo quarto, la Calligaris riesce sempre a ricucire lo strappo con Muggia. Servirà un parziale di 12-4 a favore della Querciambiente a dare un sussulto alla gara: con una Capolicchio estremamente chirurgica al tiro, l’Interclub approfitta di qualche errore di troppo al tiro delle avversarie per andare sul +9 al 30′ (46-37). L’ultimo quarto è nel segno di Alice Romagnoli, implacabile dalla media distanza e  in qualche occasione più votata nel ruolo di ala-forte: i punti della ex-Udine e Marghera mandano le rivierasche sino al massimo vantaggio di 56-41 a sette minuti dalla fine, un gap che la Ginnastica non riuscirà più a colmare sino al termine.

Querciambiente Muggia-Calligaris SGT Trieste 60-50 (16-15, 29-26, 46-37)

Querciambiente Muggia: Meola 2, Borroni 8, Cergol 1, Castelletto 4, Cumbat 10, Romagnoli 10, Fragiacomo 1, Capolicchio 15, Richter, Palliotto 9, Reppi n.e., Rosin. All. Trani

Calligaris SGT Trieste: V. Trimboli 3, Rosellini 13, S.Trimboli 2, Vida 7, M.Miccoli 6, Policastro 4, Cerigioni, Bianco 4, C.Miccoli 4, Romano 7. All. Giuliani

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