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crese2015_teamsdsE’ praticamente ufficiale: in questa torrida estate 2015, il titolo della Crese Cup è salito di almeno 5 punti percentuali nell’indice Hang Seng della borsa di Hong Kong. Non serve però che la nota emittente televisiva Bloomberg si sforzi in attente e oculate analisi di mercato per scoprirne la causa: la presenza massiccia di sandrini al villaggio di San Luigi ha portato – nel corso degli ultimi 30 giorni – lo stesso effetto benefico del “New Deal” di Franklin Delano Roosevelt dopo il Giovedì Nero del 1929.

Entusiasmo, colore, una manciata di sana pazzia in più e un pubblico sempre più massicciamente presente a bordo campo e (soprattutto) divertito da ciò che si vedeva e sentiva in campo: nonostante il quinto posto assoluto (battuto Decathlon per 2-0 nella gara conclusiva) possa portare in primissima battuta a un sorriso a denti stretti (perlomeno, se paragonato al raggiungimento della finalissima datata 2014), il Team SDS ha da poco chiuso la sua 3° Crese consecutiva con un bilancio dannatamente positivo.

Ma chi avrà meritato la palma di MVP…e quella di “asino sandrino”? Scopriamolo assieme, grazie al pagellone di fine torneo:

Ale: seconda stagione in maglia sandrina, seconda parentesi dignitosissima per lei e sicuramente un torneo di maggior peso rispetto alla scorsa estate. Nonostante qualche avversario abbia tentato di sfigurarla con un meteorite lanciato sul suo viso, il Non Fa Male! di Rocky è diventato il suo credo di vita in gran parte delle partite disputate. Accompagnando le proprie giocate anche da una buona dose di imprecazioni (di fatto, il buono-acquisto di 50 Euro presso le Edizioni Paoline le verrà recapitato quanto prima a casa), Ale ha saputo portare leadership nel gruppo. VOTO: 8

Alice: primo nuovo “volto” dell’SDS, ha finito col strappare consensi sin dal primo servizio vincente. Divenuta rapidamente uno dei tasselli di punta del sestetto titolare, ha conquistato grandi e piccini con quel suo sorrisone incredulo ad accompagnare un muro andato a segno o una schiacciata ben assestata verso gli avversari. Il suo delizioso Orco Tocio, me sa che no rivo a venir la prossima volta è stato inoltre salutato dall’Accademia della Crusca con una menzione ad honorem, valendole anche mezzo voto in più in pagella. VOTO: 8.5

Bubo: l’ MVP Sandrino è lui, sia fuori che dentro il rettangolo verde: il lavoro “in ufficio” per costruire la squadra del 2015 ha portato tanto talento in più nel Team SDS, con le defezioni “in rosa” riscontrate durante l’inverno abilmente rintuzzate con nuovi elementi che hanno saputo perfettamente integrarsi nell’ossatura di squadra. Ma c’è di più: la sua personale potenza offensiva sul campo è stata a dir poco micidiale. Chirurgico e letale come un “head shot”, per concretezza ha saputo emulare il mito di Clint Eastwood nel film “Gunny”, quando il sergente Highway era solito condividere assieme agli altri la propria abilità nell’ infilare una palla da biliardo in c**o a una pulce da 200 metri”.
Crese pressochè perfetta per lui, omaggiato per l’occasione con la maglia vintage dell’SDS numero “00”, precedentemente di proprietà del presidente Sandroweb. VOTO: 10  

Carpa: “La potenza è nulla senza controllo”, recitava una celebre pubblicità del passato. L’uomo dai capelli rosa ne diventerà il probabile testimonial per una rivisitazione della stessa, in un futuro non troppo lontano. Si lancia in maniera scomposta su parecchi palloni, cerca di sbattersi e spesso si lamenta. E lo fa anche in favore di vento, quasi per voler dare un segnale di disagio sociale al mondo intero. Tanto diligente nel chiedere (frequentemente) di voler entrare in campo, quanto agitato in panchina a tal punto da far impazzire perfino la maionese preparata dalle massaie “SanLuigine” nelle cucine delle abitazioni antistanti il Crese Village.
Sparisce nel finale del torneo per giusta causa (Bruna Mar e la piccola Ginevra ringraziano in tal senso), mentre il cappellino con l’elica continua a essere la sua personalissima “propusnica” per farsi notare come un parafulmine su un minareto. Ad ogni modo: se Carpa non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. VOTO: 7.5

Folpo: mai sentito un cefalopode urlacchiare così tanto in partite di volley, nemmeno si trovasse all’interno di un tegame adibito per la preparazione del celebre cacciucco alla livornese.
Torneo contraddittorio il suo, asso nella manica sandrina nell’edizione 2014 ma leggermente sottotono in quella appena conclusa: sarà che molti compagni di squadra, ben più continui in campo, finiscono con l’oscurare i suoi…tentacoli. Ma è anche vero che qualche piccolo passaggio a vuoto lo tiene lontano dal miglior mollusco ammirato in tempi non sospetti: si rifà con le elargizioni spontanee di birra in vari “terzi tempi”, preferendo emulare il fratello maggiore Carpa sul fronte del “casino acustico” prodotto. I sandali modello “Nazareth”, indossati con poca grazia, è quanto di più kitsch visto alla Crese di questo anno. VOTO: 7.5

Jana: altra “new entry” sandrina, altra piacevolissima sorpresa del Team SDS. Abbondantemente sopra gli scudi quando viene chiamata in causa, dà ordine e disciplina in campo: è evidente come il suo status di “Soldato Jana” – molte volte visto al Free Volley della Crese – sia un omaggio alla pellicola del 1997 interpretata da Demi Moore.
Anche indossando il cappellino natalizio dimostra attributi d’acciaio, una caratteristica che raggela il sangue degli avversari: peccato averla vista relativamente poco in azione, causa impegni improrogabili indipendenti dalla nostra volontà. VOTO: 8

Lara: l’utilità fatta capitana. Seràfica, mai sopra le righe, la sua unica debolezza è quella…ormonale: quando gli avversari in campo sono dei fustacchioni, Laretta rischia di diventare un “boio” e di veder accendersi la spia di surriscaldamento della propria power unit. L’esperienza però le dà una mano e non sbaglia quasi niente in campo, dimostrando di aver ancora abbondantemente in mano le redini della squadra. VOTO: 8

“L’Immorale” Postogna: ecco a voi l’asino sandrino! Si puntava tanto su di lui, tanto dall’aver messo nero su bianco l’accordo per la Crese 2015 in larghissimo anticipo. Ha un fiuto da cane da tartufi per la…fauna del gentil sesso errante e vagabondante in via Felluga, decisamente meno nello scaricare tutta la propria (poca) viulenza nelle schiacciate: sale tanto a rete, ma lo fa alla stessa stregua di Superman al quale sono stati precedentemente iniettati 4 cc di soluzione fisiologica a base di kryptonite.
Tocca il livello più basso nella finale per il 5°/6° posto, vestendo il cappellino da Pippo, “Yukkeggiando” in maniera fastidiosa e dando sfogo a una serie di battutacce di bassa lega sulle proprie…orecchie lunghe: quando a breve gli verrà consegnato il cappello da “muss”, allora sì che se ne potrà vantare. L’angolo del castigo lo attende, sperando che anche lì non si metta a fantasticare poppe e natiche di vario genere…VOTO: -2.5

Pive: che potenza di percosse per il miglior “capotreno” della Crese! Leggiadro nei movimenti da far impallidire Nureyev, è il “7° uomo” di lusso per il Team SDS: con lui in campo, l’orizzonte si trasforma in un arcobaleno composto da uno stuolo di bambini con i baffi. Miglioratissimo in ogni aspetto, è evidente come il nuovo status di “Papà” lo abbia ringalluzzito e non di poco: punta seriamente a diventare uno dei favoriti per il titolo di MVP dell’edizione 2016. VOTO: 9

Pols: è un piacere averla in squadra, anche perché la sua pacatezza e i suoi modi gentili – conditi da un sorriso sgargiante sempre stampato in faccia – hanno l’effetto rilassante di una tisana di passiflora, a tal punto che anche i sandrini più esagitati ne traggono effetto dalla sua aurea.
Precisa in campo e ottimo rincalzo dei titolari, è un altro tassello vincente del Team SDS targato 2015. VOTO: 8

“Sunhine” Pecile: il VIP della squadra, colui che con la sua maschera di Hulk con pugni annessi aveva sin dal principio messo in chiaro diverse cose. Per quanto lo abbiamo visto ridere a crepapelle, crediamo vivamente si sia divertito a sufficienza per provare un altro giro sulla giostra sandrina del 2016: dispiace averlo avuto a “singhiozzo” in questa Crese, anche perché il potenziale c’è e lo si è notato con tutti quei pallonetti velenosi recapitati agli avversari.
In attesa di vederlo (sperabilmente e rapidamente) con la maglia della Pallacanestro Trieste 2004, una parentesi di valore per “Captain America”, di cui però non abbiamo visto lo scudo stellato. Almeno per ora… VOTO: 7.5

Vise: andrà sicuramente a scuoiare Bubo alla fine della lettura, perché va vicinissimo al titolo di “meio toco sandrino” e lo manca solo per mezzo punto.
Eccellente nel gioco così come nell’avere la battuta in canna tra un punto e l’altro durante la partita, il “pistolero tirolese” (appellativo guadagnatosi nella finale del 5°/6°posto) si presenta sempre con qualcosa di diverso sulla testa, arringando le folle a bocce ferme con racconti a tinte forti, tra una bistecca di anguss e una grigliata mista.
Il più completo di tutti, inseribile a pieno diritto in uno di quei strani annunci sui giornali che iniziano con “A.A.A.A.A.A.”. VOTO: 9,5

Menzione speciale anche per Serena Burato (che ormai ha la cittadinanza sandrina onoraria in tasca) e per Chiara, con quest’ultima protagonista di una fugace apparizione nell’ultima partita del torneo, nonchè a tutti gli amici di Elsitodesandro.it che hanno passato anche una sola serata a bordo campo, per vedere gli scalmanati “All Reds” all’opera e per renderci onore. Grazie! 🙂

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bubo_teamsdsIl ruggito di un felino, ferito nell’orgoglio e con qualche problema intestinale: se sentivate uno strano verso alzarsi più e più volte nel martedì sera di San Luigi, non era il semplice e intenso gracchiare del Team SDS sul verde di via Felluga, ma un vero e proprio grido di battaglia di chi non cede il passo, seppure le posizioni più nobili del torneo siano evaporate nell’unica sconfitta sandrina, patita la settimana scorsa.

Il match che ha visto Elsitodesandro.it opposto a Fisiovolley aveva una caterva di buoni motivi per non passare inosservato: prima di tutto, perché “One Night Only” si riproponeva la sfida di finale del 2014 in cui l’SDS si arrese a un solo passo dal titolo di campione di Crese Volley. Ma in particolare perché la vigilia tormentata che ha preceduto il match ha avuto molti tratti tinti di “giallo”, degni del miglior thriller letterario in cui non è il maggiordomo a divenire il principale indiziato del crimine

Innanzitutto: la partita che metteva in palio l’accesso alla finalina per il 5°/6° posto era prevista 24 ore prima in prossimità del capolinea della linea 26. I convocati di rosso bardati erano lì, pronti per dare nuovamente sfogo al (bassissimo) quoziente intellettivo in proprio possesso. Tuttavia un piccolo problema si era successivamente palesato: dov’era finita la squadra avversaria? Passano i minuti e non si vede nessuno all’orizzonte (tranne una carovana di “mussi”, con i quali un paio di sandrini avevano avidamente scattato selfies di qualità qualche ora prima). La soluzione al dilemma arriva dopo un rapido consulto da parte del Consiglio di Sicurezza del Crese Volley, presieduto dall’organizzatrice Serena “Senza Nuvoli” Burato: la causa del problema è stata poi attribuita a un banale lavaggio a 60° del tabulato contenente i calendari, con la centrifuga finale a dare il colpo di grazia cancellando la riga contenente proprio l’avversaria di serata del Team SDS, trasformatasi in maniera kafkiana da Decathlon a Fisiovolley (?).

Chiarito l’inghippo e rifatte nuovamente le convocazioni per il giorno seguente (con Lara Cumbat per una sera in “congedo matrimoniale”), i sandrini si presentano al gran…incompleto in quel di San Luigi: oltre alla capitana, niente Pols e Carpa (lontani entrambi da Trieste), così come Jana, “Sunshine” Pecile e Folpo (quest’ultimo però apparso al termine del match con due brocche di birra e con magnificenti sandali modello “Nazareth” ai piedi, risalenti con buona approssimazione al primo secolo dopo Cristo). Solo sei effettivi a disposizione del Presidente Sandroweb, che coraggiosamente aveva affermato a bocce ferme “Go come l’impression che no riveremo a far cambi, stasera…”: previsione efficace da parte del numero 1 del Team SDS, costretto a ricorrere a pesanti somministrazioni di luppolo per constrastare fatica e sudorazione abbondante da parte dei suoi.

E’ il contributo del pubblico di fede sandrina a dimostrarsi il punto di forza dei “reds” in più battute: oltre all’apporto della sempre preziosa “Vanessita” Benza, decisamente più propensa in questa occasione nell’incitare la squadra anziché cacciare i cinghiali “sanluigini” con la propria balestra, vanno registrate altre importanti presenze a bordo campo. La coppia Pohlen-Schender – seduta compostamente in panchina – con la propria aurea di positività ha saputo rinfrancare la mente e lo spirito come lo fa la “Settimana Enigmistica” nelle case degli italiani, così come la “guest-star” di serata Alex Pernic ha voluto mettere i puntini sulle “i” nell’immediato post-partita, decantando con l’affabile efficacia di un menestrello medievale alcune barzellette di basso rango sessista dal tema “imbriagoni che va per i bar, con le luganighe in scarsela”.

E sul lato squisitamente sportivo? Beh, il Team SDS fa ampiamente il proprio dovere, imponendosi per 2-0 su Fisiovolley: tanti i “Mi Piace” che ne scaturiscono dalla vittoria, a partire dal neo-capitano in pectore Vise che si è esibito in una serie consecutiva di “bagheroni cadendo a terra”, trasformandosi in una sorta di zitolo-zotolo vivente. Bene inoltre il sempre vivo Bubo, insospettabile braccio armato della giustizia sandrina nell’andare a schiacciare a rete, nonchè il “capotreno aggiunto” Pive, esibitosi in alcuni assoli di “Another Brick in the Wall” nell’erigere muri contro gli avversari in una mezza dozzina abbondante di occasioni.

Con le “quote rosa” a recitare il ruolo di consueto motorino inesauribile (ottima Ale, ancor più precisa in campo rispetto alle gare precedenti e con il compendio del “Cantico delle Creature” di San Francesco sempre a portata di mano; benissimo anche Alice, nonostante nel finale di gara si sia esibita in qualche passo di salsa merengue in fase di ricezione, non propriamente compresa dai compagni di squadra) la pecora nera del gruppo è stato indiscutibilmente l’ “Immorale” Postogna, per una volta ritornato a essere un semplice e comune umano. Errori in battuta, errori in ricezione, errori sotto rete e sguardo perso nel vuoto a fissare le poppe altrui (come peraltro confermato dallo stesso diretto interessato al termine del match): per il portiere della Pallamano Trieste un deciso passo indietro a livello di prestazioni, evidenziato anche dalla “stiticità” nel colpire il pallone in fase di schiacciata (ecco dunque spiegata la metafora del felino con problemi intestinali, nel cappello di questo resoconto…) e dai notevoli insulti dei presenti.

Venerdì 3 luglio l’epilogo di Crese Sandrina, fissato per le ore 21.30 a San Luigi: “Non prendete impegni”, specifica l’owner Sandroweb, intervistato fuori dagli spogliatoi subito dopo l’antidoping a cui – per motivi tuttora ignoti – è stato costretto a partecipare pur non avendo giocato. “Sarà l’occasione per rivedere, per l’ultima volta in questa estate 2015, la sana instabilità mentale che ha saputo rapire proprio tutti nel villaggio olimpico di via Felluga. Vogliamo congedarci con il botto e stiamo preparando coreografie molto particolari, che esibiremo solo al raggiungimento di almeno 800 “Likes” sulla pagina ufficiale Facebook di Elsitodesandro.it”.

Quindi, per l’amor di Dio, cominciate a scaldare i vostri mouse.

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teamsdsquartidifinale2015Far breccia sulla Muraglia Cinese con il solo uso dei bastoncini del celebre “Shanghai”. MacGyver purtroppo si nasce, non lo si diventa in corso d’opera: leggendo gli accoppiamenti dei quarti di finale – in cui la cervellotica regola del quoziente punti aveva relegato il Team SDS al secondo posto nel girone, nonostante l’arrivo alla pari coi “Keep Calm & Stay Drunk”, battuti all’esordio – i sandrini sapevano sin dal principio che sarebbe stata dura con Generation Volley, formazione sconfitta lo scorso anno in semifinale ma che in questa edizione della Crese ha potuto schierare diversi effettivi di valore e di alta categoria. E per Elsitodesandro.it la corsa verso i piani altissimi si interrompe in un giovedì sera dove il clima atmosferico torna a essere mite, con un secco 0-2 incassato che tuttavia non intacca minimamente il “karma” dei rossi, come sempre al massimo della potenza nel divertire tutti, grandi e piccini, bipedi e quadrupedi, parcheggiatori abusivi e non.

Alcuni grandi ritorni in panchina – almeno a livello di spettatori – fanno da cornice a un pre-partita subito scoppiettante sul lato sandrino: oltre alla “Blond Shark” Giulia Fragiacomo, riapparsa in forma smagliante sul territorio triestino dopo il soggiorno-studio negli States che le ha permesso a fine corso di recitare il celebre scioglilingua “Peter Piper picked a peck of pickled peppers. If Peter Piper picked a peck of pickled peppers, how many pickled peppers did Peter Piper pick?” in 2 secondi netti, c’è stata anche la graditissima visita della ex Annalisa Borroni, frenata giocoforza dal brutto infortunio al ginocchio patito in maglia SGT a inizio campionato ma felice di poter dare una spinta anche a bordo campo. E che spinta! Dalla frase “Ciò, l’organizzazion no funziona qua, no xe più birra in panchina come iera una volta!” che ha visto il successivo e repentino materializzarsi di ben tre caraffe dell’amato integratore salino al gusto di malto (alcuni presenti hanno però testimoniato di una sedicente trasformazione acqua-birra della stessa Anna al banco vicino all’Infopoint, quasi come avvenne nelle nozze di Cana di biblica memoria) sino ad arrivare ai cortesi inviti rivolti ai giocatori in procinto di entrare in campo (“Ciò Immortale, vedi de spostarte de là che no vedo niente!”). Da registrare infine il generosissimo apporto di Andrea “Pitch” Picinin, forte a sostenere il Team SDS con la sua “polo-striscione” dotata di strascico, indossata in maniera impavida nonostante il rischio di inciampare continuamente e di sbattere il grugno sul verde di Via Felluga fosse un pericolo ricorrente stile Final Destination.

Il primo set contro Generation Volley è praticamente senza storia: la formazione di Serena “Cloudless” Burato, che per una serata diventa “nemica” di Elsitodesandro.it (ma che a fine partita ha voluto già lanciare copiosi segnali di fumo su Facebook, ipotizzando pubblicamente di convolare a nozze col Team SDS per l’edizione 2016…semplice boutade o la consapevolezza che la “de-sandalata” non può più resistere al lato oscuro della forza sandrina?), fa talmente tante pentole e coperchi da far impallidire Giorgio Mastrota in una televendita della Mondial Casa su Media Shopping. Ai primi 15 punti che arrivano sulla gobba dell’SDS non c’è una bicicletta con cambio Shimano in regalo, ma solo la consapevolezza di come i valori da una parte all’altra della rete siano profondamente diversi. Con un gap troppo pesante e importante da rintuzzare, i sandrini perdono nettamente la prima parte del match ma non la propria voglia di rovistare dalla borsa di Mary Poppins per trovare qualche contromisura ad hoc. Ci penserà il prode “Sunshine” Pecile (che, poco prima del match, si era presentato in campo con maschera e pugni da Hulk, incontrando però non poche difficoltà nel controllo delle schiacciate e con il pallone spesso rotolato sino dalle parti di Via Ginnastica) a mettere quasi tutti d’accordo, con tocchi leggiadri sottorete e pallonetti morbidi ad uccellare la difesa avversaria. Il Team SDS va avanti anche di 4 lunghezze nel secondo set, ma i ”cyborg” di Generation Volley fanno presto a ristabilire la parità e a mettere successivamente la freccia: troppi muri vincenti, troppe schiacciate messe a segno da parte di nerboruti e abbronzati individui che finiscono con l’ammaliare anche la capitana Lara Cumbat, fertile nel dispensare apprezzamenti per i gesti tecnici dei “machi” nemici e ripresa più volta dall’ “Immortale” Postogna con un laconico “Ma te zoghi con noi o cossa? Basta vardar i altri!”).

La sconfitta arriva dunque inevitabile per i sandrini, che cedono anche il secondo set nonostante una “Liturgia delle Ore” recitata più volte e con indiscutibile impegno da Ale Targa e con un Carpa-Caparezza a bordo campo a muovere i piedi all’indietro come fanno i cagnolini subito dopo aver espletato i propri bisogni fisiologici. “Ora però vogliamo chiudere il torneo nella miglior posizione possibile” commenta il presidente Sandroweb al termine della partita, nel momento stesso in cui l’intero sodalizio di rosso vestito ammirava la “tonnara di uomini-bolla” della Crese Bubble rotolare come le tartarughe delle Galapagos. “Ho letto un po’ di scoramento negli occhi dei miei per una sconfitta che ci estromette dalla lotta per i piazzamenti migliori, tuttavia abbiamo ancora tante carte da poter giocare in questo torneo. Faremo in modo che tutti i presenti a San Luigi possano apprezzare ancora di più lo spirito che ci contraddistingue: non esiste, per folklore e metodo di trascinare le folle, una squadra migliore della nostra. Lunedì sera abbiamo un match da non fallire per conquistare la finale per il 5°-6°posto: siamo già carichi a pallettoni per fare in modo che la scia sandrina possa ancora spargersi copiosa a San Luigi. Non avete ancora visto al 100% tutto il potenziale di ignoranza gratuita in nostro possesso”.

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cresevolleySDS2014_1Dopo i sorteggi del Crese Volley 2015, trasmessi in mondovisione e in stereofonia nelle zone già raggiunte da questo servizio, dall’urna di San Luigi la squadra di Elsitodesandro.it ha trovato “Pizzeria Da Gigi”, “Pallavoloinsieme” e “Keep Calm and Stay Drunk”: sarà proprio quest’ultima avversaria – la cui schietta denominazione sociale sta già spingendo i massimi dirigenti sandrini a stringere un proficuo gemellaggio pre-partita – a materializzarsi quale primo ostacolo del Team SDS nella nuova avventura estiva a tinte pallavolistiche.

L’esordio è fissato per la serata di lunedì 8 giugno, sul campo “A” del comprensorio sportivo di Via Felluga, con orario di inizio alle 20.30; gli altri due appuntamenti del girone B vedranno impegnati i “rossi” di SandroWeb giovedì 11 alle 21.30 e venerdì 19 giugno alle 20.30.

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Il sogno di vittoria finale si infrange come un’onda sulla muraglia cinese, eretta per l’occasione da Fisiovolley: il Team SDS, nell’ultima parentesi di Crese Volley, si arrende per 2-0 ai più quotati avversari, chiudendo il torneo 2014 con un comunque lusinghiero secondo posto assoluto. 

Con estrema schiettezza e lucidità, va detto che il risultato non fa una piega per quanto visto sabato sera sul campo principale di Borgo San Sergio. Ma è anche vero che i sandrini, anche in questo frangente, hanno dato tutto quello che avevano in corpo per tentare di fronteggiare una squadra decisamente in palla, arrivata a questa finale con tanto vento in poppa. Non c’è dunque particolare scoramento all’interno del roster di Elsitodesandro.it, arrivato incredibilmente sul secondo gradino più alto del podio dopo un ruolino di marcia a dir poco fantastico: la grande coesione del gruppo, fatto da tanti elementi che magari poco c’azzeccano con la pallavolo d’elite, ha comunque permesso di tagliare un traguardo importante. Ci può dunque essere soltanto estrema soddisfazione per il risultato acquisito, unita a un po’ di acquolina in bocca per l’edizione 2015 dove i sandrini vorranno (e potranno) cercare il risultato massimo, sfuggito di mano quest’anno.

Grande cornice di pubblico in via Petracco, in una serata che ha visto la chiusura anche di tutti gli altri tornei targati Crese. Tanti i volti noti dello sport triestino, presenti alla finale del Volley Free: da “Sunshine” Pecile a Giulia Fragiacomo, dallo “stampellato” Marco Contento a Elena Capolicchio (tra l’altro, fresca vincitrice della palma di miglior giocatrice del Crese Basket 2014), sino a concludere con gli onnipresenti Cate Bianco e Thomas Postogna, con quest’ultimo già prepotentemente prolifico nel lanciare messaggi… d’amore alla dirigenza SDS, allo scopo di poter far parte del futuro roster sandrino. Ma nel parterre c’erano anche tanti amici dei giocatori in campo, assieme a conoscenti o semplici curiosi, ad assistere a un match ripreso da telecamere e fantascientifici droni volanti: un palcoscenico degno di una finale di World League.

In realtà, di tecnico c’è ben poco da raccontare: sono quasi due set-fotocopia quelli che mettono le ali a Fisiovolley. Il team di Elsitodesandro.it fa molta fatica soprattutto nella parte finale del primo parziale (chiuso sul 18-25), dove gli errori gratuiti – in particolare sotto rete – finiscono con l’essere la spada di Damocle sopra la testa sandrina. Il semi-riscatto arriva nel set successivo, molto più combattuto e acceso, dove trasuda il talento dell’ “esploratore Vise” (poi eletto MVP della finale) e con la squadra bardata di rosso che resta aggrappata più a lungo agli avversari, quasi a voler scrivere una nuova pagina del libro “Cuore”, attendendo che dall’alto arrivasse direttamente l’intercessione di Edmondo De Amicis. Ma la realtà sul campo si traduce invece con l’allungo degli avversari, che con cinque match-ball a disposizione blindano definitivamente i discorsi: i sandrini ne disinnescano due, nulla possono però sul terzo, chiudendo gara e torneo sul 21-25.

Non c’è assolutamente amarezza, aldilà della finale persa” – è il commento del presidente El Sander, intervenuto nel dopo partita a uno speciale sul Crese Volley, trasmesso dalla Televisione Centrale Nord Coreana di Pyongyang – “l’aver dato tutto, senza risparmiarci, purtroppo non ci ha premiato come avremmo voluto. Tuttavia voglio sottolineare ancora una volta come questo meraviglioso gruppo, composto da ragazze e ragazzi a dir poco superlativi, sia stato in grado di arrivare ad un passo dal toccare il cielo con un dito. Alla fine li ho abbracciati uno per uno e li ho ringraziati per quanto hanno fatto: arrivavamo dall’uscita di scena al girone eliminatorio dello scorso anno, il secondo posto ottenuto in questa edizione è un risultato a dir poco straordinario.

Per il “leader maximo” dell’SDS, cosa resterà di maggiormente indelebile di questo Crese Volley 2014? “Senza ombra di dubbio, il grande affetto che il pubblico ci ha riservato nel corso del torneo: non eravamo tecnicamente i più bravi, ma abbiamo fatto breccia nei cuori di molti grazie alla nostra simpatia, a un uso sconsiderato di copricapi e a una condotta in campo da comiche di Benny Hill. Ci siamo fatti conoscere a modo nostro, strappando più un sorriso a tutti i presenti: in questo ambito, Elsitodesandro.it ha stravinto a mani basse. E’ stato questo il nostro vero successo, che oltretutto rappresenta la base per ripartire nella prossima estate”.

E, a proposito del sistema di reclutamento delle nuove “leve sandrine”, lo “00” conclude: “Abbiamo già ricevuto tante richieste per poter far parte del nostro team: un motivo di soddisfazione in più, spero solo che l’organizzazione estenda almeno a 24 la lista dei possibili giocatori della rosa. Il primo passo sarà comunque quello di cambiare borsa-frigo, messa a ferro e fuoco dai miei giocatori durante il torneo: quella attuale sembra sia stata attaccata da un branco di cavallette impazzite…”.

 

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Il traguardo più ambito è ora lontano una gara. Una sola, unica partita separa il Team SDS da un qualcosa che nessuno, nemmeno il più ottimista della banda rosso-alabardata, si sarebbe minimamente azzardato di pensare alla vigilia del torneo.

Una semifinale a dir poco pazza consegna ai sandrini il biglietto per l’atto più importante del Crese Volley 2014: ma per superare la compagine del Generation Volley (a cui va il merito di una condotta di gara impeccabile, dentro e fuori dal campo) c’è voluto un tie-break, ambito precedentemente indigesto per “Cote” Cumbat e compagni che si è invece rivelato vincente nella gara più importante sin qui disputata.

Quella di Borgo S.Sergio è stata una sfida decisamente a fasi alterne per Elsitodesandro.it: contro avversari duttili, non particolarmente tecnici ma dannatamente imprevedibili e funambolici che con pieno merito erano sin lì ancora imbattuti nel torneo, il Team SDS ha mescolato momenti di buona pallavolo con altri di completo black-out. Non è un caso che, con l’assenza di un terminale offensivo fondamentale quale Folpo, i sandrini si siano trovati costretti a stringere i denti con poco peso specifico a rete e conseguente tanto olio di gomito da dover buttare in campo, con il fosforo che è diventato giocoforza il partner fondamentale per poter salire sugli scudi.

Se da una parte tutto questo ha funzionato nel primo set, seppure con qualche distrazione di troppo (chiusura da brivido sul 25-23 per i “rossi”), la metamorfosi kafkiana è poi avvenuta nella frazione successiva, quando il Team SDS ha iniziato a commettere qualche inopinato errore in battuta e in schiacciata, permettendo ai “Generati” (che, tra gli altri, potevano annoverare nel proprio roster i “100% Made-In-Crese” Piero Manosperti e Martina Klimic) di rimettersi in carreggiata. Non solo: i “sandrini” hanno completamente perso la bussola sul 23-22 in proprio favore, sbagliando comodi appoggi in palleggio e innervosendosi in dose massiccia, anche con qualche borbottio di troppo tra compagni di squadra. Nonostante dalla panchina rosso-alabardata siano arrivati costanti gli inviti alla calma e alla pazienza , il secondo set si è poi interamente colorato di bianco, finendo nelle mani di Generation Volley per 23-25 e rimandando tutti i discorsi al tie-break.

Il momento nero sembra continuare anche in apertura dell’ultima frazione di partita, con gli avversari avanti 4-1 e con elevate dosi di preoccupazione su sponda “rouge”. Tutta l’inerzia sembra ben lontana dalle mani sandrine, ma se sei all’interno del Labirinto di Cnosso e ti imbatti nel Minotauro, devi essere capace di prendere il mostro per le corna e di allontanare da te stesso tutta la paura di soccombere ad esso. E’ proprio in questo modo che l’SDS ritrova il…filo di Arianna e si rimette sulla retta via: i buoni palleggi di Ale vanno a servire gli unici due “totem” a disposizione di Elsitodesandro.it. Sono infatti Carpa e Vise a mettere il punto esclamativo nel terzo set, colpendo sul fronte opposto dove in precedenza avevano alternato buone cose ad altre meno brillanti: la squadra riprende colore e fiducia, chiudendo definitivamente i conti sul 15-9 da cui scaturisce la conseguente grande felicità di fine partita, anche grazie all’ “entusiasmatica” presenza del tifoso Matteo Praticò, prodigatosi nell’abbracciare i sandrini al termine del match.

“Godiamoci questa vittoria e questa serata di elevata euforia”, esordisce il presidente El Sander ai microfoni di Al Jazeera, dopo aver atteso e ottenuto un interprete per la traduzione simultanea dal triestino all’arabo. “Arrivati a questo punto, con tutti i pronostici che decisamente non ci davano per favoriti, è chiaro che non possiamo accontentarci del già splendido risultato sin qui ottenuto. Siamo stati capaci di approdare alla finalissima e ora conta solo vincere: conosciamo già i nostri prossimi avversari di Fisiovolley, avendoli incontrati solo un paio di giorni fa, e sappiamo quanto difficile sarà imporsi contro di loro. Tuttavia, questa sera più che mai – continua il numero “00”abbiamo dato un segnale importante, nonostante le poche rotazioni a nostra disposizione. Alla fine era necessario riprendere la fiducia nel momento topico e non lasciarsi abbattere per gli errori gratuiti che abbiamo concesso: ce l’abbiamo fatta grazie agli attributi enormi di ogni effettivo in maglia rossa, che ha saputo esaltarsi nelle difficoltà. Fra meno di 24 ore ci aspetta la sfida più importante di questa nostra estate, sono convinto che sapremo fare bene: siamo a un passo da scrivere una bella pagina di storia sandrina, non credo minimamente che i ragazzi arriveranno mentalmente scarichi a questo appuntamento. Saremo pronti a combattere sino all’ultimo pallone”.

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La serata dell’8 luglio 2014 non passerà alla storia solamente per la mega-imbarcata carioca – ottenuta per mano teutonica – ai mondiali di calcio in Brasile. Ma, in particolar modo, per la qualificazione alle semifinali di Crese Volley del Team SDS che, da brutto anatroccolo di chi non ha propriamente la pallavolo nel proprio DNA si è progressivamente trasformato in un graziosissimo cigno, tale da fare invidia al tanto decantato pennuto della fiaba di Hans Christian Andersen.

Mai sconfitta al tie-break, come quella patita contro Fisiovolley, poteva essere più dolce: nonostante l’1-2 rimediato  martedì sera, grazie al miglior quoziente-punti i “sandrini” centrano l’ingresso nell’Olimpo delle quattro migliori formazioni del torneo. E poco importa se si è utilizzata la…porta di servizio per centrare questo nobile traguardo: Elsitodesandro.it ha dimostrato di meritare un posticino tra le “grandi”, certamente non solo per l’ubriacante idiozia che ha contagiato tutto il villaggio Crese di Borgo San Sergio nei giorni addietro, ma per tutta una serie di validi e comprovati motivi.

La sola gara di ieri sera, che da una parte ha confermato l’ “allergia sandrina” per i terzi e decisivi set (anche contro NPC2 era arrivata una sconfitta sul filo di lana), ha contemporaneamente sottolineato la voglia – e la concreta efficacia – nel poter battagliare anche contro altri team notevolmente più tecnici. Tutto questo lo puoi mettere in mostra solamente se hai cuore, tenacia, orgoglio smisurato e anche un bella dose di faccia tosta: tanti elementi che (questi sì) sono insiti in tutti i componenti bardati di maglia rossa con alabarda bianca in rilievo. E che molte altre squadre non hanno davvero il lusso di poter disporre.

Che fosse una gara diversa da tutte le altre lo si è capito sin dal primo scambio sotto rete: la consueta e proverbiale stupidità di alcuni componenti del Team SDS si è trasformata in furia agonistica, specie dopo un primo set perso malamente per 25-14 dove Fisiovolley ha decisamente recitato il ruolo di padre padrone. L’immagine del vice-capitano “Carpa”, mutato in pochi istanti da “Stupidin con l’elica” a bestia idrofoba che ha rischiato di calpestare anche i cagnolini presenti a bordo campo, è l’istantanea di una metamorfosi che ha coinvolto tutti i sandrini attivi sul “Campo 2”. Poco spazio a scherzi da prete e battute pecorecce: dal secondo set in poi è stata letteralmente dissotterrata l’ascia di guerra, con un parziale di 7-0 iniziale che ha completamente rovesciato l’inerzia in campo, permettendo ai “rossi” di arrivare sul 25-16 e al conseguente 1-1 che ha significato tie-break.

Non si è assolutamente andati avanti a colpi di fioretto nell’ultimo set: la tensione sul verde di Via Petracco si poteva tagliare con un decespugliatore, con tante discussioni in campo e un “VIEME!” – chiaro segnale di sfida, volato da parte dei “Fisio” e recapitato su sponda sandrina – che è stata la scintilla per accedere ancor di più la forza psichica del Team SDS. L’interesse per quanto succedeva nel tie-break ha poi coinvolto anche gli altri campi da gioco antistanti, con tanti curiosi a seguire le fasi decisive: ogni punto è diventato un tourbillon di emozioni, ogni affondo vincente in schiacciata o salvataggio in extremis si è portato dietro un mix di urla di giubilo e di grida di incitamento. Diversi gli “stalli messicani” avvenuti dentro e fuori dal campo, tra “out” chiamati dai sandrini e apostrofati con “Ma se la palla era dentro di 2 metri!” da parte degli avversari, e invasioni a rete poi sanzionate ai danni di una o dell’altra squadra: il testosterone è di fatto esploso a livelli di un’eruzione vulcanica. Alla fine Fisiovolley la vince per 15-11, non senza fatica: ma ciò che ha più valore per i “sandrini” è quello di essere ancora dentro al torneo. Con le carte in regola per poter ancora vendere cara la pelle a chiunque.

“Difficilmente in passato ho provato le stesse sensazioni in panchina come quelle di stasera”, è l’intervento del presidente El Sander, trasmesso in diretta dal 5° canale della filodiffusione della Rai, il quale ha seguito l’evolversi del match di via Petracco interrompendo temporaneamente la normale programmazione di musica classica. “C’è stato davvero poco spazio al folklore e allo spasso, già questo delinea come la nostra voglia di imporci sul campo abbia provvisoriamente messo da parte tutto il nostro bagaglio di idiozie gratuite. E’ stato un segnale forte, un qualcosa che ci ha spinto ad andare oltre i nostri limiti e a mettere davvero in campo tutto ciò che avevamo dentro. Dove abbiamo perso a livello di risultato, abbiamo però vinto per carica agonistica: questa è la conferma che la squadra ha tanto potenziale, specie sul lato del carattere”.

Lo “00” sandrino, che ha nuovamente condotto le operazioni sul campo al posto del “CapoTreno” Bubo, ha le idee chiare su quello che attende il team SDS nelle semifinali in programma venerdì 11 luglio: “Essere arrivati a questo punto è di per sé grande motivo di orgoglio personale, specie se consideriamo il fatto che solo “Ale” è una pallavolista a tutti gli effetti e che con questi presupposti la nostra formazione ha già ottenuto un grande risultato. Sappiamo quanto difficile sarà ora fronteggiare le avversarie che si presenteranno al nostro cospetto, ma ce la giocheremo sino alla fine, con tutta la tranquillità di chi può affrontare senza pressioni la parte finale di questa Crese. Di certo, non abbiamo ancora esaurito la nostra voglia di stupire: questo è un monito per qualsiasi compagine che affronteremo”.

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Elsitodesandro.it continua a vincere nel torneo iridato del Crese Volley 2014: seconda “W” di fila per i sandrini, che bissano il successo di lunedì scorso ottenuto contro “Simpatia” e archiviano la pratica “Faggots” con il medesimo risultato di 2-0. La vittoria permette agli “all-red” di chiudere il girone C a 7 punti, un buon viatico in attesa di conoscere il nome dell’avversaria da affrontare nel primo scontro della seconda fase, a eliminazione diretta.

Ci si attendevano conferme dal Team SDS nel match in programma mercoledì sera, risposte poi arrivate non solo dal punto di vista del risultato finale ma anche dal livello di scemenze messe in campo dai “soliti idioti” in maglia rossa. Tutto secondo copione quindi, con l’ ulteriore comparsa di nuovi (e assurdi) copricapi, elementi ormai indispensabili e presenti in ogni gara sandrina che si disputa nel comprensorio sportivo di via Petracco.

Teste canine di peluche, cappellini raffiguranti il celebre “Prezzemolo” di Gardaland, baschi scozzesi parafrasati nel lontano 1790 dal semi-sconosciuto Robert Burns nella poesia “Tam O’ Shanter” – la quale ben si sposa con il clima di ebbrezza di stampo Laskiano e che il cronista consiglia di leggere almeno una volta nella vita – sino a finire con strani fenicotteri rosa che sono diventati gli elementi essenziali per la giusta coreografia da disporre sul manto verde di Borgo S.Sergio.

Eppure, in mezzo a siffatta originalità, c’è stato un elemento di disturbo in campo: è stato infatti il ritorno in auge del berrettino a elica di “Carpa” a rappresentare un pericoloso punto a sfavore per Elsitodesandro.it. Alcuni evidenti problemi di “condensa” sulla scatola cranica dell’ormai prossimo allenatore della Pallamano Trieste (con mister Giorgio Oveglia ormai avviato a percorrere mestamente il Sunset Boulevard…“a caval de un mus”) hanno finito infatti con l’annebbiare le idee del giovane talento proveniente da “Farneto University”. L’uso intenso di tale copricapo ha compromesso le prestazioni del giocatore, ripetutamente denigrato dai compagni di squadra, con cori rivolti alla panchina quale “Cambìlo! CAMBìLO!” che hanno costretto il coach-in-pectore El Sander a dare al “Carpa” nazionale qualche minuto di fiato in più per poter riflettere sui propri errori. 

In realtà non è stata solo la semi-opaca prova del vice capitano sandrino (che, almeno al sorteggio iniziale, ha comunque sostituito degnamente una “Cote” Cumbat impegnata per una sera, assieme a “Sgionfo” Andre, nella scelta di nuovi complementi d’arredo per la casa) a tenere parzialmente in partita gli avversari. La vittoria del Team SDS non è stata infatti così schiacciante come si potrebbe pensare, con i parziali di 25-20 e 25-21 che sottolineano come in realtà i tre punti in palio siano arrivati non senza fatica: i “Faggots” hanno avuto lampi d’orgoglio nel dare filo da torcere agli avversari, specialmente nel secondo set quando i sandrini hanno dilapidato un tesoretto di ben dieci punti di vantaggio. Il momentaneo 20-10 nell’ultima frazione di gara sembrava aver blindato il risultato finale: niente di più sbagliato, anche perchè gli errori in battuta e un paio di ricezioni farlocche di troppo hanno parzialmente riaperto i giochi. E’ bastato poi un “Gengi” da 10 e lode (specie con alcune deliziose sciabolate morbide sotto rete) a cancellare tutti i timori di un ritorno di fiamma avversario, a cui va aggiunto il solito robusto contributo del “Folpo” bardato di rosso che continua a utilizzare l’alabarda bianca dello stemma sandrino per colpire con efficacia i punti nevralgici dell’altra parte di campo.

“Non è stata la nostra miglior prova, questo lo dobbiamo ammettere” – spiega il presidente El Sander ai microfoni dell’emittente francese Canal+ , accorsa con una troupe a Borgo S.Sergio per la diretta in pay-per-view della gara – “tuttavia va denotato come nei momenti di difficoltà abbiamo sempre buone individualità in grado di togliere le castagne dal fuoco. Siamo dunque estremamente soddisfatti per il risultato acquisito che, oltretutto, ci ha permesso di migliorare già quanto fatto nella passata edizione, centrando dunque l’obiettivo minimo al quale puntavamo sin dall’inizio. Contiamo di non fermarci qui, anche perché l’appetito vien mangiando: e noi abbiamo molta fame”.

Eppure le critiche non sono tardate ad arrivare al termine del match, in particolare dall’organizzatrice del Crese Volley Serena “Cloudless” Burato che ha parafrasato il match del Team SDS con un laconico “Da voi c’è da aspettarsi tanto di più”: “Credo che le sue siano parole ingenerose, tanto più che la stessa aveva proposto la tecnica del “Bagherone” quale metodo di riscaldamento pre-partita. Il risultato è stato quello di arrivare fisicamente scarichi al match, un pesante handicap che abbiamo rischiato di pagare a caro prezzo contro i “Faggots”: mai fidarsi di chi non accetta una birra gratis, oltretutto gentilmente offerta dal nostro sponsor…”.

E, a proposito di liquidi, lo “00” ha parole di elogio per i tre sconosciuti che, seduti in panchina, hanno seguito con particolare attenzione le gesta sandrine a bordo campo: Non so chi siano, non li ho mai visti e avevano anche facce poco raccomandabili: ad ogni modo il mio grazie va a loro per il calore che ci hanno dedicato, nonchè per aver trasformato le bottiglie vuote in lattine piene, riempendo di fatto una borsa frigo che rischiava di vuotarsi anticipatamente. Neanche lo stesso Gesù di Nazareth sarebbe stato in grado di un miracolo simile”.

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Dopo la sberla rimediata al tie-break, il team SDS rialza la testa con autorità al Crese Volley 2014: nel secondo turno del girone C, i “sandrini” realizzano un percorso netto contro la squadra “Simpatia”, battendola per 2 set a 0 e rimettendosi prepotentemente in carreggiata dopo la sconfitta patita nel turno precedente.

Ci si aspettava una riscossa, non solo a livelli di bel gioco ma soprattutto nel regalare punti gratuiti agli avversari, il tallone d’Achille messo in luce all’esordio del torneo. L’SDS centra entrambi gli obiettivi, unendo a tutto questo anche una sana dose di idiozia in più – in particolare ad opera dei pallamanisti presenti nel roster – che è risultata essere l’arma letale per confondere le idee agli avversari. Con nuovi e inediti “accessori per la testa” (cappellini con elica incorporata, fasce di chiaro richiamo all’orgoglio gay e perfino una canotta da nuotatore), la squadra in completo rosso ha costretto l’arbitro Serena “Cloudless” Burato a interrompere il match in un paio di occasioni per manifesta ilarità generale. Anche lo stesso fischietto ha mantenuto a stento il proprio aplomb inglese durante la sfida, con larghe e incontrollate risate in corso d’opera: un chiaro segnale di come la stupidità gratuita di alcuni componenti del Team SDS sia stata il leit-motiv di serata.

Eppure è proprio il folklore sandrino a essersi rivelato il motore trainante per cancellare completamente i momenti di chiaroscuro visti la scorsa settimana contro “NPC2”. Non è un caso dunque che, oltre a un’altra eccellente prova in campo da parte del martello pneumatico vivente “Folpo”, sia la coppa di fatto “Carpa”-“Vise” la chiara indiziata per la palma di MVP di serata. Sono loro a essere risultati i migliori in campo, perchè hanno saputo coniugare solidità sia in attacco che in difesa: una variabile che ha giovato a tutta la squadra, rimasta concentrata seppure le “freddure” uscita dalle bocche dei due avrebbero potuto deconcentrare anche lo stesso Buddha, intento a meditare sotto un albero di melograno. Con questo trend, mantenuto lineare lungo il corso di tutto il lunedì sera in Via Petracco, i “sandrini” hanno avuto pochi problemi a svettare nel punteggio, sia nel primo set (concluso sul 25 a 20, con “Simpatia” abile a recuperare qualche lunghezza di svantaggio nel finale) che nel secondo, vinto per 25-18.

Ottime le indicazioni sul fronte di tutti gli altri effettivi in campo a Borgo S.Sergio: nonostante le assenze dei totem “Gengi” e “Sgionfo”, unita a quella del coach-giocatore “Bubo” (al quale è subentrato in cabina di regia il presidente “El Sander”), il team SDS si è dimostrato efficace in ricezione (ottimo “Pive”, partito nello starting-six, esibitosi anche in un paio di prorompenti schiacciate a rete) ed estremamente propositivo sul proprio asse “rosa”. Molto bene si sono infatti comportate la capitana “Cote” Cumbat, “Ale”, “Pallio” e “Raffa” Borroni, quest’ultima tornata in auge nelle rotazioni sandrine e dimostratasi ispirata in ogni fase di gioco. Al grido di “Ciò, gavè visto come son migliorada? ‘Sta roba me gasa!”, l’ex indimenticata capitana dell’Interclub Muggia ha anch’essa finito col fare la differenza sul manto verde della Crese.

Molta generosità infine per “Laion”, seppure qualche momento di stand-by (durante i quali “Vise” ha suggerito al compagno di squadra di “muovere il mouse, per evitare che si attivi lo screen-saver…”) abbia solo in parte minato una prestazione contrassegnata da parecchi sorrisi.

“Non si può che essere entusiasti, dopo una prova del genere da parte della squadra” è il commento a caldo del presidente El Sander durante la conferenza stampa post-match. “Eravamo chiamati a una prova d’orgoglio, dopo la bruciante sconfitta sul filo di lana della prima partita: di fatto siamo stati bravi a centrare in pieno l’approccio alla sfida di stasera. La causa va ricercata soprattutto nella diligente condotta – tenuta qualche ora prima della partita – da parte di alcuni dei nostri giocatori nel bar antistante il campo da gioco. In tal senso, la concentrazione si è rivelata altissima già in fase di sollevamento boccali”.

Lo “00” sandrino non nasconde però che si sia giocato anche un po’…sporco, sul fronte SDS: “Mi preme sottolineare, e rammaricarmi al tempo stesso, di come alcuni effettivi della squadra “Simpatia” – coi quali abbiamo fatto grande amicizia a fine partita – siano stati inavvertitamente colpiti da un paio di palloni lanciati dai miei giocatori, sia in fase di riscaldamento che durante la contesa. Sappiamo perfettamente che lo scagliare meteoriti verso gli avversari non sia il più nobile dei gesti, tuttavia va rimarcato come questo atteggiamento vada collocato nella categoria dei puri e semplici incidenti di percorso, dovuti a un eccesso di agonismo da parte dei miei”.

Con spirito rinnovato, si può andare ad affrontare la compagine dei “Faggots” mercoledì sera alle ore 20.30 consapevoli di essere sulla strada giusta: “Senza dubbio – conclude El Sander – anche se il nostro processo di crescita deve ulteriormente continuare, di pari passo con le future situazioni da circo equestre che alcuni componenti del team finiranno certamente con riproporre a questa Crese Volley. Non sono comunque preoccupato di questo, tanto più che tutto ciò si è dimostrato essere la componente vincente di questo gruppo, un qualcosa che viene apprezzato anche da chi ci affronta, a patto che in futuro non si presentino alcuni energumeni dotati di camicie di forza. E’ palese che, in quel caso, dovremo rivedere qualcosa in termini di comportamento…

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Ci abbiamo preso gusto. Dopo Elena Capolicchio, sotto con un’altra che il basket ce l’ha nel sangue: Alice Policastro.

La “Poli” arriva tardi (a 8 anni!) nel mondo della palla a spicchi, dopo aver sperimentato diversi sport: karate (di cui tra l’altro è cintura nera), nuoto, ginnastica artistica e persino calcio. Inizia dal mini basket (squadra mista) per giungere nel 1996-97 nella prima squadra interamente femminile che disputa il campionato di Propaganda; allenata a 14-15 anni dal nonno (un certo Pippo Garano, autore della penultima promozione in serie A1 della SGT), si emoziona al ricordo di un giovane Paolo Ravalico, allenatore dell’U19  – coadiuvato dai fidi messeri Tony Miggiano e Lele Bassi – con cui conquistò un secondo posto alle finali nazionali del 2004. “Un coach con un grandissimo entusiasmo e con una gran voglia di mettersi al pari dei suoi giocatori, capace inoltre di coinvolgerci sempre con la sua umanità”, spiega Alice. Un altro allenatore che l’ha “segnata” dal punto di vista tecnico è Nevio Giuliani (fresco autore dell’ultima promozione) che le ha permesso di sviluppare e acquisire quelle “sfumature” proprie dei grandi giocatori, convertendola nel ruolo da “3” anziché da “4”.

Capitano per meriti sportivi, la Poli è laureata in psicologia ed è istruttrice di minibasket, seguendo i ragazzini dai 3 ai 9 anni con una filosofia precisa: “La cosa su cui punto maggiormente è il gruppo: il basket è uno sport di squadra, dove trovi qualcuno che ti aiuta e qualcuno da aiutare nelle varie situazioni. A tal fine uso il cosiddetto “Esercizio del circo”: tutti i bambini sono gli animali e si devono passare la palla senza farla prendere al domatore, ovverosia la sottoscritta, in modo da sviluppare la coalizione e la solidarietà tra loro.”

E da giocatrice, qual’ è una partita che reputi…indimenticabile?

“La finale U19 persa di 12 contro Sesto San Giovanni , con delle compagne straordinarie: Ottavia Umani, la Bisiani, il mio play Sara Accardo. Quanti ricordi….”

Per poi arrivare all’ultima travolgente stagione, coincisa con la promozione in massima serie…

“Siamo partite con l’obiettivo della salvezza, andando poi avanti abbiamo acquistato consapevolezza nei nostri mezzi e, nonostante l’uscita in Coppa Italia al primo turno, da gennaio abbiamo cominciato a vincere con una discreta frequenza. Gara-3 di finale play-off, davanti ad un pubblico strepitoso (oltre 2000 presenze), è stata un’emozione indescrivibile, un qualcosa di inaspettato per chi era abituato a vedere sugli spalti solo amici e parenti…

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

“In questi giorni mi gioco la semifinale del “Lui e Lei” di basket con la squadra dei “Fulminai”, poi mi butto sulla Crese Volley…”

Ma c’è dell’altro, no?

“Esatto: sono stata ingaggiata da coach K per costruire (assieme a Elena Capolicchio) la prima squadra femminile di basket a partecipare ad un torneo riservato ai maschietti”

“Divertente…qualche dettaglio?”

“Beh, dovremmo essere in 15, ma non posso rivelare i nomi né delle giocatrici né del coach (probabilmente all’esordio) dell’ “Ottava Meraviglia”, che è il nome del nostro team..”

In bocca al lupo, “Poli”!

 

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