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In tempi di conclavi papali, guardare all’insù per vedere le fumate bianche (o nere) diventa una consuetudine anche nelle vicende di casa nostra. C’era parecchia attesa, nei primi giorni del mese entrante e relativo al fronte Pallacanestro Trieste 2004, per quella che doveva essere l’Assemblea dei Soci con annesse presentazioni di nuove figure pronte a entrare. Ma le trattative in corso non si sono ancora concluse, e quindi il tutto slitta ancora di qualche giorno (presumibilmente a metà della prossima settimana)

“Non c’è fretta per fare buoni affari”, il messaggio subliminale che ne esce fuori: non c’è infatti solo il tanto “acclamato” Luigi Brugnaro (patron della Reyer e unico vero nome certo trapelato negli ultimi mesi) a entrare nella stanza dei bottoni biancorossa, ma anche un fantomatico ulteriore imprenditore da fuori regione, stando ai rumours recenti. Oltre ad altri individui su cui (forse) cadrà il velo dell’anonimato a breve.

Morale della favola? Ci sarà ancora da aspettare un pochino per avere un quadro più nitido della faccenda: ci si attende, una volta per tutte, che si arrivi a mettere nero su bianco la parola “FINE” a una situazione di difficoltà che si trascina da tempo.

Occhio però a non lasciarsi andare a facili entusiasmi sino a una completa e precisa definizione degli accordi: passeremo per una volta quali “untori” sconsiderati a oltranza, ma la verità è che i mesi passati hanno decretato come ci si debba muovere con piedi di piombo in certi ambiti. In fin dei conti, di una cosa possiamo tranquillizzarci: la società, nella conferenza stampa di qualche tempo fa, paventò la massima trasparenza futura nei confronti degli organi di comunicazione. Che tradotto vuol dire: se c’è l’attuale silenzio, dunque, tutto sembra essere legato a un cartello “LAVORI IN CORSO” che con buona probabilità verrà tolto nelle prossime settimane. Quindi nessun stress, “stiamo lavorando per voi”, sembrano dire gli organi societari.

Soci nuovi o soci vecchi, nuovi sponsor o meno, la Pallacanestro Trieste 2004 sa di giocarsi una bella fetta di credibilità su come saprà muovere le proprie pedine sulla scacchiera d’ora in avanti. I tempi dei “jolly” sono finiti in casa biancorossa, le scelte dolorose (e al tempo stesso indigeste a molti) dovranno tassativamente far spazio a programmi  a medio-lungo periodo che sappiano calcificare una passione che, vedendo il buon numero di spettatori al Pala “Cesare Rubini”, anche in tempo di vacche magre non muore mai.

Oltretutto, qualsiasi tipo di discorso converge in un unico punto: su chi paga il biglietto. Non si facciano più errori in tal senso, per favore: ci sono oltretutto troppi occhi esterni attenti, puntati ormai costantemente verso la società, che si immedesimeranno quali “garanti” della succitata trasparenza.

Altri sbagli potrebbero non essere tollerati, nemmeno nell’imborghesita Trieste….

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