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Una Nazionale da incorniciare chiude nel migliore dei modi il trittico di partite del Torneo Internazionale di Trieste: davanti a quasi 5.000 spettatori, a lasciarci le penne è stavolta la Serbia di Sasha Djordjevic, al termine di una partita maschia nella quale gli Azzurri hanno avuto il grande merito di non scomporsi nelle difficilissime fasi intermedie del match. L’Italia vince e convince, imponendosi per 80-71 e preparandosi col vento in poppa alle partite di qualificazione per gli Europei 2015.

A inizio della sfida, i padroni di casa cercano di tenersi il più possibile lontani dal ferro serbo, innestando le conclusioni dalla media distanza di Alessandro Gentile e Datome. E’ poi un buon blocco di Cusin a permettere il comodo appoggio al tabellone di Cinciarini, per il 6-2 al 2′: l’Italia continua a dimostrare buone trame offensive, cercando di non dare mai punti di riferimento ai rossi e trovando un paio di ottime zingarate ancora con Gentile e Datome (+8 a metà frazione). Facciamo giocare male i nostri avversari, costringendoli a chiamare time-out a 3’40” dalla prima sirena: gli ospiti provano a svegliarsi subito dopo, innestando Stimac in pitturato, ma gli Azzurri si dimostrano una macchina da guerra in attacco. Nuovamente Datome (13 per lui dopo dieci minuti) e una “bomba” di contorno da parte di Luca Vitali regalano infatti il 22-9 per i padroni di casa, gap solo in parte limato dalla Serbia nel finale di frazione (+11 al 10′).

Con gli slavi che, soprattutto grazie a Radulijca (bruttissimo cliente per buona parte del secondo quarto) iniziano ad alzare in area il volume della radio, l’Italia ha la buona lena di farsi trovare discretamente pronta dal perimetro: 6 punti dalla distanza – firmati Vitali e Polonara – mantengono la Nazionale in doppia cifra di vantaggio al 14′ (28-18). Ma la Serbia, non appena inizia a percuotere anche da lontanissimo con Micov e Bircevic, torna in un amen a stretto contatto (-2 sul 35-33). Gli azzurri, anche a causa di una gragnuola di tiri liberi sbagliati (un mediocre 4 su 9 dalla linea della carità nei secondi dieci minuti), si fa riacciuffare a 60” dalla pausa lunga sull’ennesima pennellata al ferro di Radulijca: il team di Pianigiani riesce però a riprendere fiato proprio negli istanti finali del quarto, con un provvidenziale 2/2 di Magro per il +2 al 20′ (37-35).

La Serbia mette immediatamente la freccia a inizio terzo quarto: Teodosic e Micov regalano il primo vantaggio di partita ai balcanici, che gradualmente sembrano prendere l’inerzia in mano, con la fisicità ad essere la loro arma in più di questa fase. Uno schiaccione di Alessandro Gentile ridà coraggio all’Italia, anche se sono tante le “preghiere” che gli Azzurri lanciano verso il canestro avversario, con esiti molto spesso nefasti: al 27′ gli slavi conducono di quattro (45-49), imbucando poi una tripla con Markovic. E’ l’altro Gentile, Stefano, a rintuzzare il gap sino al -3 del 30′.

La svolta arriva negli ultimi dieci minuti regolamentari: l’Italia riesce a scardinare la muraglia cinese della Serbia con due bimani di Cusin. In 120” gli Azzurri ribaltano completamente la frittata, colpendo proprio al cuore gli avversari che oltretutto perdono rapidamente Radulijca per cinque falli. Il punteggio sorride alla Nazionale, abile a piazzare un repentino break in proprio favore (63-54) e tenendo lontani i balcanici con la realizzazione in sottomano di Aradori e con le triple vincenti dei fratelli Gentile: è +11 tricolore a quattro minuti dal termine. Micov tenta di prendersi in mano l’intera squadra, segnandone 4 di fila, ma la Serbia deve fare anche i conti con la scavigliata di Teodosic e con la verve dei nostri che percuotono la retìna dalla distanza. A due minuti dal termine il tabellone recita 77-65 sul triplone di Aradori, al quale fa eco la “bomba” di Stefano Gentile: è fatta per gli Azzurri, che chiudono alla grandissima il Torneo Internazionale del PalaTrieste.

Italia-Serbia 80-71 (22-11, 37-35, 49-52)

Italia: Gentile A. 20, Vitali L. 6, Poeta n.e., Cusin 4, Datome 17, Cervi, Magro 3, Cinciarini 8, Gentile S. 12, Moraschini n.e., Pascolo n.e., Vitali M. n.e., Della Valle n.e., Aradori 7, Polonara 3. All. Simone Pianigiani

Serbia: Teodosic 8, Micov 14, Micic n.e., Bogdanovic 2, Bjelica 4, Markovic 4, Kalinic 7, Radulijca 11, Katic 6, Stimac 8, Simonovic n.e., Mitrovic n.e., Bircevic 7, Jovic n.e.. All. Aleksandar Djordjevic

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Nazionale da urlo nella seconda uscita al Torneo Internazionale di Trieste: l’Italia annichilisce una fumosa Bosnia-Erzegovina per 99-71, con una gara al limite della perfezione. In poco più di 25 minuti il team di Simone Pianigiani fa pentole e coperchi degli avversari, trovando grande ispirazione anche dagli effettivi usciti dalla panchina: decisamente un passo in avanti dopo la difficile vittoria di 24 ore prima contro il Canada, con una squadra azzurra che ora ha nel mirino la Serbia di Sasha Djordjevic (domani sera alle 20.30, sempre al PalaTrieste) per la conquista del primo posto nella competizione. 

Partenza lanciata di Alessandro Gentile in apertura, per il 7-0 Italia al 2′: la Bosnia è sonnecchiosa in attacco, limitandosi al compitino e finendo con l’andare troppe volte a sbattere contro il muro italiano. Dopo il time-out chiamato da Ivanovic, è Stipanovic a rompere il ghiaccio per i bosniaci, seppure i balcanici continuino a non essere precisi in pitturato; le fortune della Nazionale arrivano invece proprio dove gli avversari fanno più fatica, con un Cervi imbeccato splendidamente sotto il canestro e autore di 6 punti consecutivi (15-8 al 7′). A spalancare ulteriormente la porta in attacco è quindi il capitano Datome, mentre sull’altro del campo Teletovic prima e Mitrovic poi tentano di ricucire lo strappo dalla lunghissima distanza: il risultato è però favorevole all’Italia sulla prima sirena, avanti di cinque lunghezze.

Il secondo quarto si apre in maniera splendida per gli Azzurri: +11 fulmineo al 12′, grazie alle seconde linee che portano parecchi punti in cascina. Tripla di Polonara, “bomba” di Della Valle, altra deflagrazione pesante per Stefano Gentile: l’Italia ha tanta birra e fiducia in corpo, poi parzialmente limata dal ritorno bosniaco firmato da Teletovic (sia con la specialità della casa, ovvero il tiro da lontano, che prendendosi una linea di fondo spaventosa per un affondo fragoroso al ferro) e Kikanovic. Il -5 ospite accende però “Iron Man” Datome (13 punti solamente in questa frazione), a splendido agio nell’uno contro uno: la Nazionale si prende l’inerzia in mano nel finale di quarto, chiuso sul 48-37.

Eccesso di nervosismo per la Bosnia alla ripresa del match: antisportivo a Stipanovic e quattro liberi di fila imbucati da Alessandro Gentile sono la chiave di Volta per il tentativo – poi concretizzato – di fuga azzurra (54-39 al 22′). La Nazionale è un mastino anche in difesa, con Cusin e Datome a fare la voce grossa sul fronte delle stoppate: doppia cifra di vantaggio praticamente costante per gli uomini di Pianigiani, con punte di +19 (gap col quale si chiude il penultimo parziale) rintuzzate solo parzialmente dalla manina fatata di Gordic. C’è solo garbage-time negli ultimi dieci minuti, con qualche contatto proibito sul parquet tenuto a bada dal trio di fischietti Cerebuch-Bartoli-Jovicic: è la coppia Aradori-Pascolo a calare definitivamente il sipario per l’Italia, che tracima nel finale e chiude con 13 giocatori a referto su 15. Mica male, no?

Italia-Bosnia 99-71 (21-16, 48-37, 74-55)

Italia: Gentile A. 15, Vitali L. 4, Poeta n.e., Cusin 4, Datome 19, Cervi 6, Magro, Cinciarini 9, Gentile S. 3, Moraschini 2, Pascolo 6, Vitali M. 3, Della Valle 3, Aradori 17, Polonara 8. All. Simone Pianigiani

Bosnia: Pasalic, Buza 2, Stipanovic 10, Sutalo 5, Glogavac n.e., Gordic 8, Kikanovic 10, Teletovic 20, Halilovic 2, Mitrovic 9, Milosevic n.e., Vrabac, Albijanic 5. All. Dusko Ivanovic

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Grazie al prezioso contributo della fotografa Linda Cravagna, sono online le immagini della giornata conclusiva dell’ American Bowl Camp 2014, evento che dal 31 luglio al 2 agosto 2014 ha portato a Trieste gli ex-campioni della NFL per il quinto anno consecutivo.

Il set di foto è visibile sulla pagina ufficiale Facebook (click qui) di Elsitodesandro.it, nonché sul profilo Flickr (click qui)  del sito.

Buona visione!

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Parte, nel pomeriggio di oggi, il Torneo Internazionale di basket che al PalaTrieste vedrà protagonista la Nazionale di Simone Pianigiani, assieme a Canada, Bosnia Erzegovina e Serbia.

E’ un appuntamento molto importante per gli Azzurri, reduci dalle ultime buone prestazioni in Macedonia: in vista dell’avvicinamento alle qualificazioni per i prossimi Europei, Datome e compagni sono chiamati a confermare l’ottimo trend di risultati positivi conseguiti nelle settimane precedenti (un ruolino di marcia fatto da cinque vittorie di fila negli ultimi sei incontri disputati).

La prima partita del torneo di Trieste vedrà l’Italia affrontare il Canada alle ore 20.30; un’ora e mezza prima sarà derby balcanico tra Bosnia Erzegovina e Serbia.

Questo, nel dettaglio, il programma completo della tre-giorni al PalaTrieste:

Domenica 3 agosto

Bosnia Erzegovina-Serbia (18.00, differita Raisport 2, 22.30)
Italia-Canada (20.30, diretta Raisport 2)

Lunedì 4 agosto

Serbia-Canada (18.00, diretta Raisport 2)
Italia-Bosnia Erzegovina (20.30, diretta Raisport 2)

Martedì 5 agosto

Canada-Bosnia Erzegovina (18.00, diretta Raisport 2)
Italia-Serbia (20.30, diretta Raisport 2)

Questi invece gli effettivi che scenderanno sul parquet giuliano: 

ITALIA

33 Pietro Aradori (1988, 195, A/G, Libero da contratto)
14 Riccardo Cervi (1991, 214, C, Grissin Bon Reggio Emilia)
20 Andrea Cinciarini (1986, 193, P, Grissin Bon Reggio Emilia)
12 Marco Cusin (1985, 211, C, Libero da contratto)
13 Luigi Datome (1987, 203, A, Detroit Pistons)
32 Amedeo Della Valle (1993, 194, G, Grissin Bon Reggio Emilia)
5 Alessandro Gentile (1992, 201, G, EA7 Armani Milano)
22 Stefano Gentile (1989, 191, P, Acqua Vitasnella Cantù)
18 Daniele Magro (1987, 208, C, Giorgio Tesi Group Pistoia)
24 Riccardo Moraschini (1991, 192, P/G, Libero da contratto)
27 Davide Pascolo (1990, 201, A, Aquila Basket Trento)
8 Giuseppe Poeta (1985, 190, P, Libero da contratto)
34 Achille Polonara (1991, 203, A, Grissin Bon Reggio Emilia)
7 Luca Vitali (1986, 201, P/G, Vanoli Cremona)
31 Michele Vitali (1991, 196, G, Pasta Reggia Caserta)

All: Simone Pianigiani

CANADA

4 Melvin Ejim (1991, 198, A, Virtus Roma)
5 Cory Joseph (1991, 190, G, San Antonio Spurs – Usa)
6 Jordan Baker (1991, 201, G, Alberta – Can)
7 Andrew Nicholson (1989, 206, A, Orlando Magic – Usa)
8 Carl English (1981, 192, G, Iberostar Tenerife – Spa)
9 Jevohn Shepherd (1986, 196, A, Omegna)
10 Jordan Bachynski (1989, 218, C, Arizona St. – Usa)
11 Phil Scrubb (1992, 190, G, Carleton – Can)
12 Brady Heslip (1990, 188, G, Baylor – Usa)
13 Kelly Olynyk (1991, 213, A, Boston Celtic – Usa)
14 Dwight Powell (1991, 208, A, Cleveland Cavaliers – Usa)
15 Robert Sacre (1989, 213, C, Los Angeles Lakers – Usa)
16 Junior Cadougan (1990, 187, G, Batumi – Geo)
17 Owen Klassen (1991, 208, A, Acadia – Can)
18 Thomas Scrubb (1991, 198, A, Carleton – Can)

All: Jay Triano

 

BOSNIA-ERZEGOVINA

Muhamed Pasalic (1987, 185, G, Chalons-Reims – Fra)
Andrija Stipanovic (1986, 209, C, Trabzonspor – Tur)
Marko Josilo (1992, 201, G, Metalac – Srb)
Nemanja Gordic (1988, 185, P/G, Cedevita – Cro)
Mirza Teletovic (1985, 206, A, Brooklyn Nets – Usa)
Elmedin Kikanovic (1988, 210, C, Enisey – Rus)
Miralem Halilovic (1991, 205, A, KK Zagreb – Cro)
Nemanja Mitrovic (1990, 197, G, Sutor Montegranaro)
Marko Milosevic (1992,193, A, Manitoba – Can)
Drasko Kijezevic (1993, 185, G, Igokea – BiH)
Nikola Gajic (1991, 196, A, SF Austin – Usa)
Drasko Albijanic (1986, 211, C, Borac – Srb)

All: Dusko Ivanovic

 

SERBIA

Nemanja Bjelica (1988, 209, A, Fenerbahce – Tur)
Bogdan Bogdanovic (1992, 197, G, Fenerbahce – Tur)
Nemanja Dangubic (1993, 196, G, Mega Vizura – Srb)
Nikola Kalinic (1991, 202, A, Radnicki – Srb)
Dejan Kravic (1990, 213, C, Texas Tech University – Usa)
Nenad Krstic (1983, 214, C, Cska Mosca – Rus)
Ognjen Kuzmic (1990, 213, C, Golden State Warriors – Usa)
Vladimir Lucic (1989, 202, A, Valencia – Spa)
Stefan Markovic (1988, 199, G, Unicaja Malaga – Spa)
Vasilje Micic (1994, 195, G, Mega Vizura – Srb)
Vladimir Micov (1985, 201, A, Galatasaray – Tur)
Nemanja Nedovic (1991, 190, G, Golden State Warriors – Usa)
Miroslav Radujica (1988, 202, C, Milwaukee Bucks – Usa)
Vladimir Stimac (1987, 211, C, Unicaja Malaga – Spa)
Milos Teodosic (1987, 195, G, Olympiacos – Gre)

All: Sasha Djordjevic

 

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Cala il sipario sull’“American Bowl Camp 2014” di Trieste: un’ultima giornata intensa e particolarmente soleggiata chiude la quinta edizione dell’evento della Pro Loco Muggia, con applausi finali a dir poco scroscianti che hanno salutato il commiato del coaching staff e di tutti gli allievi che hanno partecipato a quattro giorni di assoluta festa.

Non c’è imbarazzo, né esagerazione alcuna, nel dire che la data del 2 agosto 2014 verrà ricordata da molti dei giovanissimi presenti (la metà di loro non supera i 18 anni) come una delle più importanti della loro tenera età. L’aver lavorato a fianco di grandi e importanti personaggi, che negli Stati Uniti hanno reso lustro a questo sport, è di per sé il miglior regalo che potessero ricevere per crescere con un pallone di football tra le mani. Ma anche le nuove amicizie, coltivate lungo tutto il corso della settimana con compagni di squadra provenienti da mezza Europa, è una delle variabili che da sola dà la soddisfazione nell’aver “timbrato il cartellino” allo stadio Grezar. In molti, trovandosi così bene a Trieste, alla fine sono quasi rammaricati per non essere stati qui già nelle precedenti edizioni; qualcun’altro fa già il conto alla rovescia per il 2015, con un po’ di amaro in bocca per un Camp che sembra essere scivolato via forse troppo velocemente. Tutti, però, tornano a casa portando con sé un bagaglio pieno zeppo d’esperienza di vita, prima che di sport.

Con le ultime sessioni tecniche e lo scrimmage finale 7 contro 7, l’evento triestino di metà estate con i giganti della NFL è una scommessa vinta per la quinta volta di fila da parte dell’organizzazione. Ne è convinto Riccardo Lonzar, tra gli ideatori dell’ “American Bowl Camp”, uno di quelli che in questi quattro giorni è sembrato essere una pallina impazzita all’interno di un flipper. Il lavoro e l’impegno però premia sempre e “Ricky”, vedendo i sorrisi di chiunque lo circondi, dimentica alla svelta la fatica fatta nell’orchestrare un ingranaggio così dannatamente ben oliato.

“In questa edizione è andata forse ancora meglio di quanto ci potessimo immaginare”, spiega Lonzar: “Alla vigilia, senza un mostro sacro come Joe Montana e con paesi come Austria e Germania impossibilitati a partecipare per impegni agonistici concomitanti, c’era il timore di non riuscire a bissare il successo della passata stagione. L’aver riunito invece lo stesso numero di iscritti, aprendo le porte anche di una High School come quella di Aviano, è motivo di grande orgoglio da parte nostra. E’ proprio la presenza di tantissimi ragazzini non ancora maggiorenni a diventare il punto di forza per il futuro: abbiamo già in mente una suddivisione del Camp tra “Senior” e “Junior”, unendo due eventi in uno. Siamo attrezzati per farlo e ci presentiamo con un buon biglietto da visita, contraddistinto da 5 anni d’esperienza: di fatto, l’ organizzazione del Camp 2015 parte già da oggi”.

Il pensiero di Riccardo Lonzar è rivolto anche a tutte le istituzioni e ai piccoli sponsor che hanno creduto in questo progetto. “Non siamo purtroppo ancora solidi sulla parte economica, con il contributo di Turismo FVG e dei Comuni di Trieste e Muggia che si è rivelato molto importante: lo stesso va detto anche per la FIDAF, capace di darci un grande apporto in ambito logistico. E’ evidente che, con tanti piccoli passi fatti tutti assieme, siamo stati in grado di crescere esponenzialmente nel corso del tempo: è altrettanto innegabile che ci auspicheremmo di trovare un grande marchio, da poter utilizzare come sponsor futuro. Al momento però godiamoci il successo di quest’anno e il fatto che, per il 2015, abbiamo già una ventina di presenze confermate dalla Germania: la sfida per migliorarci ulteriormente è già iniziata”.

 

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Divertimento, entusiasmo e molti insegnamenti utili per tutti, sia per gli allievi che (quasi incredibilmente) anche per i coach. Qualora ce ne fosse ancora bisogno, l’ “American Bowl Camp” dà un’ulteriore conferma della propria efficacia e vede concludersi la seconda giornata di clinic con tanti volti sorridenti e la convinzione che il lavoro svolto è stato eccellente. 

In questo caso non ci limiteremo a registrare solamente le note tecniche delle due sessioni di allenamento del venerdì: tra placcaggi, miglioramento dei fondamentali e studio degli schemi di attacco e di difesa (con lo scrimmage di sabato mattina che sarà il momento finale dell’edizione 2014), il penultimo atto del Camp ha permesso di tastare più di qualche polso, in relazione a quanto finora visto e sperimentato sul manto verde del “Grezar”. E i consensi sono unanimi, nel definire già questo 5° appuntamento come il più riuscito e il più completo di sempre.

“Essere qui è davvero una sensazione meravigliosa”, spiega Riccardo Merola, allenatore dei Giaguari Torino. “Abbiamo voluto fortemente partecipare a questo evento in funzione anche del progetto “Junior Player Development” che coinvolge molti dei giovanissimi qui presenti. I ragazzi si stanno divertendo parecchio e tutti i coach americani sono davvero molto disponibili: l’essere al fianco di queste leggende non ha davvero prezzo”. 

Sulla questione della “linea verde”  si sofferma anche il tedesco Marcus Hirschmuller, che con la sua “MH Football” è presente a Valmaura per il secondo anno di fila come fornitore di materiale tecnico: “Rispetto a quella precedente, ci sono davvero molti più giovani in questa edizione e credo che tutto questo sia davvero un aspetto ampiamente positivo. Va riscontrato il grande lavoro che è stato svolto dallo staff e dall’intera organizzazione, in una città meravigliosa come Trieste con un centro storico che personalmente mi ricorda tantissimo Vienna”. Ed è proprio sul lato prettamente turistico che molti ospiti del Camp si soffermano volentieri , decantando le bellezze del capoluogo giuliano: sia Den Rasoli, coach dei Wolverines Piacenza che qui ha portato il gruppo più numeroso di giocatori con ben 10 effettivi in tutto, ma soprattutto uno degli allenatori più rappresentativi del coaching staff: Sebas Serrano. Lo spagnolo non fa troppi giri di parole nell’affermare che “Trieste è una città davvero fantastica, di cui ho avuto modo di apprezzarne anche la gentilezza e l’amichevolezza delle persone con le quali mi sono raffrontato. Aldilà dell’ottima fattura di questo Camp, al quale partecipo per la prima volta in assoluto, non ho dubbi nell’affermare che tornerò ben volentieri anche il prossimo anno”.

Chi infine, con orgoglio e tanta simpatia, ha sposato ormai da anni questa avventura all’ “American Bowl Camp” è Kris Haines, una sorta di “padrino” dell’evento targato Pro Loco Muggia ma – ci piace sottolinearlo – anche una “macchietta” caricata a palla: “E’ bello constatare come giovani e giovanissimi imparino tanto e alla svelta, così come noi allenatori ci divertiamo particolarmente nell’insegnare loro i fondamenti del football”. Ma per l’ex Washington Redskins, Chicago Bears e Buffalo Bills, resta ancora vivo nella mente il tour del Friuli-Venezia Giulia di qualche giorno fa: “Lo ricorderò sempre con estremo piacere: ho avuto modo di conoscere chiese e monumenti, oltre al vino, alla grappa e soprattutto ai prosciutti di San Daniele…”

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Un “Hall of Famer” come lui lo noti dai particolari. Non solo dal modo di interagire con chi gli sta accanto, ma anche dal metodo con cui si dedica a spiegare i concetti che più gli stanno a cuore. Forse però c’è un aspetto che è in grado di farti percuotere l’animo: la semplicità e l’umiltà con cui un campione della sua stazza sa cogliere nel segno. 

L’inizio del 5° “American Bowl Camp” di Trieste, senza nulla togliere al resto dell’eccellente coaching staff in cattedra, porta a tinte chiarissime un nome: quello di Mike Singletary. Il nativo di Houston, anima pulsante dei Chicago Bears per 11 anni di fila tra il 1981 e il 1992, ha a dir poco ipnotizzato i partecipanti dell’evento organizzato dalla Pro Loco Muggia: i tantissimi giovani presenti da ogni parte d’Europa hanno avuto modo di apprezzare le parole, mai banali, che “The Heart of Defense” ha saputo regalare nella giornata inaugurale del Camp.

Prima di raccontare l’impegnativo lavoro effettuato sul terreno del “Grezar”, va registrato un momento molto importante sotto il profilo tecnico e soprattutto emozionale, accaduto durante il pomeriggio di mercoledì. L’ “Ante Camp” – così lo chiameremo per comodità – aveva infatti visto lo stesso Singletary rubare letteralmente la scena durante un clinic specifico per coach e giocatori.

Quaranta minuti di profonda intensità concettuale, nella saletta stampa del “PalaTrieste”, con tematiche incentrate sull’atteggiamento da tenere in campo e sull’immancabile lavoro da fare per riuscire – magari un giorno – a ottenere i risultati sperati. Messi così potrebbero sembrare concetti triti e ritriti, che ben si sposano con qualsiasi sport esistente: ma ciò che invece svetta è la sorta di “quieta energia” che il due volte miglior difensore dell’NFL riesce a trasmettere. Quasi un qualcosa di inaspettato, specie perché tutto ti aspetti da quell’“omaccione”, tranne che ti possa colpire nell’animo. Non è un caso che un coach navigato come Sebas Serrano (discreto “sergente di ferro” a Valmaura nell’aprire e chiudere la sessione di allenamenti del giovedì) quasi si sciolga nell’udire le frasi semplici, ma decise, di Singletary. “E’ stato il migliore intervento da parte di un allenatore che io abbia mai sentito prima”, spiega: “Ho fatto davvero difficoltà a trattenere le lacrime dall’emozione”.

Questa scossa si è rivelata forse il miglior apripista che ci si potesse immaginare per l’ “American Bowl Camp” 2014: nonostante un tempo incerto, in cui il sole ha fatto capolino solo nelle prime ore del pomeriggio, sudore e tecnica sono stati i protagonisti indiscussi sul manto verde del rinnovato stadio di Valmaura. Allenatori e allievi (in due distinte sedute di allenamento) hanno rotto il ghiaccio con esercizi mirati, divisi per ruoli: running backs, wide receivers, offensive lines, tight ends, quarterbacks, defensive backs e linebackers. Tutti quanti a impegnarsi sodo, mantenendo alta la concentrazione anche durante il clinic tecnico tenuto a fine giornata dagli “officials” Carl e Perry Paganelli. Anche se la fatica dell’allenamento si fa sentire, non si è davvero mollato di un centimetro.

In fondo, riprendendo un concetto espresso proprio dallo stesso Singletary, “In questo sport non ci si deve risparmiare mai. Nè sul lavoro da svolgere, tantomeno nel rafforzare il legame con il team e con i tuoi compagni di squadra. Io stesso, nella mia carriera, mi sono perfino impegnato ad amare l’erba che ho calpestato sul campo”. Se non è questo un insegnamento…

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Con la conferenza stampa tenutasi quest’oggi nella “Sala Predonzani” del Palazzo della Regione, si è ufficialmente aperta la 5° edizione dell’ “American Bowl Camp”, evento che già da anni accentra sulla città di Trieste l’interesse di un intero movimento – quale quello del football americano – sia a livello nazionale che in quello internazionale.

L’idea del Camp, nata nel 2010 e organizzata dalla Pro Loco Muggia in collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia, Turismo FVG, Comune di Trieste e Comune di Muggia, porta senza dubbio la firma di Riccardo Lonzar. Anche in questa occasione è spettato a lui il compito di “cerimoniere”, analizzando il buon riscontro di numeri sul fronte delle iscrizioni che di fatto confermano il dato ottenuto nel 2013. Non solo: tra gli allievi del coaching staff, quest’ultimo composto da otto ex-giocatori NFL (di cui quattro vincitori di Super Bowl), rispetto alle annate precedenti saranno molti di più i partecipanti sotto i 18 anni. E’ un piccolo ma importante traguardo che l’American Bowl Camp 2014 ha raggiunto ben prima di iniziare l’attività sul campo, prevista sul manto erboso del “Pino Grezar”: tale ambito si lega a un progetto di sviluppo avviato con FIDAF (Federazione Italiana di American Football) proprio inerente ai settori giovanili, con il futuro prossimo che sempre di più vuole aprire la porta alla cosiddetta “linea verde”.

Il Camp, che quest’anno vedrà la partecipazione di celebrità del football quali Lamont Warren, Kris Haines, Matt Joyce, Emery Moorehead, Steve Bono, Mike Singletary, Quentin Coryatt e Shaun Gayle, punta nell’immediato a trasformarsi in un contenitore di sport americani ancor più completo: tutto ciò avverrà già a partire dai prossimi appuntamenti, nei quali Riccardo Lonzar ha voluto confermare l’introduzione dal 2015 dello “cheerleading”, strizzando progressivamente l’occhio anche verso ulteriori discipline a stelle e strisce quali baseball e basket. 

E’ comunque evidente come il cuore pulsante sia sempre quello strettamente collegato al football, con lo stesso Lonzar a preannunciare con un anno di anticipo il probabile avvento a Trieste di un altro grande della NFL: Mark Rypien, ex quarterback dei Washington Redskins, vincitore di due Super Bowls. Ma già il presente vede una schiera incredibile di campioni, pronti a essere i protagonisti indiscussi e il motore trainante dell’evento: in tal senso, è unanime il giudizio positivo da parte di tutte le istituzioni intervenute alla conferenza stampa di quest’oggi.

Per Michele Bregant, Direttore Generale di Turismo FVG, “l’organizzazione di appuntamenti formativi e sportivi di questo tipo è un’attività che la Regione intende appoggiare e sviluppare in maniera sensibile, specialmente a livello di promozione turistica. E’ importante dunque focalizzarsi su quelli che sono i target strategici su cui operare, in particolare nel Nord Europa e negli Stati Uniti, luoghi dove il football è ben conosciuto e dove tutti gli attuali partecipanti al camp – sia allenatori che allievi – avranno la possibilità di tornare a casa forti dell’esperienza positiva che il Friuli-Venezia Giulia ha saputo trasmettere loro”.

Per Antonella Grim, Assessore all’Educazione, Scuola e Università e Ricerca del Comune di Trieste, “l’eccellente organizzazione dell’American Bowl Camp costituisce un ottimo volano per far conoscere la nostra città, non dimenticando che questo sport ha profondi e solidi valori educativi da poter veicolare verso i più giovani.” Sulla stessa linea d’onda è anche Stefano Decolle, Assessore al Turismo e Commercio del Comune di Muggia: “Il football americano e i suoi protagonisti sono nuovamente i benvenuti nel nostro territorio” – afferma – “nonostante una stagione difficile in ambito locale, le grandi risorse organizzative da parte di realtà come la Pro Loco Muggia sono fondamentali per la nostra provincia e per avvicinarci ancor di più a uno sport che, da piccoli, avevamo avuto modo di apprezzare durante le telecronache notturne di Dan Peterson”. Il rappresentante del CONI Regionale, Giorgio Kufersin, ha voluto infine soffermarsi sulle “importanti sinergie che un evento come l’American Bowl Camp permette di creare tra enti locali e movimento sportivo: questo si traduce in un punto di partenza per la collaborazione tra chi lavora con lo sport e il turismo stesso, dando luogo a buoni e futuri risultati per tutta l’economia globale”.

La chiusura degli interventi è stata affidata a professionisti del football americano, primo tra tutti Giorgio Longhi che, in rappresentanza della FIDAF, ha sottolineato come “il portare a questa edizione – di per sé già di eccellente fattura – ben venti ragazzi sotto i 18 anni, stia a significare l’importanza di aver intrapreso un vero e proprio nuovo percorso di ampliamento educativo verso questa disciplina. In fondo, ciò che conta di più ai nostri giovani è quello di poter stare vicino a questi grandi campioni, traendone un prezioso insegnamento che va aldilà del football”.

Per Sebas Serrano, componente della Federazione Internazionale assieme ad Aitor Trabado (anch’esso presente a Trieste), “è un piacere e un onore poter far parte di questo evento, uno dei migliori d’Europa a livello qualitativo”: oltretutto, entrambi i coach saranno impegnati proprio nei prossimi giorni nella valutazione di una possibile “promozione”  di questo appuntamento quale clinic ufficiale IFAF. Infine, sul fronte referees, Vincenzo Calandrelli di AIAFA ha sottolineato come l’American Bowl Camp “dia l’ ottima occasione per alzare l’asticella anche sul fronte arbitrale, con la presenza a Trieste di due fischietti storici come Carl e Perry Paganelli a delineare ancor di più l’alto livello di questo evento”.

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L’ “American Bowl Camp” da tempo è sinonimo di Trieste. Ma Trieste è da sempre anche sinonimo di Friuli-Venezia Giulia, essendone il capoluogo di regione: perchè allora non far conoscere al coaching staff – che dal 31 luglio al 2 agosto salirà in cattedra sul manto verde dello stadio “Grezar” – una parte delle bellezze storiche e architettoniche della stessa, unita alle non indifferenti bontà eno-gastronomiche che il territorio offre?

L’entourage dell’evento giuliano, prima di tagliare virtualmente il nastro sulla 5° edizione di un appuntamento che ormai è diventato la pietra angolare estiva per il football americano, ha voluto trasformare gli ex-campioni NFL presenti al Camp in perfetti turisti, con tanto di fotocamere e tablet al seguito. Grazie alla collaborazione di TurismoFVG, per un giorno l’ “American Bowl Camp” è diventato una sorta di…”American Bowl Regional Tour”, con un indice di gradimento stellare che ha soddisfatto davvero tutti. Sia ospiti che ospitanti.

Dal Castello di Spessa a Capriva, famosa per le cantine di invecchiamento del vino più antiche del Collio, proseguendo per la splendida Cividale – storica crocevia di innumerevoli culture diverse quale quella romana e successivamente quella longobarda – sino a concludere con San Daniele del Friuli, famoso in tutto il mondo per la produzione dell’omonimo prosciutto crudo DOP: questo nel dettaglio l’itinerario a cinque stelle scelto per Kris Haines, Mike Singletary, Matt Joyce, Steve Bono e Shaun Gayle (alcuni di essi con mogli, fidanzate e figlie al seguito), “bagnato” lungo tutto il viaggio non solo dalla pioggia intermittente ma soprattutto dalla degustazione di vini pregiati quali Friulano, Merlot, Cabernet Franc e Sauvignon, ai quali si sono aggiunti i manicaretti preparati da “Orsone” (locale di Cividale immerso tra i vigneti, di proprietà della celeberrima famiglia Bastianich) e le pietanze abilmente presentate a tavola dai gestori della prosciutteria “Dok Dall’Ava” di San Daniele.

Sicuramente un bel biglietto da visita per una regione come il Friuli-Venezia Giulia, abilmente e amabilmente ricamato su misura per ospiti così importanti. Tutto questo è decisamente anche un modo consono per promuovere il territorio e per “carburare” nella maniera migliore i prossimi protagonisti del 5° “American Bowl Camp” di Trieste, che entrerà nel vivo a partire dalle prossime ore.

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Ormai ci siamo: l’ “American Bowl Camp” sta per irrompere nuovamente nel comprensorio sportivo di Valmaura. Sono infatti pochissimi i giorni che ci separano dalla quinta edizione dell’evento targato Pro Loco Muggia, con l’attesa di vedere nuovamente popolarsi lo stadio “Grezar” di atleti, allenatori e appassionati di football americano che cresce ogni giorno di più.

La prima tappa ufficiale è fissata per mercoledì 30 luglio alle ore 11, con la conferenza stampa di presentazione del Camp 2014 in programma presso la Sala Predonzani del Palazzo della Regione, situato nella centralissima Piazza dell’Unità d’Italia.

Il coaching staff di 9 ex-giocatori NFL, al quale si affiancheranno anche due tra gli arbitri più esperti tuttora in attività nella più importante lega di football del mondo, sarà già protagonista in questa fase: un motivo in più per seguirli, sin dalle primissime battute di questa 5° edizione.

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