“Buongiorno papà”, Edoardo Di Leo fa il bis da regista

Come ti stravolgo la vita in un minuto; e un apparente dramma esistenziale si trasforma in una manna venuta dal cielo.

La vita di un quarantenne sciupa femmine, superficiale ed egocentrico (Raoul Bova) che lavora per una ditta che si occupa di promuovere prodotti inserendoli all’interno dei film e vive insieme al suo amico di sempre (Edoardo Leo che è tra l’altro regista e sceneggiatore) viene sconvolta dall’improvvisa comparsa di sua figlia (la giovanissima Rosabell Laurenti Sellers già vista in “Femmine contro Maschi”) nata diciassette anni prima a sua insaputa durante un rapporto di una notte d’estate. La ragazza, persa la madre, inizia a bordo di un camper vintage la ricerca del padre accompagnata dal nonno (Marco Giallini presente tra l’altro nei film di Carlo Verdone, tra tutti ricordiamo “Io, loro e Lara” e “Posti in piedi in paradiso”) ex rocker leader dei “Giaguari”, gruppo rock anni sessanta. Aggiungiamoci poi la bella professoressa di cui innamorarsi (Nicole Grimaudo che qualcuno forse ricorderà in “Baarìa” di Tornatore) e la classica commedia romantica è bella che fatta.

Se la trama è banale e scontata, lo sviluppo risulta pieno di spunti di riflessione alternati a momenti di sano divertimento; si passa dall’analisi del rapporto padre – figlia, alla descrizione degli ambienti pseudo – bene in cui le mamme incoraggiano le proprie figlie a concedersi per ottenere un provino, dal mantenimento nostalgico di un ego fanciullesco e spensierato che fa rincorrere i propri sogni nel cassetto “prima che facciano la muffa” alla conversione di uno sciupa femmine egocentrico in un romantico e fedele dongiovanni.

Il film scorre rapido e spensierato mantenendo sullo sfondo la metafora della corsa che con la staffetta diventa sinonimo di ottenimento di un risultato solo con lavoro di gruppo.

Per i nostalgici le citazioni di diversi gruppi in voga negli anni 60 in Italia è molto ben riuscita; una chicca per gli amanti del genere la disamina degli inserimenti veri o presunti di prodotti commerciali all’interno di alcuni film di Kubrick; e per chi come me è sensibile all’argomento non potrà sfuggire la difesa con convincenti argomentazioni della fotografia tradizionale a discapito di quella digitale.

Voto : 6,5

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