“Per Trieste, sempre”. Legovich, un addio in punta di piedi
Così come era arrivato da sbarbatello nella stagione 2015/2016, in qualità di assistant coach assieme a Matteo Praticò durante l’era “dalmassoniana”, così Marco Legovich se ne va dalla Pallacanestro Trieste: in punta di piedi. Ma è – detto fuori dai denti – un addio dal retrogusto amarognolo. Perché al netto di responsabilità personali (e un capo allenatore inevitabilmente paga per primo una dolorosissima retrocessione sul campo come è stata quella rimediata a inizio maggio), quello che si è consumato ieri è stato un benservito che forse, per modi e tempi, poteva essere fatto in maniera diversa.
Un inizio complicato di campionato, poi una salita sugli scudi a portare Trieste a ridosso della zona playoff, poi ancora nuove difficoltà sino a quel maledetto 6 maggio a tranciare di netto i sogni di un giovane allenatore che sognava di poter vincere una sfida bella e al tempo stesso da far tremare i polsi. È un film che “Lego”, per tutto il lavoro fatto e per le tanti notti insonni trascorse dal primo allenamento della scorsa estate sino all’ultima (maledetta) sfida di campionato, lo rivedrà ancora parecchie volte nei mesi a venire. Il rammarico c’è, da parte di tutti (in primis in quel Richard De Meo che probabilmente più di chiunque altro non avrebbe voluto ricorrere a questa mossa), ma per tenere la barra dritta nel momento che contava Marco Legovich è stato forse lasciato troppo da solo a non far affondare la barca giuliana. E in mezzo alla tempesta, non è detto che qualcuno di più esperto ne sarebbe uscito diversamente.
Si chiude dunque un capitolo di storia biancorossa, quello di un claim “Audaci” che va in cantina non pagando dividendi, per fare spazio a una politica societaria dove conta il risultato, senza guardare troppo ai sentimentalismi. In attesa di capire chi sarà, citando le parole di De Meo del comunicato stampa di ieri, “un head coach che possa contare su una lunga esperienza in panchina” (e il toto-allenatori è ufficialmente partito), vale la pena ancora una volta fare un in bocca al lupo a “Lego”. Quel suo “Per Trieste, sempre”con cui ha chiuso la sua parentesi biancorossa tramite una storia sul suo profilo Instagram, fa capire perfettamente l’amore e l’orgoglio che questo ragazzo ha riposto in un cammino che non lo ha certamente premiato. Di questo, anche i suoi detrattori dovranno prenderne atto.
(Dal numero di Citysport.news di lunedì 26 giugno 2023)
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