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Non chiamatela solo…”SuperCoppetta”

Non sarà l’Eurolega, ma non è nemmeno la Social Basket Cup: l’Alma a pieno diritto può coccolarsi una Supercoppa LNP che se per qualcuno vale come il primo posto al torneo di briscola e tresette (sicuramente per quelli che hanno snobbato la kermesse del week-end appena trascorso, ma su questo ci torneremo), dall’altra consegna il primo vero premio alzato dalla Pallacanestro Trieste dopo il fallimento di tredici anni fa e più in generale uno dei rari conquistati dai giuliani nella loro storia. Da una finale persa – quella del giugno scorso, ben più importante – ne arriva una vinta, con peso specifico decisamente minore ma con un bagaglio di carica emotiva positiva che servirà tanto a Coronica e soci. Già a partire dalla prima giornata di campionato, dove tutto sarà diverso ma in un contesto dove si potrà iniziare ad attingere parecchio da quanto accaduto venerdì e sabato scorsi.

BALDASSO, L’EMBLEMA Il basket è meraviglioso perché è in grado di trasformare la serata storta di un semplice ragazzo in una notte da portare con sé anche nelle settimane a venire. Lorenzo Baldasso rappresenta a pieno titolo ciò che è stata l’Alma nella finalissima vinta contro la De’Longhi Treviso: arruffona e dannosa a sprazzi, al tempo stesso volenterosa e vogliosa di mettersi alle spalle le negatività. Ed è proprio la forza di volontà del “Lollo biancorosso” ad aver cambiato l’inerzia della sua gara e di quella di un’intera squadra, in balìa dei falli commessi e della sfortuna (leggi l’infortunio a Cavaliero nella seconda metà di partita, sperando che quella caviglia non metta un’ulteriore tacca alla già nutrita flotta di malconci). Venti minuti da incubo per lui, tanti errori al tiro, un anti-sportivo commesso e quel -5 di valutazione all’intervallo lungo che poteva essere il preludio di una nottata insonne: e invece no, perché nel momento topico del match quella mano torna a essere “educata” e a spingere l’Alma verso la vittoria. Ripartire proprio da questo punto per spiegare il trionfo giuliano in casa propria non è solo romantico, ma contiene un piccolo riassunto di come i biancorossi abbiano saputo risorgere dalle proprie stesse ceneri. Senza il contributo in regia di Fernandez per buona parte del match (Juan, occhio al troppo nervosismo…) e più in generale ancora con palesi fasi a corrente alternata, vincere partite così rognose è un segnale forte.

SEMPRE PIU’…CITTADINI Abbiamo parlato qualche riga sopra di come “Lobito” si sia praticamente auto-escluso dalla partita di sabato per raggiunto limite di falli. Tuttavia il play italo-argentino, prima di passare forzatamente gli ultimi 15 minuti abbondanti in panchina, ha ancora una volta fatto notare come spessissimo in stagione vedremo attivo l’asse in compagnia di Alessandro Cittadini. E il centro perugino ha fatto – scusate il gioco di parole – nuovamente “centro” nel week-end di Supercoppa, diventando l’MVP della manifestazione e pescando dal cilindro una serie di prove eccellenti. Non sarà il classico “Stockton to Malone” tra i due ex compagni di squadra a Brescia bensì un qualcosa che gli si avvicina per concetto, con play e pivot a trovarsi completamente a proprio agio in parecchie occasioni. Lo rivedremo spesso in stagione questo tipo di gioco che ha alzato i giri del motore per Trieste in pitturato.

UNO CONTRO UNO… Tante note liete, qualcuna stonata: tra tutte, quella di non essere riusciti a bloccare le sfuriate in penetrazione di Rice nella gara di venerdì contro Ravenna e quelle di Sabatini contro la De’Longhi: troppi i punti subìti perdendo il diretto marcatore sul primo passo. L’Alma dovrà lavorare molto su questo frangente, perché lasciare praterie aperte in difesa è un meccanismo da oliare adeguatamente. Naturalmente con un roster possibilmente al completo…

GLI ASSENTI Ce lo lasciamo per ultimo come punto d’analisi, perché di fatto non esiste una risposta alla domanda della causa dei tanti posti vuoti al PalaTrieste nel week-end di Supercoppa: è andata meglio nella serata di sabato, rispetto a un venerdì paurosamente spoglio sulle tribune. Trofeo con poco appeal, nonostante fosse il primo vero appuntamento ufficiale della stagione? Prezzi che qualcuno ha definito troppo alti? Di certo la speranza di vedere già a fine settembre un’Alma Arena straboccante di tifosi è scemata in un battito d’ali. Non vogliamo colpevolizzare nessuno, di certo con i riflettori puntati su Valmaura si sarebbe potuto fare qualcosa di più.

(da City Sport di lunedì 25 settembre 2017)

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