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L’urlo di Trieste terrorizza il PalaVerde: Alma in finale!

“Paroni in casa dei altri”: non c’è metafora migliore per spiegare come, dopo quasi 40 anni, Trieste passi al PalaVerde di Treviso. Perché in una gara-3 dove tutti si aspettavano la veemente risposta veneta, è invece l’Alma a fare cappotto nella serie e a volare in finale: un 54-86 dalle proporzioni enormi per i biancorossi, che per tanti minuti hanno recitato il ruolo di vero e proprio rullo compressore, mettendo alle corde una De’Longhi che finisce gambe all’aria e fuori dai play-off con un tonfo fragoroso.

Di bolgia ce n’è davvero tanta a Villorba – come era facile immaginarsi – a ridosso della palla a due. Treviso inizia meglio, almeno nel catturare qualche buon rimbalzo in attacco, ma è invece l’Alma a infilare successivamente un paio di buone difese sulle penetrazioni dei padroni di casa, trovando il vantaggio con la tripla di Bowers del 2-5. Trieste ha qualche buona chance per mettere il muso avanti con maggior vigore, anche perché la formazione di Pillastrini ha già tre errori dalla lunetta in un amen: un’altra bomba, stavolta di Green, lancia i giuliani sul +6 a metà primo periodo, la piccola verità è che i biancorossi continuano per larghi tratti a essere troppo morbidi nel proprio pitturato, concedendo qualche extra-possesso di troppo ai veneti che tornano subito a contatto sulla deflagrazione di Swann dalla lunga distanza. La parità arriva subito dopo a quota 11, in mezzo a una selva di errori da ambo le parti: l’acuto triestino arriva nel finale, con i punti di Da Ros e Prandin, a regalare il +3 al 10′ (14-17).

C’è tanto nervosismo sul parquet su sponda trevigiana (vola anche un tecnico per proteste a Swann) e l’Alma ha dalla sua una bella fetta di inerzia in apertura di secondo periodo: il vantaggio ospite raggiunge le undici lunghezze al 13′ (17-28), con la De’Longhi infilzata da Loschi che si dimostra caldissimo dai 6 metri e 75, poi la schiacciata di Janelidze sull’errore di Green e la realizzazione dalla media di un Da Ros anch’esso ispirato fanno volare Trieste addirittura sul +15 due minuti più tardi. Treviso spende due time-out quasi in rapida successione ma sembra non cavare un ragno dal buco nemmeno sul 19-36: una piccola scossa la prova a dare Brown (canestro buono e fallo, ma con errore poi dalla linea della carità) che però si dimostra un fuoco di paglia, perché sono innumerevoli le palle perse che i veneti rimediano anche nei minuti che precedono la sirena di metà gara. L’Alma è padrona del match sul 26-42 del 20′.

Un altro ceffone, bello rumoroso e doloroso, lo dà Cavaliero da tre punti dopo i primi venti secondi di terzo quarto: un piccolo segnale che fa intendere come Trieste torna in campo con il piglio giusto dopo la pausa lunga. La De’Longhi continua a essere nel frullatore delle proprie difficoltà, continua a sparacchiare ai liberi (è 8/18 al 25’…) ma soprattutto non c’è minimamente a livello di testa. È un gioco da ragazzi per l’Alma mantenere saldamente in mano le redini del match sul 31-48, con la panchina di casa a chiamare l’ennesimo minuto di sospensione che non porta minimamente valore aggiunto. Anzi, tale ambito tonifica ancor di più gli ospiti, “cecchini” per due volte con Mussini per un successivo incredibile +25 (33-58) che si materializza davanti ai tifosi triestini in visibilio. E la partita finisce lì, con un quarto abbondante ancora da giocare e con il pubblico di casa ammutolito nel vedere come Treviso esca di scena forse nella maniera più inaspettata. E ancor di più, quel coro “Forse chissà, succederà…” che risuona invece nello spicchio ospite finisce col preparare la strada all’ultimo atto di stagione dove l’Alma vuole completare la propria missione. Se questi sono i presupposti, a pieno diritto ci si può sfregare le mani.

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