L’intervista a Roberta Castelletto: “Muggia, la squadra e l’ambiente ideale per crescere”

Il suo approdo a Muggia non è stato sicuramente salutato con i fragori tipici delle trombe dell’Apocalisse, probabilmente (a torto) “nascosto” dall’arrivo di giocatrici più altisonanti ed esperte. Eppure Roberta Castelletto, una “very-triestin-shooting guard” classe 1993, ha già fatto vedere di non essere venuta a vestire la maglia della Querciambiente per scaldare unicamente il proprio posto in panchina. Tutt’altro: l’ex SGT è già entrata costantemente nelle rotazioni di squadra, all’interno di un campionato di serie A2 che potrebbe benissimo sottolineare il suo pedigree cestistico. Il carattere e il temperamento sono caratteristiche già insite nel DNA di una giocatrice che si definisce fuori dal campo “timida, ma non tirata”: l’intero ambiente muggesano si attende una sua crescita progressiva di rendimento nel corso del tempo, variabile che è ampiamente nelle sue corde.

Roberta, probabilmente in molti non ti conoscono, quindi è giusto delineare come è  iniziato il tuo percorso con la palla a spicchi…

“Tutto è cominciato con la maglia della Libertas, passando poi alla Ginnastica Triestina nella categoria Under 17 e disputando tre anni in prima squadra. Dopo quell’avventura, è arrivata questa estate l’occasione di indossare la casacca rivierasca ed è stata per me la scelta più azzeccata che potessi fare: a Muggia si lavora bene in ogni ambito, un motivo in più per essere soddisfatta di essere entrata a far parte di questo gruppo”.

Abbiamo già indicato come il tuo contributo, a livello di minuti giocati in campo, sia di una giocatrice ben lontana dall’essere semplicemente utilizzata negli allenamenti per poi finire relegata in panca: ti aspettavi inizialmente di essere parte così attiva della Querciambiente, già durante le prime partite?

“Assolutamente no: anzi, posso dire quasi di essere piacevolmente sorpresa per un minutaggio così cospicuo, non mi sarei mai attesa di disputare quasi 15 minuti in media a partita come sta accadendo in queste prime gare. Meglio così, anche perché prima del mio arrivo a Muggia erano molte le voci che sottolineavano un mio probabile scarso utilizzo durante le gare: già questa è la prima bella soddisfazione personale, alla quale spero di unirne tante altre”.

L’ambiente circostante sicuramente ti ha aiutato nell’entrare a far parte del gruppo, non è vero?

“Decisamente sì. E’ dal primo giorno in Interclub che apprezzo il clima benevolo che si respira: mi sono trovata benissimo con tutte le “festaiole” che mi stanno accanto. Annalisa Borroni e Lara Cumbat sono sicuramente coloro che si distinguono per forza, esperienza e per la simpatia che riescono a sprigionare ogni giorno, in più conoscevo già Giulia Fragiacomo e Marta Meola per tutti i tornei estivi disputati assieme. Di certo, il mio inserimento in questa squadra è avvenuto senza alcun tipo di problema”.

Parliamo degli ultimi risultati, non certo favorevoli per voi: prima la sconfitta nel derby, poi quella in casa contro Vicenza. Quale è stato l’aspetto più determinante che ha segnato le gare precedenti?

“Tra tutti, direi le difese avversarie che ci hanno praticamente “ingabbiato”: siamo finite con l’adeguarci troppo a loro, lasciando poi in mano loro l’inerzia nel momento più importante di entrambi i match. E’ una cosa che non possiamo permetterci di riproporre sul parquet d’ora in avanti, sappiamo che c’è tanto lavoro da fare per evitare questi cali e siamo già mentalmente proiettate nel limitare questo tipo di debolezze”.

La conference nord-est, da qualcuno definita come la più semplice tra tutti i gironi dell’attuale serie A2, sta già riservando più di qualche sorpresa: tu cosa ne pensi?

“Visti i risultati, andrei a sottolineare come si può vincere o perdere con tutte, se non si scende in campo con la giusta concentrazione. E’ sbagliato pronosticare anzitempo una vittoria o una sconfitta, poiché in questo girone c’è tanto di quell’equilibrio che non bisogna davvero dare nulla per scontato”.

Cosa si aspetta Roberta Castelletto da questa stagione?

“Innanzitutto di giocare le mie carte con grande serenità: come già affermato, sono soddisfatta di essere entrata a far parte di un sistema dove si può lavorare con estrema tranquillità. E’ una prerogativa fondamentale per una giovane come me, che affronta una serie così difficile come l’A2: ho intenzione di continuare a lavorare per meritare il mio attuale minutaggio e, perché no, magari un giorno partire dal quintetto-base se dovesse servire…”

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