La rassegna stampa sandrina di lunedì 13 febbraio 2017
LA RASSEGNA STAMPA SANDRINA DI LUNEDI’ 13 FEBBRAIO 2017
Da City Sport
Troppi cerotti per l’Alma
Ravenna vince nel finale
di Alessandro Asta
Trentacinque minuti di autonomia, poi la spia della riserva che inesorabilmente si è accesa. Parlare di sconfitta dolorosa dell’Alma Trieste contro Ravenna ha molto probabilmente un senso solo ed esclusivamente per la differenza canestri che i romagnoli – ora a due punti di ritardo in classifica dai giuliani – hanno saputo ribaltare sabato sera sul proprio parquet. Niente drammi dunque, perché il 71-63 col quale l’OraSì blocca la marcia vincente biancorossa è figlio principalmente di una infermeria sciaguratamente e sfortunatamente troppo zeppa di giocatori. Per questa Trieste, che fa dell’atletismo e dell’intensità le proprie punte di diamante, doversi privare forzatamente anche di Jordan Parks (oltre che di un Bobo Prandin già da diverse settimane ai box) è roba da far ammattire anche il miglior Tom Cruise nella saga di “Mission: Impossible”, specie in una delicata sfida come quella andata in scena nel week-end appena trascorso.
L’emblema Da Ros Con buona approssimazione, parlare della prova sfornata dal lungo milanese equivale a descrivere l’intera partita di Trieste in terra di Romagna. Per colui che in questo momento della stagione è tra i principali trascinatori della squadra, la seconda metà di gara (con uno 0/5 dal campo) fa letteralmente a pugni con una prima parte di match al fulmicotone, da 14 punti a referto. La causa di tutto questo? Semplicemente il fatto che l’intera Alma ha esaurito in corso d’opera le proprie bombole d’ossigeno. Ecco perché ha senso partire da questa variabile nell’analisi del rovescio contro il team molto ben allenato da Antimo Martino: la grande abilità di cambiare pelle durante la partita – dote che inequivocabilmente ha spinto sin qui i giuliani nei piani alti del girone Est – è direttamente proporzionale all’energia che la squadra di Eugenio Dalmasson sa sprigionare con costanza negli interi quaranta minuti regolamentari. Non è di fatto bastato l’orgoglio smisurato dei biancorossi per arrivare con il giusto fosforo nel momento decisivo, con quel puro black-out fisiologico del finale di gara che in parte rende meno amara la sconfitta.
Come il gatto con il topo E’ quello che in pratica ha fatto l’OraSì contro l’Alma: non è assolutamente un caso che la zampata sia arrivata nei minuti finali, quando Trieste ha esaurito le pile lasciando strada libera agli avversari. La solidità del proprio duo a stelle e strisce (sotto le plance Taylor Smith ha messo costantemente a dura prova il presidio difensivo ospite in area pitturata, gli 11 punti di Derrick Marks nel solo ultimo quarto delineano a tinte forti come il “folletto” di Chicago si esalti nell’affrontare i biancorossi, vedi play-off dello scorso anno con la maglia di Tortona) va in parallelo con un assetto eccellente di squadra. Da Tambone a Chiumenti, Ravenna ha dimostrato ancora una volta che quel quarto posto in classifica ha radici solidissime.
La staffetta Cittadini-Simioni Se da una parte la doppia-doppia da 12 punti e 11 rimbalzi del “Citta” (cresciuto alla distanza dopo un avvio incerto di partita) denota nuovamente come sia sbagliato parlare di semplice usato garantito nel descrivere in prima battuta l’ex Brescia, dall’altra c’è un Alessandro Simioni che nei suoi nove minuti sul parquet ha dato segnali incoraggianti, al di là delle mere cifre statistiche e al netto di qualche difesa ballerina contro il già citato Smith. Un esempio? La faccia tosta del primo quarto nell’andare a realizzare i suoi unici due punti del match. Di strada da fare ce n’è parecchia per il giovane prodotto della Reyer Venezia, tuttavia le basi ci sono: e non solo per fare banalmente “legna” sotto canestro.
Il solito Green da trasferta? Ok, per spiegare la sconfitta di Ravenna non ha davvero alcun senso puntare il dito solamente contro il rookie statunitense. Ma c’è un dato incontrovertibile di cui tenere conto: in stagione Javonte Green continua ad apprezzare maggiormente un ipotetico cartello appeso con la scritta “Home Sweet Home” e il parquet amico di Valmaura. Un dato su tutti? I suoi 18 punti abbondanti a partita in stagione quando si gioca all’Alma Arena, contro i quasi 14 messi di media lontano da Trieste. Il trend non si è rovesciato contro l’OraSì, in un ambito dove l’assenza di Parks presupponeva una maggiore salita sugli scudi di “Biggs Shotta”: molto bene in difesa, ma forse un po’ troppo timido in attacco.
Cercasi Lollo disperatamente Quella dannata “mattonella” piedi per terra che fa ancora fatica ad entrare: il -6 di valutazione e lo 0/4 dalla lunga distanza di Lorenzo Baldasso è sinonimo di una continuità di rendimento che si conferma la vera nemica della guardia nativa di Venaria Reale in questa stagione. Banalmente bastano solamente un po’ di tranquillità e di convinzione in più, ovverosia le armi migliori che un tiratore come lui deve essere in grado di sfoderare.
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Virtus Bologna, a Treviso arriva il quinto ko di fila
Fortitudo al fotofinish contro la Dinamica Mantova,
nel girone Est salgono anche Roseto e Jesi
di Alessandro Asta
Oltre ad OraSì Ravenna-Alma Trieste, il sabato sera in A2 girone Est ha visto disputarsi un altro scontro al vertice: il match tra le due capoliste De’Longhi Treviso e Segafredo Bologna, partita dal tipico sapore amarcord di sfide scudetto del passato e non solo. A spuntarla è la formazione di Pillastrini per 64-57, con la Virtus costretta a fare a meno del centro statunitense Kenny Lawson, vittima di una distorsione alla caviglia che lo terrà lontano dal parquet per almeno 15-20 giorni. Pur senza brillare e con Decosey fuori per scelta tecnica, Treviso ha in Perry (15 punti) e La Torre (14) i migliori realizzatori della partita, per una vittoria che permette ai veneti di volare provvisoriamente da soli in vetta alla classifica. Su fronte Segafredo, arrivata addirittura alla quarta sconfitta consecutiva in campionato, non bastano i 18 punti di Rosselli e gli 11 (con annesse 7 palle recuperate) da parte di Spissu.
Tra le gare giocate nel pomeriggio di ieri, svetta la vittoria della Kontatto sulla Dinamica Mantova: un adrenalinico 80-79 in favore della squadra allenata da Matteo Boniciolli, con il capitano della “F” Mancinelli (14 punti) protagonista nel finale di partita ma con Justin Knox (27+7 rimbalzi) a essere il vero MVP di giornata; inutili, su sponda ospite, i 27 segnati da Amici. Negli altri match, Roseto (Smith 25) vince all’overtime per 82-80 contro Forlì, prossima avversaria dell’Alma (all’Unieuro non basta il trentello messo a segno da Johnson), mentre Recanati conferma i propri progressi sorprendendo anche Verona (77-69, con 25 a referto per Rush). Si impongono nettamente Jesi su Piacenza (27 di Davis) e Imola sul parquet di Ferrara (Cohn 17), cade infine Udine al PalaTricalle di Chieti per 81-70: su sponda Proger ben 26 punti, col 5/6 da tre, per Venucci, su lato friulano oltre ai 20 firmati da Okoye ci sono i 6 punti del neo-acquisto (ed ex Pallacanestro Trieste 2004) Aka Fall. (A.A.)
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Una ripresa da favola
La Principe batte Malo e resta in 3a posizione
di Alessandro Asta
Esce alla distanza la Principe Trieste nell’impegno casalingo contro il Malo: il netto 31-21 finale è per molti versi frutto di un lavoro ai fianchi degli avversari, messo in atto dalla compagine giuliana nella seconda metà della ripresa quando gli ospiti – rimasti egregiamente in partita sino a quel momento – sono completamente andati fuori giri, permettendo ai biancorossi di tracimare nel punteggio e di intascare tre punti d’oro che li mantengono al terzo posto in classifica, col +3 nei confronti del Merano a due partite dal termine della regular season.
“Starting-seven” sperimentale per coach Hrvatin, che gioca subito la carta Carpanese nello spot di ala: il Malo parte tutt’altro che contratto in avvio (2-3 al 7’ sulla rasoiata dagli otto metri di Pavlovic), Principe invece in affanno a rifugiarsi nel time-out per sistemare le idee. Sono proprio i sessanta secondi di sospensione a far cambiare parzialmente la marcia di Trieste, con una maggior efficienza offensiva (Anici e Visintin a segno) ma soprattutto con rotazioni di tutti i componenti della panchina. Mentre i giuliani cercano di mantenere l’equilibrio tattico sul parquet, la gara vive di parecchi sprazzi: Malo resta a contatto con i giuliani sino a due minuti dalla prima sirena, momento in cui è Radojkovic a dare una prima spallata al match con l’uno-due verso la porta ospite per il 14-11 del 30’.
La Principe fa fatica a inizio di ripresa, conservando tuttavia le redini della gara con un Anici tornato finalmente ad essere offensivamente concreto dopo un periodo in chiaroscuro. Malo regge sino al -3 a venti minuti dalla fine, ambito nel quale Trieste opera l’allungo decisivo: Postogna sigilla la propria porta su diverse azioni d’attacco avversarie, è poi il duo Carpanese-Radojkovic a siglare una piccola quanto fondamentale accelerata al match. Il provvisorio 21-16 segna di fatto l’inizio della resa da parte dei veneti, che si sciolgono letteralmente di schianto permettendo alla Principe di andare in massimo controllo nell’ultimo quarto d’ora di partita: Trieste la mette praticamente in ghiaccio sul 25-18 (50’), volando poi senza particolari problemi in doppia cifra di margine in un finale a senso unico.
DA IL PICCOLO DI TRIESTE
L’Unione cala un poker
França giustizia l’Este
Quarta vittoria consecutiva grazie alla doppietta del bomber
di Ciro Esposito
E sono quattro. La Triestina continua la striscia di vittorie dopo aver masticato amaro al Rocco con il Cordenons. Il tre a uno non lascia al buon Este scappatoie per recriminazioni ma l’Unione non è stata brillante soprattutto nella prima parte della gara. Quasi nessuna occasione, gioco a sprazzi, molti errori nonostante i padovani non abbiano fatto le barricate. Ma la strada per la vittoria è stata spianata ancora un volta dal bomber ritrovato. Carlos França proprio sul finire di un primo tempo equilibrato ha tirato fuori dal suo repertorio la conclusione di sinistro dalla distanza. A Feltre la bordata era partita da calcio piazzato, ieri al Rocco il fendente è stato scoccato in corsa con palla imparabile per l’esperto Lorello. A inizio ripresa un penalty su Banegas (con conseguente espulsione di Gilli) e realizzazione del solito Carlos sembrava aver messo un macigno sul match. Ma l’Unione, e spesso le capita quando si trova in inferiorità numerica, ha saputo subire un gol su una distrazione. Qualche minuto di disorientamento senza troppi affanni e quindi la rete della sicurezza su una capocciata di Di Dionisio hanno messo in archivio il match. L’Unione ha ritrovato capacità di segnare e morale ma la classifica lascia poco spazio alla fantasia: il Mestre è sempre avanti di dieci mentre il secondo posto è in cassaforte con il Campodarsego a undici punti di distacco. Insomma il finale di regular season si preannuncia come una gara contro se stessi per cercare di ottenere il maggior numero di punti possibile in vista dei play-off e di un eventuale ingresso a tavolino in Lega Pro.
Andreucci non riserva sorprese. A destra rientra Bajic con Frulla e Celestri che giostrano davanti alla difesa. Nei tre uomini alle spalle dell’inesuaribile Dos Santos Corteggiano sta a sinistra e Banegas sull’altro fronte con França a fare da ispiratore e finalizzatore. La squadra rende omaggio alla memoria di Stefano Furlan. Si parte e sin dalle prime battute si capisce che la Triestina ha difficoltà a dare ritmo alla sua manovra. La formazione di Longato ha bisogno di punti per allontanarsi dalla zona calda ma non ha ancora l’acqua alla gola. Il tecnico dei veneti si gioca la carta del pressing e non quella del bunker. L’Unione non trova sbocchi in avanti anche perché non riesce ad aprirsi più di tanto sulle fasce. Così son gli ospiti a rendersi pericolosi al 15’ con il vivace Marchetti che sfonda a sinistra ma la difesa alabardata in qualche modo se la cava in corner. Il gioco staziona nella zona centrale del campo senza accelerazioni fino a quando França non sfodera uno dei suoi numeri: palla lavorata sulla tre quarti e sinistro esterno da oltre venti metri che si infila nel sette alla sinistra di Lorello (35’). L’Unione si distende e al 45’ su traversone da sinistra di Corteggiano Banegas impegna severamente al volo il portiere dell’Este. Nella ripresa i ragazzi di Andreucci come sempre partono con più verve. Al 4’ Dos Santos serve di tacco un ottimo assist per Banegas che viene atterrato da Gilli: rigore ed espulsione. Franòa va sul dischetto e infila Lorello sulla sua sinistra. Parti in frigoriofero?. No, perché questa Triestina non è ancora capace di gestire e così al 10’ Pizzul temporeggia e si fa scavalcare da un cross dalla sinistra che il giovane Faggian è bravo a colpire in diagonale sul secondo palo. L’Este un po’ ci crede ma Voltolini dice di no con grande perizia a un botta di Ferrara. In campo non si vede la superiorità dei padroni di casa ma l’Unione non barcolla anche per l’ingresso di Di Dionisio per un Frulla acciaccato. Gli alabardati cercano la terza rete e ci vanno vicino in mischia attorno alla mezz’ora. Rete che arriva al una manciata di minuti dalla fine . Corteggiano pennella da cornere e Di Dionisio trova il tempo giusto per schiacciare di testa. Il Rocco se ne va felice. Ora la corsa solitaria continua a Noale, contro una squadra in zona retrocessione. Per vincere servirà qualcosa di più di quanto visto ieri.
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Andreucci: «Gran gol di Carlos
Siamo stati troppo imprecisi»
Il tecnico alabardato è soddisfatto a metà: «In certi momenti non abbiamo saputo stare dentro la partita.
Di Dionisio entra sempre in campo con determinazione»
di Antonello Rodio
Mister Andreucci festeggia la quarta vittoria consecutiva della sua Triestina, ma la sensazione è che sia meno soddisfatto di altre volte della sua squadra, che in alcuni frangenti della partita contro l’Este è apparsa meno convincente rispetto alle ultime uscite. E questo lo ammette anche il tecnico alabardato: «È stata una vittoria meritata ma sofferta. Bisogna dare merito agli avversari di aver giocato un primo tempo coraggioso – dice Andreucci – giocavano palla sui loro tre attaccanti, venivano a rimorchio e noi siamo andati un po’ in difficoltà perché in mezzo al campo erano molto aggressivi e questo non ci ha consentito di sviluppare il nostro gioco».
Il capolavoro di França ha poi sbloccato la situazione: «Abbiamo avuto la bravura e la fortuna di passare in vantaggio – afferma il tecnico – e credo che quello di Carlos sia stato davvero un grande gol. Da quel momento la partita ha preso una piega migliore e c’è stata anche l’occasione con Banegas che l’ottimo portiere Lorello è stato bravo a sventare. Nel secondo tempo volevamo giocare in maniera diversa, essere noi più aggressivi e all’inizio ci siamo anche riusciti facendo anche subito il secondo gol». Poi però ecco il secondo neo del successo sull’Este, il secondo momento critico: «In effetti dovevamo gestire meglio la partita – ammette Andreucci – con loro ridotti in dieci e noi in vantaggio di due reti, prendere il gol del 2-1 è stato sicuramente un nostro errore. Un gol che ci ha messi in difficoltà e ci ha dato un attimo di apprensione. Dopo abbiamo provato a fare il terzo perché era quello che bisognava fare, anche se ci siamo riusciti solo a pochi minuti dalla fine».
Ma come spiega l’allenatore alabardato questi momenti di difficoltà? «Innanzitutto vincere quattro partite di seguito non è facile – spiega Andreucci – e ogni partita fa storia a sé. Abbiamo visto che ci sono anche squadre che vengono qui con un altro atteggiamento e noi da questo punto di vista dobbiamo ancora migliorare un attimo. A volte le partite prendono una piega e bisogna saperci stare dentro, noi in certi momenti l’abbiamo fatto bene ma in altri no. C’è stato anche qualche errore tecnico di troppo nella gestione della palla. Fare risultato è in ogni caso motivo di soddisfazione, anche se sappiamo di non poter essere pienamente soddisfatti». Tornando al gol della sicurezza, quello del 3-1 segnato da Di Dionisio, Andreucci spende parole di elogio per l’autore della rete: «Sono contento per il suo gol perché è un ragazzo fantastico che si impegna sempre, magari ha meno opportunità degli altri di giocare ma quando le ha, lo fa sempre con grande determinazione e voglia di mettersi in mostra. E poi la rete di uno che entra con quello spirito e subito segna, dimostra che il gruppo sta crescendo e si sta cementando».
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Aquaro: «Ci siamo creati dei problemi da soli»
«Loro bravi nel pressing ma noi abbiamo perso troppi palloni. Dobbiamo essere più concentrati»
di Guido Roberti
Per lunghi tratti il migliore in campo dell’Unione, aspetto che qualifica di diritto l’Este tra le poche formazioni autrici di una prestazione spigliata al Rocco. Giuseppe Aquaro, colonna della retroguardia alabardata, aveva ammonito i suoi compagni di squadra dopo il parziale rilassamento palesato a Valdagno e costato due gol, ininfluenti ai fini della sentenza sul campo, ma non nelle valutazioni del difensore, riproposte quasi sulla falsariga della settimana precedente nel post partita di ieri. «Di positivo a mio avviso portiamoci a casa soltanto il risultato» sentenzia Aquaro. «L’Este con il suo pressing ci ha messo in seria difficoltà, ma secondo me in più di una occasione ci siamo creati dei problemi da soli. Abbiamo perso dei palloni in modo banale, questo ha dato fiducia agli avversari e fortunatamente nel primo tempo ha trovato un gran gol Carlos, ci ha sbloccato un po’».
Sul 2-0 cosa è accaduto? Un appannamento motivato dalla convinzione di aver chiuso la partita forti della superiorità numerica? «E’ capitata la stessa situazione vista la settimana precedente» chiosa il centrale (a Valdagno l’Unione sul 4-0 subì due reti in pochi minuti dai lessini). «Un errore che non dovevamo ripetere ed invece è successo, ed è un problema da risolvere il prima possibile». Una attenzione nel gruppo alabardato che è stuzzicata da una classifica molto strana, con 10 punti di distacco dalla prima e 11 di vantaggio sulla terza. L’obiettivo però deve rimanere quello di incamerare più punti possibili… «Secondo me dobbiamo mantenere l’attenzione sempre, fino alla fine, ed è ancora possibile che il Mestre perda dei punti, per quanto appare difficile. Qualora accadesse dobbiamo esser lì pronti, dietro di loro, ma per farlo dobbiamo cambiare atteggiamento». La prossima avversaria, il Calvi Noale, lotta per la salvezza e sarà ferito dalla sconfitta interna appena subìta per mano dell’Arzignano. L’Unione con due squalificati avrà il dovere di scendere in campo con il coltello tra i denti. «Da martedì infatti bisognerà tornare al lavoro con la cattiveria necessaria per affrontare nel modo giusto la partita di domenica prossima». E a Noale Aquaro farà affidamento ad un compagno di difesa diverso dal solito. Il giudice sportivo infatti, oltre a Corteggiano, fermerà per un turno capitan Leonarduzzi.
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Tifosi e giocatori ricordano Furlan
Quella di ieri è stata una domenica vissuta interamente nel ricordo di Stefano Furlan, a 33 anni dai tragici fatti dell’8 febbraio che portarono alla morte del tifoso triestino. Ieri in mattinata, sotto la targa in via Valmaura, si è svolta una commemorazione, conclusa con un minuto di raccoglimento, che ha visto una massiccia presenza di tifosi. Oltre al gruppo della Furlan, dei tifosi del Centro di coordinamento e di tanti club alabardati, era presente una delegazione della Triestina Calcio con Milanese, e hanno partecipato anche varie tifoserie di altre squadre tra le quali quelle di Verona, Lazio e Massese. Ma Stefano Furlan è stato ricordato prima della partita con l’Este con i giocatori entrati in campo indossando le magliette celebrative. (a.r.)
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L’assenza di Parks è pesata e la “panca” non ha aiutato l’Alma
Serie A2, nel match di Ravenna a Trieste sono mancate
le alternative per ovviare all’indisponibilità dell’americano
di Matteo Contessa
L’OraSì ha vinto meritatamente sabato sera, ma l’Alma è uscita dal Pala De Andrè a testa altissima. Con l’organico molto risicato e rotazioni ridotte all’essenziale i biancorossi hanno tenuto testa agli avversari per 35minuti, mettendoli anche sotto quando le forze ancora lo permettevano (16-2 di parziale negli ultimi 5 minuti del secondo quarto). In definitiva, guardando com’è andata la partita, l’Alma ha perso soltanto perchè non ha potuto avere l’apporto di Parks. Avesse avuto Jordan in campo, non sarebbe arrivata a giocarsi il finale punto a punto e senza più fiato disponibile. Molto probabilmente avrebbe preso il largo prima e nel finale avrebbe potuto controllare.
I “se” e i “ma” lasciano il tempo che trovano e non giustificano le sconfitte. E infatti non lo facciamo. Ne abbiamo accennato soltanto per spiegare che la sconfitta non è arrivata per inferiorità reale rispetto a Ravenna che è una diretta concorrente nella corsa ai primi 4 posti. È arrivata solo per la stanchezza nei finale dei pochi biancorossi che hanno tirato la carretta per tutto il match. Isolati e raddoppiati nella ripresa Green e Pecile, francobollato Da Ros con Chiumenti e costretto Cittadini a lavorare duro con Smith, Ravenna dopo aver subito Trieste nel primo tempo ha capovolto la partita e tolto a Dalmasson ogni alternativa. Perchè Bossi, Coronica e soprattutto Baldasso che avrebbero dovuto essere armi alternative per distogliere le attenzioni degli avversari e costringerli a lavorare a più ampio spettro in difesa, in realtà hanno dato poco o niente, stavolta. Avessero dato un contributo medio, in termini di gioco e punti realizzati, lo svolgimento della partita sarebe stato molto diverso. Invece il tecnico Martino ha avuto gioco facile nel concentrare la difesa soltanto su 4 avversari, potendo liberare le sue armi di complemento (Sabatini, Sgorbati, Tambone) a fare la differenza. Sconcertante anche a Ravenna l’inconsistente prestazione di Baldasso. Cosa gli stia accadendo sinceramente è incomprensibile. È vero, con l’intervento al ginocchio alla fine della stagione scorsa che gli aveva fatto iniziare a rilento la preparazione estiva e con l’infortunio alla spalla in amichevole sempre nel pre-stagione, Lollo di fatto ha di fatto perso la preparazione estiva. Però dal suo rientro in campo, a Roseto il 9 ottobre, sono passati 4 mesi e il tempo di rimettersi in carreggiata l’ha avuto. Siamo ormai a tre quarti della stagione regolare e il Baldasso dell’anno scorso non si è ancora mai visto, neanche in quelle cose (il tiro in uscita dal blocco, ad esempio) che faceva in assoluta naturalezza. Il gioco di Dalmasson lo conosce, il campionato lo conosce anche, è inserito bene nel gruppo anche fuori dal campo e dunque non si capisce perchè non sappia esprimersi ai livelli che conosce.
Tornando a parlare della partita nel suo complesso, una battuta d’arresto che non ridimensiona assolutamente l’Alma. Infine stigmatizziamo una cosa spiacevole, l’intrusione di un paio di tifosi di casa nella tribuna stampa riservata ai cronisti triestini che sono arrivati a contatto con l’addetto stampa dell’Alma, Emilio Ripari, impegnato nella radiocronaca della partita. L’intervento di un addetto della società di casa e degli stessi altri cronisti presenti ha impedito che sio andasse oltre, riportando i due tifosi di casa all’esterno della postazione stampa. Ma l’inqualificabilità dell’episodio resta tutta.
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