Intervista a Lucia Richter, tra l’avventura in 1° squadra e…un occhio puntato verso la sorella Alice

Umiltà e dedizione: per superare certi limiti, sono queste le variabili da mettere in campo per migliorare il proprio modo di giocare a basket. Ne è convinta Lucia Richter, una delle giovanissime dell’Interclub Muggia, ormai da due anni nell’orbita della 1° squadra: la guardia classe 1996 sa ormai perfettamente la differenza tra essere tra le protagoniste della formazione U19 rivierasca e allenarsi invece con il team che sta affrontando la serie A2.

“Non lo nascondo: all’inizio della mia avventura con le veterane, la prima sensazione è stata quella di smarrimento totale”, confida Lucia. “C’è un notevole cambiamento di ritmo, c’è tanta intensità in più e soprattutto cerchi di tener testa al livello di chi ti è accanto a te: usando un metro di paragone, è come passare dall’asilo alla scuola elementare…”. Difficoltà sì, ma anche la possibilità di capire sulla propria pelle quale sia il livello da raggiungere per poter fare un passo avanti sotto il profilo tecnico: “Assolutamente sì”, continua la Richter, “Per una giovane come me è necessario fare tanta esperienza. Spesso c’è la paura di sbagliare, ma è anche vero che in un ambiente come quello muggesano c’è davvero la possibilità di imparare tanto: il mio modello è senza dubbio la capitana Borroni, sarebbe un sogno poter diventare un giorno come lei”.

Per una Lucia che è cresciuta a dosi di pane e…basket (“Anche se avrei potuto optare per la pallavolo, non ebbi dubbi fin da piccola quale sarebbe stato il mio sport preferito”, commenta), è innegabile che la scelta di giocare a pallacanestro sia maturata anche guardando il “palmares” di famiglia. La mamma, Graziella Biasi, è una che un po’ di palla a spicchi la conosce, avendo giocato a ottimi livelli nella Ginnastica Triestina. Ma, soprattutto, c’è una sorella più grande di nome Alice che attualmente è impegnata a Ragusa nella massima serie, vestendo la maglia di una Passalacqua autentica protagonista di stagione. “E’ bellissimo vederla in A1: c’è sicuramente un po’ di sorpresa per il grande salto che è riuscita a fare, al tempo stesso sono orgogliosa di lei e del sogno che ha saputo prima cullare e poi realizzare. L’ho vista crescere, trasformarsi in tutto il suo cammino cestistico e lavorare tanto per raggiungere il suo scopo: si merita pienamente questa occasione”.

Lucia Richter ha una convinzione dentro di sé: aumentare la propria autostima sarà l’obiettivo più importante da dover raggiungere nel corso delle prossime stagioni. “Spesso ho poca fiducia in me stessa, un pensiero che vale sia sul parquet che nella vita di tutti i giorni. Ho la fortuna di avere accanto una grande amica come Valentina Rosin, che conosco sin da piccola e con la quale ho un rapporto più che speciale: in molte situazioni ci sproniamo a vicenda ed è un qualcosa che serve a entrambe per crescere. Affrontare un impegno così probante come può essere quello con la prima squadra, assieme a una persona che ha la tua stessa età e con la quale puoi condividere le stesse medesime sensazioni, ti dà la possibilità di superare le difficoltà che ti si palesano davanti. Nello sport, come al di fuori del parquet, tutto questo è fondamentale”.

 

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