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Il progetto estivo fa già acqua da tutte le parti. Ma di “rivoluzioni” non se ne vedono all’orizzonte

Ancora una volta battuta, ancora una volta contestata dai propri tifosi (stavolta in trasferta). Doveva essere riscossa per la Pallacanestro Trieste e invece la “Fatal Verona” amplifica ancor di più uno status che è definitivamente diventato preoccupante. Certo, qualcosina in più si è visto ieri contro la Tezenis rispetto alla figuraccia contro la Fortitudo (francamente, ci voleva poco…), ma ciò che conta è il risultato. E in una serie A2 dove nulla può essere concesso, ecco che la terza sconfitta di fila è figlia di uno spartito visto troppe volte in così poche partite giocate. E ciò che forse è più grave, è che non sembra esserci nulla all’orizzonte di “rivoluzionario” per tentare di invertire la rotta.

Così facendo, si va sempre più alla deriva. Ci potrebbero dire “guardate che siamo appena alla sesta di campionato, guardate che stiamo lavorando, vedete di fare il vostro lavoro e di dare fiducia al progetto”. Progetto, appunto: quello estivo sta facendo un po’ acqua da tutte le parti: perché la “scossa tecnica” che doveva dare Jamion Christian con le sue novità portate da oltreoceano sin qui è insufficiente, delle tante spiccate individualità da cui Trieste potrebbe uscire dalle secche nei momenti difficili c’è in pratica solo Reyes a cantare e portare la croce, da tre partite a questa parte l’intera squadra finisce per essere messa sistematicamente sotto scacco più per demeriti propri che per meriti altrui (e lo ripetiamo ancora una volta: 19 palle perse è qualcosa che difficilmente può essere spiegato da un team con tanti giocatori d’esperienza). È dunque questo il cammino che si vuole continuare a intraprendere?

Con una settimana alle porte che diventa drammaticamente importante, non solo per la classifica che già piange (i biancorossi sono più vicini alla zona play-out che alla testa del girone…) ma per la credibilità di un’intera stagione che rischia di diventare anonima già dopo poco più un mese di regular season, la sostanza è che prima della trasferta di mercoledì a Piacenza e del derby in casa di domenica prossima contro Udine di “rivoluzioni” non ne vedremo proprio. In casa biancorossa si punta a risolvere i peccati originali esclusivamente con la parola “lavoro”, la verità è che temporeggiare troppo – non mettendo mano proprio al progetto che recita “in A2 saremo solo di passaggio”, strombazzato dopo la retrocessione dello scorso maggio – è un rischio che non ci si può permettere. Già in questa fase, già dopo appena sei giornate di campionato. E con una disaffezione da parte dei tifosi triestini che non si vedeva da decenni, che forse è la variabile peggiore all’interno di un momento così complesso.

(da Citysport.News di lunedì 30 ottobre 2023)

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