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Il derby è finito. E ora andiamo (tutti) in pace

“Quanto mi manca già il derby…”. Un pensiero che – ipotizzo senza paura di sbagliarmi più di tanto – avrà sfiorato molti di voi che state leggendo questo post. Perché, diciamocela tutta, nella settimana appena trascorsa parlare della partita tra Alma e Gsa è diventato il “trend topic” delle chiacchiere da bar, dello scambio di battute tra colleghi di lavoro giuliani e friulani, dei dibattiti stile tribuna politica sui social network.

Ce la ricorderemo a lungo, la serata di sabato scorso. Non solo per la vittoria biancorossa, bensì per come abbiamo potuto avere la possibilità di respirare un clima in parte dimenticato al palazzo dello sport, per certi versi non paragonabile ad altre belle cornici di pubblico che in altre occasioni hanno riempito per benino l’Alma Arena nel recente passato. La verità è che poco o nulla è paragonabile a un derby di questa portata. E ce lo siamo accorti in molti.

E ora? Beh, le due anime cestistiche biancorosse e bianconere possono tornare a vivere la vita di tutti i giorni. Allontanandosi da una dose di veleni che, se da una parte sono riconducibili al puro e semplice campanilismo, dall’altra hanno forse finito col diventare una dose eccessiva di senape e kren all’interno del classico “panin con la porzina” che abbiamo la fortuna di addentare nelle nostre zone. Un tripudio fatto di magliette nere indossate a fine partita con slogan che hanno irritato più di qualcuno, di dita puntate contro lo speaker di casa per presunti “imbavagliamenti” dei cori ospiti, di articoli giornalistici a ricalcare come ci si debba sentire quasi frustrati nel tifare una squadra di calcio in serie D mentre qualcun altro naviga (vivaddio) in ambiti decisamente più nobili ed economicamente fertili.

E se, di questi fantomatici veleni, prendessimo anche una sola, piccolissima e infinitesima parte buona da mettere nel cassetto dei ricordi, a imperitura memoria di sabato 3 dicembre 2016? Perché, arrivato il momento di vuotare un’autocisterna d’acqua sul falò che si è venuto a creare, va rimarcato come tutto il resto sia filato estremamente liscio. Ed è lo spettacolo – quello vero – di 6700 anime a prevalere, alla fine della fiera: quello fatto dal colore di due tifoserie, dalla gioia e delusione da ripartire da una parte e dall’altra. Più semplicemente, dall’orgoglio di essere stati spettatori – al palasport o in diretta tv – di un evento così bello.

Il derby è finito, possiamo ora calare la tensione. Ma non servirà rimettere in naftalina i tanto amati conti alla rovescia, in grado di far impallidire tutti i calendari dell’Avvento che a breve inizieranno a popolare le vostre case. In fondo, mancano solo 103 giorni al derby di ritorno…non siete contenti?

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