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I tre buoni motivi per cui l’Alma può sorridere già adesso

Ad oggi mancano venti giorni all’inizio della stagione. Per certi versi un’inezia, sotto un altro punto di vista una manna dal cielo per un’Alma che in queste ultime settimane ha visto la propria infermeria piena zeppa come in nefasti tempi di guerra. Eppure, guardando non solo i risultati delle sei amichevoli sin qui giocate ma soprattutto i segnali che scaturiscono analizzando quanto sinora visto, risulta lampante un concetto: la squadra di Dalmasson ha accantonato sin dal primo giorno di preparazione la volontà di leccarsi le ferite e si è dedicata molto di più a far emergere alcuni punti di forza che possono già far sorridere società e staff tecnico biancorosso.

IL VALORE DELLE ROTAZIONI “Nessun uomo è indispensabile”: fu questa una frase che accompagnò il mandato presidenziale di Franklin Delano Roosevelt, poco meno di un secolo fa. Ebbene, dopo un mese scarso dall’inizio della preparazione questo concetto può essere ribaltato con discreta approssimazione anche a una Trieste che sin qui non ha mai avuto modo di allenarsi a ranghi completi: dall’assenza cronica di Da Ros (si sperava di poterlo avere sul parquet in prossimità della Supercoppa, verosimilmente i tempi di recupero si allungheranno) a quella di un Bowers visto all’opera – e solo per pochi minuti – solamente nello scrimmage di Codroipo prima dell’operazione di pulizia al menisco.

Privarsi potenzialmente di due quinti di quintetto-base è roba da far venire il mal di testa a chiunque, non solo a un Eugenio Dalmasson che in tempi passati ha dovuto fare spesso i conti con problemi di questo tipo. Eppure questo status paradossalmente sta aiutando i biancorossi a capire le reali potenzialità del roster allestito. E, in primissima battuta, c’è la piccola soddisfazione sin qui di aver lavorato bene nonostante tutti i grattacapi, specialmente in un ambito come quello dell’area pitturata che in molti considerano nevralgico nell’Alma targata 2017/2018. Tradotto? Trieste sta avendo sin da adesso il contributo di tutta la sua panchina, nessuno escluso: da un Janelidze che ha dimostrato di saper fare discretamente “legna” sotto canestro (siamo sicuri che la sua avventura biancorossa si esaurirà così presto?), sino a un Loschi che non è solo tiratore ma anche difensore arcigno in tagliafuori. E più in generale, esiste la consapevolezza che già ora ci si sacrifichi di squadra. Con valori di questo tipo, l’avvicinamento alla stagione spaventa decisamente di meno e dà l’occasione di studiare eventuali “piani B” tattici, nel caso in cui anche a campionato in corso si debba sciaguratamente fronteggiare il problema degli infortuni.

GREEN VERSIONE 2.0 L’abbiamo notato sin dalla prima foto scattata fuori dall’aeroporto di Ronchi dei Legionari: Javonte Green è cambiato, non solo fisicamente. Ed è bastato ammirarlo nelle amichevoli disputate dall’Alma per avere la conferma che quella prima impressione non era per nulla campata per aria.

Col senno di poi, si fa presto a dire che la “cura Tanjevic” e la preparazione con la nazionale montenegrina sia stata il classico cacio sui maccheroni: la verità di fondo è che il talento di Petersburg non ha più solo l’esplosività dalla sua parte, ma anche la piccola consapevolezza che questa annata lo può lanciare definitivamente in orbita. Non solo dunque palle recuperate e schiacciate furibonde in contropiede, ma anche la propensione di andare a rimbalzo d’attacco in maniera molto più propositiva rispetto alla scorsa stagione e, cosa non da poco, iniziare a prendersi degli uno-contro-uno maggiormente efficaci che possono diventare un’arma in più da non sottovalutare. Certo, è solo “basket estivo” quello che siamo in grado di raccontare: tuttavia un Green tirato così a lucido e scintillante come un Bronzo di Riace è grasso che cola copiosamente per l’Alma.

LA LEADERSHIP DI “LOBITO” Cercato a lungo e trovato dopo una lunghissima corte: scopriamo forse l’acqua calda nel definire Juan Fernandez uno dei migliori play in circolazione (e non solo in serie A2). Certo è che poter usufruire in cabina di regia di un diamante tutt’altro che da sgrezzare ha valore inestimabile per una squadra che culla con veemenza il sogno promozione.

In molti chiedevano a gran voce un giocatore dai pochi palleggi e dalla tanta sostanza nella costruzione dei giochi offensivi: ma per la gioia di molti forse c’è anche qualcosa di più. Perché il “Lobito” si sta dimostrando anche superlativo sull’altra metà campo, dove lottare nella marcatura del diretto avversario, recuperare un rimbalzo, alzare gli occhi e lanciare un secondo dopo un pallone verso un compagno di squadra riversatosi completamente da solo in contropiede potrebbe diventare uno degli scenari che spesso avremo modo di vedere nell’Alma di questo campionato.

Leadership dunque, terribilmente efficace già in una pre-season dove Fernandez sta dimostrando un lucido carisma sapendo sempre cosa fare in ogni azione, non buttando mai via un possesso-palla. E attenzione: l’asse tra il play argentino e Alessandro Cittadini, due che si conoscono bene dopo la felice avventura a Brescia con promozione incorporata in serie A, potrebbe ulteriormente rivitalizzare le 38 primavere del centro perugino.

(da City Sport, lunedì 11 settembre 2017)

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