I suntini sandrini di venerdì 24 settembre 2021
VENERDÌ 24 SETTEMBRE 2021
- Chiarbola e i suoi tifosi pronti ad abbracciare la Pallamano Trieste per l’esordio stagionale che domani alle 19, arbitri Riello e Panetta, vedrà la formazione di Fredi Radojkovic sfidare lo Junior Fasano. Come scrive Lorenzo Gatto oggi sul Piccolo, reduce dalla deludente prova con annessa sconfitta a Bolzano, Trieste cerca un pronto riscatto e i primi punti in classifica.Settimana intensa dal punto di vista della preparazione, la squadra ha rallentato dal punto di vista prettamente fisico concentrandosi sul lavoro con la palla. Perfezionare l’intesa, cercare buone soluzioni di tiro e limitare al massimo le palle perse: la ricetta per venire a capo del rebus che la terza giornata proporrà ai biancorossi. A chiamare a raccolta i tifosi Andrea Carpanese e Marco Visintin, vice allenatore e capitano della squadra ma soprattutto colonne portanti di una società nella quale militano da sempre.«Il pubblico qui a Trieste ha sempre fatto la differenza – sottolinea Carpanese – non vediamo l’ora di ritrovarli al palazzo e poterli riabbracciare. Da parte della squadra – continua Visintin – posso promettere che daremo il 110%. Metteremo cuore, testa e gambe in campo, vogliamo vincere e sono convinto che con il supporto dei nostri tifosi riusciremo a farlo».Continua anche domani a Chiarbola la campagna abbonamenti che in queste prime settimane ha registrato un centinaio di adesioni. Serve un ulteriore scatto per raggiungere almeno i livelli della passata stagione. Giornata ricca di spunti quella che domani porterà in campo le squadre della serie A Beretta. Big match a Sassari tra i padroni di casa della Raimond e Bressanone. Con Fasano a Trieste, Conversano strizza l’occhio a una giornata che potrebbe regalarle il primato solitario
- «Ci gira tutto storto» ripetono all’unisono i giocatori e il tecnico Bucchi. E viste le ultime partite e in particolare l’ultima con la Juve è anche vero. Periodi così capitano nello sport solo che all’inizio e alla fine fanno più clamore. Il fatto è che il «gira tutto storto» è di casa nell’ambiente della Triestina da un bel po’. Diciamo almeno da un anno o meglio ancora da aprile dell’anno scorso. Molti dei protagonisti in campo non sono gli stessi, quelli sugli spalti o davanti alla tv sì. E così anche ai tifosi “girano”, e non solo a quelli iperscettici da testiera, ma anche a quei pochi che ancora frequentano il Rocco o a quei tanti che chiacchierano al bar. Il loro status è più che comprensibile. Vedere la Triestina nelle ultimissime posizioni con la miseria di 2 punti fa male. E “gireranno”, questo e fuori dubbio, anche a Mauro Milanese che, oltre a gestire il club e i denari del cugino Biasin, sente il peso di essere il primo responsabile della squadra della sua città. In questo momento invece l’unica cosa che è opportuno far “girare” è la squadra. E paradossalmente si può migliorare la situazione fissando alcuni punti senza lasciarsi trascinare nei vortici emotivi. Detto che, pur prevedendo una partenza balbettante per le scelte e gli infortuni in sequenza, i risultati sono deficitari oltre ogni aspettativa. Bucchi da persona preparata e intelligente lo sa bene. In quattro gare tutti gli esperimenti fatti hanno dato degli esiti. Questa Triestina è ben attrezzata anche numericamente soprattutto dal centrocampo in su. Per esprimere il potenziale della rosa è razionale giocare con la difesa a tre. E su questo sembra che la convinzione ci sia. A centrocampo, come si è visto nel primo tempo di Padova e nella ripresa con la Juve, servono in campo almeno due mediani di ruolo. Davanti due punte non si discutono, anche se non si può non sottolineare come le assenze di De Luca, Petrella, Litteri e da ultimo anche Gomez complicano la gestione del tecnico. A questo assetto già provato si possono aggiungere a centrocampo un mediano, un quinto (Rapisarda , Lopez, Iotti), un esterno (Procaccio, Galazzi) o per aiutare l’attacco un trequartista (lo stesso Procaccio) o una punta adattata. È vero che la difesa ha preso in questo primo scorcio di torneo delle reti evitabili (ma c’è anche la concentrazione)ma appare evidente la difficoltà degli attaccanti a trovare la porta. Le tre reti realizzate sono state firmate da difensori ma anche le numerose occasioni costruite soprattutto nel match di Alessandria non sono state capitalizzate. Comunque il secondo tempo con il Piacenza, il primo di Padova e in pratica l’intero match con la Juve, pur davanti ad avversari di spessore diverso, hanno evidenziato una progressione nelle prestazioni dell’Unione anche se insufficienti a timbrare la prima vittoria stagionale e nemmeno ad evitare le prime due sconfitte che hanno fatto lievitare il distacco dalla parte alta della graduatoria. Nè evidentemente aiutano in questo frangente sul piano fisico e del lavoro “a freddo” le partite ravvicinate. Invece sul piano mentale le gare in sequenza possono offrire il vantaggio di non rimuginare troppo e di concentrarsi sul futuro.Nel complesso la squadra si è sempre applicata dimostrando carattere e capacità di reazione. Insomma quello che Bucchi predica da oltre due mesi sembra essere stato metabolizzato. Quella rabbia che tutti hanno manifestato a parole mercoledì a fine partita va trasformata in energia e cattiveria agonistica da applicare al prossimo match con il Lecco. Perché, al cospetto di un avversario che ha dimostrato solidità sotto la guida della vecchia conoscenza Mauro Zironelli, servirà sfoggiare una prestazione di sostanza. Per non finire nel tunnel basta poco. Ma bisogna farlo.
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