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Day 1 @Trieste Tropics 2016, tra katane-giocattolo e…Tachipirine Effervescenti

Un esordio più “tropicale” di questo non poteva esserci. Con un rullo fragoroso di tamburi, il Trieste Tropics 2016 ha aperto i battenti lunedì 4 luglio a Villa Ara, portando con sé tanti aneddoti da raccontare e da gustare già in una prima, calda giornata di giochi e divertimento.

A colpi di Go-Pro, “strumento infernale” utilizzato per immortalare i momenti più belli da parte degli istruttori del Camp (vestiti di giallo e assomiglianti con buona approssimazione a un gruppo di Minions), la consegna del materiale tecnico – primo atto che ha ufficialmente aperto l’evento griffato da Andrea “Sunshine” Pecile – ha all’unanimità lasciato già a bocca aperta tutti i giovanissimi partecipanti iscritti. Avere infatti addosso divise nuove fiammanti, con tanto di nickname e numero preferito sulla schiena, è roba da far strabuzzare gli occhi anche al dinosauro Denver.

Un inizio originale di Camp ha immediatamente fatto capolino subito dopo il virtuale “On your marks – Get Set – Go!” di apertura della prima giornata. Sarà forse per l’improvvisa comparsa di katane-giocattolo e guantoni da box? Fuochino: la presenza in contemporanea di personaggi di spicco quali Stefano Attruia e Giovanni Tavaglione ha portato un concetto che i “tropical kids” sicuramente non conoscevano in precedenza. Ovvero la gestione dello stress, un concetto che di norma si affronta in ambito lavorativo e aziendale ma che bene si sposa anche al mondo della palla a spicchi.

Quando affronto un avversario sul parquet o al campetto, sono davvero in grado di fare la scelta giusta, optando per un passaggio piuttosto che su un tiro a canestro? E’ proprio da questo semplice presupposto che a colpi di…spada (assolutamente innocue, badate bene!) gli improvvisati piccoli “samurai” del Trieste Tropics hanno avuto modo di sperimentare un’esperienza di cui poter far tesoro più avanti. Imparare a schivare un colpo non si allontana troppo dall’essere in grado di mantenere sempre la concentrazione durante un match, specie nei momenti più importanti dove la lucidità è tutto. Poiché è proprio lo stress mentale a poter divenire un potenziale nemico da dover affrontare nel basket e nello sport in generale: saperlo affrontare e avere coscienza di come poterlo dominare è un concetto molto importante, da custodire gelosamente nella propria testa e nel proprio cuore. E chissà che molto presto questa particolare lezione potrà essere davvero utile a tutti questi campioncini in erba…

Corsa, giochi e passaggi: in un battibaleno si torna a parlare di basket in senso stretto al Trieste Tropics, con celebrità del calibro di Stefano Bossi, Daniele Mastrangelo (che stranamente non si allontana mai dal proprio cappellino) e Marco Legovich a impartire nozioni tecniche e concetti fondamentali ai piccoli ospiti del Camp. E se la suddivisione del mega-gruppone di partecipanti in “Grandi”, “Medi” e “Piccoli” ha suscitato profonda ilarità nella successiva scelta dei nomi delle squadre (tra i tanti, vale la pena segnalare il team delle “Tachipirine Effervescenti” e quello degli “Aerosol Blu”, oltre ai “Cliveland” e ai “Golden Steit” la cui provenienza si spiega da sé), l’arrivo a pranzo di Chef Visciano e delle sue leccornie ha segnato una netta linea di demarcazione tra la mattina e il pomeriggio, quest’ultimo caratterizzato dalla visione di “Always Showtime” di Earvin “Magic” Johnson (voi che siete all’ascolto: guardatelo se non lo avete mai fatto, vi emozionerete!) e dalle prime vere sfide sul playground di Monte Cengio. Tanti e variopinti “contest” si alterneranno lungo tutto il corso del Trieste Tropics, premiando a conclusione del Camp tutti i bimbi che maggiormente si saranno distinti nel corso della caliente settimana di Villa Ara.

Il solleone la fa da padrone, così come le corse verso i rubinetti alla ricerca di un po’ di frescura. Il clima non sembra però spaventare nessuno, visto che già in queste prime battute di settimana “tropicale” ci si diverte tanto. Anzi, tantissimo. E siamo solamente all’inizio.

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