Due autentici paladini della tavola…tropicale. Stefano Bossi e Daniele Cavaliero sono solo alcuni dei protagonisti del Trieste Tropics 2016, in programma dal 4 al 9 luglio prossimi a Villa Ara. L’attesa è davvero finita e per i due “muloni” c’è la soddisfazione di essere a fianco di “Sunshine” Pecile e di tanti bimbi che già scalpitano al pensiero di una settimana di pallacanestro ma soprattutto di divertimento, in compagnia di specialissimi istruttori.

“E’ un’iniziativa che reputo favolosa” spiega Stefano, “merito di Pec che ha saputo nel corso degli anni plasmare questo evento a sua immagine e somiglianza. Come suo compagno di squadra ma soprattutto quale compagno di mille battaglie sul parquet, poter fare qualcosa di così bello anche durante l’estate è motivo di felicità che non sto nemmeno a spiegare. L’idea di ritrovare tanti giovanissimi che hanno tifato per Trieste nella passata stagione penso sia un qualcosa di speciale, una sorta di filo che unisce il recente passato con l’attuale presente”.

“Finalmente si ricomincia con il Camp” afferma invece Daniele. “All’interno dell’estate triestina, nel corso degli anni è diventato un appuntamento sempre più di rilievo: il merito è di Andrea e dei suoi collaboratori, anche perché i bambini sono davvero messi al primo posto. Ad attenderli c’è una settimana indimenticabile dove tutto è perfetto, dal pranzo al materiale tecnico sino ad arrivare ai premi. Sono contentissimo di fare parte ancora una volta di questo staff: sono davvero tanti i giovanissimi che avremo quest’anno al Trieste Tropics, un appuntamento che ci dà tanta responsabilità come organizzatori. Sono certo che, all’interno della location di Villa Ara, questo che andiamo a iniziare sarà il Camp dell’estate”.

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E’ una sensazione difficile da spiegare. Una decisione sofferta, senza dubbio. Perché quelle che mi lascio alle spalle sono state tre stagioni intense, emozionanti, faticose. Ma probabilmente le più belle che uno “scribacchino” – appellativo che uso spesso per definirmi – potesse testare sulla propria pelle in maniera diretta, per provare davvero cosa significasse essere in prima linea.

Quello di oggi è il mio ultimo giorno in Pallacanestro Trieste 2004. E voglio precisare immediatamente che è una decisione personale (vorrei sottolineare in maniera decisa che è per MOTIVI STRETTAMENTE PERSONALI) presa con assoluta tranquillità di spirito. Con la grande consapevolezza – e fermezza d’animo – di sapere cosa lascio, al tempo stesso ben conscio di aver sempre dato il massimo per tre consecutive annate. Tre campionati che mi hanno formato in maniera incredibile, permettendomi di fare ciò che reputo il lavoro più bello del mondo. E tutto questo al servizio di una squadra che sin da adolescente ho amato e seguito con passione.

Passione, sì! Veramente tanta. Perché quell’ideale aprire e chiudere il palazzetto per tante domeniche di campionato, sempre col sorriso di chi lo fa principalmente proprio per passione, mi ha entusiasmato. Mi ha reso felice come un bimbo che entra in una sala giochi e sa di trovare ogni volta il proprio videogame preferito, senza il bisogno di inserire le monetine per utilizzarlo.

Voglio ringraziare tutti coloro che in questi anni mi hanno dato fiducia e mi hanno fatto sentire a casa, in società e nello staff tecnico, assieme a tutti quei giocatori (passati e presenti) che mi hanno “coccolato” come se fossi uno di loro. Ma anche tutti gli amici – prima che giornalisti e addetti ai lavori – con cui ho avuto modo di collaborare. Non ultimi, i tanti (stupendi) tifosi che mi hanno seguito su lato social in questi tre anni.

Di tutto questo conserverò orgogliosamente e gelosamente momenti di profonda bellezza e di straordinario divertimento che, per certi versi, diventano i souvenirs più preziosi di un lungo viaggio biancorosso che ho avuto la grande fortuna di intraprendere e che oggi volge al termine.

A voi tutti, semplicemente…grazie!

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Ve le ricordate le 12 fatiche di Ercole? Bene: spostate lo scenario sul campo 1 del Crese Village e, in salsa sandrina, vi ritroverete un remake “ventoso” delle celebri avventure mitologiche. Ventoso perché la sfida di ottavi di finale contro Sissa Carbonara (senza dubbio la più coriacea avversaria sinora incontrata in questa edizione) ha definito una nuova pietra angolare: che il campo di San Luigi verrà in futuro utilizzato come nuova galleria del vento di Pininfarina, con ogni singolo componente del Team SDS già in fase di test aerodinamico e utilizzato nei prossimi mesi alla stessa stregua delle monoposto di Formula 1.

Con condizioni atmosferiche così pre-configurate e con la fotografa ufficiale Linda Cravagna a “bater broche” in maniera decisamente visibile (“Ciò, che zimaaaa!” è la frase più ricorrente sentita pronunciare dalla stessa fotoreporter, che ha successivamente manifestato uno stato di ipotermia di grado 2), le indicazioni dalla panchina di un SandroWeb mai così gloglottante in passato erano chiare: giocare nella maniera più semplice possibile, sfruttando i momenti di vento a favore. Grazie soprattutto alle consulenze di Carpa (promosso all’unanimità da “stupidin con l’elica” ad “aerogeneratore eolico da 3 kW“), sono stati molti i punti messi in cascina. Seppure sull’altro lato del campo i “ricercatori” in maglia verde fluo abbiano davvero messo a dura prova le coronarie degli All-Reds, la consistenza in battuta della cecchina Cla in modalità-Lee Harvey Oswald ha spianato la strada a diversi strappi nel punteggio in favore del Team SDS.

Il primo set – non senza fatica – va in cassaforte sul 25-17, con un successivo periodo caratterizzato ancora una volta da tanto equilibrio: i martelli pneumatici nelle mani di Folpo e Vise (con quest’ultimo che ha potuto usufruire gratuitamente di sedicenti lavanderine della Crese, ritrovandosi perfettamente pulita e profumata la propria maglia di gara dimenticata una settimana fa in spogliatoio) e la consueta serenità di “Sunshine” Pecile – dotato di cappello in testa formato “Sarto di Panama” – sembravano essere il più comodo dei passepartout per chiudere la contesa con un potenziale 2-0. Ma sul 22-18 e a soli tre punti dalla vittoria, si spengono improvvisamente tutte le luci, senza un gruppo elettrogeno a scattare in favore dei rossi. E’ letale infatti il 7-0 di break costruito da Sissa Carbonara, che rimanda al tie-break le sorti del match.

Il batticuore (come sottolineato dalla capitana Lara a “Bum-Bum-Borroni“, apparsa nuovamente alla Crese a distanza di un anno a mò di Madonna di Fàtima) rischia di farla da padrone nel Team SDS. Un terzo set ancora a corrente alternata, con micro-vantaggi sino al cambio di campo, mantiene in bilico la contesa: ci si affida ancora una volta ai cannoni di Navarone targati Clarissa (nostra personale MVP di serata) e alle diagonali strette di Bubo (bandite in nottata dal Consiglio di Sicurezza dall’ONU poiché considerate armi di distruzione di massa) per domare i “ricercatori” sul 15-12 e per volare ai quarti di finale.

Mercoledì 29 giugno c’è un gustoso ritorno al passato contro gli NPC 4.0, già affrontati nelle precedenti edizioni della Crese Volley: è già certa l’assenza in panchina del motivatore Cros (e dei suoi sermoni in favore di Angelo Ogbonna), non mancherà di certo la volontà sandrina di staccare il pass per le semifinali.

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Qualsiasi torneo – per amatoriale che sia – si porta quasi sempre dietro il fine unico di sfidare il tuo avversario e dimostrare di essere più forte di lui. Da qui si ramifica una serie di variabili che porta molto spesso all’agonismo più spinto, fatto da gioco maschio e da qualche colpo “proibito” di troppo. Con conseguenti mormorii, mini-baruffe, situazioni imbarazzanti e un anche briciolo di assurda maleducazione che mai vorresti vedere in ambiti tutt’altro che professionistici.

Ci fa piacere sottolineare che – per fortuna – non sempre le cose funzionano in questa maniera. Si può essere signori dentro e fuori dal campo, pur non essendo virtuosi assoluti della palla a spicchi ma dimostrando al 100% che si può giocare a basket per puro e semplice divertimento. Senza essere costantemente con la bava alla bocca nella volontà di fare un punto di più rispetto a chi ti si para davanti.

Mentre al Crese Basket ci si fionda verso la fase finale del torneo, una squadra ha attirato la mia personalissima attenzione in questa edizione 2016: è Illy Sportiva, capitanata dal “colonnello” Fabio Bratos. Mai sopra le righe, difficilmente senza un bel sorriso sulle labbra in campo. E se ci aggiungiamo anche le “quote rosa” utilizzate sul campo di San Luigi, ecco allora che il premio simpatia non può che andare a loro.

Squadra interessante, quella dei “baristi”, seppur abbia incontrato qualche difficoltà di troppo nelle precedenti partite: alle colonne portanti formate da Roberto Russignan (prova mostruosa da 34 punti segnati nel 63-51 contro i Somari Mannari) e Andrea Furlani (con un passato in ambito professionistico), citiamo anche Alessia Lacosta e il suo poco timore nel misurarsi contro avversari di sesso avverso.

Un esempio per tutti, di sportività e di come bisognerebbe sempre interpretare una competizione di questo tipo.

 

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Basket e buona cucina. Due mondi apparentemente molto diversi tra loro, ma uniti da un denominatore comune: il Trieste Tropics di “Sunshine” Pecile, che a brevissimo avrà inizio a Villa Ara per l’edizione 2016.

E’ un personaggio particolare e al tempo stesso affascinante da intervistare, quel Raffaele Visciano che abbiamo avuto il piacere di incrociare negli scorsi giorni. Soprattutto perché, in un periodo storico dove successi televisivi quali “Masterchef” o “Hell’s Kitchen” hanno avvicinato il grande pubblico a piatti di qualità, avere a disposizione uno chef di primissimo ordine non è roba di tutti i giorni. E specie se tale chef – ormai diventato una delle colonne portanti delle “guest star” estive di Andrea Pecile – ha avuto modo di affiancarsi a mostri sacri quali Gualtiero Marchesi e Alain Ducasse. “Il mio percorso culinario mi ha portato, subito dopo la scuola alberghiera, in grandi cucine di Cortina e Porto Cervo, ma anche all’estero a Barcellona e Parigi. A Trieste ho intrapreso già diversi progetti nel corso degli ultimi anni, l’incontro con il “Pec” è arrivato ai tempi dell’apertura di una gastronomia in questa città: ci siamo trovati subito d’accordo nell’unire l’idea che la cultura del mangiare bene possa essere insegnata anche a un camp estivo”.

Chef Visciano non è nuovo all’ambiente sportivo “giocato” (“Mi sono dilettato tempo fa con la pallavolo”, spiega), conoscendo dunque alla perfezione quale tipo di alimentazione sia più appropriato. Anche per i bambini. “La collaborazione con il Trieste Tropics nasce proprio da un concetto semplice: spiegare a tutti i bimbi presenti l’importanza di un tipo di cibo sano, ovverosia quello che vado a proporre durante le pause-pranzo del camp. Ritengo a mio avviso sia giusto sottolineare come proporre dei piatti a un gruppo di piccolissimi atleti, che possano piacere ai palati adolescenziali, diventi di per sé già alta cucina. E dico questo perché, proprio in ambito giovanile, si tende a far mangiare male i nostri bambini: penso alle mense scolastiche, quanto di più negativo possa esistere. Questo tipo di cultura manca in queste latitudini, in altri paesi come ad esempio la Francia questo non succede, ma basta già spostarsi al sud per vedere molto spesso una mamma preparare il cibo da portare a scuola”.

Dopo aver partecipato alla “Prova del Cuoco” di Rai Uno, non c’è solo il Trieste Tropics nel mirino di chef Raffaele, presente infatti nel casting di un programma televisivo in onda nel prossimo mese di novembre. E’ una trasmissione dedicata a cuochi professionisti, dove quindi è possibile mettere in atto tutta l’esperienza accumulata negli anni. Sarà estremamente interessante e divertente”.

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Termina con la vittoria del Poliambulatorio Fisiosan l’edizione 2016 della All In Sport Summer League: i verdi di coach Claudio Corà sono riusciti a superare la resistenza di Iscopy nella finalissima per il primo e secondo posto. Una giornata finale caratterizzata da un continuo “via vai” al Palazzetto dello Sport di Aquilinia: alla mattina, il clinic PAO per allenatori con la presenza di Paolo Raineri (MyAgonism), Alberto Martelossi, Luigi Sepulcri e Renato Pasquali. Al pomeriggio, poi, le prime partite di All In Sport Cares con l’aiuto della Polisportiva Fuoric’Entro; alla sera, fra una partita e l’altra, la consegna degli Oscar del Basket FVG con il presidente Giovanni Adami a premiare i più meritevoli della stagione 2015/2016 in regione.

Venendo invece alla Summer League vera e propria, Pizzeria da Modesto termina al terzo posto vincendo 104-83 contro SportSystem: primo periodo scoppiettante, con l’esterno Cory Hollamon (193 cm, 1990) a siglare ben 19 punti in appena 9 minuti di gioco; gli rispondono, però, il solito Stephens e anche un Leroy Floyd (17/31 al tiro, 4/5 ai liberi, 14 rimbalzi, 6 assist, 5 recuperi) assolutamente dominante. Il +4 di fine primo periodo si trasforma poi in un parziale di 28-11 nella seconda frazione: Medizza (8/15 da due, 11 rimbalzi) risulta preziosissimo vicino a canestro, mentre anche lo stesso Stephens mette in cassaforte il risultato e chiuderà con 18 punti, 16 rimbalzi e 4/6 da tre punti. Paradiso infila le sue solite triple, mentre dall’altra parte, oltre a Hollamon, è il playmaker di New York Chaplin che prende la scena, con 4/6 da tre e 7 assist: alla fine, però, l’affermazione della Pizzeria da Modesto è netta e il risultato recita 104-83.

Nella finalissima, invece, la vittoria va a Fisiosan che sconfigge per la prima volta nel torneo Iscopy: coach Martelossi deve rinunciare a Ebondo, mentre dall’altra parte non c’è Giacomo Norbedo. La scena se la prende, come di consueto, il playmaker serbo Vuk Jovanovic (9/20 al tiro, 5/6 ai liberi, 8 rimbalzi, 6 assist, 6 falli subiti), che con la leadership e la sua caratura tecnica trascina di prepotenza i verdi di Corà. Il vantaggio di Fisiosan è sensibile fin dal primo quarto e Iscopy si squaglia su percentuali non alla pari dei giorni precedenti: Morris (5/6 da tre, 8 rimbalzi, 4 assist) ci mette la solita classe, colpendo dal perimetro, ma gli altri compagni non riescono ad essere parimenti pericolosi. Avvincente il duello fra il senegalese Diop e Clifford (4/9 al tiro, 7/8 ai liberi, 6 rimbalzi), ma in generale è sempre Fisiosan a tenere in mano il pallino dell’incontro, riuscendo a tener duro ed a concludere con la vittoria 78-63.

Alla fine, premiazioni per la squadra vincitrice con la presenza delle autorità: a vincere il titolo di MVP è stato il serbo Vuk Jovanovic (185 cm, 1995), che peraltro è finito anche nel quintetto ideale della Summer League quale miglior playmaker. Al suo fianco, come “2”, Jamel Morris (194 cm, 1993), anche vincitore della gara di tiro da tre punti; completano il quintetto ideale l’esterno Menas Stephens (196 cm, 1993), il mezzolungo di New York Jon Feiler (1994, 204 cm) e il pivot di Boston, Dennis Clifford (213 cm, 1992).

PIZZERIA DA MODESTO – SPORTSYSTEM 104 – 83

Pizzeria da Modesto: Anglin, Gola 5, Cernivani 3, Floyd 39, Abreu, Stephens 18, Perotti F. 4, Paradiso 19, Medizza 16. Allenatori Tomlin/Bortolot

SportSystem: Chaplin 23, Gaddi 3, Hollamon 19, Smith 4, Milojevic 6, Avelino 10, Dellosto 9, Townsend-Gant 3, Feiler 6. Allenatori Bianchi/Cossaro

Parziali: 32-28; 60-39; 85-63

Arbitri: Roiaz e Lucioli

FISIOSAN – ISCOPY 78 – 63

Poliambulatorio Fisiosan: Jovanovic V. 28, Romagnoli 2, Zivkovic 13, Page 11, Surace, Chiti 7, Jovanovic A. 9, Diop 8. Allenatori Corà/Stopper

Iscopy: Smallwood 2, Cesana 2, Della Giusta 6, Morris 19, Collins 8, Perotti L. 5, Clifford 16. All. Martelossi/Cantarello

Parziali: 25-13; 43-27; 64-50

Arbitri: Occhiuzzi e Schiano di Zenise

(foto di Tony Barzelogna)

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Ci hanno proprio preso gusto, i Sandrini. Il terzo consecutivo 2-0 al Crese Volley lancia il Team SDS verso gli ottavi di finali della competizione, dove ad attenderli sarà la Sissa Carbonara.

Ma l’ennesimo filotto di punteggio, questa volta ai danni di The Crazy Skulls, è stato questa volta un tantino più difficile da compiere: non solo per il valore degli avversari, tecnicamente superiori rispetto a quelli incontrati sin qui alla Crese 2016, bensì per un fastidioso vento che ha accarezzato volti e cappelli (tra cui registriamo il colbacco di Vise, modello “Stalingrad”, fieramente e caldamente utilizzato per tutto il corso della partita) degli All-Reds. Eppure le condizioni meteo non sembravano essere così difficili nel consueto beerfing pre-gara, quando il validissimo Cros ha accantonato le proprie velleità in fatto di timoni olandesi, contribuendo altresì in maniera tangibile alla prima brocca di malto d’orzo gentilmente offerto dallo sponsor VAFF, impresso sulla sua maglia e di cui si ignora ancora il vero significato letterario.

Con un riscaldamento che ha visto – per la prima volta in assoluto –  una diretta Facebook da parte dell’admin-coach-pres SandroWeb a immortalare il cappello a forma di canestro del capo-treno Bubo (bella la schiacciata nei suoi confronti da parte di “Sunshine” Pecile – la prima della sua lunga e onorata carriera cestistica – e l’ancor più devastante slam-dunk di “Eli-Carpa” sulla testa del malcapitato MVP 2015, che ha riportato un trauma cranico giudicato guaribile in 10 giorni circa), è stato successivamente un avvincente testa a testa a caratterizzare il primo set. Con l’arbitressa Burry a dirigere il match (non tragga in inganno il fatto che vestisse anch’essa le effigie sandrine, è un puro e semplice attaccamento alla maglia che purtroppo per ragioni “tecniche” non potrà più indossare nel torneo in corso…), è appunto il vento a farla da padrone: errori gratuiti da ambo le parti, specialmente in battuta (menzioniamo ancora Vise, generoso nel catechizzare la propria capitana Lara nell’avere “il polso a forma di piramide”) lasciano grande enfasi e incertezza. Come il Team SDS prova ad accelerare, gli Skulls ricuciono lo strappo in un amen: il punteggio rimane in fortissimo bilico fino a quando la “finta-scarsa” Cla (abile fachira nel post-partita, nei panni di originalissima “mangiatrice di pugni”) non decide di mettersi in proprio, proponendo una propria versione del gioco “Acchiappa la talpa” sul lato del campo avversario, con tanti punti schiacciati a terra.

Il 25-21 di fine primo set fa rifiatare i “Sandrini”, convincendo provvisoriamente l’head-coach in polo blu-scura a optare per il duo Sunshine-Postogna al posto della coppia Carpa-Folpo: ma ben presto la chioma giallo-fluo dell’Immortale, verso il quale gli avversari sembrano propensi a posizionare un mirino, costringe SandroWeb (consigliato da un uccellino) a tornare sui propri passi. Fuori il già abbronzato portiere della Pallamano Trieste, nuovamente dentro i tentacoli del cefalopode SDS, maggiormente preciso in fase di ricezione: a risolverla definitivamente – per il 25-15 conclusivo – ci penserà Andrea “Flash” Pecile, preziosissimo addirittura nel predire (velocemente, come logico che sia per il ruolo ricoperto in serata) il tipo di schema vincente da adottare 10 secondi dopo in attacco.

Si ritorna in campo lunedì 27 luglio (ironia della sorte, nuovamente nella stessa data della partita della Nazionale): alle 20.30 c’è il pass per i quarti di finale da conquistare.

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Aprire il browser del Mac e – già di prima mattina – trovarsi davanti a una nuova brutta storia sportiva non è stato proprio il massimo della vita. “No! Ancora?” è stato il mio primo personale commento a voce alta, dopo la lettura dei principali organi di stampa online: Alex Schwazer ritorna in auge e sulla bocca di tutti, ma non come ci si sarebbe auspicato. L’altoatesino, già protagonista in passato di un caso di doping, ci “ricasca” di nuovo. Almeno così sembra.

Dopo un controllo a sorpresa disposto dalla Iaaf lo scorso 1° gennaio, stamane salta fuori la nuova positività a sostanze proibite. E si apre una nuova sorta di intrigo, fatto da accuse degli storici detrattori del marciatore di Vipiteno…e di contro-accuse da parte dell’avvocato del’atleta, che tuona:

“Si tratta di accuse false e mostruose. Ora è successo quello che Alex ha sempre temuto, ma noi ci difenderemo e faremo causa”.

Sul nostro forum se ne parla già da tempo immemore, di doping. Per la precisione dal 7 ottobre 2010. E la discussione è ripresa a spron battuto, sin dalle prime ore di quest’oggi.

Voi cosa ne pensate a riguardo? Dite la vostra nel topic “Il doping in Italia nell’alba del nuovo secolo”.

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