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Quasi tutto già visto e previsto: commetteremmo un peccato capitale nell’affermare che le attuali difficoltà della Pallamano Trieste non siano state preventivate nelle scorse settimane e negli scorsi mesi. Perché per una società che ormai da (troppo) tempo deve fare i conti con budget risicati, uscite eccellenti di sponsorizzazioni (e in tal senso non chiamatela più Principe, perché tale marchio nell’immediato futuro non campeggerà più sulle maglie biancorosse) e una costante verve nel combattere contro i mulini a vento, lottare ogni estate per sopravvivere e per mantenersi in linea di galleggiamento è diventato una poco gratificante abitudine.

Togliamoci dalla testa i 17 scudetti conquistati in passato: quelli, come più di qualcuno se ne sarà accorto, non portano moneta sonante nelle asfittiche casse giuliane. Perché vivere di ricordi non serve più. Perché alla fine della fiera il “prodotto” pallamano in generale ha poco appeal non solo in ambito locale. Perché, se anche realtà storiche dell’handball nazionale sono in difficoltà (vedi Siracusa, che anch’essa più di qualche bella pagina di sport l’ha saputa scrivere nei decenni scorsi e che ha deciso da tempo di non iscriversi al prossimo Girone Unico), è evidente che l’intero movimento in sé continua a far fatica nel catalizzare un interesse sportivo generale che forse meriterebbe.

“Si può fare di più”, cantava a Sanremo nel 1987 il trio Morandi-Tozzi-Ruggeri quando buona parte dei giovanissimi componenti dell’attuale prima squadra giuliana non era ancora nata. Si possono migliorare i metodi per cercare nuovi sponsor, ma l’impegno per togliersi dalle secche – quello sì – resta ed è sempre restato ai massimi livelli dalle parti di Chiarbola. E, nei prossimi sette giorni in cui si chiede alla Pallamano Trieste l’ennesimo miracolo per sopravvivere (70 mila Euro, nelle attuali condizioni, non sono facili da trovare), forse può migliorare anche l’approccio mentale con cui il tessuto imprenditoriale di zona (con istituzioni comprese) si può porre nei confronti di una società che banalmente di fare i salti mortali per tenere alto il nome del proprio blasone lungo lo stivale italico…comincia ad averne abbastanza.

La solita storia già trita e ritrita? Sì, non lo nascondiamo e non vale la pena farlo. Ma puntare il dito verso la convizione che a queste latutidini tanti sport di vertice non possano coesistere fa comodo a molti. Terribilmente comodo. Non ci metteremo in questo ambito a fare la morale su quanto sia semplice salire sul carro dei vincitori nel momento in cui le cose vanno bene, i risultati sul campo arrivano e ci sia la grande consapevolezza di essere sufficientemente autonomi a livello economico. Ecco, togliete proprio questo ultimo punto ed è così che il grande castello di sabbia viene inesorabilmente spazzato via.

Si parla spesso di “fare squadra tutti assieme”, di mettere da parte i protagonismi e gli interessi personali per un bene comune. E, dati alla mano, all’ombra di San Giusto non c’è altra società come la Pallamano Trieste ad aver costantemente fatto nell’ultimo decennio le nozze con tonnellate di fichi secchi, rimanendo così a lungo in alto in un “paradiso” della serie A che a lungo andare è diventato più un “purgatorio” per i colori biancorossi. Ma soprattutto l’identità cittadina è sempre rimasta intatta: nella dirigenza, nello staff tecnico, nel nucleo di veterani che ha sacrificato buona parte della propria vita privata per proseguire il progetto, continuando a vestire una maglia che ormai è tatuata sulla pelle. E anche nella filosofia di far amare l’handball – proprio quella disciplina che poco appeal può avere ai più – a decine di giovani promesse e a migliaia di scolari di Trieste e provincia, che un giorno hanno deciso di snobbare altri sport per tuffarsi nella pallamano. Una fucina che da una parte inorgoglisce nominalmente un’intera città e che dall’altra invece non basta per attirare le attenzioni di chi qualche obolo potrebbe investirlo.

C’è un IBAN per poter sostenere la società (IT 42 U 02008 02230 000058307508), ci sono delle iniziative che durante la settimana vedranno la luce. C’è qualche piccola azienda che ha già risposto al grido d’allarme del sodalizio del “Prof” Lo Duca, altre realtà che verosimilmente potrebbero farlo a breve, altre invece che sembrano ancora giocare a nascondino quando il tempo di giocare è ormai terminato. Sette giorni, non uno di più, per sopravvivere (la partita si chiude definitivamente il prossimo 2 luglio): la Pallamano Trieste se lo meriterebbe, di sopravvivere. Solo anche ricordando quelle lacrime, scese copiose dagli occhi dei protagonisti nella passerella di fine stagione, con quel “La gente come noi non molla mai” impresso sulla maglia a essere il più logico dei cavalli di battaglia per chi, davvero, non ha mollato mai e non ha intenzione di farlo proprio adesso.

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Ambizioni: basterebbe solo questa parola per far sì che la Pallamano Trieste un bel giorno possa svegliarsi più forte economicamente e, parallelamente, poter tornare con prepotenza a lottare per un titolo nazionale che manca ormai da troppi anni. Senza oltretutto il contributo da parte dello sponsor Principe, che non sarà più il marchio principale da portare sulle maglie, l’avventura giuliana nel prossimo Girone Unico di serie A parte però già adesso nel segno dell’incertezza: per Marco Lo Duca, che da giocatore di scudetti ne ha vinti a bizzeffe con Trieste, è arrivato il momento di pensare a un tipo di approccio diverso per uscire dall’impasse.

“Per prima cosa è vietato piangersi addosso – spiega il dirigente giuliano – perché per tornare a puntare a qualcosa di grosso bisogna ragionare forse in un modo diametralmente opposto a quanto fatto sinora. Abbiamo una base solida di atleti composta da giovani e veterani, che nelle difficoltà hanno saputo esaltarsi nell’ultima stagione. Ci sono già contatti per il ritorno di qualche nostra vecchia conoscenza, tuttavia la partita più importante da giocare in questo momento è sul fronte dei nuovi partner commerciali: trovare un pool di sponsor come già accade in città per il basket farebbe la nostra fortuna. Sappiamo quale sia la situazione nella sola Trieste, ecco perché dobbiamo allargare il raggio di azione anche in Friuli e nel vicino Veneto”.

Non sono cifre impossibili, quelle che il sodalizio biancorosso sta andando alla ricerca. “Calcoli alla mano, con 18 sponsor da 10 mila Euro ciascuno saremmo in grado di fare un campionato di qualità. Non c’è dunque bisogno di grandi budget per poter essere competitivi: con l’avvento di nuove realtà economiche qui in zona, crediamo che qualche interessante opportunità si potrà aprire. Ora intanto guardiamo alle prime scadenze, tra tutte quella di metà giugno relativa all’iscrizione per la prossima stagione: arrivare a quella data con le idee chiare è il nostro primo obiettivo”. 

(Da City Sport di lunedì 21 maggio 2018)

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Almeno per un po’ di tempo, le battaglie sul parquet sono terminate: la stanchezza fisica e mentale continua a riaffiorare, ma al tempo stesso per Andrea Carpanese c’è anche la grande soddisfazione di aver portato a termine una missione per nulla scontata. La conquista del Girone Unico di serie A, percorrendo a fari spenti una strada irta di interrogativi, vale parecchio per il “jolly” biancorosso: «La scorsa estate, quando avevamo accettato di andare avanti nonostante le poche certezze, ci eravamo focalizzati unicamente nell’avere la fiducia in noi stessi – spiega “Carpa” –  e questo ci ha tolto un po’ di responsabilità e pressione. Quando sono arrivati i primi risultati con annessi punti in classifica, la serenità ci ha maggiormente accompagnato in tutti gli allenamenti che svolgevamo. Abbiamo dato il massimo, da noi “senatori” sino ai più giovani: è un peccato parlare di singoli, perché il risultato ottenuto è al 100% grazie alla forza della squadra».

Una tensione personale non da poco, sfociata con quel pianto liberatorio al termine della partita col Fondi: «È stata una stagione lunga e faticosa, con tanto stress annesso: averla chiusa così bene, soprattutto da protagonista in campo, è come aver preparato una torta e averci messo la ciliegina sopra. E per questo risultato voglio ringraziare il nostro massaggiatore Enzo Gianlorenzi, il vice allenatore Davide Nait e il preparatore Sergej Sain: tutta gente che lavora dietro le quinte, che non viene mai menzionata e che si è fatta in quattro per farci tagliare questo traguardo».

Ora per “Carpa” qualche allenamento e tanto spazio per la propria famiglia, perché Ginevra e Matteo vogliono godersi papà Andrea un po’ di più a casa. «Spazio ora ai miei affetti, c’è tempo per pensare al futuro sul parquet: fisicamente mi sento ancora in grado di giocare, ma ragioneremo assieme alla società per capire come la situazione potrà evolversi. Di certo quello della pallamano è un grande impegno, specie per ciò che attende Trieste nella prossima stagione: ora penso solo a recuperare le forze». 

(da City Sport, lunedì 14 maggio 2018)

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Sciogliersi in lacrime a 55 anni compiuti? Detto, fatto: nella serata di martedì scorso, quando per la sua Principe è arrivata la matematica certezza di rimanere nell’Elite dell’handball nazionale per un altro anno, Giorgio Oveglia si è letteralmente lasciato travolgere dalle emozioni. «Appena mio figlio Michele mi ha confermato la vittoria del Fondi contro Oriago, sono scoppiato a piangere. Questo risultato mi dà una gioia immensa, ripensando a quel “patto” della scorsa estate fatto con i veterani Visintin, Carpanese e Modrusan per ripartire una nuova stagione con poche certezze e tanto pessimismo. Mi piacerebbe che, nell’atrio di Chiarbola dove si raccontano i nostri 17 scudetti, un piccolo spazio venga dedicato a questa annata: per importanza, questa “salvezza” vale quasi quanto uno di quei titoli in bacheca».

Con il Girone Unico in tasca, è naturale tracciare in casa giuliana un bilancio più che positivo di quanto realizzato nel campionato che si è chiuso sabato scorso: «Abbiamo tenuto testa a tutti, siamo arrivati terzi in regular season e abbiamo conquistato le finali di Coppa Italia: traguardi incredibili, considerando che ho fatto giocare molti dei miei ragazzi fuori ruolo, con una rosa che si è anche assottigliata nel corso dei mesi. Abbiamo buttato nella mischia ragazzini come Allia, Sandrin, Sodomaco e Hrovatin, abbiamo scommesso con successo su Udovicic e Crespo Diego che hanno fatto la differenza: sì, il risultato che abbiamo raggiunto ci riempie di orgoglio».

Il difficile arriva però adesso, per mantenere ancora una volta Trieste nella massima serie: «La volontà è quella di confermare in toto l’intera rosa: c’è anche qualche giocatore che vorrebbe tornare a casa e che potrebbe rientrare, vedremo il da farsi. Mi piacerebbe che entrino in società persone nuove abili nel dare una ventata di freschezza in ambito manageriale, anche perché dovremo essere in grado di costruire un budget importante per il prossimo campionato». E Giorgio Oveglia rimane al suo posto? «In questo momento è il problema meno importante: mi prendo due giorni di ferie e dal 2 maggio iniziamo a pianificare il futuro. Non è obbligatorio che sia ancora io a sedere in panchina». 

(da City Sport di lunedì 30 aprile)

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Sono stato ospite della puntata del 13 marzo di “Martedì Sportest“, consueto appuntamento settimanale sportivo condotto da Massimo Umek (che ringrazio per l’invito 😉 ).

Nella seconda parte della trasmissione, si è parlato in maniera diffusa sia di Principe Trieste (e della corsa biancorossa nella poule-playoff), nonché del derby cestistico di domenica prossima a Cividale tra Gsa Udine e Alma Trieste.

Per chi se lo fosse perso in tv, sulla pagina Facebook di RadioRomantica TV c’è l’intera puntata a vostra disposizione:

https://www.facebook.com/RadioRomanticaTV/videos/414774732207407/

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Un nuovo appuntamento settimanale calcherà d’ora in avanti le pagine di questo blog: andremo infatti a tastare il polso delle nostre principali squadre locali, all’indomani di quanto accaduto in campo, sul parquet o in vasca. E iniziamo dal week-end appena trascorso…

ALMA PALLACANESTRO TRIESTE: Sereno -> Scordatevi tutti i mugugni per un’eventuale prova mediocre contro l’ultima della classe. E notate la classifica, dove c’è la possibilità di guardare (quasi) tutti dall’alto verso il basso, allo stesso modo con cui si ammira la nostra splendida città da Monte Grisa (o da luogo sopraelevato analogo, logicamente).

Treviso perde, Trieste e Bologna vincono: c’è provvisoriamente un trio a comandare il girone Est di serie A2. Logicamente a noi interessa il discorso Alma che, al netto di qualche nota stonata (sul discorso Green e della sua “virgola” a referto, potrebbe banalmente non essere sceso dal bus…), riprende la marcia dopo lo stop di Ravenna. E se giocando “malino” si continua comunque a vincere (a proposito, statua equestre per Jordan Parks dopo il trentello di ieri, forse il segnale più importante che “Picasso” ha serie intenzioni di tornare a ritagliarsi un ruolo di protagonista come nella passata stagione), immaginatevi quando la Pallacanestro Trieste sarà in grado di avere tutti i propri effettivi alla massima potenza, stile Super-Sayan di quarto livello…

TRIESTINA: Sereno -> Per certi versi possiamo prendere in prestito quanto scritto qualche riga qui sopra, relativamente al basket. A Noale l’Unione soffre, vince al 90° (altra statua equestre settimanale, stavolta a Bradaschia) ma soprattutto per una volta sorride delle disgrazie altrui: la corazzata Mestre dimostra che la legge dei grandi numeri vale anche per lei, naufragando a Este e riducendo il proprio margine sui rosso-alabardati a 7 punti.

Sono ancora tanti – tantissimi – per dire che il campionato sia realmente riaperto. Ma forse (forse!) la Triestina ha una piccola alleata in più: la pressione che di fatto potrebbe subentrare sulle spalle della prima della classe. Continuare il proprio campionato, fare il maggior numero di punti possibili e arrivare allo scontro diretto di metà aprile magari con qualche piccola cartuccia ancora da sparare per la vetta: “this is the way“.

PRINCIPE PALLAMANO TRIESTE: Sereno -> Mantenere il terzo posto e tenere ancora a distanza di sicurezza il lanciatissimo Merano: “Vise” e soci fanno il loro dovere anche ad Appiano, mantengono immutato il +3 sugli altoatesini e possono prepararsi al big-match di sabato contro Bolzano nel miglior modo possibile.

Servirà certamente una piccola impresa con i vice-campioni d’Italia, ecco perché la variabile “Chiarbola” potrebbe fare tutta la differenza del mondo per il team di Hrvatin. Scaldare le mani e alzare la voce lo si può fare anche dalle parti di via Visinada, non solo nel rione di Valmaura.

PALLANUOTO TRIESTE: Pioggia -> Che peccato contro la Vis Nova: sarebbe bastato un po’ di attenzione in più nei particolari e la trasferta romana si sarebbe trasformata in qualcosa di estremamente positivo. La rincorsa alle Final-Six subisce una rallentata, complice una serie infinita di errori in vasca: l’ultimo posto utile continua a distare cinque punti, un gap tutto sommato non troppo pesante e recuperabile. A patto di non ripetere la prova dell’ultimo week-end, logicamente. Ma, conoscendo coach Stefano Piccardo, non si lascerà davvero nulla al caso.

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Gli scatti in alta definizione della gara di campionato tra Principe Trieste ed Eppan, con la vittoria dei biancorossi per 31-24, è consultabile sul profilo Flickr di Elsitodesandro grazie agli scatti di Linda Cravagna.

Il link alla gallery è il seguente: http://bit.ly/2g6WMY1

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Ne parlavo personalmente prima di inizio campionato assieme a Giorgio Oveglia e al “Prof” Lo Duca: da un po’ di tempo la Pallamano Trieste si porta dietro una sorta di maledizione. Non solo legata al numero di scudetti sin qui conquistati nella sua storia (il “17” è tipicamente roba da far star male gli incurabili superstiziosi), bensì all’obbligatorietà di vincere sempre. Con un palmares tale, sembra quasi che tutto sia automatico. O peggio, dovuto: il classico tipo di elogio alla follìa di chi segue distrattamente – e magari solo quando le cose vanno bene – le gesta del sodalizio biancorosso. Ma non è sempre così, anche perché dalle parti di Chiarbola lo sanno bene quanto sia difficile fare le nozze con i fichi secchi.

Vederla in testa alla classifica, seppure dopo “sole” quattro giornate di campionato e in co-abitazione, fa sempre piacere. Ma ammirarla vincere anche in mezzo alle difficoltà dell’ultima ora è ancora più stimolante. Perché, credeteci, partite come quelle di sabato scorso contro Cassano Magnago un po’ di tempo fa non si riuscivano a portare a casa. Cosa è cambiato dunque in casa Principe Trieste? Probabilmente tutto e niente: di certo si intravede lo zampino di Vlado Hrvatin, un “volpone” che appena messo piede nello spogliatoio deve aver capito all’istante tutti i pregi del gruppo. Ma soprattutto tutto ciò che andava smussato e rinvigorito nello spirito di ogni singolo componente del roster. E i risultati già si vedono ad occhio nudo, non solamente per l’attuale (alta) posizione di classifica.

Attenzione però: non vanno fatti troppi voli con la fantasia e con eventuali sogni…tricolori. Questo è un campionato difficile, quest’anno ancora di più come lo si sottolineava qualche mese fa: i veri scontri diretti devono ancora arrivare (anzi, nel prossimo week-end a Pressano ce n’è uno bello tosto da affrontare) ma indubbiamente c’è un po’ di materiale per potersi rallegrare. Sì, perché l’assenza di Cosic sabato scorso – indubbiamente uno dei tasselli di punta dei biancorossi – avrebbe potuto stendere anche un bue muschiato. Ecco che proprio da qui esce la forza di Trieste: non sempre tecnicamente impeccabile sul parquet, è vero. Ma efficace al punto giusto, capace di vincere anche nelle emergenze. Ed è con questo spirito che si può nuovamente puntare in alto: con carattere, col cuore e con la consistenza del gruppo.

Riguardate per un momento la photogallery di Linda, quella di sabato scorso (la trovate su Facebook e su Flickr). E concentratevi su due immagini in particolare: i primi piani del duo Pernic-“Carpa”, un istante dopo i loro gol. Con quella loro carica, capirete perfettamente il vero significato di passione e di attaccamento alla maglia che indossano. Non dall’ultima partita vinta, ma da quando quella maglia l’hanno indossata per la prima volta in assoluto in ambito giovanile. Se la Pallamano Trieste viene spesso definita dai media locali come “la Juventus dell’handball nazionale”, portare quella casacca ha un significato ben preciso. Non per moda, ma per vero amore. E l’amore va coltivato, come si fa con una persona amata: non la si snobba, bensì si merita tutte le attenzioni del caso.

Ecco il motivo per cui, senza alcun “forse”, è giunto il momento di ri-appassionarsi di Principe Trieste. Troppi sono i sentimenti assopiti su questa “nostra” realtà: se qualcuno si dovesse basare unicamente sul concetto che da 14 lunghi anni non si vince più niente in ambito di prima squadra, chiedo gentilmente a tali individui di non mettere piede dalle parti di via Visinada. Perché di mode – nel mondo dello sport – ce ne sono fin troppe. La principale formazione di pallamano giuliana non lo è affatto. E non lo sarà mai.

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Si beh, direte voi: i profili ufficiali sandrini su Flickr e Instagram c’erano già da un po’ di tempo. Ma, con la nostra fotografa ufficiale Linda Cravagna che ha da poco ripreso a pieno ritmo la collaborazione con il nostro sito, anche questo lato di social network tornerà a essere costantemente aggiornato 😉

Tutte le immagini più belle dei principali eventi sportivi triestini, oltre alle galleries presenti sulla Pagina Facebook di Elsitodesandro, saranno dunque caricate anche sugli altri profili ufficiali:

instagram-logo-vector-download-400x400Instagram -> https://www.instagram.com/elsitodesandro/

social-flickr-box-icon

Flickr -> https://www.flickr.com/photos/elsitodesandro/

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E’ online la photogallery della gara di campionato tra Pallamano Trieste e Cassano Magnago, vinta dai biancorossi per 31-23: i due punti guadagnati consegnano temporaneamente ai giuliani la seconda posizione in poule play-off.

Le immagini, realizzate da Linda Cravagna, sono disponibili sul profilo ufficiale Facebook di Elsitodesandro.it al seguente link:

Photogallery Pallamano TS – Cassano Magnago (CLICK QUI)

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