categoria pallacanestrotrieste2004

Di una cosa siamo e saremo per sempre convinti un po’ tutti: che, per la Pallacanestro Trieste e i suoi tifosi, il 2023 che fra qualche ora ci metteremo definitivamente alle spalle è stato un anno solare tutt’altro che da incorniciare. E a distanza di 365 giorni fa, quando i piedi biancorossi erano ancora ben puntati in serie A, di cose su cui ragionare ce ne sono indubbiamente parecchie.

Era il 30 dicembre 2022 quando arrivò l’annuncio ufficiale della firma dell’accordo per il passaggio del 90% delle quote a Cotogna Sports Group. Un matrimonio che ha reso “a stelle e strisce” un sodalizio che nel recente passato aveva vissuto di tanti momenti di incertezza, specie dopo la fine della sponsorizzazione Allianz, che indubbiamente ha dato ossigeno alle casse societarie. E un progetto che, proprio per bocca del presidente Richard De Meo, voleva essere sin da subito da “dimensione europea”, con pensieri legati anche a partecipare a una coppa continentale. Propositi per il momento messi da parte, visto che la retrocessione arrivata nello scorso mese di maggio ha riportato tutti con i piedi per terra.

A2, quindi. Una categoria che non volevamo più vedere nemmeno con il binocolo ma con la quale giocoforza abbiamo nuovamente imparato a conviverci negli ultimi mesi. E quella volontà di “rinascita” (pardon, di “rebirth”, seguendo il claim estivo) necessaria dopo i tanti errori di gestione e di valutazione degli ultimi, delicati periodi al… piano di sopra. Ci sono due nuovi “timonieri”, tra un coach come Jamion Christian spuntato fuori in estate a sorpresa per il dopo-Marco Legovich e un GM come Michael Arcieriche tanto bene aveva fatto a Varese e che da qualche mese è chiamato nell’ingrato e affascinante compito di riportare la Pallacanestro Trieste nella massima serie. E questa prima parte di stagione, chiusa con l’attuale quarto posto in classifica nel girone rosso (c’è ancora da recuperare una partita) si riassume perfettamente con la parola “rodaggio”. Termine che parecchio stiamo sentendo nominare nelle conferenze stampa, a delineare che la banda biancorossa nella sua interezza è ancora una macchina che non va a pieni giri di motore, con qualche borbottio di troppo qua e là. E che probabilmente, in mezzo a tante “Ferrari” avversarie, ha necessariamente bisogno ancora di uno step bello grande da fare per arrivare in tarda primavera a essere una seria pretendente per uno dei due posti che regalano la A. Di fatto, questo è un segreto di Pulcinella che tutti conoscono e che – se può essere considerato un vantaggio – non permetterà a Trieste di vivere adagiata sugli allori da qui in avanti.

“Corri vai non ti fermare, che di strada ce n’è ancora tanta sai”: parafrasando Max Pezzali (e ci scusiamo se averlo nominato turberà il sonno di qualche tifoso della Triestina, causa concerto al “Rocco” del prossimo mese di giugno…), il cammino giuliano nel 2024 sarà quello nel segno della… rincorsa. C’è ancora tanto da fare prima di pensare nuovamente in grande, sino a qui Trieste si è indubbiamente costruita un’identità di protagonista d’alta classifica ma al tempo stesso non ancora quella di un team che “tremare il mondo fa”. Da qui riparte l’anno nuovo: a caccia di una “rinascita” non facile, ma al tempo stesso possibile, cercando di allontanare definitivamente quei malumori che piovono dalle tribune di Valmaura…

Ti è piaciuto questo articolo?

Il mix tra “usato garantito” e un volto nuovo, quello in panchina: ovverosia, tutto ciò che possa aiutare alla causa per viaggiare il più in alto possibile nella prossima stagione. Se poco meno di sette giorni fa l’”Attesa infinita per l’allenatore” era tutto ciò su cui si discuteva sui social, da qualche giorno a questa parte l’arrivo di Jamion Christian come head coach ha di fatto “stappato il tappo” in Pallacanestro Trieste per l’ufficializzazione di diversi giocatori. E, nel mercato estivo biancorosso, al momento ci sono tantissimi volti noti e poche, reali scommesse: da già ufficializzati Bossi, Deangeli e Candussi ai vari Vildera, Filloy e Ferrero (quest’ultimo uscito di scena da Varese e preso per mano dal GM Arcieri allo scopo di dare punti ed esperienza al sodalizio giuliano) che con buona probabilità verranno ufficializzati a strettissimo giro, la prima parte di roster è in pratica già definita.

Lo si diceva qualche tempo fa: la volontà di Richard De Meo e di tutto l’entourage della Pallacanestro Trieste è quello di lavorare sottotraccia, con pochi proclami se non quello già abbondantemente urlato ai quattro venti di voler restare davvero poco in A2. Al netto delle difficoltà che inevitabilmente la banda di Christian troverà sul proprio cammino (22 giornate di regular season, 10 di fase ad orologio e tutti i playoff è roba da far già tremare i polsi, pensando che servirà un mucchio di continuità di rendimento lungo la stagione), la fase “calda” di mercato arriva proprio adesso. Perché sicuramente Arcieri tornerà a Trieste da Las Vegas in queste ore con un taccuino pieno zeppo di ipotesi sui due giocatori americani da infilare nel roster, oltre a definire ciò che ancora manca nel reparto italiani (leggi: Ruzzier deciderà di cedere alle lusinghe di Trento o c’è ancora spazio di manovra per riaverlo qui? Una possibile trattativa che porta a Moraschini è ancora valida, dopo i rumours delle scorse settimane?).

Sono ancora molte le caselle da riempire, con una certezza: “indovinare” la coppia USAdiventa essenziale per dormire su due guanciali. Con tutti gli annessi e connessi del caso, poiché il blocco dei tesseramenti prima della fase dei playoff (deciso nell’ultimo Consiglio Federale) non permetterà di effettuare ritocchi a ridosso della fase più calda del campionato. Ed è proprio che questo motivo che l’esperienza di Michael Arcieri diventa importantissima per portare a Trieste le pedine a stelle e strisce giuste. C’è solo da aspettare, attendendo anche la presentazione della campagna abbonamenti 2023-2024 in programma nei prossimi giorni, in presenza anche del presidente De Meo e di Prab Sekhon per il gruppo CSG. E anche in questo caso non si dovrà sbagliare: la rinascita dovrà ripartire con un palazzo dello sport “caldo” e pieno zeppo di tifosi.

(tratto da Citysport.news)

Ti è piaciuto questo articolo?

“Paroni in casa dei altri”: non c’è metafora migliore per spiegare come, dopo quasi 40 anni, Trieste passi al PalaVerde di Treviso. Perché in una gara-3 dove tutti si aspettavano la veemente risposta veneta, è invece l’Alma a fare cappotto nella serie e a volare in finale: un 54-86 dalle proporzioni enormi per i biancorossi, che per tanti minuti hanno recitato il ruolo di vero e proprio rullo compressore, mettendo alle corde una De’Longhi che finisce gambe all’aria e fuori dai play-off con un tonfo fragoroso.

Di bolgia ce n’è davvero tanta a Villorba – come era facile immaginarsi – a ridosso della palla a due. Treviso inizia meglio, almeno nel catturare qualche buon rimbalzo in attacco, ma è invece l’Alma a infilare successivamente un paio di buone difese sulle penetrazioni dei padroni di casa, trovando il vantaggio con la tripla di Bowers del 2-5. Trieste ha qualche buona chance per mettere il muso avanti con maggior vigore, anche perché la formazione di Pillastrini ha già tre errori dalla lunetta in un amen: un’altra bomba, stavolta di Green, lancia i giuliani sul +6 a metà primo periodo, la piccola verità è che i biancorossi continuano per larghi tratti a essere troppo morbidi nel proprio pitturato, concedendo qualche extra-possesso di troppo ai veneti che tornano subito a contatto sulla deflagrazione di Swann dalla lunga distanza. La parità arriva subito dopo a quota 11, in mezzo a una selva di errori da ambo le parti: l’acuto triestino arriva nel finale, con i punti di Da Ros e Prandin, a regalare il +3 al 10′ (14-17).

C’è tanto nervosismo sul parquet su sponda trevigiana (vola anche un tecnico per proteste a Swann) e l’Alma ha dalla sua una bella fetta di inerzia in apertura di secondo periodo: il vantaggio ospite raggiunge le undici lunghezze al 13′ (17-28), con la De’Longhi infilzata da Loschi che si dimostra caldissimo dai 6 metri e 75, poi la schiacciata di Janelidze sull’errore di Green e la realizzazione dalla media di un Da Ros anch’esso ispirato fanno volare Trieste addirittura sul +15 due minuti più tardi. Treviso spende due time-out quasi in rapida successione ma sembra non cavare un ragno dal buco nemmeno sul 19-36: una piccola scossa la prova a dare Brown (canestro buono e fallo, ma con errore poi dalla linea della carità) che però si dimostra un fuoco di paglia, perché sono innumerevoli le palle perse che i veneti rimediano anche nei minuti che precedono la sirena di metà gara. L’Alma è padrona del match sul 26-42 del 20′.

Un altro ceffone, bello rumoroso e doloroso, lo dà Cavaliero da tre punti dopo i primi venti secondi di terzo quarto: un piccolo segnale che fa intendere come Trieste torna in campo con il piglio giusto dopo la pausa lunga. La De’Longhi continua a essere nel frullatore delle proprie difficoltà, continua a sparacchiare ai liberi (è 8/18 al 25’…) ma soprattutto non c’è minimamente a livello di testa. È un gioco da ragazzi per l’Alma mantenere saldamente in mano le redini del match sul 31-48, con la panchina di casa a chiamare l’ennesimo minuto di sospensione che non porta minimamente valore aggiunto. Anzi, tale ambito tonifica ancor di più gli ospiti, “cecchini” per due volte con Mussini per un successivo incredibile +25 (33-58) che si materializza davanti ai tifosi triestini in visibilio. E la partita finisce lì, con un quarto abbondante ancora da giocare e con il pubblico di casa ammutolito nel vedere come Treviso esca di scena forse nella maniera più inaspettata. E ancor di più, quel coro “Forse chissà, succederà…” che risuona invece nello spicchio ospite finisce col preparare la strada all’ultimo atto di stagione dove l’Alma vuole completare la propria missione. Se questi sono i presupposti, a pieno diritto ci si può sfregare le mani.

Ti è piaciuto questo articolo?

Chiamatelo pure “Generale Green”: perché quello di queste semifinali play-off, è a pieno titolo il vero condottiero dell’Alma: una Trieste che fa e disfa peggio di Penelope nell’ultimo quarto ringrazia i punti e l’energia del suo numero 5 per mettere il punto del 2-0 in una partita dalle tante sfaccettature, che collima però con un doppio vantaggio fondamentale in vista di venerdì al PalaVerde.

In avvio di contesa, che Brown stia sufficientemente bene lo dimostra  il fatto di notarlo già in quintetto base e di vederlo appoggiare con successo al vetro il pallone del primo vantaggio ospite. Dall’altra parte c’è Da Ros che in post basso fa vedere i sorci verdi al pitturato trevigiano, mentre il timore iniziale biancorosso di non subire troppi rimbalzi in attacco da parte della De’ Longhi diventa invece una gatta da pelare rognosissima nei minuti iniziali del primo quarto. I veneti corrono sul +6 al 4′ (4-10), dimostrando anche che la velocità in transizione può diventare importante per dare una prima scossa alla gara: l’Alma, colpita troppo spesso in penetrazione, è però scaltra nel mettersi in regola almeno offensivamente, innescando Green per un break interno che permette a Trieste di mettere il muso avanti al 7′ sul 17-15.  

Con Cittadini a oscurare la luce del sole sotto il proprio tabellone (già due stoppate in rapida successione), i biancorossi chiudono avanti alla prima sirena sul 19-18, ma spendono sin troppi falli in apertura di secondo periodo: i 4 commessi in un minuto e mezzo sono una spada di Damocle pesante sopra la testa giuliana, ma anche in questo frangente l’Alma trova un’efficace contromisura, quella di una difesa asfissiante con Prandin e Mussini a sporcare le linee di passaggio trevigiane e di mani “pregiate” dalla lunga distanza per mettere al 15′ cinque preziosi punti di vantaggio sulla De’Longhi (27-22). Treviso fa parecchia fatica a contenere la circolazione di palla dei padroni di casa, che con Loschi (6 punti in un amen) continuano temporaneamente a fare sconquasso dal perimetro: l’onda lunga triestina dura sino alla metà gara, quando l’Alma va al riposo avanti di otto con tanta inerzia in mano.

Mantenersi a velocità di crociera: è ciò che tenta di fare Trieste a inizio di terzo quarto. Più semplice a dirsi che a farsi, anche perché gli ospiti si rimettono a difendere forte e i biancorossi si raffreddano sensibilmente nell’andare a canestro. È Green ancora una volta a strappare applausi per il 47-38 al 25′, sebbene Treviso metta molto cacio sui maccheroni innestando a dovere sia Swann che Brown.  Il vantaggio giuliano si rintuzza in maniera considerevole tre minuti più tardi (52-50, time-out chiamato da Dalmasson), l’onnipotenza di Biggs Shotta però è la costante che funziona più del “Pi Greco”: con i suoi 26 a referto ben prima che risuoni la terza sirena, l’Alma chiude sul 58-50 al 30′.

La chirurgia del mascherato Cavaliero (bomba frontale a inizio di ultimo quarto) regala una doppia cifra di vantaggio a Trieste quanto mai di ampio respiro, con Treviso costretta invece a ripiegare su tante palle perse in attacco e con attacchi farraginosi per tentare di mantenersi ancora a galla. La De’Longhi però non demorde – vuoi anche perché il motore biancorosso fa qualche borbottio di troppo nel momento migliore – e rimette tutto in discussione con un break di 11-0 per il 64-63 a quattro dalla fine, con Musso che sbaglia per ben due volte la tripla del possibile sorpasso. L’Alma torna a rifiatare con l’1/2 di Bowers dalla lunetta e con la recuperata di Fernandez a 1’31” dal termine. E non è un caso che sia proprio Javonte Damar Green a mettere il punto esclamativo con il 2/2 ai liberi a 7” dalla fine e il 2-0 – importantissimo – nella serie.

Alma Pallacanestro Trieste – De’ Longhi Treviso 67-63 (19-18, 19-12, 20-20, 9-13)

Alma Pallacanestro Trieste: Green 31 (7/10, 4/6), Cavaliero 8 (0/2, 2/5), Mussini 7 (2/4, 1/3), Da Ros 6 (3/7, 0/4), Loschi 6 (0/1, 2/3), Bowers 5 (2/7, 0/1), Fernandez 2 (1/3, 0/2), Cittadini 2 (1/1), Prandin (0/3), Janelidze. N.e. Schina, Deangeli.

Tiri liberi: 8 / 13 – Rimbalzi: 34 11 + 23 (Green 11) – Assist: 15 (Da Ros, Bowers 4)

De’ Longhi Treviso: Brown 15 (7/13), Fantinelli 12 (3/6, 2/2), Musso 8 (4/5, 0/7), Lombardi 8 (3/4, 0/1), Sabatini 5 (1/4, 0/2), Imbro’ 4 (1/2, 0/2), Swann 3 (0/1, 1/5), Bruttini 3, Negri 3 (1/2), Antonutti 2 (1/2, 0/1). N.e. Barbante, De Zardo. 

Tiri liberi: 12 / 15 – Rimbalzi: 34 9 + 25 (Brown 8) – Assist: 7 (Fantinelli 3)

Ti è piaciuto questo articolo?

LA RASSEGNA STAMPA SANDRINA DI DOMENICA 20 MAGGIO 2018

Da Il Piccolo di Trieste

Serve l’Alma migliore per il pass-semifinale
Alle 18 a Porto San Giorgio. Mauro: «Gruppo sereno». Diretta all’Arena
 
di Roberto Degrassi
 
Alma alla battaglia. La più difficile di questi play-off. Il bivio propone da una parte la chiusura della pratica-Montegranaro con la possibilità di preparare per una settimana l’esame contro Treviso e dall’altra parte il rinvio alla “bella” mercoledì, all’Alma Arena, con un bel po’ di pressione addosso e tempo dimezzato per i piani anti-De’Longhi. Al PalaSavelli di Porto San Giorgio alle 18 oggi non basterà quella che Eugenio Dalmasson, nell’analisi di gara3, ha definito «una partita normale». Servirà una prova da autorevole pretendente alla promozione, impondendo il proprio gioco e non subendolo.
 
Il terzo confronto della serie infatti è sembrato un figlio di gara2. A Trieste la tripla di Mussini e i liberi di Green avevano consegnato all’Alma un incontro che la XL Extralight aveva giocato – e gestito – meglio. Nelle Marche, senza il sesto uomo e l’esaltazione del parquet di casa, Montegranaro ha continuato a fare danni con Amoroso (letale in post basso quando può far valere fisico e classe) e Powell. Gli avversari pescando un buono scampolo di gara dal giovane Treier – estone di formazione cestistica italiana – sono riusciti peraltro a far rifiatare per una decina di minuti Amoroso. Arginare la coppia di lunghi atipici di marchigiani sarà la priorità ma non si tratta solo di una faccenda difensiva. In attacco in gara3 l’Alma ha tirato da 3 con il 20 per cento (cinque tentativi per quarto, con un desolante 0% nella terza frazione), nonostante il recupero di Baldasso passato dalla tribuna a 16 minuti con partenza da starter. Ma la luna storta dai 6,75 è niente di fronte a un dato più preoccupante: dei 17 falli subiti, solo tre sono stati spesi dagli avversari sui nostri lunghi che invece ne hanno commessi complessivamente 11, con Bowers fuori anzitempo.
 
Sballati al tiro (Cavaliero 3 su 10), senza le chiavi e le idee per sfruttare i lunghi, era difficile andare lontano. E infatti non lo si è andati, complici anche gli otto anonimi minuti di Fernandez, di cui dopo 6 gare di play-off non si è ancora capita con chiarezza l’autonomia di impiego, se dovrà venir gestito sempre con il contagocce o se è vicino il giorno in cui potrà riprendere in mano la squadra. Nel frattempo, anche questa situazione ibrida non semplifica il compito di una squadra che ha invece bisogno di granitiche certezze.Il presidente biancorosso Gianluca Mauro è rimasto nelle Marche con la squadra. «Siamo alla vigilia di una partita da vincere assolutamente. Serve rimanere uniti, compatti. Preoccupato? Solo quando un giocatore non sta bene, penso a Fernandez non a meglio o a Bowers che ha rimediato una brutta botta alla testa venerdì. Il clima è sereno, i giocatori sono carichi, un contesto che fa sperare bene», osserva il massimo dirigente, che conferma per il prosieguo dei play-off l’apertura dell’Alma Arena per seguire – fino all’esaurimento dei duemila e spiccioli posti a disposizione – sul maxischermo dell’Allianz Wall la diretta delle partite esterne. Per i tifosi che non saranno al PalaSavelli appuntamento quindi oggi pomeriggio a Valmaura, con apertura delle porte mezz’ora prima della palla a due.
 
 
Intercub come un rullo
Primo atto senza storia
Gara1 della finale per la promozione in A2: le muggesane del Borgo San Rocco
superano Moncalieri 80-59 con uno scarto rassicurante in vista del ritorno
 
di Marco Federici
 
La finale d’andata dei play-off finisce tra i convinti applausi del pubblico del Palaquilinia. L’Interclub Borgo San Rocco infila la 27.ma vittoria consecutiva rifilando nel contempo il primo stop stagionale a una temibile avversaria come Moncalieri. Un ennesimo successo, per la squadra di Mura, apprezzato anche per il divario (+21) che consentirà di affrontare il retour match decisivo (non ci sarà la “bella”) da una posizione di vantaggio, seppur da difendere con i denti. Intanto, questo primo atto ha premiato la formazione più compatta, esperta e brava a gestire e superare i (pochi) momenti difficili.
 
Al primo canestro della gara di Moncalieri segue una risposta muggesana veemente: break di 10-0, frutto di un gioco arioso che elude la temuta difesa aggressiva piemontese sia per linee perimetrali sia sotto canestro, dove Miccoli è immarcabile. Per due volte l’Interclub concretizza un vantaggio a due cifre, e la bomba di Vida del 23-11 costringe Moncalieri al time-out. Il beneficio è immediato, e le ospiti capitalizzano i loro buoni momenti, punendo le poche distrazioni muggesane. Il secondo quarto riparte “solo” dal +6 per la squadra di Mura, non altrettanto spumeggiante per i primi minuti che vedono Trucco e Katshitshi dominare a rimbalzo in attacco. Il fiato sul collo di Moncalieri (-4) risveglia l’Interclub, che con un 9-0 sigla il massimo vantaggio sul 36-23. La ripresa rilancia i ritmi delle rivierasche, indiavolate in campo aperto fino al 49-31 che però non mette ancora in ginocchio le giovani ospiti: lo 0-9 dimostra come Moncalieri abbia ancora energia in vista del gran finale. L’Interclub è ancora la più reattiva in avvio di frazione (63-49) ma il refrain di una gara con continui strappi vuole che le piemontesi accorcino con Conte e Trucco. Stavolta però è poco per spaventare le muggesane, che realizzano l’ennesimo affondo con Cumbat. Della stessa capitana sono due triple consecutive che decretano il massimo vantaggio, quanto mai opportuno in vista del ritorno domenica a Moncalieri.
 
 
La Pallanuoto Trieste trova il pari in rimonta
È in forma per i play-out
Ottima prestazione della formazione di Brazzatti in trasferta
con la Lazio (12-12). Buon debutto per il portiere Seppi (14 anni)
 
di Riccardo Tosques
C’è poco da fare: con Andrea Brazzatti in panchina Trieste è un’altra squadra. Bellissimo pareggio in rimonta ieri pomeriggio al “Foro Italico” nell’ultima partita della regular season disputata contro la Lazio. Il 12-12 finale è il risultato più giusto per quanto visto in campo. Grande soddisfazione a fine match per il ds allenatore alabardato: «Sono contento della prestazione, è stato un buonissimo allenamento. Il risultato non conta, lo sapevamo, ma questo pareggio è molto importante per il morale. I ragazzi ci hanno creduto e con grinta sono andati a prendersi un punto che è di buon auspicio per i play-out».
 
Da Roma sono arrivate due indicazioni. Innanzitutto Trieste è in forma per gli spareggi di Siracusa, in programma il 26 e 27 maggio. Ma nella giornata di ieri c’è un’altra buona notizia da sottolineare: un giovane talento è emerso al Foro Italico. Si tratta del portiere triestino Tommaso Seppi, 14 anni, che per una serie di combinazioni – Persegatti rimasto a Trieste per infortunio e forfait all’ultimo del titolare Oliva – si è trovato costretto a scendere in acqua da subito facendo il proprio esordio in A1. «Devo fare i complimenti a tutti, ma in particolare al nostro portierino, 15 anni da compiere a giugno, che ha giocato titolare e ci ha messo tantissimo coraggio», le parole di stima di Brazzatti. Gianni sblocca il ghiaccio dopo 60”, Vico pareggia i conti, Cannella riporta avanti i capitolini, ma Blazevic firma il 2-2. Prima dello scadere Spione riporta avanti la Lazio ma Petronio sigla il 3-3.
 
Nella seconda frazione i romani vanno sul +3 grazie ai gol di Cannella e Giorgi (doppietta). Seppi tiene a galla gli alabardati respingendo una controfuga di Cannella. Vico accorcia le distanze, ma il solito Cannella e poi Leporale chiudono sull’8-5. Grande equilibrio nel terzo periodo. Seppi sventa una superiorità numerica, ma incassa il +4 da Vitale. Rispondono Petronio e Gogov. A 10” dalla fine Maddaluna firma il 10-7. In apertura di quarto tempo arriva il +4 di Colosimo. Partita chiusa? Niente affatto. Va in gol Vico, gli risponde Sebastiani, ma poi è un tripudio alabardato. Nei 4′ finali vanno in gol Podgornik, Gogov (rigore), ancora Gogov a 19” dalla fine e poi sul filo della sirena l’ottimo Ferreccio. Finisce 12-12. I play-out sono ampiamente alla portata. 
 
Ti è piaciuto questo articolo?

Con buona approssimazione, la più bella versione dell’Alma di tutta la stagione: poteva essere una gara-2 particolarmente scorbutica contro Treviglio, ne esce una partita praticamente a senso unico dove tutti i “violini biancorossi” suonano meglio della Filarmonica di Vienna durante il concerto del primo gennaio. L’Alma si veste da rullo compressore e doma, con grande convinzione, una Remer lontana anni-luce con il piano partita che sperava di poter mettere sul parquet: finisce 97-82, il punto del 2-0 è messo in saccoccia e con esso (ma lo diciamo sottovoce) un piccolo pezzetto di qualificazione per i quarti di finale. E ciò che colpisce di più è la grande fame di Trieste, capace di azzerare abbastanza velocemente le armi della squadra di Vertemati e di non lasciare spazio ad alcun tipo di contromisura.

Si rimescolano abilmente le carte su ambo i fronti: Trieste rinuncia a Fernandez e ributta nella mischia Baldasso, la Remer tiene invece in tribuna Voskuil e alza il peso specifico in pitturato con Easley. L’Alma rompe il ghiaccio con l’appoggio al vetro di Mussini e i cinque punti consecutivi messi a segno di Cavaliero (7-4 al 3′), mentre Treviglio pesca e trova in attacco proprio Easley per mantenersi in scia con i biancorossi. I padroni di casa giocano però maggiormente di fisico, e quando Green – sia spalle a canestro che in transizione veloce – decide di attaccare il ferro son dolori per gli ospiti: a metà quarto il punteggio sorride a Trieste sul 18-8, allietata dal fatto che anche Bowers sia perfettamente a fuoco nei primi minuti di gioco con canestri preziosi e assist pregiati. La Remer, in grande difficoltà difensiva,  ha nel folletto Frazier (7 punti in altrettanti giri d’orologio) l’arma in più per togliersi dalle secche abbastanza rapidamente e riportando i suoi provvisoriamente a -3, sull’altro lato l’Alma riprende subito in mano l’inerzia e, grazie alla tabellata di Da Ros allo scadere, confeziona otto punti di margine sulla prima sirena (26-18).

A mantenere bello caldo il motore giuliano nel secondo periodo ci pensa Prandin: con cinque punti di fila e una difesa al bacio “Bobo” fa partire la 4×100 biancorossa, che cavalca a velocità supersonica verso il canestro ospite. Se ci mettiamo dentro anche Loschi e Baldasso che segnano da lontano, il momentaneo +19 casalingo sul 49-30 al 16′ ha già tutta la parvenza di una quadratura totale del cerchio per l’Alma: Treviglio è nervosa, si aggrappa a qualche tiro libero per prendere un po’ di fiato ma la sensazione è che alla squadra di Vertemati serva qualcosa di diverso della semplice fisicità. Per la Remer volano anti-sportivi e tecnici, ma anche un mini-break di 10-5 (56-42, con Frazier in grandissimo spolvero ma l’unico a predicare nel deserto) per dare un senso a una gara che rischia di scappare via già dopo nemmeno venti minuti.

Per mettere qualche sassolino nei sin lì eccellenti ingranaggi in attacco di Trieste, Treviglio punta sulla difesa “2-3”: il fatto che Green continui a salire con l’ascensore verso il ferro, con “2+1” mortiferi che tramortiscono il pitturato ospite, e con la consapevolezza che Mussini ha un bel mirino tra le mani per imbucare con costanza dal perimetro, la Remer si ritrova con poche frecce al proprio arco e con un -26 sul groppone a quindici minuti dal termine (78-52) che in pratica mette una pietra tombale sulle sorti di gara-2. Si vede praticamente di tutto (anche Baldasso che stoppa!) e sull’85-59 della penultima sirena c’è ben poco altro da raccontare, se non che questa Alma in modalità “cannibale” (seppure l’ultimo quarto sia in modalità “risparmio”) ha già voglia di chiudere venerdì a Treviglio la serie. Che, detto fuori dai denti, sarebbe un gran bel affare.

Alma Trieste – Remer Treviglio 97-82 (26-18, 56-42, 29-17, 85-59)

Alma  Trieste:  Bowers 17 (5/9, 1/1),  Green 16 (6/9, 0/1), Mussini 14 (4/8, 2/2), Cavaliero 12 (2/3, 2/3), Prandin 10 (1/2, 2/2), Loschi 9 (1/2, 2/5),  Baldasso 9 (3/3, 1/5),  Cittadini 6 (2/3),  Da ros 4 (2/7, 0/1),  Janelidze (0/4, 0/1),  Schina. N.e.  Deangeli.

Tiri liberi: 15 / 15 – Rimbalzi: 35, 12 + 23 (Bowers, Green 7) – Assist: 17 ( Da ros 5)
 
Remer Treviglio:  Frazier 21 (7/13, 2/8), Easley 14 (7/9),  Planezio 11 (2/2, 0/1),  Marino 9 (1/1, 2/6),  Palumbo 8 (1/1, 1/3),  Dincic 7 (3/3, 0/1),  Pecchia 4 (1/2),  Borra 4 (1/1),  Mezzanotte 2 (1/2, 0/1),  D’almeida 2 (0/1), Rossi (0/1). All. Vertemati

Tiri liberi: 19 / 25 – Rimbalzi: 21, 3 + 18 (Easley 6) – Assist: 14 (Frazier, Marino, Pecchia 3)
 
Ti è piaciuto questo articolo?

È disponibile online, sulla pagina ufficiale Facebook del settimanale sportivo City Sport, la puntata speciale del Tiggì – condotta da Alessandro Asta con ospite Raffaele Baldini – tutta dedicata al derby che domenica 15 aprile vedrà protagoniste Alma Trieste e Gsa Udine:

 

Ti è piaciuto questo articolo?

Non ci si inventa niente, parlando dei possibili scenari di un derby: ovverosia, una partita che sfugge a qualsiasi tipo di schema, scritto o non scritto. La Trieste-Udine che farà il pienone domenica all’Alma Arena crea poche eccezioni alla regola, soprattutto perché arriva in un momento di campionato in cui – a 80 minuti secchi dalla fine della regular season – i giochi non sono fatti né per i giuliani, tantomeno per i bianconeri friulani.

Ecco quali sono, da ambo le parti,  gli elementi che potrebbero spostare l’ago della bilancia da una parte o dall’altra:

ALMA TRIESTE

  1. L’IMBATTIBILITÀ CASALINGA BIANCOROSSA -> 558 (cinquecentocinquantotto, per esteso): è il numero di giorni consecutivi in cui il palasport di Valmaura, all’interno della stagione regolare, non viene violato da una formazione diversa da quella triestina.Sono cambiate le squadre, così come gli obiettivi prefissati a inizio di ogni campionato, ma il trend in via Flavia non è mutato minimamente: la poco rilassante sensazione di cadere in una vasca piena zeppa di piranha è una sorta di abitudine che nell’ultimo anno e mezzo ha accompagnato tante malcapitate avversarie dell’Alma. E anche qui scopriamo l’acqua calda nell’affermare che – di quei attuali 42 punti in classifica a Est – 28 sono il fatturato del “14-0” di record interno: ben più di una semplice polizza assicurativa per Trieste. In barba anche al numero esponenziale di infortuni stagionali.
  2. IL PUBBLICO -> altra “cosina” più ovvia del fatto che ogni giorno, sul colle di San Giusto, sorga il sole. Il muro biancorosso fa sempre la differenza, in ogni ambito. E sicuramente lo farà anche domenica prossima contro la Gsa, poiché è ormai scientificamente provato che il “sesto uomo” all’Alma Arena è da molto tempo l’elemento che si unisce in maniera indissolubile con la squadra di Eugenio Dalmasson. Alla stessa stregua di un atomo di ossigeno che si lega a due di idrogeno…16300227_1302130379845553_4601289315268426440_o
  3. QUEL PRIMO POSTO ASSOLUTO A PORTATA DI MANO -> Domenica nella Venezia Giulia si potrebbe festeggiare ben più di una semplice vittoria in un derby. Perché combinazioni astrali favorevoli (unite al ben più serio quoziente canestri che sorride a Trieste, volgendo lo sguardo verso le prime della classe a Ovest) metterebbero il sigillo notarile sulla casella numero 1 della griglia play-off. Che, per un Alma che tanto ha faticato (e anche perso punti) in trasferta nel girone di ritorno, è indiscutibilmente un valore aggiunto non indifferente per tutto quello che vedremo dal 29 aprile prossimo in poi.Ecco allora che i due punti contro Udine fanno davvero venire maggiormente l’appetito, confidando che nelle migliori delle situazioni Trieste potrà andare poi a Montegranaro quasi in…ciabatte. E tirare un pochino il fiato, prima del rush finale di post-season, diventa sì un bel valore aggiunto.

GSA UDINE

  1. L’IMBATTIBILITÀ CASALINGA BIANCOROSSA -> No, non è un errore di copia/incolla di quanto già scritto sopra. È che a Udine ci sperano eccome, che si possa far saltare il banco dell’Alma Arena proprio in occasione del derby, nonostante il filotto aperto giuliano sembra non concludersi mai. E, come disse un po’ di tempo fa Ethelda Bleibtrey, nuotatrice statunitense che vinse 3 medaglie d’oro alle olimpiadi di Anversa 1920:


    I record sono come le bolle. Scompaiono velocemente.

     

    Le bamboline voodoo con annessa canotta giuliana sono già in vendita in Friuli e dintorni, ne siamo certi. Ma alla Gsa servirà anche qualcosa in più per vincere a Trieste, e qui ci colleghiamo al punto successivo…

  2. TROY CAUPAIN -> Buona parte degli occhi saranno su di lui. Primo, perché a parte i video su YouTube, del prodotto cresciuto ai Cincinnati Bearcats si sa pochino (se non che tira discretamente, sa prendersi anche un buon numero di rimbalzi e possiede una spiccata abilità nel passare bene la palla in transizione). Secondo, perché il play di stanza sin poco tempo fa ai Lakeland Magic potrebbe essere la pescata giusta in un contesto che ha perso per strada la fiducia dei mesi migliori.

    Saprà un newyorkese classe 1995 ridare a Udine la leadership che Rain Veideman – prossimo nel contesto Gsa a essere…”rottamato” –  non è stato in grado di fornire ai bianconeri nell’ultimo periodo? Di certo, il rischio che il nuovo play americano diventi domenica per l’Alma il pericolo pubblico numero uno è tangibile.os-pictures-orlando-magic-player-troy-caupain--014

  3. L’ORGOGLIO FRIULANO NELLE SFIDE CONTRO TRIESTE -> Tre sconfitte di fila e un coltello tra i denti: Udine è in piena corsa per i play-off, ma la brusca frenata intercorsa proprio prima del prossimo derby ha raffreddato gli entusiasmi. E arrivare a giocarsi (quasi) tutto all’ultima di campionato per staccare il biglietto per la post season è roba che dalle parti del “Carnera” nessuno vuole correre il rischio.

    Anche il magazziniere dell’Apu sa bene che uscire domenica sera dall’Alma Arena con i due punti in tasca sarà impresa titanica: ma c’è sempre quello smisurato orgoglio su lato bianconero – nelle partite contro i rivali biancorossi – che può diventare il propano per incendiare sportivamente una sfida come quella di Valmaura. Lo è sempre stato storicamente, lo sarà sicuramente anche in questo appuntamento. Perché il pensiero di potenziali caroselli friulani strombazzanti, da Via Miani sino al casello di Udine Sud, fa venire l’acquolina in bocca a tutti quelli con sciarpe Gsa… 

Ti è piaciuto questo articolo?

Importante per l’Alma, quasi fondamentale per Udine: il derby di per sé non è mai una sorta di sfida “scapoli contro ammogliati”, tantomeno lo sarà la partita che domenica prossima riempirà le tribune dell’astronave di Valmaura. Su sponda friulana si respira sin da adesso l’aria dell’attesa, poco mitigata da un finale di stagione in cui la Gsa si sta complicando la vita da sola: ne è consapevole Davide Micalich, general manager e a.d. dell’Apu.

Micalich, arrivate dunque allo scontro più atteso del campionato con qualche difficoltà di troppo: ve lo aspettavate? «Decisamente no. Siamo un po’ col fiatone dopo un girone di andata più che positivo: nelle ultime settimane pensavamo che il peggio fosse ormai alle spalle, obiettivamente però ci stiamo trascinando troppo nel cercare di blindare una posizione per i play-off. Certamente paghiamo a caro prezzo sconfitte sanguinose come quella casalinga contro Bergamo: ora continuiamo a lavorare, le somme le tireremo solamente alla fine».

È evidente che, nel momento-no, abbiate cercato costantemente di cambiare rotta. E qualcosa è arrivato ultimamente dal mercato. «L’arrivo di un giocatore come Troy Caupain è da considerarsi propedeutico dopo un’analisi attenta che è stata fatta nell’ultimo periodo. Per qualche settimana abbiamo preferito rimanere con questi effettivi finché la situazione ce lo permetteva, poi ci siamo resi conto che dovevamo fare qualcosa. Abbiamo rinnovato la fiducia a coach Lino Lardo, sapendo che un cambio in panchina a poche giornate dal termine non avrebbe portato alla scossa desiderata. E dopo aver constatato che Veideman sta facendo molta fatica rispetto alla scorsa annata, la scelta è ricaduta su un atleta che ha fatto molto bene in G League e che saprà ritagliarsi un ruolo da protagonista anche da noi. Chissà, magari già contro l’Alma…».

A proposito di derby: è anche una sfida tra diverse tifoserie. La vostra, dopo alcune partite infelici, ha raffreddato un po’ il proprio entusiasmo…«A Udine stiamo vivendo di euforia, dopo essere ripartiti dalla C sino alla A2. Io credo che, al di là dei risultati non brillantissimi dell’ultimo periodo, i nostri supporters non faranno mancare il proprio apporto domenica prossima. Un derby è sempre memorabile, per coreografia e per il calore che entrambe le tifoserie sanno sprigionare. L’importante è fermarci agli sfottò, per poi andare tutti insieme a bere una birra a fine partita: è questo ciò che conta».

E Trieste, come la vede? «Ho grande rispetto per l’Alma e per quello che ha saputo costruire in questi mesi: conosco Mario Ghiacci per averci lavorato molto bene assieme in passato, c’è l’entusiasmo di Gianluca Mauro e la forza di una proprietà che sta investendo forte. Si vede ad occhio nudo che le cose sono cambiate rispetto a solo qualche stagione fa. E anzi: nel momento in cui saremo fuori dai giochi, farò il tifo proprio per Trieste».

Come si affronta una squadra che, in casa durante la regular season, non perde un colpo all’Alma Arena da un anno e mezzo? «Con la consapevolezza che sul proprio parquet Trieste è quasi imbattibile, per organico e per la forza dei tifosi: il pronostico pende dalla loro parte, ma è anche vero che abbiamo bisogno di riaccenderci. E non esiste un’occasione migliore per tentare di fare uno sgambetto all’Alma proprio a Valmaura: sono convinto che, indipendentemente dalla difficoltà del match, una bella fetta di play-off passa per noi proprio da un risultato positivo nel derby. Giocando senza pressioni, possiamo fare il colpaccio».

Chi vede come favorita per il salto di categoria? «Senza mezzi termini, la squadra che arriva prima in assoluto in regular season. E se a farlo sarà Trieste, far saltare il fattore-campo sarà difficile per tutti».

(da City Sport, lunedì 9 aprile 2018)

Ti è piaciuto questo articolo?

LA RASSEGNA STAMPA SANDRINA DI SABATO 24 MARZO 2018

Da Il Piccolo di Trieste

Alma, a Jesi un’altra battaglia
 
di Roberto Degrassi
 
Dura? Durissima. Ma se l’Alma domani riuscirà a rimuovere a Jesi la prima delle cinque trappole che l’aspettano sino al termine della stagione regolare si porterebbe a casa molto più di due semplici punti. Una vittoria confermerebbe l’uscita definitiva dal tabù delle trasferte consolidando la sicurezza di un gruppo che, come ha sottolineato il presidente biancorosso Gianluca Mauro ha «cominciato a Roseto il suo vero campionato».Jesi non è però l’avversario più accomodante da trovarsi tra i piedi. Ha due eccellenti stranieri, Marques Green (36 anni, ma ha visto da protagonista la A con Avellino, Milano, Sassari e Venezia) e Hasbrouck, testato come scomodissimo cliente già ai tempi dei play-off contro Ferrara, nei ruoli piccoli. Proprio nel reparto, insomma, in cui l’Alma deve convivere anche questa settimana con il dubbio legato all’impiego di Fernandez.
 
Il “Lobito” prosegue con le terapie e il lavoro con il preparatore atletico. Domenica scorsa contro Ferrara, tuttavia, Prandin e Cavaliero avevano sopperito anche all’assenza del play italo-argentino, come la settimana prima nel successo esterno a spese di quella Roseto che nell’ultimo turno è andata a vincere proprio a Jesi. Trieste, del resto, si è ormai abituata a convivere con le difficoltà ed emergenze: è capolista con due punti di vantaggio su Bologna e sei sulle terze pur essendo una delle squadre che più hanno dovuto rimescolare il quintetto base a causa di infortuni dall’inizio del campionato.La fortuna non ha un occhio di riguardo nemmeno con Jesi. Ha perso il lungo Quarisa e ha dovuto fare a meno anche a Ihedioha che sta continuando il lavoro di recupero dopo l’intervento al menisco, delegando le battaglie sotto i tabelloni al veterano Rinaldi ed adattando gli altri giocatori ad ali tattiche. Nonostante questo assetto, Jesi tiene botta a rimbalzo ed è la seconda nelle carambole offensive sfruttando l’atletismo degli esterni. Insomma, guai a farsi ingannare dalla somme dei chili e dei centimetri.Un pericolo di cui comunque l’Alma sembra tenere già adeguatamente conto.
 
Il pensiero di Laurence Bowers affidato al sito del club biancorsso è eloquente: «Green e Hasbrouck sono degli ottimi giocatori, contro cui ho giocato numerose volte. Per quel che riguarda il pitturato, dovremo cercare di giocare con quintetti pesanti, per sfruttare questa loro debolezza». Hasbrouck nel corso della settimana si è peraltro allenato a parte e non sarebbe al top nemmeno il giovane play Massone. Ma la guardia Usa sarà sicuramente della partita anche perchè Jesi è in piena corsa per un posto tra le otto per i play-off e il passo falso casalingo dell’ultimo turno rientrava tra gli imprevisti. Ergo: domani l’Alma si troverà di fronte un’avversarie che non farà sconti. Cortesie che nemmeno Trieste è disposta a fare: al PalaTriccoli è legato il ricordo più amaro di questa stagione (la figuraccia in Coppa) e per una squadra orgogliosa come la biancorossa l’onta da lavare è uno stimolo terribilmente efficace.
 
 
Nelle Marche con tifo al seguito, ultimi posti sul pullman
Giornata impegnativa per la Fortitudo Bologna che rischia nel derby a Forlì
 
di Lorenzo Gatto
 
Che non sia un bel momento, per la Fortitudo, lo attestano le ultime giornate. Sconfitta a Ravenna, dopo lo stop già subito nella semifinale di coppa Italia, passo falso casalingo contro Treviso. In due giornate, la formazione di Boniciolli ha perso la testa della classifica a favore di Trieste e adesso, complice anche lo 0-2 nello scontro diretto, deve guardarsi dal ritorno della De Longhi. Viatico del derby di domani a Forlì, l’amichevole di Torreverde contro l’Andrea Costa Imola, scrimmage che ha visto la formazione di Cavina imporsi 87-80 trascinata dai 32 punti di Bell.
 
Di positivo per Bologna, nonostante la sconfitta, la prestazione di Okereafor, il nuovo play scelto da Boniciolli per l’ultima parte della regular season e i play-off. Dopo i due punti (con un solo tiro) nel match contro Treviso, ha segnato sedici punti dimostrando di poter essere importante per i suoi colori.Alma in trasferta a Jesi, Consultinvest attesa dalla Unieuro, alle loro spalle tiene banco il derby triveneto tra Treviso e Udine, sfida che lancerà una delle due squadre all’inseguimento delle prime posizioni della classifica. Il momento di forma delle due squadre e il fattore campo fa pendere l’ago della bilancia sulla formazione di Pillastrini. Giornata, l’undicesima di ritorno, che propone altri scontri diretti importanti in ottica play-off. Montegranaro ospita Ravenna, Ferrara cerca il riscatto dopo le battute a vuoto a Treviso e Trieste e proverà a fermare la corsa della Tezenis Verona. Completano il programma il match tra Piacenza e Imola e le due sfide, decisive in ottica salvezza, tra Roseto e Dinamica Mantova e Bergamo e Agribertocchi Orzinuovi.
 
TIFOSI: Si stanno mobilitando i tifosi dell’Alma per essere presenti anche domani al palaTriccoli. Pullman organizzato al costo di 35 euro, ritrovo fissato domani alle 11.30 davanti all’ingresso principale dell’Alma Arena. Disponibili ancora posti, per informazioni o prenotazioni rivolgersi al numero 346/5371508.
 
 
Unione, ora l’emergenza è il centrocampo ridotto
Domani a Teramo alabardati senza Coletti (ancora fermo) e lo squalificato Bracaletti
In attacco ritorno al 4-3-3, probabile sacrificato Pozzebon dopo le due gare ravvicinate
 
di Antonello Rodio
 
Dopo aver convissuto per quasi tutto il girone di andata con un’emergenza in difesa, aver fatto i conti per un breve periodo con gli uomini contati in attacco, adesso la Triestina si appresta alla trasferta di domani a Teramo (inizio ore 16.30, arbitra Viotti di Tivoli) con un centrocampo ridotto quasi ai minimi termini.
 
Domani in Abruzzo mancheranno due pilastri della mediana alabardata, ovvero Coletti e Bracaletti. Dal suo arrivo a gennaio Coletti è diventato una colonna portante del reparto, ha portato esperienza e capacità di leadership, dimostrandosi una vera cerniera davanti alla difesa. E non è un caso che senza di lui nelle ultime due partite la Triestina ha ripreso a prendere gol dopo tre incontri con la porta inviolata. Purtroppo lo stiramento rimediato la scorsa settimana, oltre ad avergli fatto saltare i match con Santarcangelo e Pordenone, lo costringerà a rinunciare anche a Teramo: con un problema muscolare meglio andarci cauti e non rischiare, approfittando poi che la Triestina osserverà il suo turno di riposo proprio nel week-end pasquale e tornerà in campo appena l’8 aprile, quando Coletti dovrà essere pronto per l’attesa sfida con il Padova. Quanto a Bracaletti, il cartellino giallo con il Pordenone gli è stato fatale visto che era in diffida, e domani sarà squalificato. Per capire quanto pesi la sua assenza, basti pensare che Bracaletti è stato il giocatore più utilizzato della rosa e non ha saltato neanche una gara.Insomma, due assenze su tre titolari nel reparto nevralgico non sono certo un buon viatico per Teramo dove l’Unione troverà un’avversaria affamata di punti salvezza e ancora scottata dalla sconfitta infrasettimanale a Bolzano con il Sudtirol, arrivata nei minuti di recupero.
 
A proposito di forfait, non ci sarà nemmeno Bariti, ma il suo infortunio è più grave e l’assenza sarà più lunga. A questo punto per Princivalli le scelte a centrocampo sono praticamente obbligate, e probabilmente Meduri sarà nuovamente schierato come perno centrale con mezzali Porcari e Acquadro. Qualche incertezza negli altri reparti: in difesa è ballottaggio fra Aquaro e Codromaz per il posto accanto a Lambrughi, mentre forse a destra Troiani potrebbe essere stavolta preferito a Libutti, con Pizzul a sinistra.In avanti tutto lascia pensare che si dovrebbe tornare al 4-3-3, con Arma punta centrale, a destra un Petrella smanioso di affrontare quella che per parecchie stagioni è stata la sua ex squadra, e a sinistra un Mensah più riposato degli altri essendo entrato contro il Pordenone nel finale. Certo, dopo il gol a Santarcangelo, Pozzebon ha fatto bene anche nel primo tempo di mercoledì, ma forse dopo aver giocato due partite ravvicinate stavolta potrebbe rimanere lui in panchina.Si ricorda, per chi vuole seguire la Triestina a Teramo, che la prevendita per il settore ospiti sarà possibile solo fino alle 19 di stasera, on line sul sito www.bookingshow.it o al Ticket Point di Corso Italia 8.30-12.30 e 15.30-19. Non è necessaria la tessera del tifoso. Domani allo stadio però si potranno acquistare ai botteghini i biglietti per la tribuna.
 
 
Principe favorita a Fondi per rinsaldare il primato
Pallamano poule promozione: i biancorossi in trasferta provano a blindare
il passa per la prossima A unica. Diretta su Sportitalia alle 20.45
 
di Lorenzo Gatto
 
Due trasferte consecutive per blindare la classifica e prepararsi alla volata finale della poule promozione. Questa sera a Fondi e sabato prossimo a Siracusa, la Principe affronta due sfide decisive per il suo obiettivo: la conquista di uno dei tre posti che qualificano al girone unico della prossima stagione. Contro i laziali, la formazione triestina si presenta vestendo i panni della capolista, primato guadagnato sabato scorso con la splendida prestazione offerta contro Bressanone.
 
APPROCCIO: Un punto nelle prime quattro giornate, un pareggio contro Padova e tre sconfitte contro Siracusa, Cologne e Bressanone. Sulla carta, Trieste parte con i favori del pronostico ma per Fondi quella di stasera rappresenta la classica ultima spiaggia per tornare in corsa. «Lo sappiamo – sottolinea il tecnico Giorgio Oveglia – e in questo senso ho cercato durante la settimana di responsabilizzare i ragazzi. Abbiamo certamente la possibilità di fare bene ma, fondamentale, sarà l’atteggiamento con cui scenderemo in campo. In questo senso il pareggio di Padova ci deve servire da monito».
 
LA SQUADRA: Al completo, senza particolari problemi di natura fisica, la Principe è partita ieri alla volta del Lazio cercando di preparare nel migliore dei modi una sfida che potrebbe confermarla al comando solitario della classifica.
 
RECUPERO: Buone notizie, intanto, per quanto riguarda Alex Pernic che ha tolto i ferri dalla mano operata e ha cominciato a fare fisioterapia. Il pivot biancorosso salterà la sfida di questa sera, tornerà in panchina nel match della prima giornata di ritorno a Siracusa quindi, dopo la pausa, tornerà in campo nella sfida contro Padova.
 
DIRETTA: Buona notizia per i tifosi triestini che potranno guardare il match di questa sera su Sport Italia. Si parte alle 20.45, canale 60 del digitale terrestre.
 
LA GIORNATA: Potrebbe essere un turno quasi decisivo per Principe e Bressanone se le due squadre riusciranno a guadagnare l’intera posta. ALto Atesini impegnati in casa nella sfida contro Cologne, attualmente terza in classifica davanti a Padova e Siracusa che si affrontano nello scontro diretto. Programma della quinta giornata: Team Network Albatro Siracusa-Arcobaleno Oriago Padova (ore 18, arbitri Zancanella e Testa), Bressanone-Metelli Cologne (ore 19, arbitri Amendolagine e Potenza), Fondi-Principe Trieste (ore 20.45, arbitri Carrino e Pellegrino).
 
CLASSIFICA: Principe Trieste 7, Bressanone 6, Metelli Cologne 5, Arcobaleno Oriago Padova 3, Teamnetwork Albatro Siracusa 2, Fondi 1.
 
 
Trieste, missione impossibile nella piscina dei vicetricolori
Senza Blazevic e con il dubbio Mladossich-Diomei, la squadra di Krstovic
alle 18 affronta l’An Brescia. Il tecnico: «Spero in una buona prova difensiva»
 
di Riccardo Tosques
 
Evitare l’imbarcata. Questo l’unico obbiettivo della Pallanuoto Trieste impegnata oggi alle 18 nell’impossibile match in trasferta sul campo dei vice-campioni d’Italia dell’An Brescia. Compromessa (anche se non aritmeticamente) la corsa verso la salvezza diretta, gli alabardati sono pronti per tornare in acqua. Il calendario non aiuta, e così, dopo la batosta casalinga col Posillipo, è in programma un’altra partita che non promette nulla di buono per Miroslav Krstovic. Limitare i danni sarà la prerogativa dei triestini. Ma non solo. La speranza è di ritrovare l’anima di una squadra che necessita soprattutto di risollevare il morale in vista di questo difficile finale di stagione.«Il nostro compito – spiega il tecnico della Pallanuoto Trieste – sarà di concentrarci sulla fase difensiva. Il Brescia ha tantissimi giocatori di talento, dovremo provare a contenerli, evitando di lasciare spazio alle loro velocissime ripartenze. In attacco chiederò ai ragazzi di giocare con tranquillità, senza forzare troppo le conclusioni, ma controllando la palla. Per noi si tratta quasi di un allenamento, utile per preparare bene la trasferta di Firenze».
 
Per quanto riguarda la formazione, assorbita l’esclusione di Blazevic (il difensore di Dubrovnik è stato messo fuori rosa per le prossime due partite) al posto del croato rimane il dubbio se inserire il talento classe 2002 Andrea Mladossich – non al top della forma – o l’altro giovane Giovanni Diomei (classe 2001). Per quanto riguarda l’An Brescia, c’è poco da dire. La formazione allenata da Sandro Bovo è seconda a pari punti con lo Sport Management. Poche settimane fa ha dovuto chinare (ancora una volta) la testa dinanzi alla Pro Recco perdendo la finale di Coppa Italia 7-5. I lombardi rimangono comunque in corso per la qualificazione alla final-eight di Champions League, anche se il recente ko con lo Jug Dubrovnik (10-7) ha complicato i piani. Solida, tecnica e molto affiatata la formazione bresciana può contare su talenti assoluti della waterpolo internazionale. A partire dal portiere della nazionale Marco Del Lungo per proseguire con i marcatori Zeno Bertoli e Nicholas Presciutti. In attacco nomi da paura: Christian Presciutti, i mancini Alessandro Nora e Edoardo Manzi, e il bomber Valerio Rizzo (per lui 26 gol sinora). Se aggiungiamo il montenegrino Mladan Janovic, il fantasista croato Peter Muslim e l’ex centroboa alabardato Nikola Vukcevic ecco che la seconda squadra più forte d’Italia è presto fatta. Nei cinque precedenti in A1 Trieste non è mai riuscita a fare nemmeno un punticino.
 
 
“Orchette” ospiti della cenerentola
Pallanuoto femminile: le alabardate giocano oggi alle 17 a Rapallo
 
Primo match del girone di ritorno con anticipo in trasferta per la squadra femminile della Pallanuoto Trieste. Oggi alle 17 le orchette saranno ospiti del Rapallo, fanalino di coda della serie A2-girone Nord.Messa in archivio la più che onorevole sconfitta patita domenica scorsa contro la capolista Como (che peraltro giovedì nel recupero ha liquidato proprio il Rapallo 4-10), il gruppo guidato da Ilaria Colautti e Andrea Piccoli è pronto per una nuova lunga trasferta, questa volta molto più abbordabile.
 
«Il Rapallo è una squadra molto giovane – spiega l’allenatrice della Pallanuoto Trieste Ilaria Colautti – che rispetto alla partita di andata ha anche perso le due giocatrici di maggiore esperienza. È un impegno alla nostra portata, ma guai a sottovalutare le liguri».Per motivi scolastici le valide Beatrice Cergol e Sara Guadagnin non si sono potute allenare in settimana. Nonostante ciò le due orchette si aggregheranno alla squadra in Liguria. Complessivamente le condizioni delle ragazze è più che buono, così come il morale. «Per vincere dovremo mettere in acqua grande concentrazione. Voglio vedere una squadra cinica in fase d’attacco, creiamo tante occasioni ma spesso siamo troppe imprecise al tiro, dobbiamo imparare a segnare di più. In difesa niente regali e chiedo tanta grinta anche alle ragazze che entrano dalla panchina. Siamo in 13, dobbiamo giocare in 13», sentenzia Colautti.
 
Il programma della prima giornata di ritorno della serie A2 femminile-girone Nord: oggi Rapallo-Pallanuoto Trieste, domani Rn Bologna-Css Verona, Promogest Quartu-Firenze Pallanuoto, Como-Locatelli, Varese Olona-Padova 2001.La classifica: Como 24, Css Verona 18, Rn Bologna 17, Promogest Quartu 16, Pallanuoto Trieste 15, Firenze Pallanuoto 13, Padova 2001 10, Varese Olona 8, Locatelli 7, Rapallo 1. (r.t.)
Ti è piaciuto questo articolo?