EuroBasket Slovenia 2013

Chapeau, France! E’ il tricolore transalpino a svettere sul pennone più alto della Stozice Arena: dopo due finali perse (la prima nel lontano 1949, la seconda solamente due anni fa contro la Spagna), è la Francia a conquistare l’alloro continentale per la prima volta nella sua storia. E lo fa schiantando di gran carriera una Lituania che in molti davano per favorita, ma che sul più bello si è sciolta come neve al sole: finisce 80-66, risultato che forse non spiega a pieno una gara a tratti letteralmente dominata dai galletti. La squadra allenata da Vincent Collet ha davvero confezionato una sorta di delitto perfetto dal secondo quarto in poi: i baltici si sono illusi per poco più di 13 minuti, prima di venire letteralmente surclassati da Parker e soci.

Chiasso assordante nell’ “astronave” di Lubiana, con i supporters lituani a essere gli attori protagonisti di un tifo colorato e assolutamente assordante. Francia in vantaggio in apertura di match, sospinta dai due rimbalzi offensivi (con relative realizzazioni) del totem Ajinca e dalla mano già calda di Batum (11-7); la Lituania regge all’iniziale urto transalpino sulle triple dall’angolo di Kleiza e Kalnietis, tuttavia dall’altra parte del campo gli avversari corrono come treni e coach Kazlauskas decide di parlarci su a metà frazione, sul -5 (15-10). I baltici riescono a mettere la testa avanti al termine del quarto, nel momento in cui Kleiza vede una vasca da bagno al posto del canestro (11 punti in dieci minuti) e nello stesso frangente in cui sul fronte avverso cerca di attivarsi Tony Parker, spesso però spadellando verso il ferro (1/5 al tiro).

Alla prima sirena la Lituania è in vantaggio per 19-22, gap che si mantiene praticamente immutato per tre minuti di fila: subito dopo i francesi innestano il turbo, lavorando parecchio in pitturato sia in difesa che in attacco e ritornando avanti grazie alla solidità di Pietrus (6 punti in poco più di due minuti). Il buon momento transalpino perdura con i tiri morbidissimi di Batum, per un break di 11-3 che regala il +7 al team di Collet (41-34 al 17′): i baltici chiedono un nuovo time-out, ma in realtà escono peggio di come ne erano entrati. Un paio di palle perse velenosamente e altri nove punti subìti sul groppone (l’ultima tripla di Diot da quasi 8 metri è forse il miglior buzzer-beater di tutti gli Europei, nonché un segnale inconfutabile che gli Dei del basket tengono cuore transalpino) mandano infatti la Lituania istantaneamente sotto di 16 alla pausa lunga (50-34), per una Francia che sembra essere in assoluto controllo dopo venti minuti.

La Nazionale giallo-verde prova a metterci l’orgoglio sin dalla ripresa della contesa, i galletti continuano invece a metterci tanta sostanza: Diaw infila cinque punti di fila per un nuovo massimo vantaggio transalpino (55-38). La Lituania approccia alla difesa a zona, ma è ancora Diaw a farsi autentiche beffe degli avversari in pitturato: come se non bastasse, quando la Francia non segna trova anche alcuni buoni rimbalzi in attacco, ed è così che i baltici precipitano sempre più verso il baratro. Si arriva sino al -22, svantaggio da far rabbrividire chiunque e che viene solo scalfito dagli uomini di Kazlauskas sino alla penultima sirena: non bastano i liberi imbucati da Seibutis e Pocius per poter riprendere in mano almeno un briciolo di inerzia, la Francia è sul 68-50 al 30′.

Non è un caso che sia Parker (poi premiato come MVP della finale) a sbattere definitivamente la porta in faccia agli avversari: il giocatore dei San Antonio Spurs non ha percentuali di realizzazione eccelse, ma in apertura di ultimo quarto è proprio il galletto più rappresentativo a seppellire definitivamente le ambizioni lituane. Il +20 a cinque dal termine cala il sipario su degli splendidi Europei sloveni: la Francia alza le mani al cielo, è campione d’Europa!

Francia-Lituania 80-66 (19-22, 50-34, 68-50)

Francia: Lauvergne 2, Batum 17, Diot 5, Petro 8, Kahudi, Parker 12, Heurtel, Pietrus 6, De Colo 4, Diaw 15, Ajinca 4, Gelabale 7. Head Coach V.Collet

Lituania: Motiejunas, Kalnietis 19, Kuzminskas, D.Lavrinovic 7, Maciulis 7, Delninkaitis n.e., Seibutis 10, Kleiza 20, K.Lavrinovic n.e.. Pocius 3, Valanciunas, Javtokas. Head Coach J. Kazlauskas

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Dottor Jekyll e Mister Hyde in salsa azzurra: la Nazionale scrive forse la pagina più opaca del suo europeo sloveno, perdendo con la Croazia per 76-68. Un’autentica trasformazione in negativo per i nostri, in una partita condotta alla grande per buona parte dei primi venti minuti, finendo poi col smarrirsi incredibilmente in un terzo quarto da soli 9 punti segnati che ha spaccato in due la sfida alla Stozice Arena. Sebbene gli Azzurri siano ritornati a contatto con gli avversari a quattro minuti dal termine, è mancato poi il killer-istinct per riuscire a raddrizzare in corsa un’involuzione di prestazione assolutamente letale.
L’Italia si consola alla grande con la conquista anticipata dei quarti, grazie ai rovesci concomitanti di Finlandia e Grecia: qualunque sarà il risultato di lunedì contro la Spagna, siamo tra le prime otto d’Europa. E scusate se è poco…

Rispetto a giovedì sera, è di gran lunga maggiore la rappresentanza di nostri connazionali al seguito, con i supporters croati a essere a loro volta particolarmente rumorosi sui possessi di palla degli Azzurri: inizio alla pari tra le due squadre, ad Aradori risponde successivamente Tomic (2-2), poi tanti errori da ambo le parti per almeno due minuti. L’Italia tenta di allungare la falcata al 5′, sospinta da Datome (cinque punti in 120 secondi) e dal tiro vincente in sospensione di Cinciarini: sul -5, Jasmin Repesa corre a chiamare time-out, trovando però ben pochi benefici nell’immediato. La Nazionale si spinge infatti sul 6-14 al 7′, recuperando tre palloni nel traffico della propria difesa e facendo innervosire gli avversari che rimangono in rottura prolungata per diversi minuti. E’ il solo Simon a togliere il tappo dal canestro, ma il punteggio è chiaramente in nostro favore alla prima sirena (8-17).

La Croazia sembra partire decisamente meglio nel secondo quarto, con il gioco da tre punti di Draper e un paio di solide azioni difensive dalle parti del proprio canestro: ma la realtà diventa diametralmente opposta in un baleno, poiché l’ Italia trova una buona fluidità offensiva a tal punto da “doppiare” gli avversari sulla tripla di Diener (11-22) e, poco più tardi, sulla splendida penetrazione di Belinelli (13-26). Si sveglia Bogdanovic in ambito croato (sette punti di fila) e i nostri avversari riprendono colore, riuscendo a mettere quelle triple che non erano mai andate a segno nei minuti precedenti (un pallido 0/5 in 13 minuti, poi cancellato dal 3/3 della seconda metà di frazione). I biancorossi azzerano così lo svantaggio quasi del tutto, gli Azzurri invece si incartano nel momento migliore: dal +13 il team di Pianigiani si ritrova solo a +5, venendo graziata dalla Croazia che butta inopinatamente via ben cinque liberi su sei tentativi scoccati negli ultimi minuti. Datome regala il 36° punto tricolore in finale di quarto, con gli avversari però a un tiro di schioppo, a quota 31.

In meno di due minuti dalla ripresa del match, si può dire che il film del match cambia totalmente. La Croazia trova prima la parità (38-38), poi il vantaggio con la bomba di Simon (41-40 al 23′); Cinciarini ridà un minimo di carica alla Nazionale, segnando dall’arco dei 6 e 75, ma l’inerzia sembra essere decisamente passata in mani altrui: subiamo altri due tiri da lontano e i nostri avversari aizzano le folle a scacchi bianco-rossi (51-43 a quattro dal termine della frazione). L’Italia non c’è, attacca male il canestro e imbarca acqua a dismisura: un tecnico alla panchina croata, con i due liberi segnati da Datome, sono una sorta di brodino per la Nazionale, poichè la compagine di Repesa (sospinta da un indemoniato Ukic) vola a +12 alla penultima sirena (57-45).

Con un masso al collo e sull’orlo del precipizio, gli Azzurri riescono comunque a risalire la china: sono Datome e Aradori ad avere un grande lampo di orgoglio, riportandoci a -4 (70-66 al 36′). E’ora la Croazia a rischiare di dilapidare tutto quanto di buono fatto, tuttavia la Nazionale non riesce a premere sull’acceleratore nel momento propizio: Cusin sbaglia inopitamente la schiacciata del -2, commettendo fallo in attacco nel possesso successivo. I nostri avversari ringraziano, Simon regala il +8 con quattro punti di fila a 30” dal termine: è finita, ma i risultati negativi in serata di Finlandia e Grecia ci regalano i quarti di finale. Come dire, la più dolce delle sconfitte.

Croazia-Italia 76-68 (8-17, 31-36, 57-45)

Croazia: Tomic 8, Andric, Draper 12, Bogdanovic 18, Saric, Rudez 2, Ukic 13, Simon 14, Markota 2, M.Delas ne, Zoric 7, A.Delas. Head Coach J.Repesa

Italia: Aradori 12, Gentile, Rosselli, Vitali ne, Poeta ne, Melli 2, Belinelli 9, Diener 5, Cusin 7, Datome 24, Magro ne, Cinciarini 9. Head Coach S.Pianigiani


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La Slovenia ci regala il primo dispiacere degli Europei 2013: nella prima gara della seconda fase, a Lubiana la Nazionale cede per 84-77, trovando una sorta di muraglia cinese davanti al proprio naso per quasi quaranta minuti di fila. I nostri avversari la vincono principalmente a rimbalzo (44 carambole conquistate, contro le sole 29 dei nostri) e con una gara intelligente nel sfruttare i punti deboli degli Azzurri: coach Pianigiani può consolarsi con una condotta generosissima dei suoi, che non hanno mollato sino alla fine sebbene non fosse davvero la serata giusta per tirare uno sgambetto ben assestato ai padroni di casa, letteralmente rinati dopo qualche passaggio a vuoto nella prima fase.

E’ un girone dantesco quello che accoglie i nostri alla Stozice Arena, immediatamente dopo la palla a due: Cusin rompe il ghiaccio con un piazzato dalla media distanza, Aradori punisce in transizione dopo un errore in sottomano di Goran Dragic (4-0 al 2′). Proprio quest’ultimo però con due liberi, assieme alla tripla di “Boki” Nachbar, regala il primo vantaggio sloveno 120 secondi più tardi, subito rintuzzato dallo schiaccione di Cusin che a sua volta trova la risposta d’altra parte del campo con uno “slam-dunk” di Nachbar. Il grande equilibrio sul parquet viene provvisoriamente stoppato dalle triple di Cinciarini e Datome (9-14) che mantengono la nostra Nazionale avanti, pur soffrendo le pene dell’inferno sotto canestro negli ultimi minuti (i padroni di casa innestano bene Vidmar in pitturato). L’Italia chiude sul +3 al 10′ (18-21), grazie ai provvidenziali canestri di Gentile e Belinelli.

La Slovenia mette la freccia in apertura di seconda frazione: Zoran Dragic (una sorta di UFO per la difesa azzurra) e nuovamente Vidmar ridanno il vantaggio ai verdi (25-21), i nostri non si lasciano intimorire e, dopo il time-out di Pianigiani, si rimettono nuovamente in riga. Ci pensano Diener e Gentile dalla distanza a ridare equilibrio alla sfida di Lubiana, in un momento dove però la Nazionale patisce tanto in difesa (tre schiaccioni per Begic in soli dieci minuti), con un Datome in più a tentare di risolvere problemi: il neo Detroit Pistons si fa carico di gran parte dei punti messi in cascina dall’Italia nella seconda parte di quarto, nonostante il team di Maljkovic mostri i muscoli praticamente sino alla pausa lunga. La Slovenia conduce dopo venti minuti per 45-39.

I padroni di casa provano a continuare la buona strada intrapresa sotto i tabelloni, con un Nachbar ispirato nel conquistare preziosi rimbalzi in attacco e nel fiondarsi in penetrazione, dal canto loro gli Azzurri sono bravi a ricacciare all’indietro un primo tentativo di strappo sloveno. Blazic aiuta i nostri con un antisportivo che permette all’Italia di tornare alla perfetta partità (48-48 sulla tripla di Datome), ma l’inerzia torna abbondantemente in mani avversari in un lampo. Il break sloveno di 10-0 spinge gli uomini di Maljkovic sul massimo vantaggio (58-48), la Nazionale è costretta a fare autentiche sportellate per riuscire a conquistare un pallone sotto le plance, tenendosi in linea di galleggiamento alla penultima sirena, sotto di sei lunghezze.

Con l’inerzia in mano e con una fisicità prorompente, la Slovenia giochicchia con troppa sicurezza nella primissima parte dell’ultimo quarto: con grande forza di volontà, l’Italia tenta il tutto per tutto per rimanere in scia. Belinelli e Gentile ci tengono in scia fino a -4 (69-65 a cinque dalla fine), Goran Drazic e soprattutto Lorbek dalla distanza ci puniscono quasi irrimediabilmente. E’ +9 sloveno a 180 secondi dalla conclusione, ma ancora un grande lampo di orgoglio ci tiene in vita: sei liberi di fila targati Datome, Aradori e Gentile danno ossigeno alla Nazionale (77-74 a 1’25”), prima che il duo dei Dragic finisca il lavoro (5 consecutivi di Goran, assoluto MVP di giornata), mettendo i punti della staffa (+9 a 17”).

L’Italia è sconfitta, ma ha dimostrato un cuor di leone nonostante le evidenti difficoltà riscontrate: la sconfitta alla Stozice Arena è meno amara, il cammino per la conquista dei quarti di finale non è per nulla pregiudicato.

Slovenia-Italia 84-77 (18-21, 45-39, 60-54)

Slovenia: Slokar n.e., Lakovic 2, Balazic 2, Joksimovic 2, Muric 3, Blazic 3, Nachbar 13, G. Dragic 22, Z. Dragic 15, Lorbek 5, Vidmar 9, Begic 8. Head Coach B. Maljkovic

Italia: Aradori 10, Gentile 20, Rosselli, Vitali n.e., Poeta n.e., Melli, Belinelli 11, Diener 5, Cusin 10, Datome 16, Magro, Cinciarini 5. Head Coach S. Pianigiani

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Nelle ultime ore si stanno allargando a macchia d’olio i problemi per chi ha acquistato in anticipo i tagliandi per le partite della 2° fase degli Europei: con il “ribaltone” della FIBA sul calendario previsto, molti tifosi si sono ritrovati ad avere biglietti per gli orari sbagliati e, di conseguenza, per le partite sbagliate.

Chi ha effettuato l’acquisto sul sito Eventim.si, può chiedere il rimborso inviando una mail a eurobasket2013@eventim.si spiegando il problema incorso:  successivamente si procederà con la cancellazione dei biglietti e la restituzione dei soldi spesi tramite carta di credito.

Per maggiori dettagli, consultare il sito http://www.eventim.si/en/faq/ , nella sezione “Event cancellations / changes”.

Come già indicato, le nuove date della gare della nostra Nazionale sono le seguenti:

12/9, ore 21: Slovenia-Italia

14/9, ore 14.30: Croazia-Italia

16/9, ore 17.45: Italia-Spagna

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Completata la prima fase, l’Italia di Simone Pianigiani conosce finalmente le avversarie da affrontare nella seconda fase. Nel girone a 6, oltre a Finlandia e Grecia (che gli Azzurri non affronteranno sul campo), saranno Slovenia, Croazia e Spagna a giocare contro la nostra Nazionale.

AGGIORNAMENTO IMPORTANTE! – Relativamente alle ore e alle date delle partite, nella scorsa notte si è consumato un “grande pastrocchio”: dopo la prima stesura dei calendari, pubblicata sul sito ufficiale della manifestazione, la FIBA ha scombussolato gli orari per esigenze televisive. Con la squadra della nazione organizzatrice che giocherà infatti sempre alle ore 21,  il calendario completo tratto da Eurobasket2013.org (e pubblicato erroneamente ieri sera) cambia in questo modo:

12/9, ore 21: Slovenia-Italia

14/9, ore 14.30: Croazia-Italia

16/9, ore 17.45: Italia-Spagna

 

Questa invece sarà la classifica dalla quale si partirà, tenendo conto degli scontri diretti vinti dalle rispettive squadre nella prima fase:

Italia 4 (vincente gruppo D)

Spagna 3 (vincente gruppo C)
Croazia 3 (seconda classificata gruppo C)
Finlanda 3 (seconda classificata gruppo D)
Slovenia 3 (terza classificata gruppo C)

Grecia 2 (terza classificata gruppo D)

I biglietti sono acquistabili presso il sito Eventim.si e presso i distributori di carburante sloveni della Petrol.

(credit foto: Linda Cravagna)

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La Nazionale si regala la quinta vittoria di fila a Capodistria, chiudendo a punteggio pieno una strepitosa prima fase di Europeo: finisce 82-79 per gli Azzurri in una gara che non valeva praticamente nulla ai fini della classifica (Italia già matematicamente prima nel girone, Svezia già aritmeticamente fuori dai giochi) ma che i nostri hanno voluto far propria, nonostante una prestazione non propriamente da “Win or Die”, come era logico aspettarsi dopo le precedenti sfiancanti battaglie degli scorsi giorni.

Spalti comprensibilmente semivuoti alla Bonifika Arena, per un ambiente molto più “tranquillo” dopo il pandemonio dei precedenti appuntamenti: Pianigiani dà ossigeno a Belinelli (mai utilizzato nel match) mettendo in campo Cinciarini, Aradori, Gentile, Datome e Cusin come quintetto iniziale. La Nazionale parte bene con due “bombe” in apertura (8-2 al 4′), la Svezia si affida a Taylor e Jerebko per rimanere a stretto contatto: è 14-13 a quattro minuti dalla prima sirena, situazione che si sblocca con alcuni buoni attacchi ad alto coefficiente realizzativo da parte azzurra (e un più che discreto 65% complessivo dal campo). Senza strafare, l’Italia è sul +7 al 10′ (27-20).

La Nazionale fa ruotare gran parte dei propri effettivi in campo, la stessa cosa viene fatta sull’altra sponda da coach Dean. Pianigiani chiama time-out quando vede i suoi troppo molli nel trattamento offensivo del pallone: immediatamente dopo è Melli a essere l’uomo in più per l’Italia, con 6 punti di classe (conditi però da tre falli già a metà frazione), non è da meno Vitali che dall’angolo infila la tripla del 39-31 al 15′. Ma un altro momento di relax italiano è dietro l’angolo, con un conseguente contro-break scandinavo ancora con Jerebko e Taylor che pareggiano i conti a quota 43, a due minuti abbondanti dalla pausa lunga: gli attacchi tricolori rimangono impalpabili sino al termine del secondo periodo e la Svezia chiude alla grande, andando su un meritato +5 all’intervallo (43-48).

Si registrano pochi veri strappi da entrambi le parti alla ripresa di contesa, l’Italia si rimette in moto in attacco (bene Gentile e Aradori) ma continua a concedere parecchio dalle parti del proprio canestro: gli scandinavi restano avanti sul 56-63, con la tripla del diciassettenne Hakanson che manda alle stelle l’entusiasmo dei supporters svedesi. Non appena però l’ Italia torna a difendere sul serio, l’inerzia inizia a prendere un altro padrone: quattro di fila per Cusin e la deflagrazione di Aradori riportano la Nazionale in perfetta parità (63-63 al 30′): i nostri rivedono la luce e tentano le prove generali di fuga a inizio di ultimo quarto, con un altro parziale favorevole di 7-1 (70-64). La Svezia non demorde e riesce ancora una volta a ricucire lo strappo: è Jerebko a ridare la parità alla propria formazione (e a mandare Gigi Datome in panchina per raggiunto limite di falli).

Si arriva in volata, con vantaggi risicatissimi e con una marea di gite in lunetta sia da una parte che dall’altra: il momento più importante del finale è il rimbalzo in attacco di Aradori, che si conquista il fallo e fa 1/2 per il +3 italiano a 6” dal termine (82-79). Sul capovolgimento di fronte, la bomba di Jerebko non va a fil di sirena, la Nazionale conserva immacolato il proprio ruolino di marcia e può concedersi qualche giorno per staccare la spina prima di lanciarsi verso l’avventura di Lubiana in quel della Stozice Arena: la seconda fase dell’Europeo di Slovenia richiederà energie fisiche e mentali importanti per continuare il sogno, l’Italia dovrà farsi trovare pronta per non svegliarsi sul più bello.

Italia-Svezia 82-79 (27-20 , 43-48 , 63-63)

Italia: Aradori 16, Gentile 19, Rosselli 3, Vitali 7, Poeta, Melli 11, Belinelli n.e., Diener n.e., Cusin 7, Datome 7, Magro n.e., Cinciarini 12. Head Coach: S.Pianigiani

Svezia: Hakanson 5, Skjoldebrand 2, Kjellbom 6, Pita n.e., A. Gaddefors 2, T. Massamba 6, Grant 3, Jerebko 21, B. Massambra, Rush, Taylor 28, V. Gaddefors 6. Head Coach: B. Dean

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Sulla carta poteva essere un pianto greco per l’Italia, ma a lacrimare in questo caso sono solo gli ellenici: la Nazionale non finisce di stupire, stacca matematicamente il biglietto per la seconda fase e schianta nel finale una Grecia che, come era logico da preventivare, ci ha reso la vita dura per buona parte del match. A Capodistria finisce 72-81 e la pelle dei supporters tricolori si è accapponata in ogni settore della Bonifika Arena: una squadra che sa soffrire e che sa entusiasmare serve il poker nel girone D e, se ancora non fosse sufficientemente chiaro, pone delle fondamenta da “Great Expectations” per il prosieguo dell’Europeo sloveno.

Senza Diener da una parte e Spanoulis dall’altra (un’assenza quest’ultima che, alla lunga, si è fatta sentire non poco), si registra un inizio di assoluto equilibrio in campo: gli ellenici partono bene con l’ “uomo mascherato” Kaimakoglou (4 punti di fila per lui), l’Italia risponde alla grande con un Cinciarini che segna e guida ottimamente la squadra in cabina di regia (7-7 al 5′). Si susseguono micro-vantaggi da ambo le parti, con la Grecia che soffre i raddoppi difensivi (in particolare su Bourousis) e le soluzioni personali di Datome: tuttavia il team di Trinchieri non paga eccessivo dazio, impattando a quota 16 alla prima sirena.

La seconda frazione è nel segno di Printezis: l’ala dell’Olympiacos Pireo apre la scatola difensiva tricolore, spingendo i suoi sul +5 al 13′ (25-20) e costringendo Pianigiani al time-out. La nostra Nazionale si ridesta in un attimo grazie a Gentile, che in due azioni ricuce completamente lo strappo, ma la Grecia in questa fase di gara si dimostra maestra della circolazione di palla, dando raramente punti di riferimento agli avversari. Gli ellenici vanno sul +6 grazie al break innestato da Zisis e Bourousis (33-27) nel momento in cui l’Italia fa decisamente più fatica a registrarsi in difesa: tuttavia i nostri anche in questo ambito non si lasciano andare, rimettendo le cose a posto con il contro-parziale targato Belinelli e Gentile (quest’ultimo che in transizione colpisce con una bimane in testa proprio a Bourousis). E’ fondamentale, nel finale di quarto, la tripla di Belinelli che cancella a fil di sirena la “bomba” messa venti secondi prima da Papanikolaou: la Nazionale regge benissimo l’urto ellenico, andando alla pausa grande sotto solamente di due lunghezze (38-36).

L’Italia riparte di slancio (due triple del “Beli” e di Gigi Datome), la Grecia non è da meno con Bourousis a mettere a ferro e fuoco il pitturato. Quando però la compagine di Pianigiani inizia a prendere qualche buon rimbalzo in difesa, le cose cominciano a cambiare alla Bonifika Arena: sull’altro lato del campo, le nostre bocche da fuoco iniziano a vedere una vasca da bagno al posto del canestro avversario, con deflagrazioni dalla distanza che permettono alla Nazionale di infilare un break di 13-5 (50-57). L’Italia va sino al +10, gli ellenici si affidano praticamente solo a soluzioni perimetrali, trovando cinque punti provvidenziali con Perperoglou e Fotsis (quest’ultimo con tabellata non dichiarata): l’inerzia è però in mani tricolori, siamo avanti di sette a 10 minuti dal termine (56-63).

Sembra cambiare nuovamente tutto a inizio di ultimo quarto: lo 0/2 di Melli e un antisportivo a Datome rilanciano le quotazioni greche. E’ Nikos Zisis a prendere in mano lo scettro del comando e cancellare interamente il gap tra le due squadre, con 12 punti in meno di cinque minuti (70-70): i schemi ragionati sembrano poi scomparire dal parquet, con le soluzioni individuali a diventare parte dominante del finale di match. Si accende ancor di più Marco Belinelli, con un fade-away mostruoso a 1’51” dal termine per il +4 italiano (70-74), Gentile mette un ulteriore piazzato a segno dopo l’errore in attacco di Sloukas. Anche se Zisis risulta infallibile dalla lunetta, la Nazionale pialla le speranze di recupero elleniche con “Beli” e con lo schiaccione in transizione di Gentile che si regala anche il gioco da tre punti. Capodistria diventa una Santa Barbara, l’Italia “mata” la Grecia: e ora che qualcuno provi a fermare i nostri.

Grecia-Italia 72-81 (16-16 , 38-36 , 56-63)

Grecia: Sloukas 5, Bourousis 11, Zisis 16, Spanoulis n.e., Perperoglou 12, Fotsis 2, Papanikolaou 11, Kavvadas n.e., Mavrokefalidis 2, Kaimakoglou 6, Bramos, Printezis 7. Head Coach A.Trinchieri

Italia: Aradori 8, Gentile 16, Rosselli, Vitali, Poeta 2, Melli, Belinelli 23, Diener n.e., Cusin 4, Datome 19, Magro n.e., Cinciarini 9. Head Coach S. Pianigiani

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Una celebre pubblicità di chewing-gum recitava come i finlandesi abbiano la fortuna di possedere denti bianchissimi: ma, per sfortuna scandinava, l’Italia (stasera di bianco vestita) spegne ogni qualsiasi tipo di sorriso degli avversari, regalandosi al tempo stesso una risata a dir poco sguaiata. Arriva una nuova, importantissima vittoria per la nostra Nazionale, che centra la terza “W” di fila dopo una gara rognosa per almeno i primi venti minuti: finisce 62-44 ed è risultato che di fatto regala la seconda fase degli Europei di Slovenia 2013 alla compagine di Pianigiani, capace di soffrire partendo al piccolo trotto, mettendo poi sotto scacco una Finlandia che si è spenta inesorabilmente nel terzo quarto.

A Capodistria non solo supporters italiani, ma anche tantissimi (e rumorosissimi) tifosi scandinavi: per certi tratti, anche sugli spalti si gioca una partita nella partita per l’incitazione e il rumore che si riversa sul parquet. La Finlandia inizialmente costruisce azioni offensive prevalentemente perimetrali, trovando due bombe repentine con Salin; dall’altro lato del campo la nostra Nazionale cerca di diversificare il modo di andare a colpire verso il canestro avversario, avendo buone risposte da Cusin (4 punti e una stoppata) ma sbagliando anche parecchie volte in pitturato, con qualche rimbalzo d’attacco poi non adeguatamente concretizzato.

Pur giocando pochissimo in “post”, i finnici fanno del male all’Italia con il piazzato di Mottola e l’appoggio a tabellone di Koponen, per un coach Pianigiani che prova a parlare ai suoi con un minuto di sospensione (6-10). Usciti dal time-out, i nostri costringono gli avversari a spendere diversi falli, mandandoli ben presto in bonus e conquistando punticini preziosi dalla linea della carità: tuttavia il mediocre 31% dal campo lascia in lieve ritardo l’Italia dalla Finlandia, che chiude avanti al 10′ sul 14-17.

Gli scandinavi hanno un Rannikko in più a cavallo tra primo e secondo quarto: una “bomba” allo scadere di frazione e un gioco da tre punti subito dopo la ripresa della contesa spostano l’attenzione della difesa tricolore verso l’ex-Varese. La partita si accende anche dal punto di vista fisico e nervoso, con la Nazionale che è costretta a cinque falli di squadra in meno di quattro minuti, riuscendo comunque a non scomporsi nel momento più difficile della serata capodistriana: gli uomini di Dettmann non approfittano minimamente del momento di empasse dell’Italia, con quest’ultima che trova l’agognata parità a quota 24 ancora con le realizzazioni dalla linea di tiro libero. Si procede poi a “sportellate” da ambo le parti nel vero senso della parola, con un metro arbitrale molto permissivo a favore delle difese. E’ in questo tipo di situazione che la Nazionale trova un briciolo di confortante inerzia: la bella palla di Cinciarini per la tabellata di Cusin e il contropiede vincente di Aradori spingono i tricolori al primo vantaggio del match, sottolineato dal +5 di metà gara (31-26).

Si segna davvero poco in avvio di terzo quarto: dal grigiore globale sembra distinguersi inizialmente il solo Huff, ma poi sono due momenti importanti a segnare in positivo la gara della Nazionale. Il primo canestro realizzato da Belinelli dal campo (dopo lo 0/8 della prima parte di sfida) e la prima tripla di squadra messa a segno da Cinciarini mettono le ali all’Italia, successivamente sospinta da Aradori che mette a ferro e fuoco la difesa finnica: in un lampo, la Finlandia si ritrova a -10 (42-32) quasi senza accorgersene. Ci penserà poi Melli (osannato apertamente dal pubblico italiano) a tener ben lontani gli avversari, con quattro punti di autentica grinta conditi da uno stoppone che rischia di far crollare i muri della Bonifika Arena: gli azzurri chiudono alla grande la penultima frazione, in vantaggio per 46-34.

La Finlandia non c’è più, il “gol” di Muurinen dopo tanti minuti di tiro al piccione scandinavo porta poche gioie a coach Dettmann: la Nazionale scappa via senza più voltarsi indietro, con Rosselli, Gentile e Belinelli a picchiare dalla distanza e Cusin a schiacciare senza pietà. Il +20 a 100 secondi dalla fine la dice tutta: questa Italia sa soffrire per poi dopo saper dilagare. E le ambizioni tricolori sono ben lontane dall’essere fermate.

Italia-Finlandia 62-44 (14-17 , 31-26 , 46-34)

Italia: Aradori 8, Gentile 9, Rosselli 3, Vitali, Poeta, Melli 6, Belinelli 7, Diener 2, Cusin 8, Datome 10, Magro, Cinciarini 9. Head Coach S.Pianigiani

Finlandia: Koivisto, Nikkila, Muurinen 4, Huff 4, Lee, Salin 8, Kotti 2, Koponen 8, Haanpaa, Mottola 6, Ahonen 4, Rannikko 8. Head Coach H. Dettmann

 

 

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“Non importa degli assenti, tanto noi stringiamo i denti”: guardando i risultati sul campo delle prime due giornate del girone D, lo striscione apparso ieri sera a Capodistria ha già sicuramente fatto giurisprudenza alla Bonifika Arena, diventando quasi una delle sacre tavole di biblica memoria.

La Nazionale italiana ritorna a far stropicciare gli occhi dei propri tifosi, mettendo dietro la lavagna una Turchia che, ad oggi, ha molte più probabilità di tornare a casa anzichè di continuare la competizione europea. Finisce 90-75 e l’Italia si coccola ancora una volta una prestazione completa di squadra, nella giornata in cui il “mostro” Datome diventa normale (nemmeno un punto segnato dal neo-Detroit Pistons) ma dove sono tanti altri i protagonisti ad inchiodare la compagine di Bogdan Tanjevic, scurissimo in volto per una sconfitta che rischia di pregiudicare il cammino turco agli europei di Slovenia.

L’ Italia si dimostra subito concentrata in difesa dopo la palla a due, a tal punto da costringere i portatori di palla avversari a commettere un paio di infrazioni di passi già nel primi 120 secondi di match. Arriva però una tegola per la Nazionale, con il secondo fallo di Cusin che chiama immediatamente Melli a sedersi sul cubo del cambio: l’ala forte dell’Armani Jeans Milano si rivelerà una sorta di arma non convenzionale nello scacchiere di Pianigiani, con 10 punti nel primo quarto a fungere da “medicina” per un attacco italiano che, almeno nei primissimi minuti, vede col binocolo le percentuali extra-large dei primi due periodi contro la Russia. La Turchia tenta di piazzare un mini-break grazie alla triple di Guler e Cetin (8-12 al 7′) ma il tutto si rivela il classico fuoco di paglia, poiché la Nazionale rivolta come una frittata l’inerzia in poco più di 60 secondi: dal -5, massimo vantaggio avversario, l’Italia imbuca un parziale mortifero di 8-0 ancora con “Tarantola” Melli, supportato dalle deflagrazioni da lontano di Gentile e, a fil di prima sirena, di Belinelli (22-19 al 10′).

Il team di Pianigiani, nell’immediato prologo del secondo quarto, ritrova un altro “eroe dimenticato”: Luca Vitali, non appena sceso sul parquet, trova subito punti importanti che spingono l’Italia avanti di 9 lunghezze (30-21). I turchi ci capiscono poco in difesa, tant’è che Poeta prima e Belinelli poi portano al bar i diretti marcatori nell’uno contro uno, guadagnando in un lampo due potenziali giochi da 3 punti. Tanjevic si consola con una circolazione di palla che in attacco porta ad alcune buone soluzioni di Preldzic e Asik, tuttavia è sull’altro lato del campo che continuano ad arrivare i mali di pancia per “Boscia”. L’Italia chiude infatti in doppia cifra di vantaggio alla pausa lunga, con Belinelli a prendere in mano il comando delle operazioni grazie ai sei punti consecutivi nel finale di quarto e a rivelarsi una sorta di UFO per gli uomini in maglia rossa.

Il momento topico della partita si registra dopo tre minuti trascorsi dalla ripresa della contesa: lo stoppone di Cusin su Gonlum fa da apri-pista al “magic-moment” italico. Aradori si trasforma in una sorta di obice infallibile, capace di metterne 17 nella terza frazione, ma è più in generale l’intera Nazionale a vedere una vasca da bagno sottoforma di canestro: sebbene la Turchia faccia intravedere i muscoli sotto i tabelloni, innestando la potenza di Asik in pitturato, l’Italia riesce a trovare offensivamente la chiave di Volta della partita. 30, pesantissimi punti mettono le ali alla compagine di Pianigiani e sommergono Turkoglu & Co., sotto sul 74-57 in mezzo al pandemonio della larga rappresentanza di supporters italiani. L’ultimo quarto diventa quasi influente per le sorti del match, con lo show al tiro di Gentile e i 90 punti in saccoccia che creano entusiasmo da brividi a Capodistria.

Italia a punteggio pieno dopo due giornate: chi l’avrebbe mai detto?

Italia-Turchia 90-75 (22-19, 44-34, 74-57)

Italia: Aradori 23, Gentile 20, Rosselli n.e., Vitali 5, Poeta 2, Melli 14, Belinelli 17, Diener 2, Cusin 2, Datome, Magro n.e., Cinciarini 5. Head Coach S.Pianigiani

Turchia: Balbay 3, Preldzic 9, Guler 3, Batuk n.e., Ilyasova 11, Erden 4, Cetin 11, Savas n.e., Gonlum 7, Arslan 3, Asik 12, Turkoglu 12. Head Coach B.Tanjevic

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Grande, immensa classe operaia. Un’ Italia che avrebbe potuto benissimo continuare a piangersi addosso per le defezioni rimediate negli ultimi tempi, arrivando con poche pallottole nel proprio caricatore, dà una chiara e nitida dimostrazione di forza già nella prima gara del girone D. La Russia, arruffona e spesso poco propositiva in campo, alza bandiera bianca nel match d’esordio dell’Europeo di Slovenia: è il tricolore italico a sventolare con forza sopra la Bonifika Arena di Capodistria, con il 69-76 che è risultato quasi bugiardo per come il team di Pianigiani ha saputo mettere la museruola agli avversari per gran parte della partita.20 minuti di grandi percentuali, altri 10 di mantenimento “intelligente” del vantaggio, altri 10 ancora di grande sofferenza ma mai di reale pericolo: è così che la Nazionale si regala i primi punti del proprio raggruppamento, con tutti i benefici che ne conseguono.

L’Italia rompe il ghiaccio con la realizzazione morbida di Datome e fa vedere di esserci con la testa sin dall’avvio della sfida: gli azzurri vanno sul +5 con la tripla di Diener (4-9), la Russia si rimette immediatamente in linea di galleggiamento con il mini-break targato Sokolov e Shved, tuttavia è la nostra Nazionale a dimostrarsi maggiormente tarantolata sul parquet. La tripla da 8 metri di Belinelli prima e quella di Gigi Datome 60 secondi più tardi fa esplodere una Bonifika Arena stracolma di tifosi tricolori, costringendo coach Karasev a chiamare time-out sul -7 (11-18): l’ “effetto-placebo” del minuto di sospensione dura però poco per i russi che, se da una parte tentano di ricucire lo strappo con le deflagrazioni dalla distanza di Ponkrashov e di Fridzon, dal lato opposto non riescono a tenere gli uno-contro-uno italiani. Belinelli trova la magia con un gioco da tre punti da distanza siderale, Datome fa invece ammattire il diretto marcatore con un fade-away in prossimità della linea della carità: il quarto si chiude con tanta inerzia nelle mani italiane e la formazione di Pianigiani è meritatamente avanti per 18-25.

Il secondo quarto sembra aprirsi bene per gli azzurri, sufficientemente massicci sotto canestro con Cusin che disinnesca Sokolov (che lascia poi mestamente il posto a Savrasenko). Dal perimetro le mani continuano a essere caldissime per la Nazionale, ispirata da Diener e Datome che regalano il massimo vantaggio al 16′ (24-40). Altro mal di testa per Karasev e time-out Russia, che si smuove un po’ con i tre punti consecutivi di Fridzon, ma non sposta di molto gli equilibri visti nella prima metà di gara: l’Italia chiude con merito sul +13 alla pausa lunga.

Con grande umiltà, conscia che il difficile deve ancora arrivare e che le percentuali realizzative non potranno essere sempre così buone, la Nazionale lavora in difesa sui fianchi avversari: i russi fanno una fatica immane a bruciare la retìna, con soli tre punti messi a referto in cinque minuti. Pur mettendo pochi punti in cascina, l’Italia ha ancora grandi cose da Cusin su entrambi i lati del campo: prima uno “slam-dunk”, poi un tap-out per la successiva comoda tabellata di Datome tengono a debita distanza i baltici (33-48 al 25′), offensivamente ancora terribilmente discontinui. In questo status, il team di Pianigiani riesce a recuperare anche un paio di palloni “sporchi” sotto i tabelloni che alla fine sono grasso che cola, in un momento dove i tiri entrano molto di meno rispetto alla prima parte della sfida. L’Italia, con le unghie, tiene 14 lunghezze di vantaggio alla penultima sirena (42-56).

E’ Shved a tentare di far rialzare la testa alla Russia: i tiri vellutati del giocatore dei Minnesota Timberwolves cercano di dare la scossa ai baltici, che tornano a uno svantaggio sotto la doppia cifra (49-58). Sarà poi il “Gigi” Nazionale a togliere le castagne dal fuoco, in un momento sicuramente difficile per i tricolori: Datome infatti ne mette cinque in un lampo, rispedendo a -13 gli avversari con ancora 5 minuti da giocare. Coach Karasev si gioca tutto, mettendo a difendere la propria squadra a tutto campo e mettendo tutte le pedine più pregiate sul parquet: i 3 liberi imbucati da Aradori a 180 secondi dalla sirena finale sembrano far risuonare il segnale di resa per la Russia, ma l’ Italia si disunisce un po’ troppo e si “regala” giocoforza un finale thriller: baltici addirittura a -4 a 24 secondi dal termine, dopo un recupero che ha quasi del prodigioso. Ci pensa Datome (2/2 ai liberi) e la tripla sbagliata da Fridzon dall’altra parte del campo manda i titoli di coda: sì, l’Italia operaia c’è. E ha già gonadi d’acciaio per poter dire la propria nel girone.

Russia-Italia 69-76 (18-25, 29-42, 42-56)

Russia: Karasev 3, Sokolov 2, Valiev 3, Fridzon 12, Voronov 5, Kulagin, Shved 17, Antonov 8, Monya 13, Khvostov n.e., Savrasenko, Ponkrashov 6. Head Coach V. Karasev

Italia: Aradori 13, Gentile 8, Rosselli, Vitali, Poeta, Melli 2, Belinelli 16, Diener 6, Cusin 6, Datome 25, Magro, Cinciarini. Head Coach S.Pianigiani

(credit foto: Walter Gorini – Basketinside)

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