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VENERDÌ 24 SETTEMBRE 2021

  • Chiarbola e i suoi tifosi pronti ad abbracciare la Pallamano Trieste per l’esordio stagionale che domani alle 19, arbitri Riello e Panetta, vedrà la formazione di Fredi Radojkovic sfidare lo Junior Fasano. Come scrive Lorenzo Gatto oggi sul Piccolo, reduce dalla deludente prova con annessa sconfitta a Bolzano, Trieste cerca un pronto riscatto e i primi punti in classifica.Settimana intensa dal punto di vista della preparazione, la squadra ha rallentato dal punto di vista prettamente fisico concentrandosi sul lavoro con la palla. Perfezionare l’intesa, cercare buone soluzioni di tiro e limitare al massimo le palle perse: la ricetta per venire a capo del rebus che la terza giornata proporrà ai biancorossi. A chiamare a raccolta i tifosi Andrea Carpanese e Marco Visintin, vice allenatore e capitano della squadra ma soprattutto colonne portanti di una società nella quale militano da sempre.«Il pubblico qui a Trieste ha sempre fatto la differenza – sottolinea Carpanese – non vediamo l’ora di ritrovarli al palazzo e poterli riabbracciare. Da parte della squadra – continua Visintin – posso promettere che daremo il 110%. Metteremo cuore, testa e gambe in campo, vogliamo vincere e sono convinto che con il supporto dei nostri tifosi riusciremo a farlo».Continua anche domani a Chiarbola la campagna abbonamenti che in queste prime settimane ha registrato un centinaio di adesioni. Serve un ulteriore scatto per raggiungere almeno i livelli della passata stagione. Giornata ricca di spunti quella che domani porterà in campo le squadre della serie A Beretta. Big match a Sassari tra i padroni di casa della Raimond e Bressanone. Con Fasano a Trieste, Conversano strizza l’occhio a una giornata che potrebbe regalarle il primato solitario

  • «Ci gira tutto storto» ripetono all’unisono i giocatori e il tecnico Bucchi. E viste le ultime partite e in particolare l’ultima con la Juve è anche vero. Periodi così capitano nello sport solo che all’inizio e alla fine fanno più clamore. Il fatto è che il «gira tutto storto» è di casa nell’ambiente della Triestina da un bel po’. Diciamo almeno da un anno o meglio ancora da aprile dell’anno scorso. Molti dei protagonisti in campo non sono gli stessi, quelli sugli spalti o davanti alla tv sì. E così anche ai tifosi “girano”, e non solo a quelli iperscettici da testiera, ma anche a quei pochi che ancora frequentano il Rocco o a quei tanti che chiacchierano al bar. Il loro status è più che comprensibile. Vedere la Triestina nelle ultimissime posizioni con la miseria di 2 punti fa male. E “gireranno”, questo e fuori dubbio, anche a Mauro Milanese che, oltre a gestire il club e i denari del cugino Biasin, sente il peso di essere il primo responsabile della squadra della sua città. In questo momento invece l’unica cosa che è opportuno far “girare” è la squadra. E paradossalmente si può migliorare la situazione fissando alcuni punti senza lasciarsi trascinare nei vortici emotivi. Detto che, pur prevedendo una partenza balbettante per le scelte e gli infortuni in sequenza, i risultati sono deficitari oltre ogni aspettativa. Bucchi da persona preparata e intelligente lo sa bene. In quattro gare tutti gli esperimenti fatti hanno dato degli esiti. Questa Triestina è ben attrezzata anche numericamente soprattutto dal centrocampo in su. Per esprimere il potenziale della rosa è razionale giocare con la difesa a tre. E su questo sembra che la convinzione ci sia. A centrocampo, come si è visto nel primo tempo di Padova e nella ripresa con la Juve, servono in campo almeno due mediani di ruolo. Davanti due punte non si discutono, anche se non si può non sottolineare come le assenze di De Luca, Petrella, Litteri e da ultimo anche Gomez complicano la gestione del tecnico. A questo assetto già provato si possono aggiungere a centrocampo un mediano, un quinto (Rapisarda , Lopez, Iotti), un esterno (Procaccio, Galazzi) o per aiutare l’attacco un trequartista (lo stesso Procaccio) o una punta adattata. È vero che la difesa ha preso in questo primo scorcio di torneo delle reti evitabili (ma c’è anche la concentrazione)ma appare evidente la difficoltà degli attaccanti a trovare la porta. Le tre reti realizzate sono state firmate da difensori ma anche le numerose occasioni costruite soprattutto nel match di Alessandria non sono state capitalizzate. Comunque il secondo tempo con il Piacenza, il primo di Padova e in pratica l’intero match con la Juve, pur davanti ad avversari di spessore diverso, hanno evidenziato una progressione nelle prestazioni dell’Unione anche se insufficienti a timbrare la prima vittoria stagionale e nemmeno ad evitare le prime due sconfitte che hanno fatto lievitare il distacco dalla parte alta della graduatoria. Nè evidentemente aiutano in questo frangente sul piano fisico e del lavoro “a freddo” le partite ravvicinate. Invece sul piano mentale le gare in sequenza possono offrire il vantaggio di non rimuginare troppo e di concentrarsi sul futuro.Nel complesso la squadra si è sempre applicata dimostrando carattere e capacità di reazione. Insomma quello che Bucchi predica da oltre due mesi sembra essere stato metabolizzato. Quella rabbia che tutti hanno manifestato a parole mercoledì a fine partita va trasformata in energia e cattiveria agonistica da applicare al prossimo match con il Lecco. Perché, al cospetto di un avversario che ha dimostrato solidità sotto la guida della vecchia conoscenza Mauro Zironelli, servirà sfoggiare una prestazione di sostanza. Per non finire nel tunnel basta poco. Ma bisogna farlo.
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LUNEDI’ 27 GENNAIO 2020

– Quella grande risposta che tutti si auspicavano: il 4-1 dell’Unione contro il Cesena rassicura mister Gautieri, perché la Triestina ha dato un segnale forte ieri al “Rocco”: «Dopo la brutta prova di Gubbio, penso che questa era la reazione che dovevamo avere. La squadra ha dato tutto nonostante il giorno in meno di recupero rispetto al Cesena, i ragazzi hanno dato dimostrazione di carattere e voglia. Ma se pensiamo di aver risolto tutti i problemi, ci sbagliamo di grosso. Indipendentemente dal risultato, lo spirito deve essere questo». La cosa che ha maggiormente soddisfatto Gautieri, è il fatto che la Triestina è riuscita a mettere in pratica tutto quanto studiato nel prepartita: «I ragazzi hanno interpretato alla lettera tutto quanto avevamo provato – spiega – sapevamo che il Cesena ha buoni palleggiatori, ha qualità in avanti ma qualche difficoltà dietro con la difesa a tre: abbiamo capito dove potevamo colpirli e l’abbiamo fatto. Nei primi 15 minuti della ripresa, un po’ per stanchezza e un po’ perché ci siamo abbassati troppo, abbiamo sofferto, ma una volta riprese le misure abbiamo rimesso le cose a posto, come nel primo tempo». Una vittoria pesante, che Gautieri non dimentica di dedicare a chi è uscito molto malconcio dalla trasferta di Gubbio: «Una vittoria da dedicare a Malomo, uomo e professionista vero, che dopo l’infortunio si dovrà presto operare. Poi ringrazio Costantino che è venuto in panchina nonostante le sue condizioni, ma è stato di grande aiuto nel gruppo. A dimostrazione che questo gruppo è sano e ha voglia di uscire da una situazione difficile». In sei giorni dunque due vittorie convincenti e l’unico neo di Gubbio, per il quale Gautieri individua un motivo preciso: «Lì siamo mancati sotto l’aspetto della cattiveria e della lotta. In serie C è diverso dalla A, devi essere sporco, capire che squadra hai di fronte e su che campo giochi. La qualità a volte non basta, ci devi mettere altro. Devi combattere e in parte anche menare per portare a casa la partita. Stavolta c’è stata una grande risposta da tutti, anche chi è entrato in corsa, compreso Cernuto. Del resto non si vince mai per un singolo. Ora però bisogna dare continuità di prestazioni e atteggiamento, al di là del risultato. Non si deve uscire dal campo sapendo che si poteva dare ancora qualcosa in più».

– La fatica nel trovare la continuità nei quaranta minuti: forse è questo ciò che attanaglia di più Eugenio Dalmasson in sala stampa, visibilmente deluso per un match contro Milano che ha ripresentato uno dei peccati originali dell’Allianz. “Come era successo contro Varese, anche nel terzo quarto contro l’Armani abbiamo fatto fatica a trovare il ritmo giusto rientrando in campo. La squadra ha situazioni di forma fisica nei singoli che sono molto differenti tra loro, abbiamo bisogno di lavorare parecchio per trovare quintetti che abbiano una certa coesione sul parquet: tutto questo manca, anche se poi devi sempre misurare l’avversaria che hai di fronte. E contro queste squadre è chiaro che per noi sia molto faticoso giocare”. La squadra ha però costruito tiri con un po’ troppa superficialità? “Non voglio giustificare anche questo aspetto, ma anche qui dipende dalle situazioni diverse che abbiamo tra i singoli: Hickman e Washington arrivano da lunghi periodi di inattività, abbiamo bisogno di tempo per il loro inserimento”.
Su lato Armani Exchange, Ettore Messina si gode una vittoria non scontata: “È stata una gara molto combattuta fisicamente: siamo stati abili a muovere bene la palla, i 19 assist finali e le percentuali che sono poi salite da tre punti sono state variabili positive. Ci siamo compattati nel corso dei minuti, l’Allianz poteva avere il vantaggio di essere più fresca per aver giocato di meno rispetto a noi, sono contento di come l’abbiamo portata a casa. Trieste? È squadra che ha notevole atletismo: quando i nuovi acquisti saranno in forma, sarà in grado di fare bene”. 

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SABATO 23 NOVEMBRE 2019

– Cambio al timone di comando: nel giro di una mattina, durante l’Assemblea dei soci, si cambia pagina. Nuovo presidente, Mario Ghiacci al posto di Gianluca Mauro. Nuovo Consiglio di amministrazione, ristretto a tre componenti (Ghiacci stesso, Marco Bono e Luca Farina). Una proprietà che dopo aver ripianato le perdite con l’utilizzo e l’azzeramento del capitale sociale precedente e averne deliberato la ricostituzione, è composta esclusivamente da imprenditori locali. E continuerà a essere triestina, visto che l’obiettivo societario adesso diventa la caccia a sponsorizzazioni che possano consolidare la struttura coprendo quella parte di budget che resta tuttora scoperta.Ghiacci al vertice della Pallacanestro Trieste. A volte ritornano. “Non c’è due senza tre. Dal 2001 al 2003, dal 2013 al 2015 e adesso dal 2019 a…quando sarà. Ringrazio i soci che hanno creduto in me, in particolare Marco Bono e Luca Farina che hanno investito su di me come manager ma anche come uomo”. La PallTrieste riparte da un nuovo capitale sociale, vale a dire… “Lasciamo stare i numeri, quello che conta è che si riparte con un nuovo Cda. Avevamo problemi enormi, il primo è stato risolto”. Parliamo di obiettivi. “La società va rimessa in equilibrio il prima possibile, noi ci stiamo lavorando già da un bel po’. Si lavora anche nell’ombra, tranquilli, e si è lavorato tanto”. Si cercava una proprietà. “Ma la proprietà c’è. Ed è solida. La compongono imprenditori triestini che hanno fatto sforzi importanti e si sono impegnati a farne ancora qualora non si riuscisse a reperire fondi per la chiusura del budget”. Capitolo sponsor. “Appunto, stiamo lavorando per continuare con le sponsorizzazioni e trovare nuovi marchi che vogliano farci fiducia. Ci stiamo lavorando. Mi sento di dire che vedo la luce in fondo al tunnel”. Ogni nuovo presidente fa un discorso programmatico. Forza. “Parto da quello che c’è già. Ho piena fiducia e sintonia con lo staff tecnico. Tutta la mia stima a Eugenio Dalmasson con il quale faremo tutte le valutazioni per raggiungere il prima possibile il risultato della salvezza. Ma la Pallacanestro Trieste ha tante risorse. Ha una struttura che ha tutta la mia fiducia che integrerò con professionalità in cui ho sempre creduto”. E ha l’Allianz Dome. “È iniziato il quarto anno di gestione dell’impianto da parte della Pallacanestro Trieste. Dovremo fare un’analisi attenta insieme al proprietario del Palas, l’amministrazione comunale”. In attesa di nuovi sponsor, c’è chi non delude mai. Il pubblico. “I nostri tifosi sono meravigliosi. A loro posso solamente chiedere di continuare a starci sempre più vicini. Lo hanno sempre fatto e so che lo faranno. Sono la fortuna della nostra società”. Il nuovo Cda biancorosso adesso ha solo tre nomi. Esce dalla stanza dei bottoni Gianluca Mauro che ha retto la società portandola in serie A e poi, in veste di presidente e amministratore delegato, nei mesi seguiti alla tempesta Alma. “Gianluca va solo ringraziato. Ci ha permesso di realizzare un sogno lavorando per 4 anni che sono stati bellissimi anche se ovviamente con momenti estremamente difficili”. Ghiacci, lo ha ricordato proprio lei, questa sarà la terza avventura alla guida della Pallacanestro Trieste. Cosa sente di poter trasmettere? “Ragazzi, i miei valori non li ho mai cambiati e non li cambio certo a 67 anni. Io credo nell’umiltà, nel lavoro, nell’unione, nella fiducia e nell’entusiasmo. E dico che la Pallacanestro Trieste si ama a prescindere”. Un nuovo slogan? “No, un’affermazione che mi piace. La Pallacanestro Trieste si ama a prescindere”.

– Dopo dieci giorni senza impegni ufficiali, l’ultimo è stato quello di Coppa Italia con la Virtus Verona, la Triestina domani ritorna in campo (al Rocco inizio ore 17.30, arbitra Tremolada di Monza) per la delicata e difficile sfida con il Sudtirol, secondo in classifica. E giusto per rendere ancora un po’ più complicato l’avvicinamento a una partita sulla carta già piuttosto dura, in casa alabardata è piena emergenza terzini. Innanzitutto Frascatore è ancora out: il difensore mancino, alle prese con una stagione davvero tormentata sul piano fisico, ha già saltato gli ultimi due match ma non ha ancora recuperato dopo il ko che l’ha messo fuori causa durante la partita con il Fano, incontro nel quale tra l’altro era al rientro da un altro infortunio. A questo si aggiunge l’incertezza su Scrugli, che giovedì si era fermato in allenamento per un risentimento muscolare: ieri il terzino ha svolto parte della seduta ma è ovvio che non può essere al meglio e ci sono molti dubbi sul fatto che possa essere schierato domani dal primo minuto contro il Sudtirol. Nel caso di forfait, per Gautieri si aprono due soluzioni: la prima è quella di spostare Formiconi a destra e dare fiducia al giovane Ermacora a sinistra. Il classe 2000 in prestito dall’Udinese dove si è messo in luce come capitano della Primavera, mercoledì scorso contro la Virtus Verona ha sfoderato un’ottima prova e merita probabilmente una possibilità. Certo, manca di esperienza e in una partita che si preannuncia tosta potrebbe essere un problema, ma quanto a fisicità e velocità di esecuzione il ragazzo ha dimostrato di saperci fare. L’altra possibilità è quella di tenere Formiconi a sinistra schierando come terzino destro Steffè, che del resto nell’ultimo mese ha già giostrato in quel ruolo per due spezzoni di partita. Nonostante l’emergenza, dunque, le soluzioni a disposizione di Gautieri non mancano. Anche se le eventuali modifiche metteranno ulteriori pressioni all’assetto difensivo, già sotto accusa in varie occasioni e considerate le tante sconfitte con 3 gol al passivo. Un reparto che tra l’altro domani sarà messo a dura prova, visto che quella altoatesina è attualmente la formazione più prolifica del girone. Per il resto invece il tecnico alabardato ha solamente problemi di abbondanza. Quanto al modulo, è probabile si ritorni al consueto 4-4-2, visto che il 4-3-3 visto all’inizio del match con il Vicenza non è stato certamente convincente. Se al centro della difesa non si discute sulla coppia Lambrughi-Malomo, più incerte le scelte nelle altre zone del campo. Nella zona nevralgica del gioco Giorico e Maracchi sembrano essere ancora una volta favoriti, anche se il Paulinho visto contro la Virtus, se non domani, meriterà ben presto una possibilità. Quanto agli esterni, Procaccio e Gatto sembrano davanti a Mensah e Beccaro, anche se quest’ultimo potrebbe venir utile in un certo contesto tattico. Quanto all’attacco, la coppia di partenza potrebbe essere Granoche e Gomez, visto che quest’ultimo assicura anche un oscuro lavoro di copertura. Ma bisognerà tenere presente anche la gran voglia di fare di Costantino, ex di turno e comunque entrato bene in partita nelle ultime occasioni

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DOMENICA 7 APRILE 2019

  • «Faremo di tutto anche se l’Unione è una squadra molto forte ma noi dobbiamo chiudere prima possibile il discorso salvezza». Non lascia spazio a favoritismi l’ex mister alabardato Galderisi, che oggi col suo Gubbio ospita la Triestina (si gioca alle 14.30). Sulla carta potrebbe essere un match da pareggio, se si giocasse nella prima fase del torneo. Siccome il rush finale è lanciato la Triestina non vuole e non può lasciare punti per strada.

    Come sottolineato oggi da Ciro Esposito sul Piccolo odierno, come a Imola l’Unione deve giocare una gara d’attacco senza sbilanciarsi. Il nuovo assetto trovato da un mese da Pavanel finora si è dimostrato efficace. Confermatissimi, e non potrebbe essere altrimenti, i due bomber Costantino e Granoche. Quasi certamente invece è arrivato il momento di rifiatare per Procaccio che tanto ha dato nelle ultime settimane. Bariti, che appare in ottima condizione, dovrebbe lavorare a sinistra per lasciare la destra prediletta all’esplosivo Petrella (con Mensah pronto nella ripresa). In mediana Coletti è indispensabile su questi campi così come Maracchi che tuttavia potrebbe alternarsi con Steffè. La difesa è quella tradizionale (anche se non è impensabile un’alternanza Libutti-Formiconi nel caso di partenza con Petrella). Un’altra certezza è quella dell’assenza di Offredi tra i pali. Il portierone, espulso a Imola, sarà sostituito da Boccanera chiamato ad affrontare con serenità la sfida dopo mesi di panchina. E’ una responsabilità in più per tutta la squadra ma non dimentichiamoci che Boccanera nell’altra stagione ha avuto un buon rendimento. Gli avversari di solito schierati da Galderisi con un 4-3-2-1 con variazioni volanti hann0 in Casiraghi l’uomo di maggior talento. La Triestina, come è nelle sue corde da quando ha innestato un passo da promozione, giocherà una partita senza fare calcoli. Ha le capacità e il morale per fare la partita ma anche la maturità per attendere l’occasione per servire in verticale Costantino e Granoche. Questo è stato l’unico aspetto un po’ deficitario dell’ultima gara con l’Imolese. Pavanel e i ragazzi possono dimostrare di aver imparato la lezione.

  • «Il futuro? Voglio pensare positivo e ho fiducia che tutto si risolverà nella maniera migliore. A Trieste sto bene, al di là dell’anno di contratto che ho ancora con la società e dell’ipotesi di rinnovo che avevo cominciato a trattare, la mia intenzione è quella di rimanere. In questa bellissima città ho trovato la stabilità che cercavo perchè io e la mia famiglia stiamo benissimo. Ho sempre detto che i posti li fanno le persone e a Trieste ho trovato rapporti veri e tanti amici».Juan Fernandez, intervistato da Lorenzo Gatto, non nasconde le sue sensazioni al termine di una settimana vissuta intensamente. La sofferta vigilia del match contro la Vanoli, la partita giocata e vinta contro Cremona, l’atmosfera di un palazzo che ha saputo abbracciare la sua squadra facendo sentire ogni giocatore parte integrante di un sogno cominciato qualche stagione fa. Emozioni e ricordi difficili da cancellare. «Quello che è successo domenica scorsa contro Cremona mi rimarrà nel cuore – continua Fernandez – Non solo per l’abbraccio finale con i tifosi ma per la particolare atmosfera che si è respirata dentro al palazzo. Ne parlavo con mia moglie dopo la partita, da quando gioco a basket sensazioni così forti non ne avevo mai vissute».

    Una partita, quella contro la Vanoli, che ha certificato le qualità di una squadra che a sei giornate dal termine della stagione regolare sa di non potersi più nascondere. Il potenziale per andare a caccia dei play-off c’è, la volontà del gruppo è quella di provarci fino in fondo senza risparmiarsi. La classifica è cortissima, dal terzo posto di Cremona assestata a 30 punti fino al dodicesimo di Cantù c’è davvero spazio per tutti. «Il nostro obiettivo – sottolinea il Lobito – è cavalcare il momento e continuare a esprimerci con lo stile di gioco che ci ha permesso di vincere nettamente a Desio e ripeterci la scorsa settimana contro Cremona. Stiamo bene, pensiamo positivo e crediamo di poter continuare a rincorrere l’obiettivo play-off per noi e per i nostri tifosi. La partita di Avellino, in questo senso, sarà un test importante, l’ennesimo, per capire a che punto siamo e fin dove potremo arrivare».Ieri Fernandez è rimasto ai box dopo essersi sottoposto a una risonanza in seguito a alcuni problemi muscolari.Se vale per Trieste, il posticipo della decima di ritorno vale moltissimo anche per gli irpini. Che hanno, sì, due punti di vantaggio sui biancorossi ma che, perdendo, si vedrebbero raggiungere a quota 28 e superare in classifica per via dello 0-2 negli scontri diretti. Per questo e per favorire la partecipazione dei tifosi la società propone agli studenti universitari l’accesso alle curve al prezzo di soli 5 euro. Facile, dunque, attendersi un clima particolare nei settori più caldi del Pala Del Mauro. «Troveremo un’avversaria particolarmente motivata – conclude Fernandez – per il valore della posta in palio, certamente, ma anche perchè il ricordo della partita di andata è rimasto certamente vivo nella memoria di tutti. Quella che battemmo all’Allianz Dome non era la vera Avellino, martedì sarà tutta un’altra storia. Ne siamo consapevole e per questo ci stiamo preparando al match con particolare attenzione».

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VENERDI’ 1° MARZO

–  La festa della pallamano italiana sta per iniziare a Chiarbola, con la Final Eight che fra poche ore inizierà con i quarti di finale. Ieri intanto conferenza stampa di presentazione al museo d’Arte Orientale, mentre da oggi pomeriggio tutti a caccia del Pressano detentore del trofeo. Final eight che sono il frutto della collaborazione di tutta la città, come ha ricordato nei giorni scorsi Giorgio Oveglia. «Mi ha colpito la determinazione con cui sia Tiziana Gibelli, assessore allo sport della regione che Giorgio Rossi, assessore allo sport del comune hanno voluto questo evento . Loro ma non solo, se è vero che ci siamo mossi davvero a 360 gradi per riuscire a organizzare le cose nel miglior modo possibile». Una conferma è arrivata da Giorgio Rossi. «Un ringraziamento alla federazione che ci ha scelto per queste finali- ha sottolineato l’assessore nel suo intervento-. Se Trieste, per il secondo anno di fila, è stata nominata da un indagine del sole 24 ore la città più sportiva d’Italia il merito è anche della pallamano Trieste per il grande lavoro che svolge nelle scuole e grazie al suo settore giovanile. Una presenza nel territorio che la città apprezza e che aldilà dei titoli vinti fanno di questa società un fiore all’occhiello della nostra città». Sentito e apprezzato l’intervento del presidente della Figh, Pasquale Loria. «Essere qui è un’emozione particolare perchè non tutti i posti sono uguali e questa città, per la sua storia, rappresenta per tutti noi qualcosa di speciale- ha sottolineato il numero uno della federazione-. Qui si respira pallamano, in Italia non si può parlare di questo sport senza pensare a Trieste. Per questo, nella stagione che condurrà al cinquantesimo anniversario della società, ci è sembrato doveroso omaggiarla portando a Chiarbola un evento importante come le finali di coppa Italia. Non solo- ha concluso Loria-. Ripeteremo l’esperimento di Padova, dove nella sfida con l’Ungheria l’Italia ha giocato con una maglia rossa in onore della Pallamano Trieste- portando la nazionale a Chiarbola nel 2020». Le finali che si aprono oggi avranno una ampia copertura mediatica. La finale, in programma domenica alle 17, sarà trasmessa in diretta su Sportitalia (canale 60 del digitale terrestre o canale 225 della piattaforma Sky) mentre le prime due giornate saranno seguite in live streaming da Pallamano Tv per un totale di dodici ore di diretta complessiva.

– C’è un ex nel Giana Erminio che domani ospita la Triestina: è Daniele Rocco. «Cosa è successo in questi mesi? Qualcosa è andato storto, mi pare evidente guardando la classifica. Sinceramente non so i motivi precisi, ma in questi casi bisogna solamente rimboccarsi le maniche, lavorare sodo e cercare di fare di tutto per guadagnare la salvezza, pensando una partita per volta. Il nuovo mister Maspero? Per quello che ho potuto vedere in questi giorni mi sembra bravo, spero soprattutto che ci dia una scossa perché è quello che ci serve in questi momenti difficili». Nelle ultime tre partite Rocco è tornato a giocare titolare, prima non è stato utilizzato tanto spesso, ma le sue tre reti stagionali hanno fatto vittime prestigiose: Triestina, Pordenone e Ternana. E certo la rete con cui bloccò sul pareggio i neroverdi di Tesser fece felici anche i supporters alabardati. Adesso Rocco si trova nuovamente davanti la Triestina, e confessa che si aspetta una sfida molto difficile: «Per noi contro la Triestina sarà dura. Io l’Unione come ben sapete la seguo sempre, so che è in un momento di grande forma, noi invece viviamo una fase un po’ così, speriamo ora in energie nuove. Cosa temo della squadra di Pavanel? La solidità complessiva: è una squadra da vertice e i fatti lo dimostrano». Di una cosa è certo Rocco dopo aver affrontato tutte le squadre di questo girone B: l’equilibrio regna sovrano e tutte le partite sono aperte: «Sinceramente il livello di questo girone è talmente equilibrato, che non mi sento di dire che una squadra ha qualcosa in più di un’altra. Piuttosto si può parlare di continuità, e sotto questo aspetto il Pordenone è quello che ha fatto meglio. Ma ogni domenica è una battaglia per chiunque, non c’è una Juve come in serie A che le vince tutte, qui anche le prime faticano contro le ultime». Ovviamente Rocco domenica si augura di andare in gol, ma subito dopo la fine partita tornerà a tifare Triestina: «Di questa mia stagione sono contento, anche se sicuramente posso fare di più. Ora cercherò di dare il massimo e non nego che spero anche di segnare. Poi dalla giornata successiva naturalmente tornerò a tifare Triestina e mi auguro che l’Unione faccia un gran campionato».

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La “Sunhine honeymoon”? C’è tempo. Andrea Pecile, fresco sposo assieme alla sua Giuli (a proposito, ancora congratulazioni, perché una cerimonia come quella di sabato scorso se la sognano anche a Buckingham Palace), ha aperto alla grande la sua Space Academy con data astrale 2018, senza pensare a festeggiare uno dei momenti più importanti della sua vita. Prima il dovere e poi il piacere, dicevano i nostri nonni: e allora via con una prima giornata all’Alma Arena – quella di lunedi 25 giugno – iniziata con la pioggia e finita con il sole (perché ricordatevelo, le palme tropicali vincono sempre anche in ambito meteorologico) e contornata da tanti importanti eventi che hanno accolto tutti i giovani partecipanti al Camp del Pec: le maglie nuove, la sacca sportiva offerta da Amigos Caffè, nonché gli splendidi – e spoilerati a tradimento – palloni Sunshine a disposizione dei “Campers” (con cui incredibilmente nessuno ha sbagliato un tiro a canestro) hanno fatto da apripista a una serie infinita di incontri con i “VIP” del parquet.

Prima di partire per le meritate ferie, Laurence Bowers, Javonte Green (che vederlo schiacciare a canestro nonostante il campionato sia finito è sempre un bel panorama…), Giga Janelidze e Daniele Cavaliero (con quest’ultimo che lo rivedremo anche nei prossimi giorni all’Alma Arena), hanno timbrato brillantemente il proprio cartellino alla Space Academy, oltre al prezioso contributo di Davide Pensabene a curare con dovizia di dettagli come va passata la palla (non vorrete mica lanciarla come si fa con un sasso all’interno dello stagno, vero?). C’è spazio anche per il buon cibo – e di questo ne riparleremo, perché vale un capitolo a parte – prima di partite e gare a precedere la “Sunshine Banda” (ve la ricordate la trasmissione “Sarabanda”? Ecco, mettetela in un contesto tropicale e avete capito di cosa si tratta) e la foto finale con la Nazionale Italiana di basket al gran completo che in questi giorni si deve impegnare a non farsi rubare la scena dai “Campers” di Sunshine. Occhio “Meo”…

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LA RASSEGNA STAMPA SANDRINA DI LUNEDI’ 13 FEBBRAIO 2017

Da City Sport

Troppi cerotti per l’Alma
Ravenna vince nel finale

di Alessandro Asta

Trentacinque minuti di autonomia, poi la spia della riserva che inesorabilmente si è accesa. Parlare di sconfitta dolorosa dell’Alma Trieste contro Ravenna ha molto probabilmente un senso solo ed esclusivamente per la differenza canestri che i romagnoli – ora a due punti di ritardo in classifica dai giuliani – hanno saputo ribaltare sabato sera sul proprio parquet. Niente drammi dunque, perché il 71-63 col quale l’OraSì blocca la marcia vincente biancorossa è figlio principalmente di una infermeria sciaguratamente e sfortunatamente troppo zeppa di giocatori. Per questa Trieste, che fa dell’atletismo e dell’intensità le proprie punte di diamante, doversi privare forzatamente anche di Jordan Parks (oltre che di un Bobo Prandin già da diverse settimane ai box) è roba da far ammattire anche il miglior Tom Cruise nella saga di “Mission: Impossible”, specie in una delicata sfida come quella andata in scena nel week-end appena trascorso.

L’emblema Da Ros Con buona approssimazione, parlare della prova sfornata dal lungo milanese equivale a descrivere l’intera partita di Trieste in terra di Romagna. Per colui che in questo momento della stagione è tra i principali trascinatori della squadra, la seconda metà di gara (con uno 0/5 dal campo) fa letteralmente a pugni con una prima parte di match al fulmicotone, da 14 punti a referto. La causa di tutto questo? Semplicemente il fatto che l’intera Alma ha esaurito in corso d’opera le proprie bombole d’ossigeno. Ecco perché ha senso partire da questa variabile nell’analisi del rovescio contro il team molto ben allenato da Antimo Martino: la grande abilità di cambiare pelle durante la partita – dote che inequivocabilmente ha spinto sin qui i giuliani nei piani alti del girone Est – è direttamente proporzionale all’energia che la squadra di Eugenio Dalmasson sa sprigionare con costanza negli interi quaranta minuti regolamentari. Non è di fatto bastato l’orgoglio smisurato dei biancorossi per arrivare con il giusto fosforo nel momento decisivo, con quel puro black-out fisiologico del finale di gara che in parte rende meno amara la sconfitta.

Come il gatto con il topo E’ quello che in pratica ha fatto l’OraSì contro l’Alma: non è assolutamente un caso che la zampata sia arrivata nei minuti finali, quando Trieste ha esaurito le pile lasciando strada libera agli avversari. La solidità del proprio duo a stelle e strisce (sotto le plance Taylor Smith ha messo costantemente a dura prova il presidio difensivo ospite in area pitturata, gli 11 punti di Derrick Marks nel solo ultimo quarto delineano a tinte forti come il “folletto” di Chicago si esalti nell’affrontare i biancorossi, vedi play-off dello scorso anno con la maglia di Tortona) va in parallelo con un assetto eccellente di squadra. Da Tambone a Chiumenti, Ravenna ha dimostrato ancora una volta che quel quarto posto in classifica ha radici solidissime.

La staffetta Cittadini-Simioni Se da una parte la doppia-doppia da 12 punti e 11 rimbalzi del “Citta” (cresciuto alla distanza dopo un avvio incerto di partita) denota nuovamente come sia sbagliato parlare di semplice usato garantito nel descrivere in prima battuta l’ex Brescia, dall’altra c’è un Alessandro Simioni che nei suoi nove minuti sul parquet ha dato segnali incoraggianti, al di là delle mere cifre statistiche e al netto di qualche difesa ballerina contro il già citato Smith. Un esempio? La faccia tosta del primo quarto nell’andare a realizzare i suoi unici due punti del match. Di strada da fare ce n’è parecchia per il giovane prodotto della Reyer Venezia, tuttavia le basi ci sono: e non solo per fare banalmente “legna” sotto canestro.

Il solito Green da trasferta? Ok, per spiegare la sconfitta di Ravenna non ha davvero alcun senso puntare il dito solamente contro il rookie statunitense. Ma c’è un dato incontrovertibile di cui tenere conto: in stagione Javonte Green continua ad apprezzare maggiormente un ipotetico cartello appeso con la scritta “Home Sweet Home” e il parquet amico di Valmaura. Un dato su tutti? I suoi 18 punti abbondanti a partita in stagione quando si gioca all’Alma Arena, contro i quasi 14 messi di media lontano da Trieste. Il trend non si è rovesciato contro l’OraSì, in un ambito dove l’assenza di Parks presupponeva una maggiore salita sugli scudi di “Biggs Shotta”: molto bene in difesa, ma forse un po’ troppo timido in attacco.

Cercasi Lollo disperatamente Quella dannata “mattonella” piedi per terra che fa ancora fatica ad entrare: il -6 di valutazione e lo 0/4 dalla lunga distanza di Lorenzo Baldasso è sinonimo di una continuità di rendimento che si conferma la vera nemica della guardia nativa di Venaria Reale in questa stagione. Banalmente bastano solamente un po’ di tranquillità e di convinzione in più, ovverosia le armi migliori che un tiratore come lui deve essere in grado di sfoderare.

Virtus Bologna, a Treviso arriva il quinto ko di fila
Fortitudo al fotofinish contro la Dinamica Mantova,
nel girone Est salgono anche Roseto e Jesi

di Alessandro Asta

Oltre ad OraSì Ravenna-Alma Trieste, il sabato sera in A2 girone Est ha visto disputarsi un altro scontro al vertice: il match tra le due capoliste De’Longhi Treviso e Segafredo Bologna, partita dal tipico sapore amarcord di sfide scudetto del passato e non solo. A spuntarla è la formazione di Pillastrini per 64-57, con la Virtus costretta a fare a meno del centro statunitense Kenny Lawson, vittima di una distorsione alla caviglia che lo terrà lontano dal parquet per almeno 15-20 giorni. Pur senza brillare e con Decosey fuori per scelta tecnica, Treviso ha in Perry (15 punti) e La Torre (14) i migliori realizzatori della partita, per una vittoria che permette ai veneti di volare provvisoriamente da soli in vetta alla classifica. Su fronte Segafredo, arrivata addirittura alla quarta sconfitta consecutiva in campionato, non bastano i 18 punti di Rosselli e gli 11 (con annesse 7 palle recuperate) da parte di Spissu.

Tra le gare giocate nel pomeriggio di ieri, svetta la vittoria della Kontatto sulla Dinamica Mantova: un adrenalinico 80-79 in favore della squadra allenata da Matteo Boniciolli, con il capitano della “F” Mancinelli (14 punti) protagonista nel finale di partita ma con Justin Knox (27+7 rimbalzi) a essere il vero MVP di giornata; inutili, su sponda ospite, i 27 segnati da Amici. Negli altri match, Roseto (Smith 25) vince all’overtime per 82-80 contro Forlì, prossima avversaria dell’Alma (all’Unieuro non basta il trentello messo a segno da Johnson), mentre Recanati conferma i propri progressi sorprendendo anche Verona (77-69, con 25 a referto per Rush). Si impongono nettamente Jesi su Piacenza (27 di Davis) e Imola sul parquet di Ferrara (Cohn 17), cade infine Udine al PalaTricalle di Chieti per 81-70: su sponda Proger ben 26 punti, col 5/6 da tre, per Venucci, su lato friulano oltre ai 20 firmati da Okoye ci sono i 6 punti del neo-acquisto (ed ex Pallacanestro Trieste 2004) Aka Fall. (A.A.)

Una ripresa da favola
La Principe batte Malo e resta in 3a posizione

di Alessandro Asta

Esce alla distanza la Principe Trieste nell’impegno casalingo contro il Malo: il netto 31-21 finale è per molti versi frutto di un lavoro ai fianchi degli avversari, messo in atto dalla compagine giuliana nella seconda metà della ripresa quando gli ospiti – rimasti egregiamente in partita sino a quel momento – sono completamente andati fuori giri, permettendo ai biancorossi di tracimare nel punteggio e di intascare tre punti d’oro che li mantengono al terzo posto in classifica, col +3 nei confronti del Merano a due partite dal termine della regular season.

“Starting-seven” sperimentale per coach Hrvatin, che gioca subito la carta Carpanese nello spot di ala: il Malo parte tutt’altro che contratto in avvio (2-3 al 7’ sulla rasoiata dagli otto metri di Pavlovic), Principe invece in affanno a rifugiarsi nel time-out per sistemare le idee. Sono proprio i sessanta secondi di sospensione a far cambiare parzialmente la marcia di Trieste, con una maggior efficienza offensiva (Anici e Visintin a segno) ma soprattutto con rotazioni di tutti i componenti della panchina. Mentre i giuliani cercano di mantenere l’equilibrio tattico sul parquet, la gara vive di parecchi sprazzi: Malo resta a contatto con i giuliani sino a due minuti dalla prima sirena, momento in cui è Radojkovic a dare una prima spallata al match con l’uno-due verso la porta ospite per il 14-11 del 30’.

La Principe fa fatica a inizio di ripresa, conservando tuttavia le redini della gara con un Anici tornato finalmente ad essere offensivamente concreto dopo un periodo in chiaroscuro. Malo regge sino al -3 a venti minuti dalla fine, ambito nel quale Trieste opera l’allungo decisivo: Postogna sigilla la propria porta su diverse azioni d’attacco avversarie, è poi il duo Carpanese-Radojkovic a siglare una piccola quanto fondamentale accelerata al match. Il provvisorio 21-16 segna di fatto l’inizio della resa da parte dei veneti, che si sciolgono letteralmente di schianto permettendo alla Principe di andare in massimo controllo nell’ultimo quarto d’ora di partita: Trieste la mette praticamente in ghiaccio sul 25-18 (50’), volando poi senza particolari problemi in doppia cifra di margine in un finale a senso unico.


DA IL PICCOLO DI TRIESTE

L’Unione cala un poker
França giustizia l’Este
Quarta vittoria consecutiva grazie alla doppietta del bomber

di Ciro Esposito

E sono quattro. La Triestina continua la striscia di vittorie dopo aver masticato amaro al Rocco con il Cordenons. Il tre a uno non lascia al buon Este scappatoie per recriminazioni ma l’Unione non è stata brillante soprattutto nella prima parte della gara. Quasi nessuna occasione, gioco a sprazzi, molti errori nonostante i padovani non abbiano fatto le barricate. Ma la strada per la vittoria è stata spianata ancora un volta dal bomber ritrovato. Carlos França proprio sul finire di un primo tempo equilibrato ha tirato fuori dal suo repertorio la conclusione di sinistro dalla distanza. A Feltre la bordata era partita da calcio piazzato, ieri al Rocco il fendente è stato scoccato in corsa con palla imparabile per l’esperto Lorello. A inizio ripresa un penalty su Banegas (con conseguente espulsione di Gilli) e realizzazione del solito Carlos sembrava aver messo un macigno sul match. Ma l’Unione, e spesso le capita quando si trova in inferiorità numerica, ha saputo subire un gol su una distrazione. Qualche minuto di disorientamento senza troppi affanni e quindi la rete della sicurezza su una capocciata di Di Dionisio hanno messo in archivio il match. L’Unione ha ritrovato capacità di segnare e morale ma la classifica lascia poco spazio alla fantasia: il Mestre è sempre avanti di dieci mentre il secondo posto è in cassaforte con il Campodarsego a undici punti di distacco. Insomma il finale di regular season si preannuncia come una gara contro se stessi per cercare di ottenere il maggior numero di punti possibile in vista dei play-off e di un eventuale ingresso a tavolino in Lega Pro.

Andreucci non riserva sorprese. A destra rientra Bajic con Frulla e Celestri che giostrano davanti alla difesa. Nei tre uomini alle spalle dell’inesuaribile Dos Santos Corteggiano sta a sinistra e Banegas sull’altro fronte con França a fare da ispiratore e finalizzatore. La squadra rende omaggio alla memoria di Stefano Furlan. Si parte e sin dalle prime battute si capisce che la Triestina ha difficoltà a dare ritmo alla sua manovra. La formazione di Longato ha bisogno di punti per allontanarsi dalla zona calda ma non ha ancora l’acqua alla gola. Il tecnico dei veneti si gioca la carta del pressing e non quella del bunker. L’Unione non trova sbocchi in avanti anche perché non riesce ad aprirsi più di tanto sulle fasce. Così son gli ospiti a rendersi pericolosi al 15’ con il vivace Marchetti che sfonda a sinistra ma la difesa alabardata in qualche modo se la cava in corner. Il gioco staziona nella zona centrale del campo senza accelerazioni fino a quando França non sfodera uno dei suoi numeri: palla lavorata sulla tre quarti e sinistro esterno da oltre venti metri che si infila nel sette alla sinistra di Lorello (35’). L’Unione si distende e al 45’ su traversone da sinistra di Corteggiano Banegas impegna severamente al volo il portiere dell’Este. Nella ripresa i ragazzi di Andreucci come sempre partono con più verve. Al 4’ Dos Santos serve di tacco un ottimo assist per Banegas che viene atterrato da Gilli: rigore ed espulsione. Franòa va sul dischetto e infila Lorello sulla sua sinistra. Parti in frigoriofero?. No, perché questa Triestina non è ancora capace di gestire e così al 10’ Pizzul temporeggia e si fa scavalcare da un cross dalla sinistra che il giovane Faggian è bravo a colpire in diagonale sul secondo palo. L’Este un po’ ci crede ma Voltolini dice di no con grande perizia a un botta di Ferrara. In campo non si vede la superiorità dei padroni di casa ma l’Unione non barcolla anche per l’ingresso di Di Dionisio per un Frulla acciaccato. Gli alabardati cercano la terza rete e ci vanno vicino in mischia attorno alla mezz’ora. Rete che arriva al una manciata di minuti dalla fine . Corteggiano pennella da cornere e Di Dionisio trova il tempo giusto per schiacciare di testa. Il Rocco se ne va felice. Ora la corsa solitaria continua a Noale, contro una squadra in zona retrocessione. Per vincere servirà qualcosa di più di quanto visto ieri.

Andreucci: «Gran gol di Carlos
Siamo stati troppo imprecisi»
Il tecnico alabardato è soddisfatto a metà: «In certi momenti non abbiamo saputo stare dentro la partita.
Di Dionisio entra sempre in campo con determinazione»

di Antonello Rodio

Mister Andreucci festeggia la quarta vittoria consecutiva della sua Triestina, ma la sensazione è che sia meno soddisfatto di altre volte della sua squadra, che in alcuni frangenti della partita contro l’Este è apparsa meno convincente rispetto alle ultime uscite. E questo lo ammette anche il tecnico alabardato: «È stata una vittoria meritata ma sofferta. Bisogna dare merito agli avversari di aver giocato un primo tempo coraggioso – dice Andreucci – giocavano palla sui loro tre attaccanti, venivano a rimorchio e noi siamo andati un po’ in difficoltà perché in mezzo al campo erano molto aggressivi e questo non ci ha consentito di sviluppare il nostro gioco».

Il capolavoro di França ha poi sbloccato la situazione: «Abbiamo avuto la bravura e la fortuna di passare in vantaggio – afferma il tecnico – e credo che quello di Carlos sia stato davvero un grande gol. Da quel momento la partita ha preso una piega migliore e c’è stata anche l’occasione con Banegas che l’ottimo portiere Lorello è stato bravo a sventare. Nel secondo tempo volevamo giocare in maniera diversa, essere noi più aggressivi e all’inizio ci siamo anche riusciti facendo anche subito il secondo gol». Poi però ecco il secondo neo del successo sull’Este, il secondo momento critico: «In effetti dovevamo gestire meglio la partita – ammette Andreucci – con loro ridotti in dieci e noi in vantaggio di due reti, prendere il gol del 2-1 è stato sicuramente un nostro errore. Un gol che ci ha messi in difficoltà e ci ha dato un attimo di apprensione. Dopo abbiamo provato a fare il terzo perché era quello che bisognava fare, anche se ci siamo riusciti solo a pochi minuti dalla fine».

Ma come spiega l’allenatore alabardato questi momenti di difficoltà? «Innanzitutto vincere quattro partite di seguito non è facile – spiega Andreucci – e ogni partita fa storia a sé. Abbiamo visto che ci sono anche squadre che vengono qui con un altro atteggiamento e noi da questo punto di vista dobbiamo ancora migliorare un attimo. A volte le partite prendono una piega e bisogna saperci stare dentro, noi in certi momenti l’abbiamo fatto bene ma in altri no. C’è stato anche qualche errore tecnico di troppo nella gestione della palla. Fare risultato è in ogni caso motivo di soddisfazione, anche se sappiamo di non poter essere pienamente soddisfatti». Tornando al gol della sicurezza, quello del 3-1 segnato da Di Dionisio, Andreucci spende parole di elogio per l’autore della rete: «Sono contento per il suo gol perché è un ragazzo fantastico che si impegna sempre, magari ha meno opportunità degli altri di giocare ma quando le ha, lo fa sempre con grande determinazione e voglia di mettersi in mostra. E poi la rete di uno che entra con quello spirito e subito segna, dimostra che il gruppo sta crescendo e si sta cementando».

Aquaro: «Ci siamo creati dei problemi da soli»
«Loro bravi nel pressing ma noi abbiamo perso troppi palloni. Dobbiamo essere più concentrati»

di Guido Roberti

Per lunghi tratti il migliore in campo dell’Unione, aspetto che qualifica di diritto l’Este tra le poche formazioni autrici di una prestazione spigliata al Rocco. Giuseppe Aquaro, colonna della retroguardia alabardata, aveva ammonito i suoi compagni di squadra dopo il parziale rilassamento palesato a Valdagno e costato due gol, ininfluenti ai fini della sentenza sul campo, ma non nelle valutazioni del difensore, riproposte quasi sulla falsariga della settimana precedente nel post partita di ieri. «Di positivo a mio avviso portiamoci a casa soltanto il risultato» sentenzia Aquaro. «L’Este con il suo pressing ci ha messo in seria difficoltà, ma secondo me in più di una occasione ci siamo creati dei problemi da soli. Abbiamo perso dei palloni in modo banale, questo ha dato fiducia agli avversari e fortunatamente nel primo tempo ha trovato un gran gol Carlos, ci ha sbloccato un po’».

Sul 2-0 cosa è accaduto? Un appannamento motivato dalla convinzione di aver chiuso la partita forti della superiorità numerica? «E’ capitata la stessa situazione vista la settimana precedente» chiosa il centrale (a Valdagno l’Unione sul 4-0 subì due reti in pochi minuti dai lessini). «Un errore che non dovevamo ripetere ed invece è successo, ed è un problema da risolvere il prima possibile». Una attenzione nel gruppo alabardato che è stuzzicata da una classifica molto strana, con 10 punti di distacco dalla prima e 11 di vantaggio sulla terza. L’obiettivo però deve rimanere quello di incamerare più punti possibili… «Secondo me dobbiamo mantenere l’attenzione sempre, fino alla fine, ed è ancora possibile che il Mestre perda dei punti, per quanto appare difficile. Qualora accadesse dobbiamo esser lì pronti, dietro di loro, ma per farlo dobbiamo cambiare atteggiamento». La prossima avversaria, il Calvi Noale, lotta per la salvezza e sarà ferito dalla sconfitta interna appena subìta per mano dell’Arzignano. L’Unione con due squalificati avrà il dovere di scendere in campo con il coltello tra i denti. «Da martedì infatti bisognerà tornare al lavoro con la cattiveria necessaria per affrontare nel modo giusto la partita di domenica prossima». E a Noale Aquaro farà affidamento ad un compagno di difesa diverso dal solito. Il giudice sportivo infatti, oltre a Corteggiano, fermerà per un turno capitan Leonarduzzi. 

Tifosi e giocatori ricordano Furlan

Quella di ieri è stata una domenica vissuta interamente nel ricordo di Stefano Furlan, a 33 anni dai tragici fatti dell’8 febbraio che portarono alla morte del tifoso triestino. Ieri in mattinata, sotto la targa in via Valmaura, si è svolta una commemorazione, conclusa con un minuto di raccoglimento, che ha visto una massiccia presenza di tifosi. Oltre al gruppo della Furlan, dei tifosi del Centro di coordinamento e di tanti club alabardati, era presente una delegazione della Triestina Calcio con Milanese, e hanno partecipato anche varie tifoserie di altre squadre tra le quali quelle di Verona, Lazio e Massese. Ma Stefano Furlan è stato ricordato prima della partita con l’Este con i giocatori entrati in campo indossando le magliette celebrative. (a.r.)

L’assenza di Parks è pesata e la “panca” non ha aiutato l’Alma
Serie A2, nel match di Ravenna a Trieste sono mancate
le alternative per ovviare all’indisponibilità dell’americano

di Matteo Contessa

L’OraSì ha vinto meritatamente sabato sera, ma l’Alma è uscita dal Pala De Andrè a testa altissima. Con l’organico molto risicato e rotazioni ridotte all’essenziale i biancorossi hanno tenuto testa agli avversari per 35minuti, mettendoli anche sotto quando le forze ancora lo permettevano (16-2 di parziale negli ultimi 5 minuti del secondo quarto). In definitiva, guardando com’è andata la partita, l’Alma ha perso soltanto perchè non ha potuto avere l’apporto di Parks. Avesse avuto Jordan in campo, non sarebbe arrivata a giocarsi il finale punto a punto e senza più fiato disponibile. Molto probabilmente avrebbe preso il largo prima e nel finale avrebbe potuto controllare.

I “se” e i “ma” lasciano il tempo che trovano e non giustificano le sconfitte. E infatti non lo facciamo. Ne abbiamo accennato soltanto per spiegare che la sconfitta non è arrivata per inferiorità reale rispetto a Ravenna che è una diretta concorrente nella corsa ai primi 4 posti. È arrivata solo per la stanchezza nei finale dei pochi biancorossi che hanno tirato la carretta per tutto il match. Isolati e raddoppiati nella ripresa Green e Pecile, francobollato Da Ros con Chiumenti e costretto Cittadini a lavorare duro con Smith, Ravenna dopo aver subito Trieste nel primo tempo ha capovolto la partita e tolto a Dalmasson ogni alternativa. Perchè Bossi, Coronica e soprattutto Baldasso che avrebbero dovuto essere armi alternative per distogliere le attenzioni degli avversari e costringerli a lavorare a più ampio spettro in difesa, in realtà hanno dato poco o niente, stavolta. Avessero dato un contributo medio, in termini di gioco e punti realizzati, lo svolgimento della partita sarebe stato molto diverso. Invece il tecnico Martino ha avuto gioco facile nel concentrare la difesa soltanto su 4 avversari, potendo liberare le sue armi di complemento (Sabatini, Sgorbati, Tambone) a fare la differenza. Sconcertante anche a Ravenna l’inconsistente prestazione di Baldasso. Cosa gli stia accadendo sinceramente è incomprensibile. È vero, con l’intervento al ginocchio alla fine della stagione scorsa che gli aveva fatto iniziare a rilento la preparazione estiva e con l’infortunio alla spalla in amichevole sempre nel pre-stagione, Lollo di fatto ha di fatto perso la preparazione estiva. Però dal suo rientro in campo, a Roseto il 9 ottobre, sono passati 4 mesi e il tempo di rimettersi in carreggiata l’ha avuto. Siamo ormai a tre quarti della stagione regolare e il Baldasso dell’anno scorso non si è ancora mai visto, neanche in quelle cose (il tiro in uscita dal blocco, ad esempio) che faceva in assoluta naturalezza. Il gioco di Dalmasson lo conosce, il campionato lo conosce anche, è inserito bene nel gruppo anche fuori dal campo e dunque non si capisce perchè non sappia esprimersi ai livelli che conosce.

Tornando a parlare della partita nel suo complesso, una battuta d’arresto che non ridimensiona assolutamente l’Alma. Infine stigmatizziamo una cosa spiacevole, l’intrusione di un paio di tifosi di casa nella tribuna stampa riservata ai cronisti triestini che sono arrivati a contatto con l’addetto stampa dell’Alma, Emilio Ripari, impegnato nella radiocronaca della partita. L’intervento di un addetto della società di casa e degli stessi altri cronisti presenti ha impedito che sio andasse oltre, riportando i due tifosi di casa all’esterno della postazione stampa. Ma l’inqualificabilità dell’episodio resta tutta.

 

 

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LA RASSEGNA STAMPA SANDRINA DI DOMENICA 12 FEBBRAIO 2017

Da Il Piccolo di Trieste

L’Alma si arrende nel finale
Battuta per 71-63 dall’OraSì negli ultimi 3 minuti dopo un match alla pari

di Matteo Contessa

La striscia positiva dell’Alma si chiude a Ravenna, dove l’OraSì la batte per 71-63, la riavvicina in classifica e, quel che è peggio, sposta dalla sua parte anche la differenza canestri negli scontri diretti. Una partita che l’Alma ha giocato bene nel primo tempo, ma che non è riuscita a reggere allo stesso modo nella ripresa. Dopo il 26-14 con cui aveva stravinto il secondo quarto e che l’aveva mandata al riposo sul +7, la squadra di Dalmasson nella rirpesa ha progressivamente perso la via del canestro anche a causa della maggiore intensità difensiva degli uomini di Martino. e così, dopo l’11-16 del terzo parziale, i biancorossi hanno subito il 10-20 dell’ultimo quarto che negli ultimi minuti di gara ha consegnato la partita ai padroni di casa. Fino a tre minuti e mezzo dal termine, in realtà, il match era in parità, stavolta all’Alma è mancato proprio il finale con cui aveva costruito tutte le ultime vittorie. Ha ceduto di schianto negli ultimi 200 secondi, il divario Ravenna l’ha costruito tutto in quel frangente. Senza Parks e con Baldasso assolutamente nullo, l’Alma ha pagato la ristrettezza delle rotazioni, con Da Ros e Green che hanno giocato per 38 minuti a testa, Cittadini addirittura mezz’ora e Pecile poco di meno. Quando loro hanno perso lo smalto, lo sprint non è partito e, pur aggrappandosi all’esperienza e all’orgoglio, non hanno potuto fare altro.

Equilibrio nelle prime battute dell’incontro e ritmo molto alto. La difesa dell’Alma tiene bene gli avversari, soltanto Smith riesce a superare spesso Cittadini essendo più agile e rapido. Ed è infatti lui il finalizzatore unico dei padroni di casa, a metà del primo quarto il tabellone dice 10-8 per i padroni di casa. Ma subito dopo Tambone e Masciadri trovano altre due imbucate e sul 14-8 Dalmasson chiama timeout per sistemare le cose in campo. Un paio di iniziative di Da Ros e le due bombe dello stesso Matteo e di Green tengono l’Alma attaccata al match, ma il bonus falli perso dopo 7’ manda Ravenna diverse volte in lunetta ed è lì che i padroni di casa costruiscono il 21-16 con cui si chiude il primo quarto. Chiumenti segna subito il 23-16, ma da Ros, green e Pecile (tripla) in un solo minuto fanno 9-0 e portano l’Alma in vantaggio, 25-23 al 12’. ma è solo un momento, perchè l’OraSì trova nei due americani e in Chiumenti soluzioni offensive redditizie, mentre l’Alma in ava nti fa difficoltà ad avvicinare il ferro. Così nuovamente i romagnoli tornano a +7, 33-26, ma dalla lunetta Cittadini fa 6 punti, Green e Bossi vanno di bombe e l’Alma fa il controsorpasso, 39-35 al 18’30”. Si gioca a ritmi molto alti: chi avrà più benzina nel finale? Il finale di quarto è tutto biancorosso, l’Ora Sì improvvisamente non si trova più: break di 16-2 in 4’35” e partita capovolta. Al riposo lungo si va sul 42-35 per Trieste. È quasi un peccato che il tempo sia finito proprio adesso che Da Ros e compagni erano entrati in striscia. L’inizio di secondo tempo non è proprio quello che si sperava per l’Alma: 0/4 in attacco, mentre dall’altra parteb l’OraSì segna 5 punti e si rimette in scia degli avversari. Cittadini ferma l’emorragia, Green dalla lunetta fa 2/2 e il vantaggio di trieste resiste: 46-42 a metà del terzo quarto. Il controbreak di 15-7 riporta avanti i padroni di casa sul finire del terzo parziale, 50-49 al 28’. Però il ritmo rispetto al primo tempo è sceso ed è aumentata l’imprecisione, da una parte e dall’altra. Comunque pur senza brillare, il finale di quarto è di nuovo dell’Alma che dalla lunetta ricostruisce un minimo vantaggio, 53-51 alla mezzora. Si gioca con le unghie e con i denti, il ritmo è sceso e sono perlopiù duelli individuali. L’Alma arriva fino al 57-53 con Cittadini, ma non è la stessa del primo tempo. Marks si sveglia, piazza 8 punti in fila e ravenna si rimette con il naso avanti, 65-61 a 3’33” dalla fine, Dalmasson deve chiamare un altro timeout per spezzare il ritmo dei padroni di casa. Ma adesso l’OraSì è in trance agonistica, gli spalti si sono infuocati e l’Alma sembra non avere la lucidità delle altre partite. Così quando Marks segna ancora a 1’18” dalla sirena e porta il punteggio sul 67-61 e poi la difesa di casa recupera anche il pallone la partita si chiude, l’Alma non ha più risorse per riaprirla. Il 2/2 di Pecile infatti non basta perchè Ravenna trova altri 5 punti in 20 secondi e va in trionfo.

Dalmasson: «Nello sprint le energie erano finite»
Il tecnico non fa drammi: «Abbiamo tenuto dignitosamente per trentacinque
minuti, poi Ravenna è stata più lucida. E ora speriamo di recuperare qualcuno»

di Matteo Contessa

Coach Dalmasson alla fine della partita arriva dalla stampa per il commento a caldo con espressione tranquilla, come chi è consapevole che più di questo non si poteva fare e che il verdetto va accettato con serenità. Anche perchè Ravenna è una sorpresa positiva del campionato tanto quanto l’Alma, ha valore e caratteristiche molto simili a quelli dei triestini e dunque una sconfitta ci può stare. Oltretutto ha vinto esattamente come di solito fa l’Alma, sprintando con i suoi uomini migliori tenuti a riposare in panchina e gettati nella mischia nelle fasi decisive. Stavolta l’Alma non ha potuto farlo.

«È stata una partita giocata al massimo delle nostre possibilità di questa sera (ieri, ndr) – esordisce il tecnico -. È stata evidente la differenza di energie delle due squadre negli ultimi minuti e questo fatto secondo me ha determinato l’esito finale della partita». E non si attacca neanche alla facile attenuante delle assenze importanti, non cerca scuse nella sua analisi. «Dispiace per la sconfitta, ma la squadra era questa e dobbiamo valutare ciò che ha fatto nella partita questa squadra, inutile parlare di chi non ha giocato. Chi è stato della partita qui a Ravenna ha tenuto dignitosamente il campo per trentacinque minuti e poi le energie sono venute meno. Ravenna ha avuto la possibilità di ruotare molti più giocatori e questo fatto l’ha portata alla fine ad avere uomini molto più lucidi e quindi in grado di fare scelte migliori delle nostre».

Una vittoria sarebbe stata quasi decisiva, la sconfitta mette l’Alma nella necessità di tenere i romagnoli dietro in classifica, perchè a parità di punti la differenza canestri negli scontri diretti la penalizza. Bisogna voltare pagina e ricominciare a lavorare guardando avanti e non più a ciò che è stato. «Come abbiamo sempre fatto, del resto – puntualizza Dalmasson -. Anche dopo le vittorie. Si ricomincia, si lavora e speriamo anche di poter recuperare qualche giocatore, perchè il problema non è tanto quello della partita, quanto essenzialmente quel che concerne la gestione degli allenamenti durante la settimana. Ormai sono tanti giorni che stiamo lavorando in una situazione di precarietà, quanto non addirittura di emergenza. Però non drammatizzo, questa cosa fa parte del cammino di ogni stagione». Capita a tutti, può capitare anche all’Alma Trieste. L’importante è tenere la barra dritta.

Le statistiche: i romagnoli hanno tirato meglio, si chiude in parità la lotta sotto i tabelloni
Doppia doppia del “Citta”: 12 punti e 11 rimbalzi

di Lorenzo Gatto

Non è bastato un grande secondo quarto all’Alma per uscire dal pala De Andre con i due punti in tasca. Il 26-14 che aveva portato i biancorossi nello spogliatoio sul 35-42 aveva illuso un po’ tutti, nella seconda parte di gara la formazione di Dalmasson si è fatta travolgere dalla maggior energia messa in campo dai romagnoli. Ravenna ha tirato meglio, trovando migliori esecuzioni e chiudendo con il 60% da due. La formazione di Martino mette a referto un ottimo 25/41, l’Alma non arriva al 50% con un meno significativo 17/32. Simili le percentuali da 3 (3/13 Ravenna, 6/24 Trieste) e ai liberi con i padroni di casa che ne hanno segnato uno di più (12/14 contro gli 11/14 di Trieste). Perfetta parità nella lotta a rimbalzo (33 pari, da una parte migliore Smith con 9, dall’altra Cittadini con 11),migliore il saldo recuperate/perse di Ravenna che chiude a meno 2 (10-12) contro il meno 7 dell’Alma (6-13).

Tra i singoli monumento per Cittadini. La doppia doppia di Alessandro, 12 punti e 11 rimbalzi in 30′ è la fotografia più bella della partita dell’Alma. L’assenza di Parks e il conseguente maggior utilizzo del centro perugino ha fatto capire quale può essere l’impatto di un giocatore che sicuramente Trieste deve imparare a utilizzare maggiormente. Assieme a lui, in doppia cifra, sono andati anche Bossi, Green e Da Ros. Bossi, 11 punti in 30′, ha chiuso con un buon 4/8 dal campo (2/3 da due, 2/5 da tre), Green 10 punti con un 3/8 che testimonia come la guardia statunitense avrebbe potuto incidere maggiormente sulla partita. A due facce la partita di Da Ros che ha chiuso con 14 punti ma 6/18 dal campo. Tutto nel primo tempo per Matteo che poi, nella ripresa, non ha più trovato la via del canestro sporcando le buone percentuali. Positivo anche Pecile, 9 punti in 22 minuti con il 50% al tiro e 5 falli subiti nel corso della gara. Tra gli avversari decide la coppia Usa: Marks 18 (6/12, 1/3 con 3/4 ai liberi) e Smith 15 (7/9 con 1/2 ai liberi). Tra gli italiani il migliore è Chiumenti: 14 punti con 5/8 da due e 4/4 ai liberi. 

Da Ros per l’assenza di Parks
prova a fare l’americano

ALMA TRIESTE Il migliore: Alessandro Cittadini, voto: 7/8 La “Dea Kalì” a servizio della squadra, dominante in area pitturata avversaria fra rimbalzi offensivi e canestri. Il suo ritorno ad altissimi livelli coincide con un coinvolgimento maggiore dei compagni.

Il peggiore: Lorenzo Baldasso, voto: 4 Quando non è serata al tiro, tutto diventa più difficile. Gli si chiede una duttilità tattica che non gli è propria.

Matteo Da Ros, voto: 6/7 Sfruttato come un americano, terminale principale triestino. Non si esime dal compito e confeziona un grande primo tempo; sparisce nel secondo tempo complice una difesa ravennate competente.

Javonte Green, voto: 6/7 Prestazione sin troppo matura dell’ala biancorossa, nel senso che gioca da complemento quando ci sarebbe più bisogno di produzione offensiva. Ottimo difensivamente con tanti palloni sporcati, timido e nascosto quando c’è da fare la voce grossa attaccando il ferro.

Jordan Parks, voto: n.e.

Stefano Bossi, voto: 5/6 I falli limitano il play triestino e come spesso capita l’asfittica versione offensiva fa il palio con una difesa a dir poco distratta. Qualche canestro da oltre l’arco non gli garantiscono la sufficienza.

Andrea Coronica, voto: 6 Il capitano ricama come sempre minuti di grande sostanza, presenza costante a rimbalzo e intelligente nel cercare i compagni liberi attaccando gli spazi. Ogni tanto l’etichetta da “stopper” lo limitano nelle letture sul fronte offensivo.

Andrea Pecile, voto: 6 I minuti in regia rallentano il gioco offensivo della squadra, pur dando ordine al quintetto. Non è incisivo come al solito in fase a livello di fatturato.

Alessandro Simioni, voto: 6 Minuti importanti, soprattutto in chiave difensiva mettendo il corpaccione sul totem Smith.

Massimiliano Ferraro, voto: n.e.

Matteo Schina: n.e.

Coach Eugenio Dalmasson, voto: 6 Coerente con quanto dichiarato alla vigilia rinuncia a Jordan Parks, scelta coraggiosa in funzione di una stagione che sarà ancora molto lunga. Con la coperta cortissima poco può fare nelle rotazioni.

ORASI’ RAVENNA Derrick Michael Marks, voto: 7 Taylor Smith, voto: 6/7 Matteo Tambone, voto: 6/7 Stefano Masciadri, voto: 5 Giacomo Sgorbati, voto: 5 Andrea Raschi, voto: 5 Gherardo Sabatini, voto: 6 Alberto Chiumenti, voto: 7 Fadilou Seck, voto: n.e. Marcello Crusca, voto: 5 Coach Antimo Martino, voto: 7

L’Unione prova a fare poker
Arriva l’Este. Celestri con Frulla a centrocampo

di Antonello Rodio

La Triestina ritorna oggi al Rocco e contro l’Este va a caccia della quarta vittoria consecutiva (inizio ore 14.30, arbitra Saia di Palermo). Ma non si tratta di una mera soddisfazione statistica. Anche se il Mestre appare molto lontano dall’alto delle sue 10 lunghezze di vantaggio, e il secondo posto sembra in cassaforte visto che il Campodarsego è precipitato a 8 punti di distacco, all’Unione non mancano certo le motivazioni per continuare il filotto positivo.

Al di là delle speranze di capitomboli del Mestre e della necessità di tenersi al riparo da eventuali ritorni delle inseguitrici, va ricordato che fare più punti possibili è decisivo anche in ottica promozione, perché questo sarà uno dei fattori determinanti quando verrà stilata la graduatoria tra le nove vincitrici (una per girone) dei play-off. Anche senza avversarie nei dintorni in classifica, dunque, resta sempre fondamentale vincere per essere a fine stagione in prima fila ad attendere qualche rinuncia o mancata iscrizione alla Lega Pro. Motivo in più perché i tifosi restino sempre vicino alla squadra, anche se le ultime partite casalinghe non sono state certo esaltanti per numero di presenze. Anche perché c’è da sostenere una Triestina che nelle ultime partite è stata sempre più convincente, grazie anche al cambio di modulo: ulteriori tre punti, aiuterebbero inoltre questo percorso di crescita della squadra di Andreucci. Questo non significa affatto però che oggi sarà una passeggiata. Innanzitutto la Triestina deve confermare di aver ritrovato il feeling con il Rocco: va ricordato infatti che la vittoria sul Legnago è stata appena la prima con due gol di scarto e ottenuta senza particolari patemi, al contrario di altre prove casalinghe. E poi attenzione all’Este e a una classifica ingannevole: è vero che i veneti con 27 punti sono appena fuori dalla zona play-out, ma la realtà è che si tratta di una delle migliori squadre di questo 2017. Dopo un girone di andata disastroso, infatti, l’Este è corsa ai ripari nel mercato invernale e in questo girone di ritorno è ancora imbattuta. Anzi, con tre vittorie e due pareggi, ha ottenuto 11 punti in cinque partite, appena uno in meno della Triestina. Quindi occhio a non sottovalutare un avversario che sta attraversando un ottimo momento di forma e viaggia sulle ali dell’entusiasmo, deciso a lasciarsi ancora più alle spalle la zona pericolosa della classifica.

Per quanto riguarda la formazione, l’Unione dovrebbe cambiare poco rispetto alla trasferta di Valdagno. Innanzitutto va ricordato che saranno assenti Cecchi infortunato e Carraro squalificato. Il portiere Jean Claude Consol, invece, è febbricitante ma è comunque fra i convocati, anche se per precauzione è stato chiamato anche il portiere della Juniores Cristian Puiu. Davanti a Voltolini ci sarà la coppia centrale Leonarduzzi-Aquaro con Pizzul a sinistra, mentre a destra potrebbe anche tornare Bajic, che resta in ballottaggio con Crosato. A centrocampo Frulla e il rientrante Celestri, poi Corteggiano e Banegas sulle fasce con davanti França a supporto di Dos Santos, che resta favorito su Serafini. Ancora panchina per il nuovo arrivato Meduri, che deve crescere di condizione e, come a Valdagno, potrebbe entrare in corso d’opera.

Principe, la forza della panchina lunga:
schiantato il Malo

di Lorenzo Gatto

D’autorità, sfruttando fino in fondo la panchina più lunga e le maggiori rotazioni nell’arco dei 60 minuti, la Principe supera il Malo e si mantiente saldamente ancorata al terzo posto del girone davanti al Merano. Vittoria costruita nella ripresa dopo un primo tempo nel quale la formazione di Hrvatin ha attaccato ai fianchi quella di Ghedin. Malo ha resistito fino alla prima metà del secondo tempo restando a una distanza accettabile poi, quando Trieste ha pigiato il piede sull’acceleratore, non ha retto l’urto finendo per rimediare un passivo financo eccessivo. È piaciuta la difesa biancorossa, con Postogna e Modrusan attenti nelle fasi del match giocate, in attacco top scorer un incisivo Anici ben supportato da Dordejevic, Radojkovic e da un Pernic che nonostante le condizioni fisiche non ottimali ha voluto esserci finendo per incidere.

Hrvatin sceglie l’usato sicuro nel settebello iniziale schierando Visintin e Carpanese sulle ali, Oveglia, Anici e Dordejevic sulla linea dei terzini con Di Nardo pivot al posto dell’infortunato Pernic. Solite difficoltà a difesa schierata per la Principe che trova sulla sua strada una 6-0 piatta e un buon Berengan e fatica a trovare la via della porta. Malo parte meglio, Trieste resta a ruota e trova il primo vantaggio della partita appena dopo 8′ grazie a un preciso Anici e a un’incursione dall’ala di capitan Visintin che firma il 5-4. Trieste cambia molto con Modrusan per Postogna e Pernic, Dovgan e Radojkovic per Carpanese, Di Nardo e Oveglia. Due reti di Dordejevic danno il primo doppo vantaggio, scarto incrementato da Radojkovic proprio sulla sirena di fine primo tempo con una conclusione dalla distanza che sorprende l’estremo avversario (14-11). Si riparte con Kevin Anici subito a segno. Sembra il break decisivo e invece, sfruttando un paio di scelte affrettate di Trieste, la formazione ospite si rifà sotto con un parziale di 3-0 che riapre la gara. Hrovatin cambia moltissimo ruotando terzini e ali ma sono le parate di Postogna a consentire alla Principe di riprendere il largo. Dordejevic e Di Nardo firmano le reti del 17-14 poi Carpanese in gol per il 20-16 del 14′, Visentin e Pernic per il 24-17 che attorno al 20′ mette di fatto la parola fine all’incontro. Ultimi minuti che servono a Trieste per incrementare ancora il vantaggio e chiudere con un + 10 forse troppo severo per la formazione di Ghedin.

Pallanuoto Trieste, una sconfitta con onore
Alla Bianchi si impone la corazzata Sport Management ma gli uomini di Piccardo sono comunque protagonisti fino alla fine

di Guido Barella

Con i se e con i ma, è noto, non si fa la storia. Nemmeno quella piccola piccola del campionato italiano di pallanuoto di serie A1. Eppure con i se e con i ma si può comunque raccontare di una Pallanuoto Trieste capace di tenere testa alla Sport Management terza in classifica (oltre che superprotagonista in Euro Cup). Di una Pallanuoto Trieste che, è vero, ha mancato le occasioni che comunque si era costruita, quando cioè sul -2 avrebbe potuto limare ulteriormente lo svantaggio per andare poi a giocarsi tutto in un finale che sarebbe stato ancora più caldo.

Di una Pallanuoto Trieste che può anche recriminare su qualche decisione arbitrale che – mettiamola così… – poteva essere diversa. Di una Pallanuoto Trieste che, alla fine, ha – ma sì, diciamolo – comunque retto l’urto di una formazione che gioca una pallanuoto, se possibile, ancora più fisica del solito e che può garantire una pazzesca intensità di gioco grazie a una panchina lunghissima con 13 giocatori assolutamente tutti tra loro intercambiabili. Insomma, sia pure finita con un doloroso 11-15 (e non si sa se fanno più male le 15 reti complessivamente subite o le quattro di svantaggio, anche perché entrambi i dati sono sostanzialmente immeritati), questa sfida all’armata lombardo-veneta (la Sport Management è una società veronese la cui squadra si allena a Mantova e gioca da due anni alle piscine Manara di Busto Arsizio) restituisce all’allenatore alabardato Stefano Piccardo una squadra che partita dopo partita è in crescita costante. Poi, vabbè, dall’altra parte della vasca ha trovato un sette capace di un gioco asfissiante e con due terminali offensivi pazzeschi quali Valentino Gallo e Antonio Petkovic, potenza e precisione allo stesso tempo, tu lasci loro un secondo per inquadrare la porta nel mirino e loro “sparano”. E non perdonano.

La partita è dunque in equilibrio nel primo quarto che finisce 3-4 dopo essere stata però anche 2-1 per svoltare nel secondo periodo, con un devastante 2-5 (5-9). Ma Trieste c’è sempre, non muore mai: Petronio, capitan Giorgi e poi anche Rocchi e Giacomini la tengono lì con un parziale di 4-3 che vale il 9-12 complessivo. Dunque, ultimo quarto tutt’altro che scontato. Che si fa emozionante quando Elez, a meno di 3’30” dalla fine segna il rigore dell’11-13. Ma la mancanza di rotazioni adeguate fa la differenza, Trieste paga la fatica, ha più volte in mano il pallone del -1 per riaprire definitivamente la partita ma non ce la fa. E negli ultimi 31” di gioco l’armata lombardo-veneta chiude impietosamente i conti. Peccato. Davvero.

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LA RASSEGNA STAMPA SANDRINA DI SABATO 7 GENNAIO 2017

Rimonta svanita sulla lunetta
L’Alma cede alla De’ Longhi
Finisce 77-75 dopo una rimonta incredibile firmata di nuovo da Pecile
negli ultimi 2 minuti. Biancorossi a intermittenza, sciupata un’ occasione
 
di Matteo Contessa
 
Promossa? Ni. Bocciata? Ni. L’Alma a Treviso lotta sempre, ma non sempre gioca con mentalità giusta. E finisce per perdere anche stavolta contro la De’ Longhi, per 77-75. Uno scarto risicato, ma che in tutta franchezza, se si valuta il derby nel suo complesso, sta anche un po’ largo ai biancorossi. Che ad eccezione del primo quarto, sono stati sempre a inseguire e che pur restando sempre con i trevigiani a vista, non hanno quasi mai dato la sensazione di poter capovolgere il match. Il finale da cardiopalma è stato essenzialmente una nuova invenzione di Pecile, come a Imola: sotto di 9 punti a 150 secondi dalla fine, Sunshine si è preso la squadra sulle spalle e nel giro di un minuto e mezzo ha riaperto i giochi con 10 punti in fila. Ma quando è toccato agli altri (i due americani) completare il lavoro, buonanotte ai suonatori. Alla fine, la differenza l’ha fatta la maggior profondità del roster trevigiano: i padroni di casa hanno giocato e prodotto tutti, mentre all’Alma è clamorosamente mancato Green, Parks si è acceso solo nella ripresa, ma ha pure sbagliato tanto e così Trieste ha dovuto fare la partita con 7 uomini in tutto, perchè al PalaVerde mezza panchina biancorossa ha inciso zero sulla partita. Troppo dislivello fra le due formazioni, in questo modo. E soprattutto, troppa differenza di qualità complessiva, si è visto molto bene nell’arco di tutti i 40 minuti. Non che si possa recriminare contro i biancorossi, assolutamente. Ma la differenza fra loro e una squadra che gioca da protagonista è emersa in pieno. Comunque, è andata così e adesso meglio pensare subito al recupero di martedì a Ferrara, anche lì ci saranno 2 punti importanti per la classifica.
 
Buona partenza biancorossa, con Prandin che bracca Moretti e tutta la difesa che morde i padroni di casa. Le triple di Bossi e Green aprono la strada al vantaggio biancorosso che a metà del primo quarto è di 14-8. Pillastrini toglie i due americani, aumenta il peso del suo quintetto e trova in La Torre un buon finalizzatore, si arriva fino al 16-16 all’ultimo minuto. Ma proprio sulla sirena Bossi, dall’angolo, trova la bomba del 19-16 che chiude il primo quarto. In avvio di secondo quarto, senza gli americani, ma con più chili in campo, Treviso piazza il parziale di 9-3 che la porta in vantaggio 25-22, anche perchè in difesa non c’è più filtro sul perimetro. Ma quando Dalmasson riporta in campo Prandin e inserisce Baldasso, il match torna a farsi equilibrato e bello. Qualche errore c’è, da una parte e dall’altra, ma il punteggio resta in bilico. Baldasso piazza la tripla del controsorpasso, Moretti subito lo neutralizza, 33-31 al 16’. Ma quando l’Alma perde il bonus, dalla lunetta i padroni di casa allungano fino al +8, 43-35, con un altro break di 10-4, tamponato parzialmente dalla tripla centrale di Parks che manda le squadre al riposo sul 43-38. È un brutto ritorno in campo per l’Alma, senza cattiveria nè idee. I due americani girano a vuoto, Da Ros anche, la De Longhi ha il dominio delle due aree e allunga, 51-40 dopo 22’45”. Dentro Cittadini e Pecile per Da Ros e Green, l’emorragia viene fermata e in 3’ la partita è riaperta: 8-0 di parziale e a metà del terzo quarto siamo 51-48 (6 Parks, 2 Cittadini). L’Alma è di nuovo in partita, Pecile e “Picasso” ne fanno 5 (a zero) nell’ultimo minuto, si va all’ultimo quarto sul 55-53 casalingo, ma con un parziale di 13-4 per i biancorossi negli ultimi 7 minuti.
 
Di nuovo in avvio di ultimo quarto Alma molle e imprecisa, Treviso in 2 minuti piazza il 7-0 e si torna a inseguire, nonostante l’immediato 4-0 di risposta dell’Alma: 62-57 al 33’. Ma per quanto si sia sempre vicini nel punteggio, l’Alma non dà mai l’impressione di poter recuperare il ritardo. Parks e Green sbattono contro il muro difensivo trevigiano, l’avvicinamento a canestro di Da Ros e gli altri è troppo complicato, i tiri forzati. I padroni di casa così controllano senza soffrire troppo e fanno passare il tempo, trovando con Fantinelli i 5 punti che scavano il fossato: a 2’32” dalla sirena siamo 66-57. mma di nuovo è il momento di Pecile, che prende il comando delle operazioni: 10 punti in poco più di un minuto, a 36”32 dalla sirena l’Alma è sotto di 2, 70-68. In realtà si arriva anche sotto di un solo punto, 72-71. Ma Parks e Green fanno 1/4 dalla lunetta negli ultimi 15 secondi, anche Rinaldi dall’altro lato fa 0/2, ma il rimbalzo i biancorossi lo lasciano prendere a Perry e gli commettono anche fallo, mandandolo subito in lunetta, lui non sbaglia e chiude i conti. Gli altri due liberi trevigiani e la bomba finale di Baldasso servono solo per il tabellone: la De’ Longhi vince 77-75 e l’Alma può mangiarsi le mani per l’occasione gettata al vento.
 
 
Dietro Parks e Pecile nessun altro arriva alla sufficienza piena
 
Jordan Parks: 7/8 Ritrovata la pantera della scorsa stagione, “cattivo” come si confà ad un leader. Peccato per le palle perse.
 
Stefano Bossi: 5 Regia balbettante e poco in controllo, non può bastare qualche punto in attacco per garantire una sufficienza.
 
Andrea Coronica: 5 Non fa danni, ma necessariamente l’Alma ha bisogno del formato casalingo. Evanescente.
 
Javonte Green: 5 Indolente in difesa, mai basso sulle gambe men che meno in anticipo. L’attacco ne risente, ma quello che non piace è l’atteggiamento, nonostante i 5 punti segnati nel finale, metà del suo bottino complessivo.
 
Andrea Pecile: 7 Volitivo in difesa su Negri, prova nel finale a trascinarsi i compagni appresso con giocate da fuoriclasse.
 
Lorenzo Baldasso: 5/6 Non riesce a trovare continuità in attacco, tanta panchina per una difesa ancora da migliorare.
 
Alessandro Simioni: n.g.
 
Roberto Prandin: 5 L’aria di casa questa volta non giova a “Bobo”; prestazione sotto il par.
 
Alessandro Cittadini: 5/6 Si trova in difficoltà nella serata veneta, comunque meglio difensivamente che offensivamente.
 
Matteo Da Ros: 5/6 Ispirato al tiro nel primo tempo, sparisce progressivamente alla distanza e la squadra paga il suo mancato apporto.
 
Enrico Gobbato: n.e.
 
Massimiliano Ferraro: n.e.
 
Coach Eugenio Dalmasson: 6 Il tecnico biancorosso scommette su un Green che non risponde (o lo fa solo parzialmente), non prova il doppio lungo Da Ros-Cittadini, per il resto non ha particolari colpe nella sconfitta.
 
DE’ LONGHI TREVISO Jesse Perry: 6/7, Andrea La Torre: 6, Dorde Malbasa: n.g., Simone Barbante: n.e., Matteo Fantinelli: 7, Andrea Saccaggi: 6, Tommaso Rinaldi: 5/6, Matteo Negri: 6, Federico Poser: n.e., Andrea Ancellotti: 6, Nicola Artuso: n.e., Quenton Decosey: 6/7, Coach Stefano Pillastrini: 7. (r.b.)
 
 
Dalmasson: «Ci sono mancate piccole cose»
Il tecnico: «Green? Ha pagato lo scotto del novizio». Pillastrini: «Abbiamo sempre
reagito agli errori e chiuso bene l’area nella ripresa». Rinaldi: «Alma bella realtà»
 
di Raffaele Baldini
 
A un passo dal colpaccio. All’Alma Trieste manca sempre un centesimo per fare un euro. Rimane una prestazione di personalità, su un campo nobile e molto caldo. Gli attestati di stima degli avversari forse sono il più importate segnale che Trieste ormai è una realtà di alta classifica. Eugenio Dalmasson commenta così in sala stampa: «I complimenti fanno piacere, soprattutto da persone che capiscono di pallacanestro. Noi e Treviso ci assomigliamo molto, giochiamo la stessa pallacanestro di sistema. Il fatto di essere riusciti a giocare tenendo viva la partita fino alla fine è un segnale importante che diamo soprattutto a noi stessi. Siamo mancati nelle piccole cose, vedi rimbalzo perso nel finale, se eravamo più attenti chissà di che finale parleremmo. Adesso però dobbiamo guardare avanti, abbiamo Ferrara fra tre giorni, per cui dobbiamo raccogliere le cose positive che una sconfitta così può lasciare in eredità e recuperare le energie utili». L’atteggiamento di Javonte Green, un po’ indolente, come lo giudica? «L’ho tolto più volte non per indolenza, ma perchè ha pagato l’impatto di un ambiente di questo tipo. Ricordo una cosa: Jordan Parks l’anno scorso fece una partita simile e guarda caso un altro novizio di questo clima come Javonte paga nella stessa maniera lo scotto emotivo».
 
Il commento di coach Pillastrini ad una vittoria molto importante per l’entourage veneto: «Era una partita chiave per noi; bisognava alzare l’asticella contro Trieste, giocare a un livello agonistico maggiore, difendere, fare il tagliafuori e ogni minima sfumatura nei quaranta minuti per portare a casa la vittoria. Abbiamo perso un’enormità di palloni, ma non ci è costato troppo, perchè abbiamo sempre reagito. Questa partita non la vinceva chi sbagliava meno, ma chi aveva la capacità di rimediare agli errori. È stata la partita di più alto livello che abbiamo giocato quest’anno. Chiudendo bene l’area nel secondo tempo abbiamo tratto dividendi importanti che nei primi venti minuti erano venuti meno per le buone percentuali al tiro dei nostri avversari».
 
In sala stampa Matteo Fantinelli chiosa sulla sofferta vittoria finale: «Dobbiamo ragionare come un gruppo fatto di elementi non decisivi ma tutti importanti; se non ragioniamo in questi termini non possiamo cercare un giocatore che ci porti alla vittoria da solo, perchè non l’abbiamo. Siamo due a zero con Trieste e dobbiamo ringraziare iddio di aver giocato la prima a casa loro, perchè oggi vincere là sarebbe nettamente più tosta». Tommaso Rinaldi rende onore agli avversari: «La squadra giuliana è una bella squadra, in crescita, aver preso gli scontri diretti è un gran colpo».
 
 
La gran differenza nei tiri liberi elemento decisivo
 
Statistiche che confermano l’equilibrio sul parquet. Percentuali simili, Trieste un po’ meglio nel tiro da 2, Treviso con il 60% da 3. Rimbalzi leggermente pro De’ Longhi, perse/recuperate uguali. Certo che in un match chiuso con soli 2 punti di scarto le 19 palle perse dell’Alma gridano vendetta. Primo quarto equilibrato chiuso da Trieste in vantaggio grazie alla buona percentuale nel tiro da tre. Bossi e Green trascinano i biancorossi al 19-16, vantaggio giustificato anche dal leggero predominio a rimbalzo, 10-7 con Parks a recitare un ruolo da protagonista.
 
Salgono le percentuali della De’ Longhi nel secondo quarto: La Torre, Fantinelli e Negri disegnano il 57% dell’arco dei 6,75 che consente a Treviso di toccare il massimo vantaggio sul 43-35. Padroni di casa in fuga a metà del terzo quarto. Treviso trova canestri pesanti con Perry e Moretti e beneficia dei numerosi viaggi in lunetta (21 liberi a 8) per allungare fino al 51-40. Trieste rientra con le zampata di un incisivo Parks pronta a giocarsi tutto nell’ultimo parziale. Nell’ultimo quarto sale in cattedra Pecile (11 punti, 4/7 dal campo, 3/3 ai liberi), ma non basta. L’Alma tira meglio da 2, ma finisce per pagare la quantità di liberi (31 a 15) che la terra arbitrale ha concesso alla formazione di Pillastrini. (lo.ga.)
 
 
Più di 5mila al PalaVerde a spingere i propri beniamini, ma i 200 triestini non sono stati da meno
E sugli spalti spettacolo di tifo degno del match
 
di Lorenzo Gatto
 
Il colpo d’occhio, come sempre quando si gioca al PalaVerde, è strepitoso. Tutto esaurito l’impianto di Villorba, cornice che poco ha a che fare con la seconda serie nazionale. Calore e colore, oltre 5mila anime a seguire e sostenere le due squadre con uno spicchio interamente dipinto di biancorosso. Tifosi triestini che si presentano sugli spalti a partita iniziata, facendo da subito sentire la loro voce. Tre pullman oltre ai mezzi privati, sono più di 200 i cuori alabardati a pulsare all’interno del palazzo. Difficile lasciare il segno nella bolgia di un PalaVerde da sempre considerato il sesto uomo per la formazione di Pillastrini. Ci riesce la Curva Nord, brava a sostenere con continuità capitan Coronica e compagni.
 
Primo tempo a fasi alterne sul campo e sugli spalti. Non mancano gli insulti con cui le due tifoserie si omaggiano. “Triestino pezzo di…” cantano i Fioi dea Sud, “Vaffa tutto il palazzo” rispondono i colleghi triestini. Perlopiù, comunque, è tifo sano con le due curve brave a sostenere i loro giocatori. Clima tranquillo, un po’ di nervosismo in apertura di terzo quarto quando Beneduce, Boscolo e Catani danno il peggio di loro stessi. Va bene il fattore campo, ma 13 falli a 6 con 3’ giocati sul cronometro sono discrepanza difficile da spiegare con quanto visto in campo; 51-40 De’ Longhi, danno fatto e curva Nord che non manca di far sentire ai direttori di gara tutto il loro “apprezzamento”.
 
Non si arrende l’Alma e non si arrende lo spicchio di fede biancorossa che davvero non smette mai di cantare. Si arriva alla volata finale con le squadre che si sfidano in un faccia a faccia davvero entusiasmante. Ci credono i quasi duecento triestini, credono a una rimonta che i canestri del sempre verde Pecile rendono possibile. L’Alma arriva fino al -1, poi si deve arrendere alla De’ Longhi e anche a qualche fischio poco credibile (lo sfondamento di Rinaldi su Da Ros non si poteva vedere?) fermando temporaneamente la sua rincorsa alla vetta della classifica. Finale con momenti di tensione. Poliziotti nello spicchio biancorosso per calmare qualche animo un po’ piu’ caldo mentre i ragazzi della curva trevigiana esprimono tutta la loro creatività con il coro “Jugoslavia, Jugoslavia” del quale, a distanza di quasi vent’anni, avremmo fatto volentieri a meno. Il prossimo anno ci aspettiamo qualcosa di meglio.
 
 
Una Triestina senza ruggine pronta per la prima trasferta
Domani a Pieve di Soligo contro una squadra rinforzata per cercare la salvezza
Lo staff tecnico garantisce: nessun alabardato ha sgarrato durante le festività
 
di Antonello Rodio
 
Gli alabardati sono fisicamente pronti alla ripresa del campionato e alla trasferta di domani in casa della Carenipievigina (inizio ore 14.30, arbitra Esposito di Aprilia). Lo assicura lo staff tecnico, soprattutto chi cura muscoli e polmoni dei giocatori. La Triestina, si sa, gioca un campionato di dilettanti, ma nella struttura è una società che di dilettantistico non ha proprio nulla e pretende quindi dai giocatori un comportamento da professionisti.
 
La lunga pausa per le festività natalizie e di fine anno nasconde sempre insidie e incognite, non solo per la mancata attività fisica ma soprattutto per qualcuno che non riesce a trattenersi troppo da panettoni, cotechini e spumante. Anche se in realtà il riposo per i giocatori dell’Unione è stato abbastanza limitato (5 giorni per Natale e 3 per Capodanno) e gli allenamenti tra i due periodi sono stati piuttosto intensi. Fatto sta che comunque a ognuno sono stati dati dei precisi compiti per casa, soprattutto per França e Corteggiano, partiti oltreoceano subito dopo la partita con la Virtus Vecomp riprendendo gli allenamenti con la squadra appena questa settimana, restando dunque lontani da Trieste ben due settimane. Ebbene i due sudamericani, da quanto trapela, hanno rispettato in pieno il programma di lavoro, presentandosi alla ripresa degli allenamenti già in palla e senza sovrappesi da smaltire. Insomma hanno trascorso le vacanze senza dimenticare la Triestina e in pratica sono già pronti per giocare a Pieve di Soligo.
 
Certo, l’unica incognita è che ovviamente un bel po’ di allenamenti li hanno saltati e soprattutto per le due tranche iniziali di sedute (quella pre e quella immediatamente post natalizia) non hanno lavorato con la squadra. Un po’ di ritmo nelle gambe insomma manca, perciò sarà soprattutto questa la valutazione che Andreucci e l’intero staff dovranno fare in vista di un loro utilizzo domani. Pare che anche gli altri giocatori abbiano svolto in pieno i loro compiti e siano stati attenti a non esagerare nelle libagioni. La media generale infatti è che quasi tutti sono tornati al lavoro addirittura con meno peso rispetto a quando hanno iniziato le vacanze. Una parziale spiegazione è dovuta al fatto che, frenando il lavoro quotidiano, un po’ di massa muscolare viene persa, ma ovviamente non è tutto qui. Infatti filtra una notevole soddisfazione dello staff alabardato perché in effetti non è facile ritrovare una squadra alla ripresa senza appesantimenti da smaltire. Insomma, pur con tutte le incognite fisiologiche legate a una ripresa del campionato dopo 20 giorni, dal punto di vista fisico-atletico la Triestina dovrebbe essere già pronta a riprendere le battaglie sui campi della D. A partire da domani contro una Carenipievigina che si è rinforzata nel mercato invernale per tentare di acciuffare la salvezza.
 
 
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Da Basketinside.com (LINK)
 
Treviso mantiene l’imbattibilità casalinga, caduta anche Trieste
 
di Gianmarco Tonetto
 
La De’ Longhi apre il proprio 2017 con lo storico “derby del nordest” ospitando la Pallacanestro Trieste. Una gara dal sapore storico che vede il pubblico delle grandi occasioni, anche se al Palaverde non è proprio una novità. La partita è piena di emozioni fin dal primo minuto con le squadre che si affrontano a viso aperto con sorpassi e contro sorpassi, una gara di nervi ma soprattutto piacevole da guardare con gli attacchi che non risentono delle enormi energie spese in difesa. Una partita punto a punto e decisa soltanto ai liberi finali dove la De’ Longhi si rivela più fredda.

PRIMO PERIODO: Treviso parte con il classico quintetto formato da Fantinelli, Moretti, DeCosey, Perry e Ancellotti, Trieste schiera Bossi, Prandin, Parks, Green e Da Ros. Il ghiacccio viene rotto da Moretti ben servito da Fantinelli sotto canestro, ma Prandin gli risponde immediatamente con un arresto e tiro (2-2, 9:00). La partita è estremamente godibile fin da subito e dopo il primo allungo trevigiano firmato Ancellotti, l’Alma risponde con un contro parziale e va in vantaggio grazie a Green e da Ross (8-10, 6:30). Trieste allunga con un long two di Da Ros (8-12, 6:00) e aumenta notevolmente l’intensità difensiva aggredendo a tutto campo, mentre in attacco fa girare al meglio il pallano trovando ottime soluzioni grazie anche ai rimbalzi offensivi (8-14, 4:00). I giocatori di Treviso sembrano un po’ spaesati e Pillastrini da fondo alla panchina chiamando in campo prima Rinaldi e poi Saccaggi e Negri. È proprio quest’ultimo che grazie alle sue penetrazioni si guadagna un viaggio in lunetta che vale il -4. Il secondo fallo di Saccaggi costringe Pillastrini ad ulteriori cambi: Andrea La Torre fa il suo ingresso in campo e segna una tripla dall’angolo su assistenza di Negri (15-16, 1:30). Protagonista di questi ultima parte di quarto è senza dubbio Rinaldi che recupera due ottimi palloni e lotta come un leone sotto le plance e in difesa. Anche Dalmasson chiede forze fresche dalla panchina mettendo in campo Pecile e Coronica. Il quarto si chiude con una tripla dall’angolo di Bossi che vale il 16 a 19 triestino.

SECONDO PERIODO: la De’ Longhi parte subito aggressiva in questa seconda frazione e grazie ai propri americani piazza un parziale di 4 a 0 in apertura e trova il vantaggio (20-19, 8:50). Sono sempre i due USA protagonisti con DeCosey a piazzare una stoppata con recupero ad esaltare il proprio pubblico mentre in attacco è Perry show con un gioco da 3 punti in avvicinamento. La partita continua a viaggiare su ritmi altissimi con difese aggressive e percentuali offensive di tutto rispetto. Dopo il primo allungo biancoblu l’Alma torna sotto grazie a Cittadini e a Parks che con una spettacolare schiacciata in tap in porta i suoi a -2 (28-26, 5:30). Ma il contro parziale triestino non è ancora chiuso, infatti una tripla di Baldasso vale il nuovo vantaggio biancorosso sul 28-29. Le squadre ora si rispondono colpo su colpo con sorpassi e contro sorpassi. Tra le fila di Trieste il migliore è sicuramente Da Ros che con due tiri dal paleggio in faccia al proprio difensore risponde al mini allungo trevigiano (39-35, 1:10). L’ultimo minuto è tutta frenesia con la De’ Longhi che trova il proprio massimo vantaggio, ma in chiusura una tripla di Parks manda tutti negli spogliatoi sul 43 a 38 trevigiano.

TERZO PERIODO: per il secondo tempo le squadre rientrano in campo con le formazioni titolari, con l’eccezione di Baldasso per Prandin gravato di due falli. Il quarto parte un po’ sonnolento rispetto al primo tempo e dopo tre minuti il tabellone dice 49 a 40 Treviso grazie a due liberi di Perry. La De’ Longhi aumenta gradualmente la propria aggressività difensiva e questo le dà grande energia per l’attacco, però l’Alma dopo essere finita a -11 trova la forza per risalire la china grazie a Parks che infila un 4/4 dalla lunetta (51-44, 5:45). Trieste continua a macinare gioco e la schiacciata del -4 firmato Cittadini costringe Pillastrini a chiamare time out (51-48, 4:30). I biancoblu rientrano dal minuto di sospensione più quadrati, Ancellotti piazza un’ottima stoppata e conduce ad una tripla in transizione di Saccaggi (54-48, 3:00). La difesa di Treviso non cede di un passo e costringe Trieste a perdere un altro pallone, ma anche i ragazzi di Dalmasson stingono le maglie in difesa per non permettere a Fantinelli e compagni di allontanarsi. L’ultimo minuto si apre con la tripla di Parks che vale il -4 (55-51), Trieste poi difensivamente dà il meglio costringendo Treviso ad un’infrazione di 24 secondi, Pecile quindi decide di mostrare il suo talento e con un fade-away porta i suoi sul -2, 55-53 che chiude il periodo.

QUARTO PERIODO: l’ultima frazione riprende esattamente da dove si era fermato il gioco poco prima. Saccaggi decide di alzare la voce e piazza due ottime giocate: prima una tripla dall’angolo e poi in difesa subisce uno sfondamento (60-53, 8:00). La partita si fa più fisica e ancora più intensa, entrambe le squadre lottano su ogni pallone e cercano di servire i propri lunghi per facili canestri. Treviso mantiene il proprio vantaggio sui due possessi pieni ma perde un po’ troppi palloni, anche non forzati dalla difesa, nonostante ciò l’arcobaleno di Fantinelli vale il +9 (66-57, 3:40). Negli ultimi tre minuti l’Alma allunga la propria difesa proponendo un pressing a tutto campo che produce due recuperi capitalizzati nella metà campo offensiva con un 4-0 tutto di Pecile (66-61, 1:30). Pecile non si ferma più, la partita si fa calda ed è il suo momento, e infila il terzo canestro in fila al quale fa seguito la marcatura di Green e il tabellone dice 70 a 65 con Trieste in rimonta. Ma è ancora il numero 10 biancorosso a piazzare una giocata dal peso specifico pesantissimo, Moretti abbocca alla finta che vale tre liberi, ed il triestino doc fa bottino pieno per il -2 a 40 secondi dalla fine. Gli ultimi trenta secondi sono una lotta dalla lunetta, Moretti si dimostra glaciale mentre Parks fa 1/2 (74-72). Tra le fila trevigiane il pesantissimo 0/2 di Rinaldi viene graziato da un rimbalzo offensivo di Perry, il quale fa 1/2 dalla linea. È una lotta senza fine e il colpo decisivo lo piazza Moretti con il 2/2 finale. La tripla di Baldasso serve soltanto ad arrotondare il tabellino finale. Vince Treviso per 77-75, ma a Trieste va l’onere delle armi.

 
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Da Basketuniverso.it (LINK)
 
Treviso si aggiudica un derby infuocato, a Trieste non basta la rimonta finale
 
di Fabio Silietti
 
Quintetti: 

TV: Perry, Moretti, Fantinelli, Ancellotti e De Cosey

TS: Parks, Bossi, Green, Prandin e Da Ros

Assenze: 

Coach Pilastrini avrà a disposizione il roster al completo per questa partita, così come il suo collega Dalmasson.

Stato di forma: 

Treviso arriva a questa partita dopo la vittoria nell’ultima giornata, ottenuta in casa contro Piacenza e si trova al secondo posto in classifica. Anche Trieste ha vinto l’ultima partita disputata, ottenuta in trasferta contro Imola e in classifica è al terzo posto. Entrambe le squadre, quindi, sono in un ottimo momento di forma e si sono qualificate tutte e due per le Final Eight di Coppa Italia.

Nel match di andata la De’ Longhi aveva battuto l’Ama all’Alma Arena per 70-66.

Scelta tattica: 

Treviso manovra con Fantinelli e cerca spesso i due americani, affidandosi soprattutto allo scarico interno per Perry, mentre De Cosey gioca sul perimetro e cerca la penetrazione. Anche Moretti e Negri vengono molto serviti e tentano spesso una soluzione personale. Fantinelli e Rinaldi, invece, giocano soprattutto sotto canestro. Difesa molto aggressiva quella della De’ Longhi.

Trieste manovra con Bossi e cerca soprattutto di liberare i due americani, Green e Parks per un tiro facile dentro l’area o sotto canestro. Lo stesso Bossi opta anche per la soluzione personale, soprattutto il tiro da tre. Anche Da Ros e Cittadini si liberano spesso per un tiro in solitaria, per la maggior parte in post. Difesa sempre aggressiva quella dell’Alma.

La gara:

Moretti segna subito per Treviso, ma Prandin pareggia immediatamente la partita. Poi ancora la De’ Longhi con Moretti e Ancelotti si porta sul +4. Trieste, però, con due triple in successione, di Bossi e Green, si porta in vantaggio di due punti. Dopo il pareggio De Cosey, l’Alma allunga nuovamente, grazie ad un parziale di 6-0, in cui spicca Da Ros. A poco a poco, però, la De Longhi riduce le distanze con Negri e La Torre e riequilibra la gara. Malbasa poi pareggia anche dalla lunetta, ma la tripla di Bossi chiude il primo periodo. Nel secondo quarto Treviso parte fortissimo e con un parziale di 7-0, in cui spiccano De Cosey e Perry, si porta al comando della gara. Trieste però non molla e la tripla di Cittadini riavvicina i giuliani. Ancora De Cosey va a segno per l’ Universo, ma Parks tiene in partita l’Alma, che poi ripassa avanti con la tripla di Baldasso. La partita si alza ora di intensità. Dopo un periodo di batti e ribatti è Treviso che riesce ad allungare. Fantinelli e compagni, infatti, piazzano a fine quarto un parziale di 8-0 che sposta l’inerzia della partita in favore della De’ Longhi. Parks, però, segna da tre sulla sirena e il punteggio al termine del primo tempo è 43-38.

 
Parks segna subito il-3 per l’Alma, ma Moretti riporta Treviso a +5 dalla lunetta. Perry poi segna due tiri di fila e arriva anche il +11 per la De’ Longhi. Così la gara sembra prendere una piega ben precisa. Parks allora sale ancora in cattedra e riporta sotto l’Alma fino al -3 grazie ad un parziale di 8-0. Saccaggi però piazza la tripla del +6 e Treviso allunga nuovamente le distanze. A fine periodo ancora l’Alma torna sotto, sempre con Parks protagonista, e chiude il quarto a -2. Nell’ultimo periodo Treviso vola subito a +9 grazie a Fantinelli e Saccaggi, anche se Trieste non molla e con Parks e Da Ros rientra fino al -5. La De’ Longhi però tiene in mano la partita e torna a +9 nella bagarre generale, con l’Alma non aiutata dalla fortuna. Trieste però non demorde ancora e con Pecile lotta fino all’ultimo rientrando fino al -2 a 37 secondi dal termine. La gara si infiamma e dopo il canestro di Fantinelli Trieste fa -1 da tre con Green, così si va fino al termine con i tiri dalla lunetta. Ai liberi la De’ Longhi è più precisa e si aggiudica il match per 77-75.

Svolta della partita: 

Il parziale di 7-0 con cui Treviso inizia l’ultimo quarto, guidata da Fantinelli e Saccaggi. Il +9 della De’ Longhi, infatti, non sarà più recuperato dall’Alma.

Migliori in campo: 

Fantinelli è il migliore di Treviso in questa gara combattuta.
Treviso: Matteo Fantinelli, il capitano della De’ Longhi gioca una grande partita e nei momenti difficili prende per mano la sua squadra. Chiude con una doppia doppia da 12 punti e 10 assist, oltre a 7 rimbalzi.

Trieste: Jordan Parks, la guardia americana gioca alla grande e tiene, per lunghi tratti, da solo, l’Alma in partita. Chiude con 21 punti e 9 rimbalzi.

Peggiori in campo: 

Treviso: Andrea Ancellotti, non una della migliori partite quella del lungo emiliano, che soffre la fisicità dei suoi avversari e in attacco commette diversi errori. Chiude con 6 punti e un solo rimbalzo.

Trieste: Javonte Damar Green, per larghi tratti l’americano non riesce mai ad entrare in partita e condiziona l’attacco dei giuliani. Sono solo 10 i punti finali per lui, che di solito ne segna molti di più ed è sempre decisivo.

 
(credits foto Macovaz)
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Un atleta olimpico ogni 80mila abitanti contro la media nazionale di un atleta ogni 200mila abitanti. E’ questa la proporzione che fa del Friuli Venezia Giulia la regione più sportiva d’Italia. Su una popolazione di un milione e 200mila abitanti, infatti, sono 15 gli atleti regionali in partenza per Rio. La delegazione italiana, composta da 297 azzurri, è stata ufficializzata ieri, termine ultimo per le iscrizioni alle gare. Alla XXXI^ edizione dei Giochi Olimpici Estivi di Rio 2016 parteciperanno quindi 155 uomini e 142 donne, mentre, dal Friuli Venezia Giulia partiranno 10 donne e 5 uomini.

Grande soddisfazione è stata espressa dal Presidente regionale del CONI, Giorgio Brandolin: “A nome dell’intero movimento sportivo regionale, desidero ringraziare gli atleti, le società, i dirigenti e i tecnici  che si sono adoperati in questi anni per raggiungere questo risultato straordinario che conferma quanto il nostro piccolo territorio ami lo sport in modo incondizionato. Stiamo parlando di persone che fanno del volontariato una ragione di vita e che, pur non essendo professionisti, hanno lavorato in modo incredibilmente professionale”.

Ai 15 atleti regionali che parteciperanno alle Olimpiadi di Rio 2016, vanno aggiunti anche sei atleti che prenderanno parte alle Paralimpiadi e cinque, tra tecnici e giudici/arbitri internazionali, completeranno la prestigiosa spedizione regionale.

“In considerazione del fatto che in questi giorni molti dei nostri atleti sono impegnati in allenamenti collegiali di rifinitura – continua Brandolin – il CONI regionale, assieme alla Regione Friuli Venezia Giulia, agli Enti locali e alle Fondazioni CARIGO, CRTRieste e CRUP, organizzerà una festa in onore dei propri campioni di rientro dal Brasile a conclusione dei Giochi”.

OLIMPIADI:

FIC – CANOTTAGGIO: GIORGIO TUCCINARDI (UD)

FIN – NUOTO: PIERO CODIA (TS), ALICE MIZZAU (UD)

FIN – TUFFI: NOEMI BATKI (TS)

FIV – VELA: FRANCESCA CLAPCICH (TS)

FITAV – TIRO A VOLO: CHIARA CAINERO (UD)

FIDAL – ATLETICA: ALESSIA TROST (PN), DESIREE ROSSIT (UD), MARZIA CARAVELLI (PN)

FCI – MOUNTAIN BIKE: LUCA BRAIDOT  (GO)

FCI – STRADA: ELENA CECCHINI (UD), ALESSANDRO DE MARCHI (UD)

FCI- PISTA: BEATRICE BARTELLONI (GO)

FIPAV – BEACH VOLLEY: ALEX RANGHIERI (PN)

FIG: GIULIA SERGAS (TS)

PARALIMPIADI:

FITET – TENNIS TAVOLO: GIADA ROSSI (PN), GIUSEPPE VELLA (UD)

FCI – CICLISMO: MICHELE PITTACOLO (UD)

FIV – VELA : MARTA ZANETTI (TS), ANTONIO SQUIZZATO (PN), CRISTIANO D’AGARO (TS)

TECNICI – GIUDICI:

VALENTINA TURISINI – Commissario tecnico Tiro a Segno (TS)

LUCA CAINERO – Commissario tecnico Judo San Marino (UD)

FABIO BOLCICH – Giudice internazionale Canottaggio (TS)

DRAGAS SPELA – Giudice internazionale Ginnastica Ritmica (UD)

ROJA CRISTIAN – Arbitro pallacanestro – Comitato Paralimpico (UD)

(si ringrazia l’Ufficio Stampa C.R. CONI FVG)

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