LA RASSEGNA STAMPA SANDRINA DI DOMENICA 12 FEBBRAIO 2017
Da Il Piccolo di Trieste
L’Alma si arrende nel finale
Battuta per 71-63 dall’OraSì negli ultimi 3 minuti dopo un match alla pari
di Matteo Contessa
La striscia positiva dell’Alma si chiude a Ravenna, dove l’OraSì la batte per 71-63, la riavvicina in classifica e, quel che è peggio, sposta dalla sua parte anche la differenza canestri negli scontri diretti. Una partita che l’Alma ha giocato bene nel primo tempo, ma che non è riuscita a reggere allo stesso modo nella ripresa. Dopo il 26-14 con cui aveva stravinto il secondo quarto e che l’aveva mandata al riposo sul +7, la squadra di Dalmasson nella rirpesa ha progressivamente perso la via del canestro anche a causa della maggiore intensità difensiva degli uomini di Martino. e così, dopo l’11-16 del terzo parziale, i biancorossi hanno subito il 10-20 dell’ultimo quarto che negli ultimi minuti di gara ha consegnato la partita ai padroni di casa. Fino a tre minuti e mezzo dal termine, in realtà, il match era in parità, stavolta all’Alma è mancato proprio il finale con cui aveva costruito tutte le ultime vittorie. Ha ceduto di schianto negli ultimi 200 secondi, il divario Ravenna l’ha costruito tutto in quel frangente. Senza Parks e con Baldasso assolutamente nullo, l’Alma ha pagato la ristrettezza delle rotazioni, con Da Ros e Green che hanno giocato per 38 minuti a testa, Cittadini addirittura mezz’ora e Pecile poco di meno. Quando loro hanno perso lo smalto, lo sprint non è partito e, pur aggrappandosi all’esperienza e all’orgoglio, non hanno potuto fare altro.
Equilibrio nelle prime battute dell’incontro e ritmo molto alto. La difesa dell’Alma tiene bene gli avversari, soltanto Smith riesce a superare spesso Cittadini essendo più agile e rapido. Ed è infatti lui il finalizzatore unico dei padroni di casa, a metà del primo quarto il tabellone dice 10-8 per i padroni di casa. Ma subito dopo Tambone e Masciadri trovano altre due imbucate e sul 14-8 Dalmasson chiama timeout per sistemare le cose in campo. Un paio di iniziative di Da Ros e le due bombe dello stesso Matteo e di Green tengono l’Alma attaccata al match, ma il bonus falli perso dopo 7’ manda Ravenna diverse volte in lunetta ed è lì che i padroni di casa costruiscono il 21-16 con cui si chiude il primo quarto. Chiumenti segna subito il 23-16, ma da Ros, green e Pecile (tripla) in un solo minuto fanno 9-0 e portano l’Alma in vantaggio, 25-23 al 12’. ma è solo un momento, perchè l’OraSì trova nei due americani e in Chiumenti soluzioni offensive redditizie, mentre l’Alma in ava nti fa difficoltà ad avvicinare il ferro. Così nuovamente i romagnoli tornano a +7, 33-26, ma dalla lunetta Cittadini fa 6 punti, Green e Bossi vanno di bombe e l’Alma fa il controsorpasso, 39-35 al 18’30”. Si gioca a ritmi molto alti: chi avrà più benzina nel finale? Il finale di quarto è tutto biancorosso, l’Ora Sì improvvisamente non si trova più: break di 16-2 in 4’35” e partita capovolta. Al riposo lungo si va sul 42-35 per Trieste. È quasi un peccato che il tempo sia finito proprio adesso che Da Ros e compagni erano entrati in striscia. L’inizio di secondo tempo non è proprio quello che si sperava per l’Alma: 0/4 in attacco, mentre dall’altra parteb l’OraSì segna 5 punti e si rimette in scia degli avversari. Cittadini ferma l’emorragia, Green dalla lunetta fa 2/2 e il vantaggio di trieste resiste: 46-42 a metà del terzo quarto. Il controbreak di 15-7 riporta avanti i padroni di casa sul finire del terzo parziale, 50-49 al 28’. Però il ritmo rispetto al primo tempo è sceso ed è aumentata l’imprecisione, da una parte e dall’altra. Comunque pur senza brillare, il finale di quarto è di nuovo dell’Alma che dalla lunetta ricostruisce un minimo vantaggio, 53-51 alla mezzora. Si gioca con le unghie e con i denti, il ritmo è sceso e sono perlopiù duelli individuali. L’Alma arriva fino al 57-53 con Cittadini, ma non è la stessa del primo tempo. Marks si sveglia, piazza 8 punti in fila e ravenna si rimette con il naso avanti, 65-61 a 3’33” dalla fine, Dalmasson deve chiamare un altro timeout per spezzare il ritmo dei padroni di casa. Ma adesso l’OraSì è in trance agonistica, gli spalti si sono infuocati e l’Alma sembra non avere la lucidità delle altre partite. Così quando Marks segna ancora a 1’18” dalla sirena e porta il punteggio sul 67-61 e poi la difesa di casa recupera anche il pallone la partita si chiude, l’Alma non ha più risorse per riaprirla. Il 2/2 di Pecile infatti non basta perchè Ravenna trova altri 5 punti in 20 secondi e va in trionfo.
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Dalmasson: «Nello sprint le energie erano finite»
Il tecnico non fa drammi: «Abbiamo tenuto dignitosamente per trentacinque
minuti, poi Ravenna è stata più lucida. E ora speriamo di recuperare qualcuno»
di Matteo Contessa
Coach Dalmasson alla fine della partita arriva dalla stampa per il commento a caldo con espressione tranquilla, come chi è consapevole che più di questo non si poteva fare e che il verdetto va accettato con serenità. Anche perchè Ravenna è una sorpresa positiva del campionato tanto quanto l’Alma, ha valore e caratteristiche molto simili a quelli dei triestini e dunque una sconfitta ci può stare. Oltretutto ha vinto esattamente come di solito fa l’Alma, sprintando con i suoi uomini migliori tenuti a riposare in panchina e gettati nella mischia nelle fasi decisive. Stavolta l’Alma non ha potuto farlo.
«È stata una partita giocata al massimo delle nostre possibilità di questa sera (ieri, ndr) – esordisce il tecnico -. È stata evidente la differenza di energie delle due squadre negli ultimi minuti e questo fatto secondo me ha determinato l’esito finale della partita». E non si attacca neanche alla facile attenuante delle assenze importanti, non cerca scuse nella sua analisi. «Dispiace per la sconfitta, ma la squadra era questa e dobbiamo valutare ciò che ha fatto nella partita questa squadra, inutile parlare di chi non ha giocato. Chi è stato della partita qui a Ravenna ha tenuto dignitosamente il campo per trentacinque minuti e poi le energie sono venute meno. Ravenna ha avuto la possibilità di ruotare molti più giocatori e questo fatto l’ha portata alla fine ad avere uomini molto più lucidi e quindi in grado di fare scelte migliori delle nostre».
Una vittoria sarebbe stata quasi decisiva, la sconfitta mette l’Alma nella necessità di tenere i romagnoli dietro in classifica, perchè a parità di punti la differenza canestri negli scontri diretti la penalizza. Bisogna voltare pagina e ricominciare a lavorare guardando avanti e non più a ciò che è stato. «Come abbiamo sempre fatto, del resto – puntualizza Dalmasson -. Anche dopo le vittorie. Si ricomincia, si lavora e speriamo anche di poter recuperare qualche giocatore, perchè il problema non è tanto quello della partita, quanto essenzialmente quel che concerne la gestione degli allenamenti durante la settimana. Ormai sono tanti giorni che stiamo lavorando in una situazione di precarietà, quanto non addirittura di emergenza. Però non drammatizzo, questa cosa fa parte del cammino di ogni stagione». Capita a tutti, può capitare anche all’Alma Trieste. L’importante è tenere la barra dritta.
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Le statistiche: i romagnoli hanno tirato meglio, si chiude in parità la lotta sotto i tabelloni
Doppia doppia del “Citta”: 12 punti e 11 rimbalzi
di Lorenzo Gatto
Non è bastato un grande secondo quarto all’Alma per uscire dal pala De Andre con i due punti in tasca. Il 26-14 che aveva portato i biancorossi nello spogliatoio sul 35-42 aveva illuso un po’ tutti, nella seconda parte di gara la formazione di Dalmasson si è fatta travolgere dalla maggior energia messa in campo dai romagnoli. Ravenna ha tirato meglio, trovando migliori esecuzioni e chiudendo con il 60% da due. La formazione di Martino mette a referto un ottimo 25/41, l’Alma non arriva al 50% con un meno significativo 17/32. Simili le percentuali da 3 (3/13 Ravenna, 6/24 Trieste) e ai liberi con i padroni di casa che ne hanno segnato uno di più (12/14 contro gli 11/14 di Trieste). Perfetta parità nella lotta a rimbalzo (33 pari, da una parte migliore Smith con 9, dall’altra Cittadini con 11),migliore il saldo recuperate/perse di Ravenna che chiude a meno 2 (10-12) contro il meno 7 dell’Alma (6-13).
Tra i singoli monumento per Cittadini. La doppia doppia di Alessandro, 12 punti e 11 rimbalzi in 30′ è la fotografia più bella della partita dell’Alma. L’assenza di Parks e il conseguente maggior utilizzo del centro perugino ha fatto capire quale può essere l’impatto di un giocatore che sicuramente Trieste deve imparare a utilizzare maggiormente. Assieme a lui, in doppia cifra, sono andati anche Bossi, Green e Da Ros. Bossi, 11 punti in 30′, ha chiuso con un buon 4/8 dal campo (2/3 da due, 2/5 da tre), Green 10 punti con un 3/8 che testimonia come la guardia statunitense avrebbe potuto incidere maggiormente sulla partita. A due facce la partita di Da Ros che ha chiuso con 14 punti ma 6/18 dal campo. Tutto nel primo tempo per Matteo che poi, nella ripresa, non ha più trovato la via del canestro sporcando le buone percentuali. Positivo anche Pecile, 9 punti in 22 minuti con il 50% al tiro e 5 falli subiti nel corso della gara. Tra gli avversari decide la coppia Usa: Marks 18 (6/12, 1/3 con 3/4 ai liberi) e Smith 15 (7/9 con 1/2 ai liberi). Tra gli italiani il migliore è Chiumenti: 14 punti con 5/8 da due e 4/4 ai liberi.
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Da Ros per l’assenza di Parks
prova a fare l’americano
ALMA TRIESTE Il migliore: Alessandro Cittadini, voto: 7/8 La “Dea Kalì” a servizio della squadra, dominante in area pitturata avversaria fra rimbalzi offensivi e canestri. Il suo ritorno ad altissimi livelli coincide con un coinvolgimento maggiore dei compagni.
Il peggiore: Lorenzo Baldasso, voto: 4 Quando non è serata al tiro, tutto diventa più difficile. Gli si chiede una duttilità tattica che non gli è propria.
Matteo Da Ros, voto: 6/7 Sfruttato come un americano, terminale principale triestino. Non si esime dal compito e confeziona un grande primo tempo; sparisce nel secondo tempo complice una difesa ravennate competente.
Javonte Green, voto: 6/7 Prestazione sin troppo matura dell’ala biancorossa, nel senso che gioca da complemento quando ci sarebbe più bisogno di produzione offensiva. Ottimo difensivamente con tanti palloni sporcati, timido e nascosto quando c’è da fare la voce grossa attaccando il ferro.
Jordan Parks, voto: n.e.
Stefano Bossi, voto: 5/6 I falli limitano il play triestino e come spesso capita l’asfittica versione offensiva fa il palio con una difesa a dir poco distratta. Qualche canestro da oltre l’arco non gli garantiscono la sufficienza.
Andrea Coronica, voto: 6 Il capitano ricama come sempre minuti di grande sostanza, presenza costante a rimbalzo e intelligente nel cercare i compagni liberi attaccando gli spazi. Ogni tanto l’etichetta da “stopper” lo limitano nelle letture sul fronte offensivo.
Andrea Pecile, voto: 6 I minuti in regia rallentano il gioco offensivo della squadra, pur dando ordine al quintetto. Non è incisivo come al solito in fase a livello di fatturato.
Alessandro Simioni, voto: 6 Minuti importanti, soprattutto in chiave difensiva mettendo il corpaccione sul totem Smith.
Massimiliano Ferraro, voto: n.e.
Matteo Schina: n.e.
Coach Eugenio Dalmasson, voto: 6 Coerente con quanto dichiarato alla vigilia rinuncia a Jordan Parks, scelta coraggiosa in funzione di una stagione che sarà ancora molto lunga. Con la coperta cortissima poco può fare nelle rotazioni.
ORASI’ RAVENNA Derrick Michael Marks, voto: 7 Taylor Smith, voto: 6/7 Matteo Tambone, voto: 6/7 Stefano Masciadri, voto: 5 Giacomo Sgorbati, voto: 5 Andrea Raschi, voto: 5 Gherardo Sabatini, voto: 6 Alberto Chiumenti, voto: 7 Fadilou Seck, voto: n.e. Marcello Crusca, voto: 5 Coach Antimo Martino, voto: 7
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L’Unione prova a fare poker
Arriva l’Este. Celestri con Frulla a centrocampo
di Antonello Rodio
La Triestina ritorna oggi al Rocco e contro l’Este va a caccia della quarta vittoria consecutiva (inizio ore 14.30, arbitra Saia di Palermo). Ma non si tratta di una mera soddisfazione statistica. Anche se il Mestre appare molto lontano dall’alto delle sue 10 lunghezze di vantaggio, e il secondo posto sembra in cassaforte visto che il Campodarsego è precipitato a 8 punti di distacco, all’Unione non mancano certo le motivazioni per continuare il filotto positivo.
Al di là delle speranze di capitomboli del Mestre e della necessità di tenersi al riparo da eventuali ritorni delle inseguitrici, va ricordato che fare più punti possibili è decisivo anche in ottica promozione, perché questo sarà uno dei fattori determinanti quando verrà stilata la graduatoria tra le nove vincitrici (una per girone) dei play-off. Anche senza avversarie nei dintorni in classifica, dunque, resta sempre fondamentale vincere per essere a fine stagione in prima fila ad attendere qualche rinuncia o mancata iscrizione alla Lega Pro. Motivo in più perché i tifosi restino sempre vicino alla squadra, anche se le ultime partite casalinghe non sono state certo esaltanti per numero di presenze. Anche perché c’è da sostenere una Triestina che nelle ultime partite è stata sempre più convincente, grazie anche al cambio di modulo: ulteriori tre punti, aiuterebbero inoltre questo percorso di crescita della squadra di Andreucci. Questo non significa affatto però che oggi sarà una passeggiata. Innanzitutto la Triestina deve confermare di aver ritrovato il feeling con il Rocco: va ricordato infatti che la vittoria sul Legnago è stata appena la prima con due gol di scarto e ottenuta senza particolari patemi, al contrario di altre prove casalinghe. E poi attenzione all’Este e a una classifica ingannevole: è vero che i veneti con 27 punti sono appena fuori dalla zona play-out, ma la realtà è che si tratta di una delle migliori squadre di questo 2017. Dopo un girone di andata disastroso, infatti, l’Este è corsa ai ripari nel mercato invernale e in questo girone di ritorno è ancora imbattuta. Anzi, con tre vittorie e due pareggi, ha ottenuto 11 punti in cinque partite, appena uno in meno della Triestina. Quindi occhio a non sottovalutare un avversario che sta attraversando un ottimo momento di forma e viaggia sulle ali dell’entusiasmo, deciso a lasciarsi ancora più alle spalle la zona pericolosa della classifica.
Per quanto riguarda la formazione, l’Unione dovrebbe cambiare poco rispetto alla trasferta di Valdagno. Innanzitutto va ricordato che saranno assenti Cecchi infortunato e Carraro squalificato. Il portiere Jean Claude Consol, invece, è febbricitante ma è comunque fra i convocati, anche se per precauzione è stato chiamato anche il portiere della Juniores Cristian Puiu. Davanti a Voltolini ci sarà la coppia centrale Leonarduzzi-Aquaro con Pizzul a sinistra, mentre a destra potrebbe anche tornare Bajic, che resta in ballottaggio con Crosato. A centrocampo Frulla e il rientrante Celestri, poi Corteggiano e Banegas sulle fasce con davanti França a supporto di Dos Santos, che resta favorito su Serafini. Ancora panchina per il nuovo arrivato Meduri, che deve crescere di condizione e, come a Valdagno, potrebbe entrare in corso d’opera.
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Principe, la forza della panchina lunga:
schiantato il Malo
di Lorenzo Gatto
D’autorità, sfruttando fino in fondo la panchina più lunga e le maggiori rotazioni nell’arco dei 60 minuti, la Principe supera il Malo e si mantiente saldamente ancorata al terzo posto del girone davanti al Merano. Vittoria costruita nella ripresa dopo un primo tempo nel quale la formazione di Hrvatin ha attaccato ai fianchi quella di Ghedin. Malo ha resistito fino alla prima metà del secondo tempo restando a una distanza accettabile poi, quando Trieste ha pigiato il piede sull’acceleratore, non ha retto l’urto finendo per rimediare un passivo financo eccessivo. È piaciuta la difesa biancorossa, con Postogna e Modrusan attenti nelle fasi del match giocate, in attacco top scorer un incisivo Anici ben supportato da Dordejevic, Radojkovic e da un Pernic che nonostante le condizioni fisiche non ottimali ha voluto esserci finendo per incidere.
Hrvatin sceglie l’usato sicuro nel settebello iniziale schierando Visintin e Carpanese sulle ali, Oveglia, Anici e Dordejevic sulla linea dei terzini con Di Nardo pivot al posto dell’infortunato Pernic. Solite difficoltà a difesa schierata per la Principe che trova sulla sua strada una 6-0 piatta e un buon Berengan e fatica a trovare la via della porta. Malo parte meglio, Trieste resta a ruota e trova il primo vantaggio della partita appena dopo 8′ grazie a un preciso Anici e a un’incursione dall’ala di capitan Visintin che firma il 5-4. Trieste cambia molto con Modrusan per Postogna e Pernic, Dovgan e Radojkovic per Carpanese, Di Nardo e Oveglia. Due reti di Dordejevic danno il primo doppo vantaggio, scarto incrementato da Radojkovic proprio sulla sirena di fine primo tempo con una conclusione dalla distanza che sorprende l’estremo avversario (14-11). Si riparte con Kevin Anici subito a segno. Sembra il break decisivo e invece, sfruttando un paio di scelte affrettate di Trieste, la formazione ospite si rifà sotto con un parziale di 3-0 che riapre la gara. Hrovatin cambia moltissimo ruotando terzini e ali ma sono le parate di Postogna a consentire alla Principe di riprendere il largo. Dordejevic e Di Nardo firmano le reti del 17-14 poi Carpanese in gol per il 20-16 del 14′, Visentin e Pernic per il 24-17 che attorno al 20′ mette di fatto la parola fine all’incontro. Ultimi minuti che servono a Trieste per incrementare ancora il vantaggio e chiudere con un + 10 forse troppo severo per la formazione di Ghedin.
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Pallanuoto Trieste, una sconfitta con onore
Alla Bianchi si impone la corazzata Sport Management ma gli uomini di Piccardo sono comunque protagonisti fino alla fine
di Guido Barella
Con i se e con i ma, è noto, non si fa la storia. Nemmeno quella piccola piccola del campionato italiano di pallanuoto di serie A1. Eppure con i se e con i ma si può comunque raccontare di una Pallanuoto Trieste capace di tenere testa alla Sport Management terza in classifica (oltre che superprotagonista in Euro Cup). Di una Pallanuoto Trieste che, è vero, ha mancato le occasioni che comunque si era costruita, quando cioè sul -2 avrebbe potuto limare ulteriormente lo svantaggio per andare poi a giocarsi tutto in un finale che sarebbe stato ancora più caldo.
Di una Pallanuoto Trieste che può anche recriminare su qualche decisione arbitrale che – mettiamola così… – poteva essere diversa. Di una Pallanuoto Trieste che, alla fine, ha – ma sì, diciamolo – comunque retto l’urto di una formazione che gioca una pallanuoto, se possibile, ancora più fisica del solito e che può garantire una pazzesca intensità di gioco grazie a una panchina lunghissima con 13 giocatori assolutamente tutti tra loro intercambiabili. Insomma, sia pure finita con un doloroso 11-15 (e non si sa se fanno più male le 15 reti complessivamente subite o le quattro di svantaggio, anche perché entrambi i dati sono sostanzialmente immeritati), questa sfida all’armata lombardo-veneta (la Sport Management è una società veronese la cui squadra si allena a Mantova e gioca da due anni alle piscine Manara di Busto Arsizio) restituisce all’allenatore alabardato Stefano Piccardo una squadra che partita dopo partita è in crescita costante. Poi, vabbè, dall’altra parte della vasca ha trovato un sette capace di un gioco asfissiante e con due terminali offensivi pazzeschi quali Valentino Gallo e Antonio Petkovic, potenza e precisione allo stesso tempo, tu lasci loro un secondo per inquadrare la porta nel mirino e loro “sparano”. E non perdonano.
La partita è dunque in equilibrio nel primo quarto che finisce 3-4 dopo essere stata però anche 2-1 per svoltare nel secondo periodo, con un devastante 2-5 (5-9). Ma Trieste c’è sempre, non muore mai: Petronio, capitan Giorgi e poi anche Rocchi e Giacomini la tengono lì con un parziale di 4-3 che vale il 9-12 complessivo. Dunque, ultimo quarto tutt’altro che scontato. Che si fa emozionante quando Elez, a meno di 3’30” dalla fine segna il rigore dell’11-13. Ma la mancanza di rotazioni adeguate fa la differenza, Trieste paga la fatica, ha più volte in mano il pallone del -1 per riaprire definitivamente la partita ma non ce la fa. E negli ultimi 31” di gioco l’armata lombardo-veneta chiude impietosamente i conti. Peccato. Davvero.
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