Brava Trieste, sei viva. E ora vai a Brindisi senza paura
È vero: la salvezza ancora non c’è. Ed è altrettanto vero che, per non dipendere dalle altre, servirà fare risultato domenica prossima a Brindisi su un parquet sempre estremamente avaro di soddisfazioni per i nostri colori. Ma, al netto dei tanti incroci di risultati che si potrebbero materializzare (e in tal senso, Trieste deve sperare che in caso di sconfitta in casa dell’Happy Casa non arrivino le contemporanee vittorie di UNAHOTELS, Givova Scafati e GeVi Napoli), una cosa è certa: a quaranta minuti dal termine del campionato, la banda di Marco Legovich è ancora padrona del proprio destino. Un dettaglio non da poco, senza scomodare le famose disgrazie altrui che – guardando a certi risultati concomitanti, come la rocambolesca vittoria interna di ieri di Treviso sulla Virtus Bologna – è sempre meglio tenere lontano dalla portata dei bambini.
È vero: in Puglia sarà durissima. Ma c’è un elemento non trascurabile: Trieste è viva e ha davvero un contributo da parte di tutti. Lo si chiedeva a gran voce nell’ultimo periodo: contano non solo i senatori d’oltreoceano, ma anche la classe operaia italiana. Ed ecco che, in un match drammatico come quello contro una Verona che mestamente lascia la massima serie dopo solo un anno, di “operai” biancorossi ce ne sono a bizzeffe. Dal risveglio di Campogrande (e ti preghiamo Luca, anche a Brindisi fai vedere che quelle mani così gelide durante tutta la stagione sono diventate calienti nel momento più importante del campionato…) alla riconferma di un Alessandro Lever – utilissimo a tenere alti i giri del motore nei momenti di down giuliano contro la Tezenis – sino all’infinito cuore di uno Stefano Bossi che ha saputo dare un calcio netto a una stagione difficile, con quel tormento di sentirsi dire da molti detrattori “Ma che ci fai tu in serie A?”. Ecco allora che, a quaranta minuti dalla fine, l’ultima missione che la Pallacanestro Trieste è chiamata a compiere è un pochino più semplice, guardando alla voglia e alla concretezza di chi ha saputo soffrire in silenzio per un’intera annata, dando un valore aggiunto enorme a una squadra che certamente si è complicata la vita in questo finale di campionato, ma che ha ancora cartucce da sparare per arrivare all’obiettivo.
Tutto ancora da scrivere, certo. E, ancora per un weekend, lasciamo da parte le eventuali recriminazioni per non aver chiuso la pratica salvezza con largo anticipo. L’importante è essere ancora in corsa. E ciò che conta di più, è avere ritrovato l’entusiasmo bruscamente smarrito nelle ultime settimane: da qui si può ripartire con spirito rinnovato. Così, la “missione pugliese” diventa meno impossibile, senza alcun dubbio.
(Da Citysport.news di lunedì 1° maggio, foto Matteo Nedok)
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